Manuela e Diego

Capitolo 1 - Mia moglie non me la conta giusta

Canta Storie
4 months ago

Ciao a tutti. Siamo Manuela e Diego, una coppia di sposi da parecchi anni ormai. Questa piccola introduzione ci è sembrata dovuta per ringraziare Cantastorie28 al quale ci siamo rivolti per raccontare la nostra vita. Gli abbiamo affidato la nostra confessione e lui ne ha fatto una serie di racconti su due punti di vista che abbiamo apprezzato tantissimo. È una sensazione strana leggere un racconto sulla propria vita e ammetto che nonostante sapessimo già come andava a finire, avendo vissuto tutto realmente sulla nostra pelle, è stato incredibile non riuscire a smettere di leggere. Lo ringraziamo perché leggere di noi ci ha fatto eccitare tantissimo e perché i racconti sono stati per noi una degna celebrazione della nostra vita. Abbiamo insistito per fargli pubblicare anche il nostro ringraziamento e per fare usare a Cantastorie i nostri nomi reali. Vi auguriamo buona lettura e speriamo che la nostra storia vissuta sia fonte di piacere per molti.

IL SOSPETTO CHE QUALCOSA NON VA

Avete presente quella strana sensazione che si prova certe volte, quando sembra tutto a posto eppure qualcosa non quadra? Io sì, ed è una sensazione bruttissima. Ti lascia dentro il dubbio che la tua vita apparentemente perfetta, possa in un attimo crollare e diventare un incubo da cui non riesci a svegliarti. Il brutto di questi stati d’animo è che, anche se di preciso non ci sono segnali che qualcosa stia per accadere, poi succede realmente quell’imprevisto che complica tutto.

Nella mia vita ho sempre avuto tutto quello che ho desiderato, anche se non nell’ordine che avrei preferito. Mi chiamo Diego e ho 42 anni, portati bene, a detta di mia moglie Manuela sono un bell’uomo e anche ad attrezzatura sono messo decisamente bene (non un superdotato, ma sicuramente sopra la media). Io e mia moglie ci siamo conosciuti al liceo, lei più piccola di due anni. Ci siamo subito avvicinati e l’attrazione, che sembrava una cotta adolescenziale, è diventato presto un amore molto forte che va avanti da più di vent’anni. Quando Manuela aveva appena 18 anni abbiamo fatto la cazzata di fare sesso senza precauzioni e lei è rimasta incinta. A soli vent’anni mi ritrovavo padre e, seppur con le difficoltà di essere giovanissimi e non avere un lavoro fisso, abbiamo cresciuto quello che, appena emesso il primo grido in sala parto, è diventato il nostro bene più grande. Purtroppo però una complicazione durante il parto ha portato al danneggiamento dell’utero di Manuela che per quel motivo non è più stata in grado di avere figli, cosa che però non ha mai pesato sul nostro rapporto. Eravamo felici. Le nostre famiglie ci hanno sostenuto e aiutato nell’arduo compito di essere genitori giovanissimi e ci hanno dato la loro benedizione per il matrimonio. A soli 22 anni io e 20 lei eravamo già marito e moglie con un bellissimo bambino.

Negli anni sono arrivati i successi universitari e lavorativi e la nostra vita è cresciuta di tenore, tanto da permettere a nostro figlio le migliori scuole private e oggi di fare studiare medicina ad Oxford. Siamo molto fieri di lui.

Date le premesse che ho appena fatto, vi chiederete cosa c’è che non va. Ancora non lo sapevo, ma il problema c’era e riguardava me e mia moglie.

Manuela è sempre stata una donna bellissima e lo è tutt’ora. Una splendida quarantenne dai capelli biondi, la carnagione leggermente abbronzata e un fisico atletico mantenuto come fosse un tempio sacro. La mattina si alza presto e va a correre un’oretta prima di andare a lezione (fa l’insegnante alle scuole medie), e due volte a settimana alle 18 prende lezioni di yoga. Segue una dieta ben bilanciata, non fuma, ma non si nega un bel bicchiere di vino rosso la sera dopo cena. È stupenda e dopo più di vent’anni amo lei, i suoi seni (una terza abbondante) e il suo culo piccolo e sodo, come fosse la prima volta. La nostra vita sessuale è rimasta sempre attiva; la passione tra di noi non si è mai spenta, anche se abbiamo sempre fatto tutto in modo classico, niente anale, ne pompini, qualche sega ogni tanto. Lei ha sempre goduto e ci è sempre andata bene così. Una media di due volte la settimana, anche se nell’ultimo periodo si sta abbassando. Negli ultimi quindici giorni appena due volte. Ma non ho visto un problema in questo.

Il sospetto inizia qualche giorno fa, quando la vedo uscire di casa in abiti un po’ troppo eleganti per andare a fare lezione a dei preadolescenti. Al mio chiederle come mai quei vestiti, lei mi risponde che c’è una conferenza a scuola con uno scrittore e che non vuole sembrare la classica professoressa sciatta di mezz’età.

Tutto sommato una motivazione plausibile, al che i miei dubbi si assopiscono.

Passano i giorni e noto che al pomeriggio esce sempre più spesso. Mi dice che fa yoga una volta in più alla settimana e che c’è una nuova supplente più giovane che la invita fuori per un aperitivo ogni tanto.

A casa si comporta inizialmente in modo normale, ma piano piano sembra quasi più distaccata nei miei confronti.

Quando esce al pomeriggio indossa completini di yoga, sempre più striminziti che non lasciano molto all’immaginazione. Io sono di natura molto geloso e le chiedo il motivo di questo abbigliamento più ose’. La sua risposta è che sono io che mi faccio strane idee, che quello è un modo di vestire assolutamente normale per chi fa yoga.

Quella sensazione che vi dicevo all’inizio ormai è diventata un tarlo nella mia testa; mi impone, insieme al mio essere geloso, di andare a fondo alla questione. È una delle cose peggiori non riuscire a fidarsi dell’amore della tua vita.

Un pomeriggio che dice di andare a yoga la faccio uscire e la seguo senza farmi vedere.

Incredibile, ma vero. Va effettivamente alla lezione di yoga. Sto lì una quindicina di minuti e poi vedendola fare tutte quelle posizioni strane sul tappetino, me ne torno a casa.

La sera quando torna è sudata e stranamente euforica. Vuole fare la doccia insieme, cosa che ogni tanto facciamo ad onore del vero. Ci baciamo e facciamo l’amore. Dopo cena ci sdraiamo sul letto insieme, ci coccoliamo e baciamo. Parliamo.

 M: Stavo pensando che la nostra vita sessuale è diventata un po’ monotona, non credi anche tu, amore?

 D: No, perché? Non mi dispiacerebbe certo fare la doccia insieme come oggi più spesso, questo è sicuro. Però non mi sembra che la nostra intesa sia diminuita o altro. Tu non sei felice di come vanno le cose tra di noi?

Mentre a parole Manuela mi dice che è felice, gli occhi dicono tutt’altro; ma io non lo capisco, in quel momento.

 M: No, no. Sono felice con te. Mi piacerebbe solo provare a ravvivare il nostro rapporto con qualche gioco, magari.

    D: Sono curioso! Cosa hai in mente?

    M: Ti fidi di me?

    D: Sempre, che domande! Sei l’amore della mia vita, come posso non fidarmi di te?!

    M: Aspettami qui e chiudi gli occhi!

La sua voce è euforica, anche se quest’ultima frase la dice con un tono alquanto autoritario.

    M: Mettiti in mezzo al letto. Gambe e braccia aperti. E non aprire gli occhi, mi raccomando!

Eseguo. Sento le sue mani che mi afferrano la maglia e me la tolgono. La butta lontano e sento che sale a cavalcioni su di me. Sento il tocco umido della sua figa pelosetta sulla pancia, è nuda su di me. Sento l’eccitazione crescere in me; ho voglia di sbirciare, ma resisto. Manuela capisce che non resisterò a lungo con gli occhi chiusi. Così mi benda gli occhi. Lì apro, ma non vedo assolutamente nulla. Lei sempre a cavalcioni su di me, fa scorrere le sue mani dalla mia spalla destra verso il polso. Lo afferra e con un cordino me lo lega alla spalliera del letto. Fa lo stesso con l’altro braccio e io la lascio fare. Si mette di lato e mi bacia partendo dalla bocca, scende sul collo e sul petto. Passa alla pancia, leccandomi dentro l’ombelico. È una Manuela nuova, ma mi piace e la lascio fare. Inutile dire che ho un’erezione ben evidente dai pantaloni della tuta. Sento che mi afferra i pantaloni e li abbassa insieme alle mutande, liberando i miei 18 cm e il ciuffetto di peli pubici che spariscono coperti dall’erezione. Lancia via i pantaloni e come per le braccia parte dall’inguine e mi sfiora fino alle caviglie. Mi lega anche le gambe ai piedi del letto.

Io sono in silenzio, con il respiro affannoso. Sparisce per qualche minuto, lasciandomi lì così. La chiamo, ma non risponde.

    M: Ora fai silenzio e goditi quello che sta per venire.

Sento le sue mani fredde che accarezzano il mio membro. Passano dalle palle fino alla cappella. Non dura molto però, perché si impala sul mio membro e inizia a cavalcarmi all’amazzone. Sento i suoi umori che colano sul mio membro e sul mio inguine. La cappella che sparisce dentro quel paradiso caldo che ha Manuela in mezzo alle gambe. Io respiro affannosamente. È davvero eccitantissimo. Non so quanto posso resistere così, anche se di solito ho una bella durata.

Sento degli strani rumori. Dei gemiti di piacere provenire da lei, ma anche un altro rumore, nuovo. Sembra quasi un conato, ma forse mi sbaglio. Ho la strana sensazione che ci sia un’altra persona in camera insieme a noi. Ma forse è la mia immaginazione. Da bendato tutti i suoni sono amplificati e la novità di questa esperienza mi confonde un po’, forse.

Mi cavalca per diversi minuti poi, non resisto più. E al grido di «Vengoooo!» riverso dentro di lei un bel po’ di cremina bianca e densa. Lei gode a sua volta e lo sento benissimo dalle contrazioni delle sue pareti attorno al mio membro. Un mix di emozioni e sensazioni fortissime e bellissime.

Manuela scende da me.

    M: Aspettami qui!

Sento che esce dalla camera, ma ancora mi sembra ci siano dei passi di un’altra persona. Sento la porta di casa chiudersi. Mia moglie ritorna e mi toglie la benda. È nuda, sudata e rossa in volto. Ma sul suo viso c’è un bellissimo sorriso che mi fa sciogliere il cuore.

Non dico nulla della sensazione della terza persona in camera. Quando mi slega, la afferro. La porto verso di me e la bacia. Mi stacco dalla sua bocca per un attimo.

    D: Ti amo, amore mio!

Le dico. Lei mi sorride, mi bacia.

    M: Ti amo anche io!

Ci corichiamo nudi, abbracciati e ci addormentiamo felici.

Qui la mia domanda per voi: “C’era davvero un’altra persona in camera con noi?”

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