Un'estate all'ombra dei cazzi

pennabianca
5 months ago

Mi chiamo Simonetta, ho 36 anni, e sono single. Amo troppo la mia libertà per legarmi ad un solo uomo e, soprattutto, vivo momenti della mia vita in cui mi sento talmente troia, che non potrei, in qualche modo, giustificare questo mio comportamento con un maschio che vive costantemente al mio fianco.

Adoro troppo la mia libertà, il mio aspetto fisico. Sono alta un metro e 70 ed ho capelli chiari, occhi azzurri ed una bocca larga e carnosa, un bel culo a mandolino sorretto da belle cosce lunghe e affusolate. Ho una splendida quarta di seno che amo mostrare con orgoglio.

La cosa che mi eccita in modo particolare è quando, d’estate, vado in qualche spiaggia e posso sfoggiare la procacia dei miei seni nudi con una certa impudenza. Quella mia parte anatomica ha sempre attirato ed eccitato gli uomini, come pure i miei fianchi tondi e la pancia piatta, che si evidenziano facilmente rispetto ai corpi di tante altre ragazze.

Adoro passeggiare sulla spiaggia mezza nuda, con addosso solo uno di quei minuscoli perizoma, fatti di un semplice triangolino di stoffa che, a mala pena, riescono a coprirmi il sesso.

Mi sento troia e questo mi fa impazzire molto, soprattutto quando cammino tranquillamente tra la gente, lanciando, di tanto in tanto, un’occhiata concupiscente agli uomini sdraiati sulla sabbia, che offrono il loro corpo al sole, oltreché alla vista.

Alcuni di essi hanno slip che nascondono interessanti promesse. La visione di quelle protuberanze consistenti, a malapena contenute in uno stretto slippino, mi stimolano la libido ai massimi livelli.

Provo una sensazione bellissima quando, accanto a me, noto un uomo vigoroso, sdraiato al sole, con il sesso voluminoso abbandonato sul ventre come un serpente, drizzarsi e poi venire ad offrirsi alla mia bocca. Ovviamente tutte quelle stimolazioni mi provocano l’irrigidimento dei capezzoli, che appaiono come chiodi, e, nello stesso tempo, avverto un’abbondante umidità fra le cosce. Mi piace molto sentire gli sguardi degli altri fissi su di me, anche se la gente, in particolare le donne, mi guardano con sussiego, perché il mio aspetto esprime chiaramente il mio bisogno di apparir sfacciata. Circa tre anni fa, ero distesa su una spiaggia nudista in Corsica, in fondo alla baia, in un posto un po’ più defilato, circondato da grossi massi che lo rendevano poco visibile alla maggior parte delle persone presenti in spiaggia. Mentre procedevo a spalmarmi la crema protettiva, mi sono accorta che il bordo del perizoma si era infilato nella fessura rasata e da esso facevano capolino le labbra della mia vagina, già abbondantemente fradicia. Di colpo mi son trovata circondata dai maschi che, precedentemente, avevo notato e che ora, vedendomi praticamente nuda, si sono avvicinati mostrandomi i loro sessi già belli duri e pronti. Alcuni si sono distesi in cerchio intorno a me, mentre altri hanno cominciato ad allungare le mani sul mio corpo. Sentivo i loro commenti di ammirazione e questo mi stava veramente facendo illanguidire: sentivo la mia micetta pulsare, come il battito di un cuore. Ero circondata da uomini con fisici scolpiti e protuberanze tra le più svariate. Vi erano di quelli splendidi, muscolosi e possenti, mentre altri avevano un fisico decisamente meno accattivante, anche se la cosa che più mi interessava era la loro dotazione.

In quel preciso momento, intorno a me vi erano circa una dozzina di splendide verghe una più bella dell’altra. Un po’ intimidita, ho cercato di venir fuori da quel cerchio conturbante di maschi, che ora desideravano il mio corpo.

Alcune mani più vogliose hanno afferrato i miei fianchi e poi i miei seni, ed hanno cominciato ad accarezzarmi il ventre. Delle dita si spingevano fino alla vulva. Qualcuno aveva anche trovato il mio bottoncino e, un istante dopo, si è trovato fra le mani anche la mia fica completamente bagnata.

In preda al piacere, ho risposto con immenso trasporto ad un bacio carico di passione, che uno di loro mi ha dato sulle labbra. Mentre ero intenta a godermi questo bacio, un sesso grosso e poderoso, ha trovato un percorso abbastanza lubrificato e mi è entrato in vagina.

Era un grosso arnese che ha cominciato a spingersi dentro di me e che, trovando la mia vagina così allagata, non ha trovato ostacoli ad esser accolto al suo interno, non senza lasciarmi piacevolmente sorpresa, perché, al contrario, avevo temuto che quella dimensione potesse presentarsi alquanto dolorosa. Sentivo i grossi coglioni sbattere sulle labbra della vagina; l’uomo che mi scopava si è sdraiato sulla sabbia, mentre altre mani hanno sostenuto ed accompagnato il mio corpo sul suo. Sdraiata su quello sconosciuto, ho sentito una leggera pressione fra le chiappe e una verga possente, come quella che già avevo in figa, cercava di penetrare nel buchetto posteriore. Dopo averlo ripetutamente lubrificato con la saliva, finalmente quella grossa verga ha trovato modo di penetrare, ha forzato l’apertura anale ed è entrato lentamente, ma con decisione, fino in fondo, nelle mie viscere. Dopo qualche istante di immobilità, durante il quale ho avuto modo di abituarmi alla loro presenza, i due uccelli hanno preso il ritmo regolare: uno mi scopava e l’altro mi inculava. Da quel momento in poi, sono stata travolta da una serie di orgasmi che si succedevano senza soluzione di continuità dentro di me. Mi sentivo riempita al massimo, avvertivo la spinta energica dei loro uccelli sempre più in profondità dentro di me, ed il piacere aumentava ancor più stimolato dal continuo turpiloquio di cui ero la destinataria indiscussa.

«Sei una vacca! Sei una puttana! Sei una troia! Una zoccola sfondata in ogni buco!»

Ero in estasi: sentivo il mio corpo scosso da un piacere inarrestabile, mentre ero trasportata in un limbo di piacere assoluto. Ho continuato a godere, facendomi scopare ed inculare da quei due tori meravigliosi. Ed ho goduto ancora, quando ho sentito il loro liquido caldo riempire i miei buchi, mentre le mie labbra erano cosparse del seme di altri maschi, che si masturbavano dopo avermi offerto i loro cazzi da succhiare. Mi hanno preso uno dopo l’altro, ciascuno almeno una volta e anche contemporaneamente, in culo e in fica. Hanno cercato di mettermi due cazzi insieme nella fica, ma quei membri erano così grossi che non ci sono riusciti. Infine, sdraiata, mi hanno letteralmente ricoperta di sperma. Ne avevo nei capelli, sulla faccia ed una gran quantità l’ho ingerita. Dopo questo genere di avventure, quasi sempre mi vergogno un po’ ad essere una troia perversa, e questo finché non affiora di nuovo il desiderio di sentire il mio corpo scosso da potenti brividi di piacere. Insomma amo sentirmi troia in mezzo a maschi che mi trattano esattamente come piace a me: da vera puttana.

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