Cognati!

Capitolo 1 - La cognata molto troia.

pennabianca
3 days ago

Mi chiamo Luca, ho 37 anni e sono un bel macho, come dice mia moglie. Alto oltre la media, occhi chiari e biondo di capelli. Il fisico è normale, né grasso né magro, e nemmeno palestrato. Da circa 10 anni son sposato con Adele che ha la mia stessa età, è una bella donna, mora, occhi scuri, con un bel seno. Il culo è un po’ aumentato di volume da quanto ha partorito due anni addietro, ma, in ogni caso, è bello sodo. Dopo il parto, ma già durante la gravidanza, le cose fra noi, sotto il profilo sessuale, sono cambiate notevolmente. Durante la gravidanza ha avuto qualche problema ed i nostri rapporti si son molto diradati, però credevo che, una volta partorito, tutto o quasi sarebbe rientrato nella normalità. Invece, dopo, tutto è continuato con la sua quasi indisponibilità. Di conseguenza, mi son arrangiato alla meglio, dapprima con delle seghe, poi con qualche scappatella occasionale, ma ero consapevole che stavo rischiando molto. Il mio lavoro come consulente sulla sicurezza mi porta spesso in giro per la regione a tenere corsi nelle aziende e, quindi, le occasioni non mi mancano per qualche avventura. Di recente ero ben lontano da casa ed ho scoperto che, da quelle parti, c’era un bel club prive', con annessa spa nudista. Una sera, dopo cena, mi reco nella struttura per vagliare la possibilità di far una bella scopata, magari in maniera un po’ diversa e, soprattutto, tranquilla. Entro, mi reco nello spogliatoio e poi dentro una delle vasche della piscina, ben riscaldata; mi rilasso, guardandomi un po’ intorno ad ammirare la fauna del posto. Di punto in bianco, da dietro una colonna, appare Silvia, mia cognata. Ci guardiamo un attimo più che sorpresi: lei è abbracciata ad un tizio che sembra molto più giovane ed è chiaro che fra loro vi è qualcosa di inequivocabile. «Ma tu, che ci fai qui?» Io la guardo e mi rendo conto che, se ci sono io e c’è anche lei, ci troviamo in una condizione di parità, con egual possibilità di rischio di sputtanamento. «Io sono solo e son venuto a rilassarmi, ma vorrei sapere da te che ci fai qui con quello che non mi sembra Matteo.» Ammetto che, da tempo, avevo detto a mio fratello di non trascurare sua moglie per la carriera, ma lui ha fatto orecchio da mercante. Silvia ha un anno più di mia moglie ed io la considero una gran bella fica e lei è consapevole di questo. Mentre aspettavo la sua risposta, le ho dato una profonda occhiata, dal momento che era nuda. Ho sentito il mio cazzo prender vita e la mia mente seguire una certa idea. Lei, sciorinando il suo visino angelico, ha cercato di darmi una qualche spiegazione, mentre mi presentava il ragazzo.

«Lui è Simone, un amico. Però mi sembra di aver capito che Adele non è al corrente che tu sia qui? Io ci sono venuta oggi per la prima volta, con lui. Son qui a rilassarmi, come te d’altronde. Lo sai che tuo fratello mi trascura non poco, mi sento non più desiderata e poi, è un po’ di tempo che mi scopa pochissimo e male. Lui pensa solo al suo lavoro, mentre io non ci sto a farmi metter da parte: ho bisogno di sentirmi desiderata, posseduta, dominata. Se mantieni il segreto con lui, io farò altrettanto con Adele. Che dici, ci stai?» Le ho dato una profonda occhiata, quasi a verificare se, ciò che fino ad oggi avevo solo immaginato, fosse reale. Il suo corpo è tonico, alta 1.75 circa, longilinea, ma con un bel seno superbo ed un sedere da capogiro; con i capelli biondi corti e gli occhi grandi, di un blu intenso, emanava una selvaggia sensualità, cui era difficile resistere. Ho pensato che mio fratello era un fesso a trascurare un bocconcino di tal fatta. «Ok, d’accordo, ma fa attenzione a quando ci troviamo tutti assieme, a pranzo con i suoceri: dovrai cercare di non lasciarti sfuggire frasi compromettenti.» Immersi nella vasca, abbiamo iniziato a parlare tutti e tre e lì, per la prima volta, lei si è aperta e mi ha detto esattamente quello che provava e pensava riguardo al sesso. «Desidero sentirmi viva, capisci? Desiderata e scopata forte; voglio vivere ed emozionarmi, godere nel sentirmi posseduta. Mi piace il cazzo e devo averlo, se non da tuo fratello, me lo cerco in giro! Ho provato a sollecitare il suo desiderio, credimi, in tanti modi, ma lui ha perso interesse sia per me che per il sesso, pensa solo a far carriera.» Mentre parlava il mio sguardo è caduto sul suo seno in bella vista, davanti a me. Guardavo quel seno dalle curve allettanti, le sue rotondità piene adornate da capezzoli duri, eccitati. Lei ha sorriso, intuendo che aveva destato il mio interesse ed il suo sguardo è sceso in basso a vagliare il mio cazzo, che già stava pulsando e, pian piano, cresceva. Senza dir nulla, si è avvicinata e il suo corpo ha aderito al mio. Ha stretto le sue braccia intorno al mio collo ed ha appoggiato una guancia ad una mia. La sua voce languida mi ha fatto schizzare il cazzo alle stelle. «Finalmente ho il mio bel cognatino per me; sai che ho sempre avuto un debole per te? Ho sempre percepito su di me il tuo sguardo e la cosa mi ha sempre offerto motivi di soddisfazione.» Sfruttando la leggerezza del corpo immerso, ha iniziato a strusciarsi contro il mio e lo spingeva in modo da far aderire la fica sul mio cazzo, ormai durissimo. Sentirla fra le braccia, dopo averla segretamente desiderata, era sconvolgente.

Il suo comportarsi da porcella con appetiti sessuali morbosi mi sollecitava desideri mai nemmeno immaginati. Con la bocca, ha preso a leccarmi il lobo ed a mordicchiarlo, senza smettere di strusciarsi con sempre maggior vigore. «Sento che mi desideri. Anch’io ti voglio! Mi piace il tuo cazzo, ero sicura che eri ben messo e sono anche certa che, se mi scopassi, mi faresti godere molto. Mi vuoi?» Un attimo dopo le nostre bocche si sono unite; mi ha spinto la sua lingua in bocca fino in fondo, iniziando una danza erotica con la mia. Dopo questo bacio voluttuoso, lei mi ha chiesto se mi fosse piaciuto spostarci in un camerino dello stesso prive'. «Andiamo in un posto più comodo? Che ne dici? Vieni?» Mi ha fissato negli occhi e poi, pian piano, si è sollevata dalla vasca e, giratasi molto lentamente mi ha fatto osservare a lungo il suo culo. Uscita dalla vasca con Simone, si è avviata verso la zona camerini. Senza indugio l’ho seguita. Simone, ben esperto del posto, l’ha condotta dentro una stanza con un grande letto e, una volta entrati, lei ha chiuso la porta. Lui si è avvicinato, ma lei gli ha intimato di restare ad ammirarla. «Simone, per ora resta a guardare: ho voglia di dedicarmi completamente a lui, poi darò spazio anche a te.» Senza nessun indugio, l’ho stesa sul letto e mi son dedicato al suo corpo. Avevo voglia di assaggiarlo tutto ed ho iniziato proprio dal suo seno. Steso su di lei, ho preso i capezzoli, durissimi, in bocca e li ho succhiati e morsi. Li ho stretti con le labbra ed ho iniziato a tirarli, poi, con delicatezza, le ho fatto sentire i miei denti. Ha iniziato a gemere. «Sì, dai, mangiami i capezzoli... e poi la fica! Dai, fammi impazzire, che non puoi immaginare da quanto tempo ho desiderato tutto questo! Sono tua!» Mi son gustato il seno e poi son sceso giù indugiando, finché lei, eccitatissima mi ha spinto la bocca sulla sua ostrica, che grondava umori e profumava di cagna in calore. «Dai, così mi uccidi! Leccami che son ridotta in un lago!» Ho annusato il suo profumo più intimo. Mi ci son lanciato ed ho iniziato ad assaporare ed esplorare ogni anfratto della sua intimità. Le ho lappato il clitoride gonfio di umori ed ho iniziato a succhiarlo; intanto la mia cognatina si contorceva dal piacere. Ad un tratto, mi è esplosa in bocca ed io ho raccolto tutto il suo nettare prelibato. «Vengo! Accidenti, ma sei davvero bravo! Godo, porco! Mi fai morire!» Dopo aver assaporato il suo nettare, mi son allungato e messo in ginocchio accanto a lei, offrendole la mia verga durissima.

«Adesso fammi sentire quanto sei brava tu a succhiare il cazzo!» Ha spalancato la bocca e si è messa tutta la mia asta in bocca, poi ha iniziato con estrema dedizione a leccarmela. Andava giù fino all’ano, che esplorava ben bene con la lingua, per poi salire sulle palle, fino alla punta del cazzo, che succhiava benissimo. Ero troppo carico per resistere ad un simile trattamento, così ho deciso di godermi la pompa e di inondare la sua gola. Le ho appoggiato una mano sulla testa e le ho spinto il cazzo in bocca, fin in gola, ed ho iniziato a spingere, finché non son venuto e le ho riversato tutta la mia crema in gola. «Brava, troia, bevi! Ingoiala tutta!» Lei da troia perfetta ha ingoiato tutto con ingordigia, poi, con dovizia, mi ha pulito il cazzo per bene, lasciandolo lucido e ancora ben duro. Simone, nel frattempo, era lì che guardava e si toccava il cazzo, anche lui bello carico. Io mi son disteso e lei ha continuato a succhiarmelo, fin quando si è resa conto che ero di nuovo duro. A mia volta, nel frattempo, le impastavo i seni e, ad un tratto, lei si è sollevata e mi ha limonato in bocca. L’ho guardata negli occhi ed ho espresso una sentenza inappellabile. «Sei una femmina magnifica! Una troia incredibilmente calda e vogliosa! Tu sei fantastica e mio fratello è un coglione a trascurarti!» Per tutta risposta, lei ha inarcato la schiena e, preso il cazzo, ormai nella sua piena durezza, stante anche la manipolazione esercitata sulle palle, lo ha fatto scorrere lungo lo spacco della sua fica per umettarlo. Dopo di che, se lo è spinto dentro con estrema dedizione e calma, impalandosi su di me e facendoselo giungere fin dentro la pancia, per poi prendere a cavalcarmi come una sfrenata amazzone. Era sconvolgente: saliva e, nello scendere, faceva roteare il bacino, così da sentirlo al meglio, fino a che non fosse giunto in fondo! Ha avuto un orgasmo fortissimo! Dopo aver goduto, si è sfilata e si è messa a pecora e, come mi aspettavo, ha inarcato bene la schiena per riceverlo tutto dentro, ancor più di prima. Sono entrato come un ariete e con una potenza inaudita, ho iniziato a darle spinte durissime con la mia verga impazzita nel trovarsi dentro il suo fiore fradicio di umori. La sfondavo e lei godeva come una vacca. «Sì! Sì! Sì! Sì! Sì! Sì! Ancora! Dai, fottimi, spaccami, chiavami !» L’ho fatta godere bene e a lungo, poi mi son sfilato ed ho iniziato a leccarle le bellissime natiche. Ho affondato la mia lingua nel suo ano e ho iniziato a giocarci. Desideravo troppo il suo culo. Lei guaiva come una cagna. Poi mi son voltato verso Simone e l’ho fatto avvicinare; gli ho ordinato di metterle il cazzo in bocca. Lui non ha avuto un attimo di esitazione e subito l'ha riempita con il suo paletto ben duro.

«Adesso la mia cognatina troia, mi fa vedere come prende il cazzo di Simone in bocca! Lo devi ingoiare tutto!» Non ha fatto nessuna obiezione e lo ha accolto tutto, fino in gola. Le ho lubrificato il culo, infilandovi dentro un po’ di saliva con un dito, per poi farne diventare due. Ha mugolato un po’ a bocca piena, ma poi ha cominciato a rilassarsi e ho capito che desiderava avermi anche lì. Muoveva il culo andando incontro alle dita per sentirle meglio dentro. Allora ho fatto colare un rivolo di saliva sul buchetto e vi ho appoggiato sopra la mia verga durissima, pian piano ho iniziato a spingere. Ho subito avuto la percezione che fosse molto stretto, indice del suo scarso utilizzo; la cosa mi ha un po’ stupito. Lei ha cercato di sottarsi, ma io ho continuato inesorabile a spingerglielo dentro e, pian piano, mi son fatto spazio in quel delizioso buchetto. Una volta sprofondato tutto dentro, le ho dato il tempo di rilassarsi ed abituarsi; poi ho iniziato a muovermi piano. Sentivo il cazzo come stretto in una morsa, impazzivo dall’eccitazione. Ho preso a muovermi sempre più forte, fin quando ha goduto. Ha urlato il suo piacere: ho avvertito la contrazione dei muscoli dello sfintere che risucchiavano il mio cazzo sempre più dentro. Anche in questo caso, le ho dato tempo per godere, poi l’ho afferrata per i fianchi e son rotolato sotto di lei, che si è trovata su di me, impallata di culo ed a gambe in aria, aperte. Simone ha intuito la mia idea: si è messo subito in posizione ed ha iniziato a penetrarla davanti, per prendere a scoparla assieme a me in una doppia sconvolgente. È andata in delirio. Ha preso a godere in continuazione, fino a che, sfinita, ci ha pregato di concludere. «Venite, che sono esausta! Voglio sentire la vostra sborra dentro! Su, inondatemi i buchi!» Il primo è stato Simone, che l’ha pompata ancora più forte e, mentre lei aveva un ennesimo orgasmo, lui le ha riservato dentro tutto il suo piacere. Dopo che lui si è svotato nella sua fica, io l’ho posizionata di lato ed ho preso a chiavarla nel culo con forza quasi animalesca. Ha urlato, sia di dolore che per piacere, finché le son venuto nelle viscere. «Cazzo, fa piano! Mi sgarri il culo! Dai, godo! Porco!» Un ultimo affondo durissimo e le ho riversato dentro il poco seme che era rimasto nelle mie palle. Sfiniti, sudati, ma contenti, siamo rimasti abbracciati per un po’. Lei si è girata verso di me, i suoi occhi erano raggianti di felicità. «Lo sai che è bello esser scopata dal cognato? Mi hai davvero fatto godere molto! Da oggi non ti mollo più! E se lo vorrai anche tu, potremo scopare ogni volta che ci va, cosi non abbiamo necessità di andar fuori a cercare avventure, che potrebbero crearci problemi.»

Ho annuito e lei mi ha sorriso. Stavo per rialzarmi, quando lei mi ha fatto distendere supino e mi è salita sopra, al contrario. «Adesso leccami tutta! La tua lingua mi fa impazzire, la voglio sentire ancora.» Ho iniziato a leccarla, infilando la lingua fra le grandi labbra. Percepivo l’odore del sesso dell'altro, oltre il mix dei nostri umori; ho leccato tutto, per poi succhiarle anche il clitoride. Ho iniziato a succhiarlo, mordicchiarlo, tirarlo finché l’ho sentito ben gonfio e pronto ad esplodere; lei h goduto di nuovo e mi ha scaricato il suo getto, direttamente in gola. Mentre lei si godeva la mia bocca, con la sua mi ha succhiato a morte il cazzo. Appena venuta mi ha pompato con furia, finché non le ho dato il succo delle mie palle direttamente in bocca. Siamo rimasti ancora un po' abbracciati e poi ce ne siamo andati. Da quel giorno, una o due volte a settimana, ci incontriamo in un posticino segreto e riservato: la scopo a morte. Lei è felice e nelle nostre famiglie regna l’armonia più assoluta.

 

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