Telefonate pericolose

Capitolo 7 - Telefonate pericolose 7 Scopano alla grande alla vigilia del divorzio

geniodirazza
16 days ago

Telefonate pericolose 7

Subito dopo cena, la ormai ex moglie lo accompagna nella casa che ora è tornata di lui, fino all’uscio che apre con la nuova chiave, avendo da tempo cambiato la serratura; entrati, lei lo avvolge in un abbraccio tentacolare e lo bacia con intensità; lui risponde con l’amore che mette sempre in quel caso; d’un tratto, prende coscienza dell’assurda situazione e se ne stacca, rimproverandola.

“Ginevra, siamo impazziti? Domani si pronuncia la sentenza di divorzio; se si viene a sapere che è successo questo, la sentenza dovrà aspettare altri anni … “

“Emerito imbecille, come fai ad essere un uomo così grande in tutto e non riuscire a fare una piccola follia? Non hai capito che questo ha ucciso il nostro amore, prima che il nostro matrimonio? Sei perfetto, quasi come la memoria di un computer; non riesci ad impazzire, nemmeno per un attimo? Posso anche accettare che ho sbagliato io, cercando di provocare a fare qualcosa di stupido uno che controlla tutto, anche le sue emozioni; ma non sei stato altrettanto stupido da non renderti conto che desideravo solo provocarti a fare qualcosa fuori dalla maledetta logica che dominava la tua, la nostra vita?

Ti chiedevo la follia di lasciarmi copulare con un altro e di essermi complice; mi hai costretto a tradirti senza ribellarti, perché ribellarsi era fuori dalla logica; mi hai tradito con tutte, sempre in una logica inattaccabile; siamo alle scene finali di una morte annunciata, del matrimonio e dell’amore, sempre e soltanto alla luce della tua maledetta logica, della coerenza inattaccabile; eppure sei vivo, vivissimo, caldo, ardente addirittura.

Voglio che trasgredisci con me, voglio l’ultima scena ‘nostra’, capisci, solo nostra; voglio che tu tradisca la tua prossima moglie ed io il mio futuro compagno; voglio che lo facciamo da innamorati folli, come lo eravamo ormai in epoca preistorica; voglio amarti per te e per quello che sei, non perché sia logico e dovuto alle convenzioni. Possibile che neanche alla vigilia della morte tu senta il bisogno di realizzare un ultimo desiderio? Si concede a tutti i condannati a morte; concedilo al nostro amore che domani va al patibolo.

Io amo Ermanno, lo so con certezza; ma ho amato te con tutta l’anima per anni; so che ami profondamente Gaia; ma una piccola violenza, una trasgressione, fare l’amore con l’uomo con cui l’ho fatto la prima volta, una follia dolce che resterà tra me e te, non riesci proprio a concedertela? Non dire che non ne hai voglia; il tuo fratellino ha alzato la testa e lo conosco, vuole il suo nido, vuole il mio nido, in questo momento.

Amore mio immenso e indimenticabile, mi fai fare l’amore con te un’ultima volta? Vuoi fare con me una pazzia? Non ho messo aggeggi per registrare ed esibire prove in tribunale; domani saremo liberi di sposarci con le persone che amiamo; oggi, puoi essere mio, puoi farmi tua, per un poco, per qualche ora? Dopo torneremo alla logica, ritornerai a ragionare come un computer; in questi momenti, puoi essere l’amore folle che volevo senza dirlo?”

Non ha parole per rispondere; non ci sono parole possibili; solo gesti, decisi e immediati; è lui ad abbracciarla fino a soffocare, a baciarla come fosse la prima volta ed avere bisogno di impossessarsene, di divorarla per impedirle di fare o dire altro; le mani corrono istintivamente su quel corpo che conosce benissimo e che gli appare nuovo, tutto da esplorare; le strappa quasi gli abiti di dosso e prende a toccare voglioso tutto il corpo, dal viso tanto amato alla bocca che tanta voglia gli ha sempre scatenato.

L’altra mano percorre la schiena che ha ammirato sempre per la linea pura, sente nettamente le scapole, le costole, la spina dorsale e gli sembra di percorrere un mondo inesplorato e incantarsi per la perfezione che trova; Ginevra si sente sciogliere al tocco di quel mani che ha sempre adorato; sa che le farà vibrare tutte le fibre del corpo, perché lui è così, razionalmente folle e dolcemente violento; si abbandona a lui e lo sente finalmente come avrebbe sempre voluto.

C’è il retrogusto della trasgressione ad eccitarla, quello che la sta amando era il suo uomo, ora è di un’altra; il suo corpo che un tempo era dominio assoluto di lui, ora è stato già usato da altri ed è promesso ad un nuovo amore; ma proprio la coscienza di questa ‘alterità’, di questa trasgressione desiderata, voluta, costruita col favore del caso, adesso è la molla della sua libidine; si trova discinta, mezza nuda, in mezzo alla sala che era il loro ‘salotto buono’ a comportarsi da fedifraga, da adultera nei confronti di un altro che sarà suo marito, con l’uomo che ha amato più di se stessa e che era suo marito.

Il ‘suo’ Vico la spinge verso il divano; non l’hanno mai fatto così, per una logica inoppugnabile che prevedeva il letto come spazio deputato all’amore; ora lui le sta usando violenza, fisica e mentale, perché la spinge a fare l’amore sul ‘divano per gli ospiti’ e nessuno dei due è ospite in quella casa; si libera con frenesia degli abiti; vuole apparirgli nuda e non vuole nemmeno esibirsi per lui; vuole solo eccitare il suo desiderio ed essere amata compiutamente.

Ludovico si rende conto che non è il contenuto dei gesti che colpisce sua moglie, ma l’evidenza della forma; lei desidera avere forse anche solo l’illusione che facciano qualcosa di diverso, di ‘tutto loro’, senza regole; lui ha sempre ricondotto tutto alla razionalità; l’ha amata, ed ha amato tante altre, in quella logica che non lascia campo a riflessioni; l’attuale follia, se solo fosse emerso un fotogramma di quello che sta succedendo, da l’idea di una strana grandezza.

Ma la coscienza gli impedisce di trasgredire a regole che hanno condizionato tutta la sua vita; capisce che, anche per la storia di Ernesto, lei aveva cercato di provocarlo con una impennata improvvisa, non solo facendo sesso con l’amico ma facendo in modo da fargli ascoltare la copula; si rende conto, alla fine, che l’unico risultato utile è stato l’incontro con Gaia, alla quale non intende in alcun modo essere infedele facendo qualcosa che potrebbe turbarla; prende il telefono e chiama la compagna.

“Ciao, amore, sono arrivato; sono a casa nostra con Ginevra che chiede di rinnovare il nostro amore per l’ultima volta; lo desidero anch’io; ma preferisco avvertirti; se la cosa ti turba, non ho problemi a rinunciare … No, se sta zitta, e lo farà, non rischio niente … Okay, ci vediamo domani.”

“Devi chiedere il permesso, se vuoi copulare?”

“Se una certa signora, qualche tempo fa, avesse avvertito, prima di buttarsi a capofitto, forse la nostra storia avrebbe avuto uno sviluppo diverso.”

“E’ vero; ma io ho bisogno di folleggiare, qualche volta … “

“Okay; basta che paghi il conto della follia … Vuoi fare sesso con me o contro qualcuno?”

“Io speravo che tu volessi fare l’amore … “

“Partendo dal presupposto del sarcasmo?”

“E’ vero; come sempre, tu sei l’intelligente e io la stupida!”

“No; tu ti butti e sei convinta che tutti saranno con te; sei tu che presumi la subordinazione degli altri!”

“Mi vuoi dare un po’ d’amore?”

“Vuoi farmi sbottare? Per quello che sai, e sai molto, c’è qualche occasione in cui faccio sesso senza amore?”

“No; ma vuoi capire che voglio sentirti dire che mi ami, nonostante tutto?”

“Ancora?! Tu hai bisogno che io lo dica e io invece voglio che tu lo senta; perché dovrebbe essere come vuoi tu?”

“Almeno una volta, almeno in amore, puoi fare quello che ti chiedo?”

“Per esempio, ascoltare al telefono che ti stai facendo sfondare il retto o sedermi sulla poltrona e, senza neppure masturbarmi, vederti esibire nelle più ardite evoluzioni sessuali?”

“Questo appartiene ad un’altra vita … “

“Questa sei tu e non cambi; perdonami, ma non riesco più a desiderarti. Per favore, vai via.”

“Neanche una copula mi concedi?”

“Domani si pronuncia la sentenza; se facciamo sesso, vanno a monte anni di attesa. Vai, per favore!”

“No, non vado e non intendo andare. E’ vero; è tutto vero; l’ho capito, non salire in cattedra; so bene quanto ho sbagliato a cercare di trascinarti nel mio mondo; ti ho amato infinitamente perché eri lucido, razionale, determinato, destinato al successo; quando hai cominciato a farti valere come meritavi, ti ho odiato; se fossi stata serena, leale, la moglie che avevi cercato, che corrispondeva alle tue aspettative, non avremmo incontrato ostacoli sulla via della felicità.

Non chiedermi perché, è scattato un bisogno imperdonabile di spezzati, se non riuscivo a piegarti; non so da cosa mi sia derivato il desiderio di cambiare le carte in tavola; all’improvviso, volevo farti diventare altro da te stesso; ho scelto i percorsi peggiori; so bene che, parlando, avremmo costruito anche grandi ipotesi di trasgressione, sapevo che amavi Gaia forse quanto amavi me; se ti avessi proposto il doppio scambio salvando i matrimoni, ti avrei reso felice.

Ho deciso che dovevo farti piegare la cresta; mi trovo ad elemosinare. Se sentissi il bisogno di trionfare, questo è il tuo momento; io adesso ho solo voglia di sentire che non ho buttato tutto nella spazzatura, che un filo sottilissimo è rimasto intatto, di un amore che era meraviglioso; per questa notte, solo per una notte, vuoi mentire e dirmi che sono il tuo unico e grande amore? Solo una notte, Vico, a conclusione di una vita intensa; dimentica gli errori; amami come venti anni fa, su quella spiaggia.”

“Dio ti maledica per il male che fai scientemente, finanche a Gaia; pochi minuti fa, ho ribadito che voglio anch’io questo saluto d’amore; perché non cerchi di fermarti a riflettere ogni tanto? Sono qui con te, sono ancora l’uomo che ti amava da ragazzi; io secondo te sono il troppo razionale; ma anche tu ti perdi nei ragionamenti, anche se non condivido la logica; vuoi fare l’amore o analizziamo scientificamente gli errori?”

“Portami a letto; abbiamo una notte intera, poi ci diciamo la verità.”

“Ginevra, non voglio fare il grillo parlante per non farti imbestialire ancora; ma non posso tacere che forse manca ancora un gesto … “

“Che vuoi dire?”

“Non dovrei dire niente, perché, quando avrò parlato, ci metterai poco a dire che ho voluto trattarti da stupida; dopo tutti i discorsi che hai fatto sulle ragioni della nostra rottura e sulla volontà di cambiare, non ti manca qualcosa? Quando venivi a fare l’amore con me, da ragazzi, non dovevi fare qualcosa? … “

Ci pensa un poco; poi si arrende.

“Dimmelo per favore … “

“Dovevano lasciarti uscire, non ricordi?”

“Oh dio, hai parlato con Gaia; io, se voglio cambiare ed essere leale, per non commettere errori dovrei avvertire Ermanno … “

“Lo trovi così umiliante? O preferisci fare un’altra volta il gioco di farglielo sapere dopo o durante per verificare la reazione che potrebbe essere peggiore della mia … “

“Dovrei amarti e ammirarti perché mi fai da mentore; e io invece mi arrocco dietro l’orgoglio solo perché stavo per sbagliare … Forse se avessi avuto qualcuno a farmelo osservare, quella volta … “

“Ginevra, il passato devi cancellarlo; da qui non devi commettere gli stessi errori.”

Sta chiamando il compagno; quasi stesse aspettando quella telefonata, risponde al primo squillo.

“Ciao, amore; dove sei, come stai, puoi parlare o hai compagnia?”

“Sono in albergo; è stata una giornata di lavoro faticoso, ma sono contento e sto bene; non sono con una donna; se fosse capitato, lo avresti saputo da quando fissavo l’appuntamento. Tu come stai?”

“Sto bene; oggi è arrivato Ludovico, sono andata alla stazione, a prenderlo, e poi in fabbrica; abbiamo cenato in amicizia con altri; adesso siamo a casa sua e voglio dare l’addio al nostro amore nella maniera più giusta e intensa; ti turba che voglia fare un’ultima volta l’amore con lui?”

“No, se me lo dici così con gioia, pensi che potrei distruggerla con una gelosia inutile? Gli darai solo passione o anche l’amore?”

“Passione a lui, amore a te, in ogni momento; anche quando lo avrò in me, nel cuore ci sarai tu; ti amo davvero; questo è un capitolo che si chiude; per quello che si apre, ti dirò domani una cosa importante … “

“Va bene; hai presente la canzone che ci piace tanto, ‘Una noche mas’? Non essere triste come la protagonista di quella canzone; sii felice di quest’addio con i fuochi artificiali; domani comincia la nostra vita. Ma, a proposito, tu non disdegni le situazioni ‘al limite’, mi pare … “

“Se imparo ad essere leale, se sei concorde con me, se mi guidi, attraversiamo l’inferno; ma non mi lasciare mai sola … “

“Buonanotte, amore; divertiti; se ti va, domani mi racconti.”

“Mi va, mi va, ciao.”

Ludovico la solleva in braccio, come spesso faceva, e la adagia sul letto; la spoglia degli abiti che aveva cominciato a togliersi e si ferma a guardarla nuda e assai bella; lei gli tende le braccia e se lo tira addosso semivestito com’è; lo spoglia con mille acrobazie e affonda col viso sul sesso che ingoia di colpo, quasi per farsi male; lui la frena e le prende la testa, la obbliga a rallentare la fellazione; la costringe a girarsi supina e le monta addosso.

Per la prima volta, da quando erano poco più che ragazzi, lui le appoggia la cappella alla vagina e la infila con un colpo solo fino in fondo all’utero; più che il dolore del violento impatto, la donna rimane stordita e nauseata della violenza subita dall’uomo che per anni le aveva fatto toccare il cielo con le sue preparazioni dolcissime, delicate, infinite al punto che molte volte avevano perfino rinunciato a copulare tanti e tali era stati gli orgasmi che si erano procurati.

“Vico, che diamine ti succede? Non ti riconosco; tu non sei mio marito, l’uomo che ho amato al di sopra di ogni cosa per tanti anni; perché fai questo?”

“Perché forse ti odio, tanto quanto ti ho amato; perché, alla fine, il conto devi pure pagarlo, una volta o l’altra; sei qui per fare sesso? Io quello ti do, per la prima volta nella mia vita dimenticando l’amore, non solo quello che avevo per te ma anche quello che provo per la mia compagna che non evoco neppure in un transfert che sarebbe solo offensivo per una donna meravigliosa come lei; è chiaro che sei qui solo per sesso; ed io sesso ti do, niente altro.”

Si sgancia da lui, lo spinge sul letto al suo fianco; si alza a sedere, si gira verso di lui minacciosa.

“Non fai affatto quello che hai in testa! Sono qui perché ti amo; sono qui perché sei l’uomo che emana amore, che dà amore, che vuole amore; ho sbagliato tutto con te, dal primo momento; me l’hai fatta pagare, e cara anche; io mi sono accontentata di qualche copula con un’ameba che è scomparsa da ogni orizzonte; tu hai una famiglia meravigliosa; io sono rimasta da sola e ancora non riesco a definire una mia storia; tu sei felice con la famiglia.

Tu mi devi questa notte d’amore; non voglio neanche elemosinarla; me la devi in nome di quello che sei tu, di quello che siamo stati io e te per dieci anni, dei sogni che ho infranto e che hai spazzato via; io ho sbagliato una volta; tu non mi hai dato il tempo di parlarmi, di pentirmene, di implorarti in ginocchio, di chiederti perdono; ti sei preso un amore che coltivavi già da tempo e mi hai lasciato cuocere nel mio brodo.

Tra me e te non ci sono innocenti e domani sarà una condanna a vita, per tutti e due; io da domani comincio un’altra esistenza e mi adeguerò al nuovo compagno; ma stasera tu mi saluti per l’ultima volta col sesso dell’uomo che mi ha fatto felice; se insisti in quest’atteggiamento, ti giuro che ti uccido, senza pietà; poi mi vado a gettare sotto il primo treno che passa; stasera, prima parliamo e ci laceriamo le carni con le verità peggiori; ma dopo mi dai quell’amore che è un mio diritto.

Lo sai bene che è l’ultimo desiderio di una condannata a morte, di una ragazza che tu hai creato e che tu uccidi; ma quest’ultimo desiderio me lo soddisfi, qualunque cosa tu debba fare; mai come in questo momento ho bisogno del mio grillo parlante, di quel rompiscatole che due minuti fa mi suggeriva di parlare col mio compagno per non tradirlo; adesso non ti permetto di tradirmi; hai parlato prima e adesso continuiamo a discutere; sei qui per darmi amore e me ne darai tanto. Capisci, amore mio?”

“Scusami; ho reagito male a troppe rivelazioni … “

“Quali altre novità ti hanno turbato? Quali altre sciocchezze avrei fatto?”

“Nessuna, tu; la sto facendo io, per gelosia … si, amore, per gelosia … davvero avevi creduto che non avessi sofferto a vedere tradita la mia fiducia nella tua lealtà? Hai sbagliato; ho sofferto da cani ad ogni telefonata che mi hai sbattuto in faccia; ho preso più coltellate dalle tue copule in tutti i fori che nel resto della mia vita; stamane scopro che hai fatto anche sesso lesbico con Loredana; stasera comunichi ad Ermanno che con lui attraverseresti l’inferno.

Cosa vuoi che senta per la donna che sei, non per la ragazza che ho sverginato, per l’impudica strafottente che va a beccare ragazzi in giro e se li porta sul mio letto dove si comporta da lesbica con la mia amica ed amante; che promette al suo amante di frequentare con lui circoli privati e club di sesso libero; cosa posso dare a quella donna, stanotte, se non sesso spietato, senza senso e soprattutto senza un briciolo di amore? Ecco, perché ti offro solo sesso.”

“No, caro Vico, unico vero grande amore mio, qui non c’è quella donna che deve nascere; anzi, ti chiedo umilmente di spiegarmi e di guidarmi in questa fase delicata di trasformazione. Per ora, dimentica quella donna; qui c’è la Ginevra del falso Lancillotto, ricordi, qui c’è la ragazza che stravedeva per te, prima di alzare il muro imbecille dell’orgoglio e di offenderti senza neppure rendersene conto; la donna che ti chiedo di amare è quella della nostra memoria, non quella delle corna sterili.”

“Devo credere e accettare che l’addio lo diamo al nostro passato e che, dopo, dovrò essere ancora io a spiegare alla nuova Ginevra come comportarsi in futuro per non incorrere in altri errori?”

“Si, mio dolce amore; ce la fai a sopportare che io diventi altro da noi? Allora dai addio, con me, ai ragazzini che siamo stati fino all’errore che per te ha significato rinascita; poi aiuta anche me a risorgere dall’errore. Vuoi starmi vicino?”

“Va bene; stanotte uccidiamo la nostra giovinezza e facciamo nascere la tua maturità; io ti aiuto e rimedio forse all’errore di non averlo fatto quando potevo salvare il nostro matrimonio, forse perché davvero ero accecato dall’amore per Gaia; parleremo a lungo; ma ora non possiamo essere vicini; devi scegliere se stare sopra o sotto.”

“Non si può fare un poco e un poco? La notte è lunga, sai, e tu devi insegnarmi tutto dell’amore; hai dimenticato come ero totalmente vergine?”

“Cosa potrei insegnarti, dopo che per anni hai copulato con gioia? Ti confesso che mi aspettavo di trovare il tuo sesso più slabbrato … “

“Senti, imbecille, ho copulato con Ernesto, per un poco; ma il suo affare non è nemmeno due terzi del tuo; non so se te l’hanno mai detto ma il fungo della tua cappella distrugge un ano o una vagina, come adesso stai facendo, esattamente, così, piano entra piano, rischi di lacerarmi, è troppo tempo che non sono abituata a te e alla tua mazza; senti maledetto, ogni centimetro che entra è un orgasmo nuovo; perché fai lo gnorri se sai che mi stai facendo godere da non riuscire a parlare?”

“Ma Loredana mi ha detto che siete andata in caccia di maschietti addirittura fuori città … “

“Maledetto maschio prevaricatore! Quante volte l’abbiamo fatto? UNA SOLA, capisci, una sola volta; un altro paio di volte l’ho fatto da sola per catturare sessi sconosciuti e dimenticati, assolutamente lontani dal tuo, perché avevo bisogno di sfogare la mia libidine, mentre tu riempivi d’amore la mia amica … “

“Vuoi dire che quasi non mi hai tradito?”

“Oddio che piacere! Che diavolo mi stai facendo? Le mani, il sesso, la bocca; mi stai penetrando in vagina, ma sento le tue dita nel retto e la bocca mi succhia l’anima dei capezzoli; questo non lo darà mai nessuno a nessuna donna, tu sei un maledetto, sai amare con tutto il corpo; poi ci aggiungi anche le parole e mi costringi a ricordare le mie copule tutte per te!”

“Come tutte per me se ero a migliaia di chilometri?”

“Perché sei sempre stato nella mia testa, nel mio cuore, nella mia vagina, nel mio ventre, nel mio ano, maledetto; non sono mai riuscita, prima di incontrare Ermanno, a godere per il sesso che prendevo ma solo perché avevo in testa il tuo e ti amavo o ti maledivo, ti accarezzavo o ti offendevo. Continua a possedermi, ti prego, fammi sentire ancora la tua verga dappertutto; non sai quanto ti amo, mentre mi sventri con la tua dolcezza!”

“Bello, l’ossimoro dello sventrare con dolcezza; a proposito di Ermanno, sai che devi cercare di entrare in perfetta sintonia con lui? Lo sai che gli piace senz’altro sfondarti come sto facendo io adesso col tuo sedere che mi pare assai più ricettivo adesso, ma che era abituato ad altri modi di amare?”

”Non essere ermetico, Vico, ti prego; è già tutto così difficile … “

“Loredana mi ha detto che avete copulato in quattro e hai fatto anche esperienze lesbiche; sappi che nell’ambiente si sa per certo che Ermanno ed Emma, sua moglie buonanima, erano soci di un club di scambisti, sai cosa vuol dire? … Bene; facevano sesso libero, ma stai bene attenta; quelle cose si fanno e riescono bene solo se i partner sono perfettamente affiatati, completamente leali e pronti a tutto per l’altro, quindi senza egoismi.

Se pensi di voler sostituire la moglie nel suo cuore, devi essere disposta anche a sostituirla in quel modo; non è né obbligatorio né facile; tu ce la puoi fare, oggi come oggi; la mia ragazzina non ci avrebbe neanche pensato; la donna che ho lasciato può costruire una nuova felicità.”

“Per questo, mi hai ricordato di avvertirlo prima che copulassi con te … “

“Lui sa perfettamente che non stiamo copulando ma che stiamo facendo tanto amore; non essere ambigua neppure in queste piccole cose; io non direi mai a Gaia che ho copulato con te o con Loredana per farle poi scoprire che vi amo ancora; questo vale anche per te; per buona sorte, dovrei esserci solo io, nel tuo passato, e lui sa tutto di noi.”

“Loredana non scherza, quando ti considera un grande maestro; qui si impianta tutta la nostra vita; se Ludovico mi avesse spiegato questo un paio di anni fa, sarebbe rimasto il mio unico e intoccabile amore; che scherzi fa la vita!”

“Tu ami davvero Ermanno? …. Allora fai tesoro degli errori e tieniti stretto questo amore … Hai ancora voglia di sesso o ti basta quello che abbiamo fatto con tutte le facoltà? Posso finalmente sfogare il mio desiderio e godere?”

“No, amore mio; gli orgasmi mentali mi hanno distrutta, ma ne voglio uno che nasca dall’utero e ti esploda addosso; fammi godere una volta col sesso, poi ti lascio riposare.”

Hanno fatto sesso per oltre dieci anni; ma quella cavalcata supera qualunque immaginazione; a lui, sembra di affondare completamente non nel suo corpo, ma nel suo piacere, nella sua libidine; lei pare che prenda l’avvio verso uno strano paradiso di forme, di luci, di suoni, di colori; la sente vaneggiare languidamente come se fosse in un ambiente celestiale; l’orgasmo è quanto di più violento potessero immaginare; le urla forse giungono in piazza, o fino al cielo, a testimoniare la loro felicità.