Femmina

Capitolo 1 - al ticino

sandra
7 days ago

Capitolo 3 – al Ticino

 

 

L’unico dispiacere che ho dato ai miei genitori, che mi adoravano, è stato quello di non sposarmi e non dargli dei nipotini da coccolare ma il mio carattere, decisamente poco romantico, mi portava verso altri obiettivi molto più egoistici.

Fu un inverno abbastanza pesante, tre volte a settimana andavo a lezione, tutti i pomeriggi andavo a correre, con qualsiasi tempo, i miei venti giri di pista alla Forza e Coraggio, il centro sportivo di fronte al negozio di mamma, erano diventati una costante, poi tornavo a casa e mi buttavo nella vasca da bagno, preparavo la cena per i miei e poi leggevo, ascoltavo musica e pensavo, pensavo ad un piano per ottenere quello che volevo, la totale indipendenza economica e la soddisfazione delle mie voglie. Ad aprile, compiuti i 19 anni e, cominciando a padroneggiare un po’ la lingua trovai anche qualche lavoretto come hostess nelle fiere, cominciai in campionaria ed oltre a guadagnare qualcosa soddisfavo anche qualche voglia con diversi espositori sia italiani che stranieri, oltre alla Campionaria lavorai anche al Saie, al Samoter, alla Bimu ed alla Fiera del Levante negli anni successivi, cominciai così anche a viaggiare ma , sempre, continuavo a correre ed a “pensare”.

Passai i tre mesi estivi girando per l’Europa ospite di vari clienti stranieri che avevo conosciuto in fiera anche se non lo dissi ai miei, chiaramente. Quelli tra i miei 18 e i 21 anni furono tre anni piacevolmente intensi e impegnati poi, finalmente, arrivò la patente e la prima macchina, una 500 rossa, era piccola ma era tutta mia.

Con il tempo imparai che i miei rapporti dovevano durare almeno una quindicina di giorni perchè questo  avrebbe consentito anche di dare ai miei partner occasionali il tempo per farmi qualche regalino che io, una volta finito il periodo provvedevo  a monetizzare rimpinguando il mio piccolo conto in banca, , nel frattempo ampliavo il mio portafoglio clienti per quanto riguardava le fiere e le occasioni di lavoro : mostra della nautica, presentazioni di auto e moto, eventi sportivi ecc., la padronanza dell’inglese ed il mio aspetto fisico furono d’aiuto.

Frequentavo anche i locali vicino alle sedi di grandi Aziende o Società dove i dirigenti andavano a fare colazione ed in diverse occasioni venni abbordata da qualcuno di questi e devo ammettere che, in alcuni casi, trovavo sul comodino dei soldi, ma del resto, tutto faceva, senza contare la carta di credito che mi aveva dato papà ed i vestiti che la sarta che lavorava da mamma mi confezionava.

Poi nel 1980 la svolta, papà mi regalò un appartamentino in Via Pavia, vicino al naviglio e così ebbi anche uno spazio tutto mio dove tenere le mie cose, ma non ci portai mai nessuno, doveva essere il mio rifugio segreto, però così non dovevo più trovare scuse per non essere rientrata di notte.

1980, luglio, sono ancora a Milano, il 15 vado in Sardegna ospite di un espositore conosciuto alla fiera della pelletteria, fa molto caldo e decido di andare a prendere un bagno e, soprattutto un po’ di sole sul Ticino con la mia 500, è lunedì e non dovrei trovare troppa gente, vicino al ponte delle barche c’è un boschetto così posso lasciare la macchina all’ombra, quando torno alla macchina è quasi l’una, non lontano dalla 500 un camion di quelli tutti chiusi con i portelloni posteriori però aperti, vicino tre ragazzi seduti ad un tavolino ed un quarto che sta cuocendo della carne su un barbecue, vuol dire che non mi cambierò e andrò a casa in costume, musica a palla, i ragazzi mi vedono e mi salutano

-          Buongiorno, vuole mangiare qualcosa con noi? Abbiamo un sacco di roba

-          Grazie, penso che tornerò a casa ma, per curiosità, come mai il camion?

-          È la nostra camera da letto, venga che le facciamo vedere

Avvicinandomi, dal portellone posteriore aperto, vedo i materassi stesi per terra

-          Quest’anno le ferie le facciamo qui al Ticino, e lei non parte?

-          Si, il 15, intanto approfitto per prendere un po’ di sole

-          Dai forza mangi qualcosa con noi, Luca è un bravo cuoco

Mi fanno posto, ci presentiamo e cominciamo a chiacchierare, sono tutti universitari, vanno al politecnico, tutti più grandi di medi qualche anno, ad uno, Marco, manca solo la tesi.

Dietro al camion che non si vedeva, anche una macchina, come la mia ed una moto, il camion è di un loro amico che li raggiungerà il sabato e la domenica. Tra una chiacchera ed una risata sono già le tre, mi gira un po’ la testa, non dovevo bere la birra, glielo dico e aspetterò un po’ prima di rimettermi in macchina per tornare a casa, mi propongono di stendermi su uno dei loro materassi mentre loro vanno a prendere un po’ di sole e fare un bagno, sono molto gentili e approfitto volentieri, mi passerà prima.

Quando mi sveglio sento parlare e trovo Luca e Marco seduti al tavolo con l’ennesima birra……

-          Scusate ragazzi, mi sono proprio addormentata

-          Si vede che ne avevi bisogno

-          E gli altri due?

-          Sono andati ad una festa a Pavia in un locale, sai sono gay non considerano una bella ragazza in bikini un’attrattiva interessante

-          Ahahah voi due invece si?

-          Beh che dire, non ci tiriamo indietro e poi mai stati con una hostess

-          Non sono proprio una hostess, faccio le fiere e le mostre

-          Mai stati comunque

-          Ah sarebbe questo quello di cui stavate parlando?

-          A dirla tutta non proprio

-          In effetti ho sentito le parole culo e tette

-          Ops, beccati ma non puoi farcene una colpa, oggi sei apparsa lasciandoci a bocca aperta

-          Esagerati

-          No no, sul serio io e Luca ci siamo guardati chiedendoci cosa avevamo fatto di buono per meritare la tua presenza.

-          E adesso cosa dovrei fare dopo tutti questi complimenti?

-          Non sta a noi dirlo però se , ad esempio, tornassi sul camion e noi con te e chiudessimo il portellone posteriore……….

Non risposi per qualche istante poi, stuzzicata, mi alzai lentamente  e mi diressi verso il camion salendoci ed una volta sul pianale mi voltai a guardarli, erano praticamente a bocca aperta ma si riscossero subito alzandosi e mi raggiunsero quasi correndo.

Chiusero il portellone posteriore ed accesero una piccola luce aprendo contemporaneamente 2 oblò sul tetto, come quelli delle roulotte, tolsi il costume e mi voltai a guardarli, si spogliarono altrettanto in fretta, in ginocchio su uno dei materassi aspettai arrivassero e poi presi entrambi i loro membri con le mani accarezzandoli e portandomeli alla bocca, erano già duri , probabilmente Luca per  l’eccitazione  durò solo pochi minuti tra le mie labbra perché il suo sperma caldo e denso riempì la mia bocca colandone anche un pò dai lati, si scusò mentre eiaculava, Marco, invece, si stava dedicando con la lingua e le dita alla mia passerina che gradiva molto l’attenzione, poi indicò a Luca uno zainetto appeso alla parete e questi ne estrasse una scatoletta che gli tolsi io dalle mani, i ragazzi erano attrezzati, presi un preservativo ed incappucciai il membro di Marco, poi mi girai , appoggiai la faccia al materasso e sollevai il culetto tenendo un po’ allargate le cosce, mi piaceva essere presa così e lui non si tirò indietro, era bravo, cambiava ritmo ogni tanto fermandosi e poi spingendo più a fondo, ci mise un po' ma finalmente ebbi un orgasmo e lui mi seguì a ruota, poi dopo un po’ anche Luca si riprese e si accomodò dentro di me.

Passò un’oretta che passammo a baciarci ed accarezzarci prima che fossero pronti per un nuovo round e gli dissi cosa volevo, essere scopata ed inculata contemporaneamente mi dava un piacere immenso tanto che quando furono tutti e due dentro di me ebbi da subito un leggero orgasmo, poi cominciarono a muoversi e dopo poco riuscirono a prendere il giusto ritmo, ebbi altri due copiosi orgasmi prima che venissero anche loro, poi affannati ci stendemmo sui materassi rimanendo abbracciati, non credevo riuscissero a continuare ma lo facemmo ancora una volta e quando me ne andai, facendogli gli auguri per gli esami, erano seduti sui materassi ancora con il respiro affannoso.