Mattina dopo il sesso
È più di una settimana che torna dal lavoro stanco, la sera crolla sulla poltrona e si addormenta davanti alla tv.
Ok è comodo, posso vedere le mie cose senza che si lamenti: “Dai è troppo sdolcinato questo film!” però…
L’altra sera addirittura gli sono passata affianco in accappatoio e non mi ha degnata di uno sguardo, non ha allungato le mani, non ha cercato di aprirmelo, anche se io l’avevo lasciato volutamente un pochino aperto. Mi sono preoccupata.
Chiunque avrebbe fatto come me e sarebbe andata a guardare sul suo telefono, è stato facile, dormiva così
pesante che gli ho appoggiato il dito sul sensore senza che se accorgesse
Ma è stato inutile, o è molto astuto a nascondere tutto o non ho davvero nulla di cui preoccuparmi.
Eppure…
Anche ieri sera, non ha notato che ho messo la camicia da notte “da sesso”, ok non è nulla di estremamente sexy, è solo un pochino più corta e più scollata delle altre, ma in genere non resiste, gli basta poco a lui, in genere. Naturalmente gli ho chiesto più e più volte cosa avesse, sono una brava moglie, però come al solito non mi ha detto nulla. È sempre torvo e scostante ultimamente, eppure adesso a guardarlo così disteso, rilassato mentre ronfa leggermente è così bello.
La luce dell’alba arriva dalla porta socchiusa della camera e lo illumina debolmente, dorme a pancia in su, occupa quasi tutto il letto, il viso è rilassato, le sopracciglia non sono contratte ma distese, il naso affilato e importante è sempre lì, non so perché ma mi è sempre piaciuto quel naso. Le labbra sono dischiuse, le sue labbra dolci, morbide, quelle labbra che sanno come farmi felice. Adoro quella bocca, anche se ultimamente mi regala così pochi sorrisi. La maglietta è tutta attorcigliata, un po’ risalita scopre una parte dalla pancia ricoperta da quei peli scuri che amo accarezzare prima di scendere più giù con la mano. I boxer sono gonfi, gonfi del suo pene teso, mi piacerebbe vederlo, toccarlo. Non posso devo lasciarlo dormire è così stanco ultimamente. Continuo il mio studio, con lo sguardo percorro le sue gambe muscolose anche se ultimamente si è lasciato un po’ andare le gambe rimangono quel fascio di muscoli di quando l’ho conosciuto. Che poi lui si è lasciato andare!? Io invece!? Guardo la foto sul comò, è la foto del nostro matrimonio, 15 anni fa, no 16 ormai…come eravamo belli! Mi viene da ridere, ogni volta che dico questa frase a voce alta lui mi sgrida, mi rimbomba in testa la sua voce: “Eravamo giovani, belli lo siamo ancora, tu sempre di più!”.
Mi alzo lentamente per non svegliarlo e vado in bagno. Faccio la pipì al buio, ho le mutandine bagnate, sorrido e le lascio sul pavimento.
Butto un’ultima occhiata al suo corpo disteso, vorrei togliermi questa camicetta e strusciare il mio corpo sul suo, ma non credo sia il caso. Non vorrei. Se mi respingesse per la prima volta? Vado verso la cucina, pensando a questa cosa. Tante volte io l’ho respinto o bloccato le sue voglie, ma non se l’è mai presa, mi sorride dicendo: “Ok quando vuoi tu!” lui invece non ha mai respinto le mie avances, mai una volta in tutti questi anni, io non so come reagirei…
Metto su sul fuoco la moca cercando di fare meno rumore possibile, poi aspetto guardando dalla finestra il sole che sorge.
“Ma che ore sono!?” faccio un salto spaventata. È sulla porta della cucina, il pigiama e la faccia ugualmente sgualciti e spiegazzati.
“Neanche le 6… scusa ti ho svegliato!?” Mi viene dietro e mi abbraccia forte.
“Cosa non ti fa dormire?!” Non rispondo, sta venendo su il caffè, a malincuore mi slaccio da lui e spengo il fuoco. Mentre verso il caffè lui prende il latte, per me, lui lo beve amaro, nero senza nulla, come farà. Siamo al tavolo in silenzio, io il mio caffelatte e i miei biscotti, lui solo il caffè. Sono persa nei miei pensieri, nella mia colazione.
Mi sento osservata, alzo lo sguardo e i suoi occhi sono lì, puntati su di me. I suoi occhi banalmente marroni, così normali, puntai nei mei fantastici e luminosi occhi verdi come smeraldi, come dice lui. Mi viene da sorridere, ma smetto subito. I suoi occhi infatti non sono ne banali ne normali, sono gli occhi più espressivi che abbia mai visto. Nei suoi occhi ora vedo tristezza, amore.
“Scusa!”
“Di cosa?!”
“Ultimamente… ti sto trascurando, sono sempre stanco!”
“Capita di essere stanchi è il lavoro lo capisco”.
“No, non deve capitare, vieni qui!”
Faccio il giro del tavolo, lui mi agguanta e affonda il viso nel mio seno mentre mi stringe a lui. Gli accarezzo i capelli corti, folti, neppure uno bianco, mentre lo stringo a me. Molto probabilmente non sta respirando affogato tra le mie tette, ma mi stringe ancora più forte aggrappandosi alle mie chiappe.
“Vieni!”. Lo faccio alzare e mi dirigo in camera. Lungo il corridoio mi sfilo dalla testa la camicia da notte e la lascio cadere a terra. Sulla porta mi agguanta e mi stringe come prima da dietro, ma questa volta io sono nuda e lui è molto eccitato, lo sento contro di me, duro, grosso. Mi volto e lo spoglio veloce quasi brutale poi lo butto sul letto. Si sistema meglio e mi guarda con gli occhi carichi di desiderio, desiderio di me, mi è mancato questo sguardo. Il mio sguardo non deve essere da meno anzi, ho quasi l’acquolina in bocca quando mi avvicino a lui. Quado mi chino su di lui e gli lecco piano la cappella lui fa un sospirone come se avesse trattenuto il respiro fino a quel momento. Mi piace prenderlo in bocca, mi piace quella sensazione di potere e allo stesso tempo di sudditanza, mi piace provare a prenderlo tutto, mi piace sentirlo spingere sulla gola. Alzo lo sguardo su di lui, mi sta guardando con gli occhi sgranati, enormi, le labbra aperte, ho voglia di baciarlo. Lentamente lo faccio uscire dalla mia bocca mentre lo guardo fisso negli occhi, poi risalgo verso il suo viso e lo bacio. Gli tengo ferma la faccia, mentre lo bacio, le labbra, il naso, gli occhi mentre lui ride, le dita tra i suo capelli. Muovo il bacino lentamente e lo faccio entrare dentro di me, lui non sorride più, le labbra aperte in un urlo muto mentre sono io che sorrido. È tutto dentro di me, lo guardo negli occhi ferma, sento le sue mani risalire le mie gambe fino ad arrivare alle mie chiappe. Mi accarezza lentamente, il culo, la schiena, vengo attraversata da un brivido, poi improvvisamente mi stringe le chiappe con forza e mi schiaccia lui, mi arriva fino in fondo mi scappa un urletto. Mi guarda male, ma è colpa sua, ora gli faccio vedere io! Sollevo il busto, dopo tanti anni guarda ancora le mie tette come se fosse la prima volta. Inizio a muovermi, le sue mani vagano sul mio corpo, con desiderio, forza. Vado sempre più veloce, muovo solo il bacino, adoro quando la sua cappella spinge e striscia proprio lì in quel punto, mi mordo le labbra per non urlare, mentre lui inizia a fare un verso, un mugugno, che sale di intensità con il mio movimento sempre più veloce. Mi schiaccio su di lui, lo affogo nelle mie tette, lo zittisco così, lo sento ridacchiare prima di urlare il suo orgasmo tra le mie tette, lo sento venire con forza, mi riempie, mi travolge un’onda calda che mi fa perdere la concentrazione, il movimento, mentre vengo attraversata da una scossa, i muscoli si irrigidiscono, mi mordo a sangue le labbra per non urlare, mentre è lui che ora spinge da sotto si scarica dentro di me.
Resto immobile spossata su di lui fino a che non lo sento annaspare tra le tette, lo libero e lo bacio. Un bacio dolce, felice.
Il rumore della sveglia ci fa uscire dal torpore, è dietro di me, mi abbraccia, una mano sul mio seno una su una chiappa, siamo ancora nudi. Sorrido.
“Cazzo i bambini!”. Salto su come una molla, cerco la camicia da notte da tutte le parti. “É in corridoio!” me lo bofonchia divertito.
Corro verso la cucina agguantando al volo la camicia, faccio in tempo ad rinfilarla che compare la grande. Bellissima, scarmigliata dal sonno, il suo sguardo e miei occhi, mentre gli preparo la colazione arriva anche il piccolo, viene a darmi una stretta:
“Sei bellissima oggi mamma!”.
“Leccaculo”.
Ma poi anche lei viene a stringermi. Non so perché ma mi viene da piangere e ridere allo stesso tempo, alzo lo sguardo lui è lì sulla porta, già vestito e pronto ad uscire, bellissimo come sempre, mi sorride.
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