I rischi di una smutandata

erotikamente
2 months ago

Faccio una cosa per me assurda, uscire senza mutandine, anche se la mia fica è molto umida e secerne molti succhi.

Ho ancora voglia, vorrei un cazzo, accidenti.

Cosa devo fare? Com’è difficile.

Sono vestita con una gonna lunga, quindi nessuno si accorgerà che non ho le mutandine, ma si accorgeranno che i seni sono al vento, data la camicetta semi trasparente. Ho una quinta coppa b, mi piace immensamente, mi piacciono i miei capezzoli grossi.

Decido di prendere un taxi e dico al tassista che non riesco a stare dietro sennò vomito.

“Signora non si potrebbe, ma per lei faccio un’eccezione.”

Vedo che indugia sui miei seni e io spudoratamente guardo il suo pacco che per fortuna è in evidenza, segno che quello che vede gli piace.

Entriamo in auto, fa caldo e io mi slaccio due bottoni della camicetta. Lui mi segue con lo sguardo e dice: 

“Veramente non fa così caldo.”

“Si vede che sentiamo due temperature differenti.”

“Forse è vero che la temperatura si è alzata, mi posso togliere il maglione?”

“Non ci sono problemi, basta che si fermi.”

“Va bene, conosco un posto lontano dal traffico.”

Fa una deviazione di dieci minuti, io non replico nulla, ma sono nervosa, che cosa mi è venuto in mente oggi, potrebbe essere una cattiva persona e violentarmi.

Si ferma e lentamente si toglie il pullover: sotto non ha nulla, è villoso come piace a me. Lui mi tocca l’incavo dei seni, a me sfugge un sospiro.

“E’ vero che hai voglia, porca?”

“Sì tanta, toccami tra le gambe, vedrai che sorpresa.”

“Dentro le mutandine?”

“Alza la gonna e vedi un po’.”

Lui mi alza la gonna, lo vedo con gli occhi di fuori, mi tocca il clitoride.

“Sei bagnata porca, aprimi i pantaloni”.

Io lo faccio, butto giù gli slip e in maniera elastica viene fuori un bel pisello.

“Succhia porca che mi hai fatto venire tanta voglia. E chi se lo credeva che oggi avrei caricato in auto, una come te.”

Io succhio dapprima la punta, poi prendo a leccarlo, lui sospira.

“Brava porca, succhia più forte il mio cazzo non ti fa del male. Voglio sentirti mugolare. Immagino che ti piaccia.”

“Sì, mi piace mugolare.”

“Non è la risposta giusta, manca una parola che inizia con pa……”

“Non la conosco.”

“Non hai mai fatto giochi di dominazione?”

“Sì li ho fatti, padrone.”

“Brava, ora voglio sentirti dire quello che ti ho detto prima.”

“Sì, mi piace mugolare, padrone.”

“Succhia porca, succhia troia.”

“Sì, padrone, vuoi che lo ingoi e succhi più forte?”

“Sì troia, non c’è neanche bisogno che tu lo chieda.”

Io succhio, inghiottisco tutto il suo cazzo che non è molto lungo rispetto ad altri che ho ingoiato, ma è molto largo per la mia boccuccia.

“Troia, sei brava.”

Lui mi sborra in bocca senza avvertirmi, ma io non mi sento umiliata, mi piace che mi sborrino in bocca, mi piace lo sperma.

“Alla tua troia piace molto lo sperma del padrone. E’ saporito.”

“Che troia, che sei.”

Mi continua a mettere le mani nella fica che sbrodola da quanto io sono eccitata.

“Troia non ti dovevi eccitare così, dovevi aspettare che ti dessi il permesso. Ora ti darò una punizione.”

“Dovrai stare per una settimana senza mutandine. Bada bene che devi farlo sennò non assaggerai più il cazzo del tuo padrone.”

“Padrone, macchierò tutti i pantaloni. La mia fica è molto sbrodolosa anche senza fare sesso e poi ho spesso voglia. Come si fa?”

“Sei sposata?”

“Non ne voglio parlare.”

“Sposata senza fare sesso. E’ la situazione più normale ai nostri giorni, altrimenti per quale motivo si tradirebbe?”

“Siccome sei una grande troia, ti presento il mio miglior amico con cui ti potrai divertire. Unica cosa, ti prego di avvertirmi quando state per fare sesso,”

“Padrone sei molto buono, farò tutto quello che tu mi ordini.”

“Il padrone vuole assaggiarla.”

Il mio nuovo padrone si mette a leccarla con maestria, a me sfuggono subito dei gemiti.

“Troia devi aspettare il mio permesso per gemere.”

“Scusami padrone, sei troppo bravo a leccare.”

“Grazie troia, ora godi, godi.”

Io godo, godo e gli vengo in faccia.

“Troia lecca il tuo succo.”

Io lecco, gli lecco le labbra, ma non lo bacio, aspetto il suo benestare.

Finisco, lui non dice nulla. Mi fa uscire, mi fa andare nel retro dell’auto e mi fa mettere a pecorina; lui fuori, in piedi, si mette a fottermi con energia.

Io sto zitta, ho paura che mi punisca se gemo.

“Troia godi, fai lo sciopero del silenzio?”

“Padrone, aspettavo il tuo permesso.”

“Godi, mi piace immensamente sentirti. Mi piace fotterti, che fica che hai.

Dopo passerò al culo.”

Riesco a dire gemendo: “Sì, padrone.”

Lui si toglie il cazzo dalla fica e lo inserisce così lubrificato nel buco del culo.

A me scappa un grido di dolore.

“Troia, cosa gridi dal dolore. Non ti dà piacere il mio cazzo?”

“Padrone, non mi ha mai sodomizzato un cazzo largo quanto il tuo.”

“Troia abituati anche perché il cazzo del mio amico è più grosso del mio. Lo so perché alle volte abbiamo fatto un trio con una nostra scopamica.”

“Padrone, cercherò.”

“Non devi cercare di abituarti. Ti devi abituare.”

“Va bene, padrone.”

Io smetto di gridare e lentamente il mio buco si abitua al suo cazzo, sento il piacere, ma non gemo.

Lui continua a non dire nulla, finché: “Urla troia, ti sto per sborrare nel buco del culo.”

Io urlo, gemo non so più se dal dolore o dal piacere.

Poi, fa uscire il suo cazzo e me lo dà da pulire con la lingua. Io sono un po’ schifata e glielo faccio capire dalla faccia.

“Troia, me lo devi pulire, non ci sono né se, né ma.”

“Scusami padrone, provvedo subito.”

Mi vengono i conati di vomito per l’odore di merda, poi l’odore si attenua e mugolo per il piacere di avere in bocca il suo cazzo.

“Troia non puoi mugolare, senza il mio permesso.”

“Scusa, padrone.”

“Le scuse non bastano. La prossima volta che lo fai ti sculaccerò a sangue, ricordatelo.”

“Mio padrone, farò tutto quello che tu mi chiedi.”

Mi ammutolisco, finisco di pulire il suo cazzo, anche se è un supplizio non potere mugolare. Mi piace immensamente il suo cazzo, non dovrebbe essere contento di ciò?

Lui si riveste.

“Troia, devo continuare a lavorare. Dove ti porto?”

“A casa.”

“Troia, ricordati quello che ci siamo detti. Scambiamoci i numeri di telefono. Ti manderò un messaggio tutti i giorni. Tu devi mandarmi foto della fica e del culo. Poi girerò il mio numero al mio amico. Lui ha sempre voglia come te, troia.”

“Va bene, padrone.”

Mi porta a casa e io penso a come stare una settimana senza mutandine. Come faccio, quando esco di casa? Io porto spesso i pantaloni. Come faccio con la fica sbrodolante?

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