omicidio nel club bdsm: festa e conclusione

padrone bastardo
5 months ago

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La partecipazione di Jessica a questa festa nel club bdsm rappresentava senz’altro un pericolo per lei, quindi fu deciso per quel giorno di preparare tutto per un irruzione e per essere pronti a ogni evenienza, oltre a far entrare un agente di polizia travestito da inserviente per sistemare una microspia nella sala dove avrebbe dovuto tenersi la festa, infatti essendo Jessica probabilmente nuda durante l’evento non poteva avere assolutamente nulla addosso senza correre il pericolo di essere scoperta.

Jessica sebbene fosse una ragazza tosta, che sapeva il fatto suo e che sapeva a cosa andava incontro prestandosi a questo tipo di operazione nel club bdsm nutriva comunque un po’ di paura per la sua incolumità, per quello che avrebbe potuto succederle, soprattutto se qualcosa avesse dovuto andare storto.

La festa nel club bdsm iniziò con i partecipanti che avevano il volto coperto con una mascherina e già questo mise paura alle ragazze, infatti se non volevano farsi riconoscere probabilmente qualcosa di brutto avrebbe potuto succedere a loro.

L’atmosfera sembrava quella di una setta, infatti la serata cominciò con una specie di gran cerimoniere che intervenne dicendo agli astanti che ora avrebbero sottoposto queste schiave che si erano dimostrate particolarmente disubbidienti nel loro percorso all’interno del club a una prova che in base al giudizio dei presenti avrebbe potuto essere aumentata o diminuita. Alla fine della prova ci sarà un asta e ciascuno di voi potrà finire la serata con la schiava che risulterà essere riuscito ad aggiudicarsi.

La prova consisteva nel riuscire a resistere ai colpi del cane sul sedere. Le sventurate venero legate con il sedere esposto a novanta gradi e venivano colpite una per volta con cento colpi di cane (o meglio detta bacchetta di ratan). Finiti i cento colpi il sedere della malcapitata era pieno di piaghe, ma dovevano sostenere al giudizio dei presenti che dovevano decidere se la punizione era sufficiente. Se era sufficiente alzavano il pollice in alto, se invece era insufficiente indicavano pollice verso, un po’ come gli imperatori romani nell’arena.

Con quasi tutte il giudizio fu di pollice verso e vennero reguardite con altri cinquanta colpi che erano sempre più insopportabili e il rischio di svenire era sempre più elevato.

Trascorsa questa seconda prova la malcapitata doveva sottoporsi ancora una volta al giudizio dei presenti che dovevano emettere un giudizio che nella maggior parte dei casi era di fine della sofferenza per il momento per la malcapitata, ma non in due casi per Jessica e un altra ragazza.

Le due ragazze erano terrorizzate dall’idea di subire un altra razione di caning, temevano di non uscirne più vive, ma non fu quello il destino a cui andarono incontro, ma non per questo fu migliore.

Furono sottoposte a quella prova chiamata mancanza respiro o breath play una pratica che di sicuro non è né sicura, né consensuale una tecnica di soffocamento che limita la facoltà respiratoria per acuire la sensazione di piacere o di orgasmo durante l’attività sessuale e che se portata agli estremi può causare anche la morte, cosa che in questo caso essendo fatta da persone esperte non avvenne, ma la paura per entrambe fu altissima. Jessica capì dopo lo scampato pericolo capì cosa poteva essere successo alla sventurata ragazza, qualcosa poteva essere andato storto e in una di queste pratiche estreme avrebbe potuto scapparci il morto.

La serata continuò con l’asta in cui ognuno dei partecipanti avrebbe potuto fare una sessione con una delle ragazze che ormai erano sempre più terrorizzate: c’era chi piangeva a dirotto, chi gridava pietà e chi stava ferma terrorizzata dalla paura.

Jessica fu vinta da un vecchio che non le fece fare cosa particolarmente pericolose per la sua vita, ma non per questo meno degradanti fu utilizzata da costui come water e le pisciò un abbondante urinata in bocca ordinandole di non perdere neanche una goccia sotto la vista del cane dell’uomo un pericoloso rottweiler. Jessica non ci riuscì e fu costretta a copulare con il cane, mentre era sempre più terrorizzata.

La polizia da ciò che aveva raccolto attraverso le microspie ebbe quindi le prove necessarie ad iniziare un inchiesta per violenza privata e violenza sessuale e ottenere quindi un mandato di perquisizione nella villa.

Durante la perquisizione fu rinvenuto il cadavere della ragazza che era scomparsa e di altre due ragazze che erano morte entrambe di soffocamento evidentemente erano state vittime di un breath play riuscito male.

I responsabili del club furono tutti arrestati e venne alla luce che le ragazze del club erano tutte scelte tra modelle con grandi problemi familiari in modo che se fosse successo loro qualcosa nessuno le avrebbe cercate, così non era andato nel caso di Jessica e fu la loro fine.

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