Telefonate pericolose

Capitolo 6 - Telefonate pericolose 6 Ludovico torna a scopare con Loredana, alla vifìgilia delle nozze.

geniodirazza
16 days ago

Telefonate pericolose 6

Alla vigilia del matrimonio, come avevano promesso, Ludovico e Gaia, con la loro bambina, sono in viaggio per rimpatriare per due giorni; lui nasconde bene la sua emozione; Gaia è felice di esibire il frutto del loro amore a vecchie amiche che ama, al di là dei fastidi che la vita ha portato a tutti; alla stazione di arrivo, trovano, altrettanto emozionate, la moglie di lui e la sua ex segretaria, con i rispettivi compagni, che li avvolgono in calorose manifestazioni di affetto.

Non c’è nessun imbarazzo tra loro, neanche quando Loredana aggredisce letteralmente Ludovico con un lunghissimo bacio che è d’amore, più che di bentornato; Ermanno incontra finalmente un dirigente superiore che ha sempre stimato e che lo tratta da vecchio amico; Ginevra e Gaia, per la prima volta dopo tanti duri mesi, si abbracciano da amiche vere, come erano state prima della tempesta; Franco si limita a salutare tutti e ad esprimere gioia dagli occhi.

Ludovico avverte che la sera celebreranno insieme in un noto ristorante; incarica la sua ex segretaria di fare, come sempre, tutto quello che serve per prenotare un tavolo per sette, compresa Vittoria, la loro piccola; desidera festeggiare in anteprima le nozze, nello stretto degli amici, e brindare anche alla ritrovata serenità sua e di sua moglie, dalla quale dovrà attendere un poco prima del divorzio, perché quello di Gaia risulta più laborioso e preferisce fare coincidere i due momenti.

Quando si ritrovano a sera nel locale più ‘in’ della città, le tre donne sono davvero sfavillanti; Ermanno non perde l’occasione per esprimere la sua invidia a Ludovico che le ha amate tutte e tre, in situazioni diverse; Loredana non smette un attimo di accarezzare e coccolare il ‘suo’ Vico, al quale rimprovera più volte di non scegliere come base operativa la loro città; con ironia e garbo, lui le fa notare che la loro azienda non è nell’orbita della multinazionale di cui è Delegato in Italia.

Mentre attendono di ordinare la cena, Ginevra nota in un punto diverso della sala una tavolata a cui sono sedute le ‘amiche del bar’; Nicoletta li nota e, più intraprendente di tutte, si accosta a Ludovico e lo bacia sulla bocca; poi abbraccia con affetto Gaia e Ginevra; Loredana avverte Ermanno che quella fu la prima delle amiche a sapere della storia d’amore trai due e che ricattò lui per farsi possedere nel bagno del pub che frequentavano.

Ermanno non riesce ad impedirsi di sorridere e chiedere quante poi avessero voluto avere lo stesso privilegio; con un imprevedibile scatto di ironia, Ginevra chiede al cameriere di consegnarle una bottiglia di cognac pregiato e di portare delle coppe alla tavola delle amiche; porge la bottiglia a Nicoletta e le raccomanda.

“Forse a qualcuna servirà qualcosa di forte, quando rivedranno insieme me, Gaia e Ludovico; puoi anche avvertire che Ermanno è il mio compagno, che mio marito, non ancora ex, è venuto a incontrarmi perché si sposa la sua pupilla e mia grande amica, che le spine sono servite a farci cogliere l’aroma delle rose più belle!”

“Devo dire che sei davvero fortunata; il marito per un momento te l’ho rubato; stai attenta perché farò di tutto per avere anche il tuo compagno, prima o poi; devo dire che hai un ottimo gusto, nella scelta dei tuoi uomini; posso dirti che comunque ti voglio bene come sempre?”

“So che mi volete bene anche se abbiamo vissuto momenti difficili; ho trovato la felicità, ma è costata tanto, sai!”

“Vi lascio cenare in pace; sono felice di avervi rivisto e vi invidio molto questa bellissima bambina; brinderemo alla vostra felicità, a fine cena.”

“Ginevra, non potevi risparmiarti qualche cattiveria?”

“Hai ragione, Vico; ma voglio che tutti sappiano quanto sono felice con Ermanno; ti ha dato fastidio la mia crudezza?”

Ermanno, in risposta, la bacia; Ludovico si limita e strizzarle l’occhio, quasi a rendersi complice della scelta; Loredana rompe l’imbarazzo richiamando il cameriere; cenano di gusto con portate pregiate, visto che il conto lo paga il più ricco ed autorevole tra loro; al momento del brindisi finale, Ludovico fa una dichiarazione sibillina, annunciando prossime novità.

Loredana vorrebbe sapere di più; la turba non essere più al corrente dei segreti dell’uomo con cui ha condiviso negli anni anche quelli più nascosti e talvolta indicibili; lui si limita a dirle che in due settimane molte cose cambiano e spesso portano radicali trasformazioni; Ermanno ha sentito di assorbimento dell’azienda in una multinazionale, ma non ha dati certi; la sua idea è che si apprestino a diventare dipendenti da Ludovico, Delegato della multinazionale.

Il sabato passa interamente nella cerimonia delle nozze; alla fine, si separano, forse per sempre, Loredana e Ludovico, che continua ad essere per lei mentore e faro di riferimento; lui abbraccia affettuosamente sua moglie e le dà appuntamento alla pronuncia della sentenza di divorzio, augura e lei e al suo compagno una felicità più duratura del loro matrimonio; Gaia si limita ad augurare che si possano ritrovare ancora una volta, prima o poi; partono tra qualche lacrima asciugata di nascosto.

Sono passati ormai tre anni da quando Ludovico si è trasferito con Gaia in Abruzzo; lui ha dato la scalata alla carriera ed è il numero uno tra i dirigenti d’azienda; la multinazionale da cui dipende ora anche quella che era sua gli ha dato ampia libertà e si è attivato per catturare nella loro orbita altre aziende; la loro bambina cresce meravigliosa; quasi tutti trovano che abbia la bellezza di sua madre, che si limita a godersi il benessere conquistato; non lavora più e si dedica ad opere filantropiche.

Finalmente è giunta in porto anche la delicata pratica del divorzio di Gaia da Ernesto, che ha a lungo remato contro sfruttando tutti i cavilli; Giancarlo, l’avvocato di Ludovico, ha ottenuto che le due cause di divorzio si discutano quasi contemporaneamente; Ludovico si fa concedere un periodo di congedo per essere nella sua città in quei giorni; vi arriverà in aereo, dalla Francia dove ha un incontro vitale; Gaia lo raggiungerà in treno, con Vittoria, il giorno seguente.

All’aeroporto trova Loredana che si è offerta di aspettarlo, non potendo gli altri; quando si incontrano al cancello degli arrivi, lei lo avvolge in un bacio così sensuale che tutti hanno la sensazione di due amanti che si ritrovano dopo una lunga separazione; Ludovico è in imbarazzo; lei lo prende sottobraccio e si avviano al parcheggio; nel viaggio è lei ad accarezzare il suo ginocchio scivolando verso la patta; inevitabilmente il sesso si gonfia; lui non riesce a proferir parola.

Arrivano alla casa che è tornata ad essere di lui; appena superato l’uscio, lei lo avvolge di nuovo in un bacio sensuale e lo comincia a spogliare.

“Vico, non te la prendere a male; domani si recita l’ultimo atto della storia che ci ha unito, ufficialmente solo sul lavoro, che peraltro ci costringeva a convivere più che tu con tua moglie; prima di dirti addio per sempre, voglio sentire ancora una volta, l’ultima, il tuo amore in tutto il corpo; te la senti di accettare?”

“Lory, sarebbe stupido negare che siamo stati anche innamorati, per molto tempo, e che abbiamo fatto l’amore, una sola volta ma con l’intensità di una vita; sai che sono leale fino alla stupidità, se avverto Gaia, posso lasciarmi andare; e non sai quanto ti desidero; sei così bella … non so perché.”

“Forse perché sono incinta … “

“Ne sono felice.”

Telefona alla compagna.

“Ciao, amore, sono arrivato, sono a casa, nostra ormai … Sì è venuta Loredana ed ora è con me; avremmo desiderio di un addio molto amoroso; ti turba che faccio l’amore con lei? … Sapevo che sei comprensiva … Okay, pagherò con gli interessi; vuoi salutarla? Te la passo.”

Passa il ricevitore a lei che parla un poco con la donna che intende tradire; chiariscono che non è solo amicizia che tracima nel sesso, avverte anche lei che è incinta e felice con il marito; chiude la telefonata con gioia evidente sul volto, arricchita dalla condizione particolare che ne altera in qualche modo i tratti; finalmente sono liberi di baciarsi voluttuosamente, in piedi, accanto al divano; lei lo guida dolcemente verso la camera e, sul percorso, comincia a spogliarlo.

Deposita garbatamente sulla poltrona l’impeccabile abito da funzionario, cravatta compresa; si trovano ai piedi del letto che lui è rimasto in slip e calzini; lei è ancora tutta costretta nella divisa di funzionaria; gli propone uno strip, lo fa sedere sul letto e si spoglia lentamente, lussuriosamente; lui è incantato dalle forme di lei che lo stato di gravidanza, peraltro poco evidente, rende più rotonde ed appetitose, ricche di un fascino che non saprebbe precisare.

Quando lei resta in reggiseno e perizoma, la attira a sé, la afferra per le natiche piene, rotonde, morbide; le appoggia il viso sul grembo, quasi a baciare l’embrione di figlio che aspetta; lei gli carezza la nuca e spinge la testa contro il ventre, la abbassa delicatamente verso la vulva; la lingua scatta spontaneamente e va a leccare le grandi labbra, oltre il filo del perizoma; le sfila l’indumento, mentre lei sgancia il reggiseno e lascia libere le mammelle gonfie, attraenti, tutte da amare.

Loredana si siede a fianco a lui e si rovescia sul letto; Ludovico scende in ginocchio fra le gambe e le solleva in alto, oltre il bordo del letto; la vulva è davanti ai suoi occhi e alla sua bocca; appoggia le gambe intorno alla testa, sulle spalle, e affonda nel piacere libidinoso del basso ventre; lecca come un affamato le grandi e le piccole labbra, a lungo, coprendole di una patina di saliva; afferra tra le labbra il clitoride e succhia, mordicchia, lecca e titilla finché lei urla il primo orgasmo.

“Ha un sapore nuovo, la tua vagina; deve essere la maternità; l’ho verificato anche quando Gaia rimase incinta di Vittoria; gli umori vaginali cambiano sapore, diventano più aspri, più intensi, è come baciare una donna tutta nuova.”

“Se ti dà fastidio, puoi smettere …”

“Darmi fastidio?!?!? Tu sei matta; ti adoro, adoro il tuo sapore, l‘odore della tua vulva, l’afrore di sesso che emani; voglio il tuo squirt, in viso, in bocca, dovunque; anche questo è il tuo amore e lo voglio tutto … “

“Lo sai che rischi di farmi divorziare da mio marito? … “

“Dovrei considerarti una cretina totale, per pensarlo; tu stai semplicemente abbandonandoti a quello che consideri un addio e sai benissimo che noi non ci separeremo mai più; il nostro amore è strano, equilibrato, controllato, contenuto ma infinito; io e te tradiremo sempre i nostri coniugi, senza problemi di convivenze o di matrimoni; questo è amore autentico … E se per caso io tornassi qui, come ti regoleresti?”

“Amore, tu torna ed io divento la tua amante fissa, col beneplacito di mio marito e della tua compagna.”

“Ma Gaia potrebbe non essere d’accordo … “

“Si convincerà non appena vi trascinerò in questo letto tutti e due e vi amerò entrambi.”

“Sembri decisa e sicura; ce la farai a coinvolgerla?”

“Con Ginevra ce l’ho fatta!”

“Hai fatto l’amore con la mia ex? Com’è stato?”

“Ti ricordi che studiavamo insieme? Lei era a secco da mesi, dopo che te n’eri andato e lei aveva mandato al diavolo l’ameba; vedevo che era in astinenza e le proposi una ‘caccia al maschio’; accettò e andammo a raccattare due ragazzi in una città vicina; mentre copulavamo in quattro su questo letto, mi trovai a scambiare con lei effusioni, prima dolci poi sempre più sensuali, finché fu come fossimo sole a succhiarci capezzoli e vagina, a titillarci vulva e ano … “

“Non usaste giocattoli adatti?”

“Perché? Avevamo le mazze dei due che ci riempivano mentre ci amavamo da lesbiche, eccitandoli persino!”

“Credi che Gaia, così fideistica, ci starebbe?”

“Rifiuterebbe un amplesso con te mentre mi succhi l’anima dalla vagina?”

“Non lo so; se dovessi trasferirmi qui, potremmo riparlarne … “

“Mi sa che mi stai suggerendo qualcosa … “

“Vuoi fare l’amore o ci dedichiamo alle ipotesi impossibili? Bada che abbiamo solo alcune ore, prima del pranzo; poi devi andare al lavoro … ”

“Sei tu che provochi i discorsi invece di darmi tanto sesso e tanto amore!”

“Maledetta, vieni qui … “

Porta la bocca di lei sulla mazza ritta contro il cielo e sposta il corpo fino ad avere davanti la vulva ormai bollente; si tuffa col viso tra le cosce e aggredisce direttamente l’ano palpitante.

“Aspetta; una cosa per volta; ora ti succhio io; poi mi farai impazzire ancora!”

Gli ha stretto la testa tra le cosce per fermarlo e si dedica alla fellazione; lecca e succhia i testicoli, lasciandosi accarezzare il viso dal fallo duro come cemento; si perde a lungo tra le saporose leccate e l’ingoiare i testicoli, uno per volta, e succhiarli quasi per farlo eiaculare direttamente dalla prostata; sposta la lingua sulla mazza e la percorre intera, dalla radice alla punta; masturba il sesso con una mano e si infila in bocca il fungo notevole della cappella, lo conduce delicatamente con la lingua.

“Ce l’hai veramente bello grosso; è una gioia mangiartelo; quasi quasi ti eviro!”

“ … e ti perdi la gioia di riceverlo nel ventre … “

Lo spinge in fondo, fin oltre l’ugola e rischia conati e soffocamento; lui vibra come una molla; sente il piacere avvolgerlo; la blocca e riprende a leccare e succhiare dal monte di venere all’osso sacro, insalivando vulva, perineo e ano; si sofferma a lungo a penetrare con la punta della lingua vagina e ano; lei sente solleticate tutte le fibre dell’apparato sessuale ed esplode, per due volte, in un orgasmo che la sfinisce; si abbatte su di lui senza mollare il sesso dalla bocca.

Si amano molto, e a lungo, in quel modo; poi Loredana si stacca decisamente, si stende supina, apre le braccia e lo invita a montarla; lui si inginocchia fra le gambe divaricate, accosta la cappella al sesso e si ferma; le chiede se è protetta; gli ride in faccia, sorpresa; gli ha appena fatto sapere che è incinta, non può inseminarla una seconda volta; se lo tira addosso e il fallo penetra con violenza fino in fondo.

“Oddio, non ricordavo che potesse far male, la tua piuma d’oca! … Non te l’hanno mai detto? Sei straordinario; hai una mazza capace di sventrare; eppure le tue penetrazioni sono più delicate di una piuma; è la prima volta che me lo fai sentire così violentemente!”

“L’ho detto che mi stravolgi? Ti accontenti di una eiaculazione nell’utero?”

“No, amore mio; in queste due ore mi sbudelli dappertutto; nonostante le tue allusioni, questo per me potrebbe essere l’ultimo meraviglioso amplesso con l’uomo che amo da anni; tu, prima di rivestirci, mi avrai sventrato davanti, dietro, sopra e sotto. Ti è chiaro, grande amore mio, che ti voglio tutto, stamattina?”

Mantiene le promesse, la donna; nell’arco delle due ore si fa possedere in vagina e nel retto, lo succhia a lungo e gli strappa, dopo quelli che ha preso in vagina e nel retto, un altro orgasmo esaustivo in bocca; si trovano, a ridosso dell’una, stremati sul letto da una copula che ha esaurito tutte le possibilità di passione e di amore; si guardano allo specchio e rilevano borse agli occhi spaventose; ridono di gusto all’idea della faccia di chi devono incontrare.

E’ Ginevra, la prima a rendersi conto che sono reduci da una sessione d’amore particolarmente vivace; chiede discretamente a Loredana se hanno fatto l’amore; lei le risponde che è stato un addio meraviglioso, degno del ‘loro’ Vico, che intanto sta parlando con la sua donna, quasi a rendere conto di ogni passo; lo deridono un poco e precisano, Ginevra che il suo Ermanno è in missione ad una sede toscana e rientrerà l’indomani, Loredana che suo marito rientrerà in serata e lo aspetta.

Tra ammiccamenti e scherzi passano il pranzo in mensa; poi l’ex segretaria lo guida a salutare i vecchi amici e conoscere i nuovi, mentre Ginevra prende posto nel suo ufficio e aspetta di parlare col suo quasi ex da soli, perché ha bisogno di chiedergli un ultimo incontro d’amore; il discorso di Loredana le ha ricordato che anche per lei quella è l’ultima occasione di averlo tutto per sé, prima che venga pronunciata la sentenza.

Ludovico osserva tutto e si informa quasi che dovesse quel giorno stesso riprendere un ruolo, non più di dirigente di un ufficio, ma di responsabile di tutta la struttura; l’Amministratore capo pensa che sia deformazione professionale, badare ai particolari e annotarsi mentalmente tutto; Loredana avverte uno strano presentimento che lui possa tornare alla sede di origine ma con funzioni più alte di quelle in cui l’ha lasciata.

Quando si fermano alla sala destinata alle attrezzature della vigilanza, Ludovico presta molta attenzione ai monitor di controllo interno; chiede quali spazi siano verificati; gli rispondono che il sistema di telecamere copre tutto, persino i bagni; proprio in quei monitor si vede un movimento particolare che induce al sorriso, se non proprio al riso, un poco tutti i presenti; si vede nettamente che un uomo e una donna si stanno appartando nei bagni per disabili.

Ludovico riflette ad alta voce che una multinazionale americana cancellerebbe immediatamente qualunque ipotesi di cooptazione, di fronte ad una vicenda del genere; di fronte alla perplessità di alcuni fa presente che una società puritana come quella americana concede tutta la privacy del mondo, ma punisce duramente i cattivi esempi o le sregolatezze in pubblico; il lassismo sui costumi dei dipendenti è lesivo anche della produzione, in definitiva.

Uno dei responsabili sindacali, che si è accodato, riconosce che anche il regolamento interno delle fabbriche serie prevede dure sanzioni per comportamenti poco consoni alla morale ed al buongusto; ammette che in quel caso un’inveterata abitudine a sorvolare sulle ‘gesta’ di un unico soggetto fa passare sotto silenzio alcuni episodi; quando il suo interlocutore si rende conto che il soggetto in questione è l’uomo alla radice della ‘fuga’ di Ludovico, zittisce di colpo e sparisce.

L’operatore chiede al capo se vuole seguire tutta la vicenda per verificare fino a che punto si spinga la spudoratezza di quel dipendente, Ludovico accenna di si con la testa e l’altro si attiva con zoom e angolazioni varie a seguire l’iniziativa illegale; Ernesto, perché di lui si tratta, ha agganciato una ragazza, che dai modi risulta chiaramente una neo assunta, e sta cercando di convincerla a seguirlo nei bagni per invalidi.

Ludovico fa osservare che ci sono già gli estremi per una denuncia penale, perché è un evidente caso di abuso di potere; non dimostrano, i due, passione o trasporto, intesa o amicizia; d’altronde, un maschio sano, se riesce a ‘imbarcare’ una ragazza disponibile, non la porta immediatamente nei bagni, ma le fissa un incontro in un posto migliore; in quel caso, più che di seduzione, è da ipotizzare un vero ricatto, l’imposizione di un superiore ad un inferiore debole.

Davanti agli occhi di maschi allupati, che sotto sotto invidiano il soggetto, il dirigente riesce a chiudersi nel bagno speciale con una ragazza molto ben messa, formosa ed elegante nella divisa di fabbrica; la abbraccia voluttuosamente e le passa le mani sule natiche ricche; l’operatore zooma con gusto voyeuristico sulle mani di lui che spaziano sul seno matronale, fatto uscire dal reggiseno elegante e palpato golosamente mentre la bacia voluttuosamente e le pianta il sesso tra le natiche.

La ragazza viene spinta contro la parete, a cui si appoggia con le mani, offrendo il sedere alla presa di lui che solleva la gonna sulle anche scoprendo le cosce un po’ tozze ma invitanti e il didietro monumentale; il maschio con una mano si apre i pantaloni, li fa scivolare a terra, tira fuori un sesso non eccezionale e la penetra a pecorina; copula per qualche minuto ed evidentemente non regge molto, perché scarica a terra una eiaculazione non ricca; l’altra si ricopre e scappa via.

Mentre escono dalla sala dei monitor, incontra il dirigente del personale che evidentemente è stato avvertito.

“Ciao Ludovico, sai queste cose purtroppo sono sempre capitate … “

“Non discuto; ma, se è vero che siete in trattative per entrare nell’orbita della multinazionale, mi sa che avete fallito …”

L’altro resta perplesso; tra le altre cose, gli è giunta voce che l’ex collega delle commesse sia stato indicato proprio come il plenipotenziario che dovrebbe trattare l’assorbimento nell’area di interesse della multinazionale; se dovesse far pesare quell’episodio, salterebbe un accordo che per la loro azienda vale il rilancio a livello internazionale; non sa che pesci pigliare; il gruppo degli operai è perplesso; ma è chiaro che la situazione è nera.

Lui intanto passa dall’ufficio della quasi ex moglie e dà un’occhiata interessata, si informa sulle attività, come ha fatto dappertutto, anche con l’ex marito della sua donna, a cui ha rivolto uno sguardo di mera supponenza ricambiato da uno di ironia malcelata; Ginevra vorrebbe parlare ma si limita a chiedere se cena con lei; lui la invita, come un tempo, alla trattoria sotto casa, come se d’un tratto il tempo si cancellasse e tornassero marito e moglie a cenare velocemente, senza muovere la cucina di casa.

Davanti ai cancelli che chiudono, si ritrovano da soli, faccia a faccia, un tantino imbarazzati; lei si avvia all’auto e lui la segue; nel percorso, lei si limita a sfiorare il ginocchio cambiando le marce qualche volta di troppo; lui risponde con una leggera carezza sul viso che lei riceve con grande emozione, al punto da avvampare; scendono davanti al locale e lui la guida con dolcezza, come faceva un tempo.

Il trattore li conosce bene; è lo stesso del loro tempo felice; ed è prodigo di affettuosità e raccomandazioni; propone una cena da innamorati, anche se sa della rottura tra i due; Ludovico gli sorride e accetta ringraziando; non gli dispiace essere carino con la moglie da cui l’indomani sarà definitivamente divorziato; stranamente, si sente molto disponibile e dolce nei confronti di lei ed è istintivamente portato a corteggiarla, come la vedesse per la prima volta.

E’ inutile dire che anche lei si sente coinvolta nell’atmosfera di grande emozione che si è creata, soprattutto in vista del discorso che vuole fargli; durante la cena, le carezze sfuggono volutamente e lei arriva a sentire la sua eccitazione sfiorando il membro da sopra al vestito, sotto la tovaglia; lui la guarda sospettoso.

“Loredana mi ha confidato che vi siete detti addio da vecchi amanti; ce la faresti a reggere anche con me una notte da innamorati o ti chiedo troppo?”

“Lo sai che è molto rischioso, alla vigilia della lettura della sentenza?”

“Non rischiamo niente; quello che è stato deciso tre anni fa vale ancora oggi; di più, abbiamo vite separate ormai; voglio solo un addio, solo una notte per noi, per chiudere un capitolo fondamentale della nostra vita.

“Non ti dico di no; ci sono delle condizioni a cui non posso sottrarmi; andremo a ‘casa nostra’, dopo la cena; se ci sono le condizioni, passeremo insieme l’ultima notte, sperando di non scannarci e di non pentirci.”

“Non ce ne pentiremo e non ci scontreremo; ho solo tanta voglia di te, delle tue carezze e delle tue parole.”

“Va bene; proviamoci.”