Cognati!

Capitolo 2 - La cognata puttanella

pennabianca
5 months ago

Mi chiamo Marco, ho 30 anni e sono sposato da sei con Francesca, che ha la mia stessa età. Sono un bel maschio, alto e biondo, occhi chiari e le donne non mi mancano, anche perché ho una bella dotazione fra le gambe, sia in lunghezza che in circonferenza. Amo mia moglie e, da quando siamo sposati, non l’ho mia tradita. Lei è una bella mora, alta e snella, con un bel seno, una terza piena ed un bel culo a mandolino, cosce lunghe e snelle. Fra di noi c’è una buona intesa, anche sotto il profilo sessuale. A letto è brava in tutto e lo prende tranquillamente in ogni buco. Siamo stati fidanzati quattro anni e, fin da subito il sesso è stato il filo conduttore della nostra unione. Sia io, che lei, venivamo da storie finite per la gelosia dei rispettivi partners; fra noi questo sentimento non si è mai palesato e questo ci rende felici e scopiamo davvero tanto e bene. Mentre io sono figlio unico, lei ha una sorella più giovane di diversi anni. Lucia ha festeggiato i suoi diciotto anni con una bella festa, suddivisa in due parti. La prima al ristorante con tutti i parenti e, poi, in un locale fittato apposta per l’evento, dove i suoi amici hanno organizzato una vera festa da ballo. Da tempo avevo notato che lei mi si appiccicava addosso, con una certa faciloneria. Lo aveva notato anche mia moglie e io le ho chiesto di far capire a sua sorella che la cosa non mi piaceva, perché non voglio rovinare il bellissimo rapporto che ho con Francesca. Ho visto che le due sorelle hanno parlato a lungo, ma mia moglie, non mi ha detto nulla di quello che si erano dette. Ho pensato che tutto fosse appianato, quando mia moglie ha insistito per andare alla festa con gli amici. Per l’occasione lei ha indossato un tubino elasticizzato e tacchi alti. Ero fiero di veder lei in mezzo a ragazzi tutti più giovani, che se la mangiavano con gli occhi. Ero intento a seguire le sue evoluzioni in pista, sempre circondata da ragazzi che facevano a gara per starle vicino, che non mi ha fatto render conto che anche tra il genere femminile c’era chi mi riteneva migliore dei suoi coetanei. In particolare, mia cognata ed una sua amica di nome Sara. Ammetto che, sia lei che mia cognata erano le due più fighe della festa, oltre a mia moglie. Sara indossava un bel vestito molto aderente, che le modellava le forme ed i seni, una quarta abbondante, erano in bella mostra a mezzo di un decolté che lasciava poco all’immaginazione. Ai piedi, tacchi altissimi, da 15 e si intravedeva la balza del pizzo delle autoreggenti. Lucia invece aveva indossato una mini gonna nera plissettata, che anche a lei lasciava poco all’immaginazione. Scarpe anche lei molto alte ed una camicetta di seta sempre nera. Naturalmente le immancabili autoreggenti, sorrette da un reggicalze che si notava ad ogni movimento. A turno si sono offerte di ballare con me e sembrava che si inorgoglissero particolarmente nel farsi notare con me dalle altre ragazze, che mi mangiavano con gli occhi. Ad un certo punto, Lucia ha chiesto di ballare con me e, in quel momento, mi ha ricordato che non aveva ancora ricevuto il suo regalo da parte mia. «Caro il mio cognatino, sei l’unico che non mi ha fatto nessun regalo.» Io l’ho guardata ed ho risposto che vi avevo provveduto assieme a sua sorella. Lei ha sorriso ed ha ribadito la mia mancanza. «No, tu non mi hai fatto nulla e, poi, da te, me ne aspettavo uno speciale.» La guardo senza capire, la musica finisce e, dopo un po’, anche la festa, mandando tutti a casa. A questo punto, si palesa un piccolo problema: tre ragazzi son venuti con altri amici, che però se ne sono andati e la stessa cosa vale anche per mia cognata e la sua amica, quindi, io e mia moglie che siamo venuti con due auto, ci offriamo di accompagnarli. Mi aspettavo di dover prendere i ragazzi, mentre mia moglie accompagnava sorella ed amica, quando Francesca, inopinatamente, carica al volo i tre giovani, anch'essi appena maggiorenni, e parte in volata. Io mi ritrovo con mia cognata, che sembra mezza sbronza e l’amica, che, sedendo dietro, al centro del sedile, apre le cosce e mi mostra la fica nuda: la troia, prima di andar via, era andata in bagno e si era tolto l’intimo. Lascio la cognatina, che è di strada, e poi porto Sara a casa. Appena scesa, Lucia, lei è salita davanti e lungo il tragitto mi chiede di fermarmi per prendere una boccata d'aria, altrimenti, tornando a casa così, mezza ubriaca, i genitori l'avrebbero sgridata. Capisco che è una scusa, ma accetto lo stesso. Ci fermiamo in un grosso e poco illuminato parcheggio, semi vuoto. Appena spento il motore, lei si gira e mi bacia in bocca. Infila la lingua nella mia bocca e limoniamo un po', poi lei si abbassa, mi apre i pantaloni e scopre che ho una bella verga ben dura. «Accidenti: che spettacolo! Questo sì che è un bel cazzo!» Senza indugio se lo infila in gola tutto, fino alla radice. Mi stupisce la facilità con cui lo ingoia e la lascio giocare un po'. Mi sembra davvero brava e se lo ciuccia con molto piacere. Lo risucchia in gola e lo bacia con degli schiocchi incredibili. Si impegna a farmi sborrare, ma io non sono così facile da spremere. «Dai, bel cazzone, fammi bere la tua crema.» Allungo una mano e le infilo un dito fra le labbra della fica; lei ha un sussulto strano, scatta indietro e mi blocca all’istante. «No, fermo, sono vergine e tale voglio restare!»

La guardo stranito: vergine? Oh bella! Questa non me l’aspettavo. Lei mi sorride e mi prega di sborrarle in gola. «Dai, fammi bere. Non voglio scopare, ma succhiarti il cazzo: quello sì! Il tuo poi è stupendo! Se decidessi di farmi sverginare, verrei a cercarti!» Ancora più stupito le rimetto il cazzo in gola e lei si impegna a succhiarmi così forte, che mi lascio andare e le inondo la gola con una sborrata da primato. Beve e lecca tutto alla perfezione! Mai avuto un bocchino cosi completo: non ha lasciato nulla, nemmeno una goccia! Soddisfatto, la porto a casa e, per tornare, faccio una scorciatoia che passa in mezzo ai campi e qui vedo una cosa che mi gela il sangue: ferma in una radura, in mezzo a degli eucalipti, c’è la vettura di Francesca con il motore acceso e le porte aperte; lei è in piedi davanti al cofano della macchina che si fa scopare da uno dei ragazzi, che ha accompagnato. Lo vedo bene: è Diego il cugino di Sara, quello che, per tutta la sera, le è stato appiccicato addosso. Mi avvicino e li osservo di nascosto. Lui è un bel ragazzo che dimostra più dei suoi quasi diciotto anni, li compirà fra un mese e la pompa con vigore. Lei è appoggiata al cofano, piegata, si fa montare da dietro. Lui la tiene per i fianchi e la pompa di brutto. «Tieni zoccola! Prenditelo tutto, puttana! Ho capito che lo volevi, quando mi hai visto in bagno che mi son fatto fare un bocchino da quella puttanella di tua sorella! Siete due cagne, tu e lei, ma lei ancora non lo vuole in fica! Ma, prima o poi, gliela sfondo anche a lei! Godi troia!» Lei teneva le braccia tese per reggere l’impatto della monta bestiale e poi, dopo aver urlato un ennesimo orgasmo. si è spostata ed inginocchiata davanti a lui. Allora ho visto che lui aveva fra le gambe un vero mostro di cazzo, lungo, ma anche molto grosso. Ho visto mia moglie prenderne la metà in bocca, con lui che le teneva una mano sul capo, imprimendo il ritmo alla pompa. Poi è venuto e le ha riversato in gola tutta la sua crema. «Ingoiala, vacca! Bevi tutta la mia sbroda! Così, puttana, manda giù!» Lei non lo ha mollato un attimo e poi, soddisfatti, si son ricomposti e sono andati via. Prima di uscire dal mio nascondiglio, mi son reso conto che avevo una mano piena della mia sborra: mi ero segato a vederla ed ero venuto senza nemmeno accorgermi di averlo fatto! Son tornato a casa che lei era già a letto. Avevo voglia di dirle qualcosa, ma lei ho finto di dormire. Per alcuni giorni ho ripensato a tutta la vicenda e non son riuscito a parlarne con lei, che mi appariva tranquilla e rilassata.

Un pomeriggio ricevo una chiamata, era mia cognata che mi chiedeva di passare da casa sua a sistemare il pc, perché aveva fatto un casino e non voleva beccarsi una punizione dai genitori. Non ho dato nessun peso alla cosa, perché già altre volte avevo risolto dei problemi a lei e a suo padre, con il pc. Poco dopo ricevo anche la telefonata di mia moglie che mi prega di far sì che tutto funzioni, perché altrimenti suo padre realmente avrebbe punito la sorella. Arrivo alla casa, citofono e salgo. Appena entro in casa, me la trovo davanti con le tette di fuori ed un mini perizoma in pizzo. Non ho il tempo di dir nulla che lei si abbassa davanti a me, mi apre i pantaloni e, in pochi istanti, me lo prende in bocca. Ho il cazzo di pietra, lei mi guarda e mi sorride: «Era questo che volevo come regalo!» Me lo succhia e lo ingoia facilmente. Ho un flash e, nella mia mente, ricordo le parole, di Diego mentre scopava mia moglie, quando le ha detto che questa puttanella lo succhiava bene e allora glielo spingo tutto dentro la gola. Lei lo ingoia con sorprendente disinvoltura . Mi succhia e, quando si rende conto che adesso io sono eccitato, si solleva e mi porta in camera da letto. Si sdraia sul letto a cosce aperte. Inizio a leccarle la fica, lei geme, poi gode velocemente. Allunga le mani, mi afferra la testa e mi trascina su di sé: «Scopami! Dai, che non resisto, lo voglio! Dai, infilamelo dentro! Tutto dentro» Mi allungo su di lei, appoggio la cappella fra le labbra della fica e poi infilo tutto il mio membro in un colpo solo. Avverto una strana resistenza e vedo lei che fa una smorfia di dolore; solo allora realizzo il significato delle parole di Diego: cazzo, non lo voleva perché era vergine! Dopo un attimo, lei cambia espressione del viso, incomincia a godere e mi asseconda nei movimenti, sollevando il corpo per venire incontro al mio cazzo, che affonda in lei. Gode ed urla di piacere senza sosta. «Sì, così ti volevo! Non sai quanto ho desiderato questo momento! Volevo esser sverginata da te! Dai, scopami forte e fammi godere!» La sbatto per una buona ventina di minuti e lei gode tantissimo. Poi, quando sono al limite, cerco di sfilarmi per non venirle dentro, ma lei mi blocca allacciando le gambe sulla mia schiena. «Non uscire: voglio sentirti dentro! Sborra pure liberamente, sono protetta!» La sbatto come un pazzo furioso, con colpi sempre più forti e, alla fine, le riverso in copro una gran dose di sbroda, che la fa godere ancor di più. Mi sfilo e distendo supino. Lei non mi mola. Si allunga sul mio corpo e lo prende in bocca. Lo succhia e lecca facendolo restare durissimo.

Poi mi sorride e si mette distesa di lato, offrendomi il culetto. «Dai, completa il lavoro! Fammi anche il culo!» Ho iniziato a lubrificarle il culo con la mia stessa sborra che colava da davanti e poi, con decisione, le sono entrato dentro. Anche in questo caso, ha avuto un gemito di dolore, ma, alla fine, lo ha preso tutto nel culo. «Cazzo, fa piano! Sei grosso! Mi fai malissimo, ma è bello: non ti fermare!» Ho preso a pomparle il culo e, dopo che lei ha avuto un orgasmo, le ho riempito il culo di sperma caldo. Ero ancora infilato dentro di lei che ho sentito un rumore, mi son voltato e quello che ho visto mi ha gelato il sangue: mia moglie, in piedi davanti alla porta della camera, con Diego al fianco! Prima che potessi dire qualche cosa, lei è venuta a sedersi sul letto e lui si è avvicinato a Lucia. Diego ha baciato mia cognata e poi mi ha sorriso. Io ero stupito da tutto questo e mia moglie mi ha dato una spiegazione. «Va tutto bene! È stato solo un piano che abbiamo architettato alle tue spalle, ma è tutto a posto. Mia sorella voleva esser sverginata da te, perché quello di Diego, è troppo grosso e non lo voleva far soffrire; così, io mi son fatta scopare da lui e tu hai scopato e reso donna lei, quindi siamo pari direi: no?» L’ho guardata e, mentre lei parlava, Diego si è spogliato e Lucia lo stava già succhiando. Francesca mi bacia e si spoglia a sua volta. Cominciamo a scopare, dapprima ciascuno con la sua, ma poco dopo ce le godiamo assieme. Le abbiamo prese in doppia tutte e due e, da quattro mesi, ce le scopiamo regolarmente insieme. Lucia è incinta e Diego ne è entusiasta. Ho scoperto che mia cognata non era protetta e temo che il figlio che ha in grembo sia mio, ma sembra che non importi a nessuno, quindi, adesso, mi scopo sia mia moglie che la sorellina e, devo dire, che è una vera troia: ormai beve più sperma, che latte. Diego è felice e già parlano di matrimonio; intanto io mi godo il piacere di chiavare queste due splendide troie.