Femmina
Capitolo 1 - la discoteca

Capitolo 4
La mia vita continuò in modo abbastanza regolare e soddisfacente, in tutti i sensi, passavo normalmente l’estate in giro per l’Europa ospite di qualche cliente/espositore divertendomi e rimpinguando anche il mio conto in banca, il resto del mio tempo lo passavo a fare shopping, ad occuparmi di me tra corse, palestra e pilates, estetista e parrucchiera, ormai avevo 28 anni, ero nel pieno della mia maturità, decisamente soddisfatta del mio aspetto, sono alta un metro e sessantacinque, peso 50 kg, capelli biondi lunghi, occhi grigi, il tutto ben proporzionato, a detta di molti, ho cambiato auto, la mia piccola 500 è stata sostituita da una spyder Alfa Romeo, sempre rossa.
Negli ultimi anni avevo ricevuto anche un paio di proposte di matrimonio dalle quali ero scappata a gambe levate eravamo ormai a dicembre e cominciai a fare qualche acquisto per Natale, soprattutto scarpe, sono sempre stata fissata per le scarpe, stivali, sandali, e lo sono ancora adesso nonostante l’età, quell’anno a Milano ci fu una nevicata eccezionale, la città si bloccò per tre giorni, penso se la ricordino n molti la nevicata del 1985,io rimasi chiusa in casa ad annoiarmi per tre giorni, non ce la facevo più, ero pronta ad esplodere, dovevo scaricarmi in qualche modo, non appena la circolazione si normalizzò, almeno in parte, decisi di andare in discoteca per scaricarmi, una serata di musica da sballo e drink al Plastic mi ci voleva proprio, sapendo che, sicuramente, avrei bevuto più del dovuto ci andai in taxi, sotto la mantella un miniabito nero con uno scollo profondo sulla schiena, stivali sempre neri tacco 8 ed i soliti anelli e bracciali, niente reggiseno ma dei bellissimi minislip in pizzo di seta neri, praticamente due triangolini di seta tenuti insieme da un laccetto in vita, a completare il quadro c’ero io con i capelli biondi acconciati a treccia con fili d’argento ed un trucco non pesante ma decisamente evidente.
All’ingresso il solito controllo che, chiaramente, mi fece entrare, dopo il primo white russian ballai nella calca ma non passò mezz’ora che stavo facendo un pompino ad un tipo alto e magro con la camicia fuori dai pantaloni che successivamente, anche se per brevissimo tempo, mi gratificò scopandomi contro il muro di un corridoio, senza neppure togliermi le mutandine ma semplicemente spostandole.
Dopo una sosta nel bagno delle signore e aver definitivamente archiviato nella pochette i miei minislip continuai a bere e ballare per un’oretta prima di buttarmi come un sacco di patate su uno dei divanetti poi ripresi entrambe le mie attività fino a circa le tre, diversi avevano accarezzato e palpeggiato il mio corpo mentre ballavo strofinandomisi addosso e la cosa mi era piaciuta, davanti al locale il freddo ,mi riscosse un po’ dal mio torpore e mi strinsi al collo la mia mantella cercando un taxi ,ne vidi uno che stava arrivando ma una Mercedes quasi gli tagliò la strada sgommando e fermandosi davanti a me
- Principessa il suo cocchio è arrivato
Disse un uomo dall’interno aprendo il finestrino dal lato passeggero, mi chinai un attimo in avanti guardandolo, poi aprii la portiera e salii in macchina
- Sono Claudio, il suo autista, dove la porto Principessa?
- Mi chiamo Giovanna e vorrei andare a casa mia
- Noi pensavamo di portarti ad una festa Giovanna
Non mi ero resa conto che in auto c’erano altre persone, i vetri posteriori erano oscurati e non le avevo viste, c’erano due uomini, uno dei quali aveva appena parlato ed una ragazza la quale a sua volta disse
- Dai Giovanna facci compagnia, ci divertiremo
Nella penombra dell’auto non li distinsi bene ma non risposi e mi lasciai andare sul comodo sedile, immagino lo presero come un sì e l'auto si avviò.
Al tepore del riscaldamento acceso quasi mi addormentai, non ci mettemmo molto, non riconobbi il posto ma eravamo fuori città, l’auto si fermò nel cortile di una villetta e la mia portiera venne aperta ed io aiutata a scendere da uno degli uomini del sedile posteriore, subito la ragazza mi prese a braccetto, ora la vedevo bene era un po’ più alta di me, capelli mori lunghi e ricci, mentre ci avviavamo dentro casa le chiesi che festa era e lei rispose :
- Ahahah secondo loro la festa siamo noi, secondo me la festa per noi sono loro tre
Scendemmo una scala che portava in una spaziosa taverna, subito uno dei tre mise della musica mentre un altro accendeva il camino e l’ultimo preparava da bere, servite e riverite.
Tolti cappotti e mantella ci presentammo tutti, il mio nome lo conoscevano già, la ragazza era Lia, poi c’era Claudio, Gabriel e Pino, Gabriel non doveva essere di origine italiana, era scuro di pelle, mulatto direi, comunque iniziammo a bere, poi mentre i tre uomini erano sul divano Lia mi prese per mano e mi fece alzare per ballare noi due, poi mi baciò, non un bacetto ma un bacio appassionato cercando la mia lingua con la sua, era profumata, le sue labbra morbide e calde, mi lasciai andare mentre i nostri corpi ondeggiavano lenti al ritmo della musica.
Le nostre mani percorrevano i nostri corpi attraverso i vestiti, il fatto che non avevo più gli slip si vide subito dato il mio miniabito che, comunque, presto finì sul pavimento insieme al suo, anche i suoi slip finirono con il vestito e noi ci ritrovammo presto stese sul tappeto davanti al camino acceso con la sua faccia tra le mie gambe e la sua lingua che solleticava la mia clitoride, ero bagnatissima e con le dita mi accorsi che anche lei lo era, con la coda dell’occhio vidi che i tre uomini sul divano si stavano smanacciando i membri che avevano tirato fuori dai pantaloni anche se non si erano ancora spogliati.
Non passò molto tempo che sentii un’altra lingua che questa volta mi leccava il buco del culetto, ed un cazzo che , invece, strisciava sulle mie labbra, cominciai a leccarlo e poi lo imboccai insalivandolo per bene, praticamente lo preparai per Lia perché lasciata la mia bocca finì nella sua figa con un affondo che lei sembrò apprezzare particolarmente, cosa che feci anch’io quando Gabriel fece lo stesso con me, eravamo tutte e due inginocchiate di fianco con Claudio e Gabriel che ci pompavano e l’uccello di Pino alle cure delle nostre bocche, la festa era entrata nel vivo, io non mi sentivo più mezza addormentata, il cazzo di Gabriel scorreva dentro di me con colpi decisi e profondi, la musica accompagnava gli sforzi degli uomini ed i nostri gemiti, venni abbondantemente ed alla fine tutti e tre esplosero il loro piacere sulle nostre facce, io e Lia ci guardavamo soddisfatte mentre ci pulivamo a vicenda usando la lingua.
La festa continuò tutta la notte , la mia passerina ed il mio culetto ricevettero tutte le attenzioni che meritavano e lo stesso successe con Lia, il sole invernale era alto quando presi un taxi che arrivò fuori dalla villetta e mi riportò a casa dove, immersa nella mia vasca , finalmente, mi addormentai.
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