Superman super arrapato

strega bisex
2 months ago

Piove, piove come se non lo facesse da anni, le gocce d’acqua mi rimbalzano addosso dure, pesanti come proiettili sul corpo di Superman e se ne vanno via.

È un buio di caverna la città anche con tutti i lampioni accesi, per fortuna che è venerdì, il lavoro è finito, ma le strade sono intasate di traffico e non vedo l’ora di essere a casa per potermi spogliare di tutto infilarmi nella mio doccia idro e sotto una lunga pioggia di acqua bollente lavarmi via tossine, brutti pensieri e problemi di un’intera settimana.

Trovo subito un posteggio e dopo quasi due ore di viaggio per 40 km finalmente scendo di macchina, pochi passi sotto questo diluvio e sarà weekend, ma mentre poggio il piede fuori dell’abitacolo sento un brivido che mi scorre lungo tutta la spina dorsale come una scossa, una sensazione  strana quasi un preavviso che qualcosa sarebbe successo.

Sì, ma cosa??

Percorro gli ultimi duecento metri di marciapiede senza riparo pensando o cercando invano una risposta a questa mia sensazione.

Infilo la chiave nella porta e apro, ma non avevo dato tutte le mandate stamani mi chiedo, e un’altro brivido mi passa addosso sapendo di averle date tutte, e in un secondo mi gela il sangue.

Apro la porta con fare quasi violento, i ladri ultimamente colpiscono molto spesso nella mia zona residenziale, la crisi e il poco lavoro hanno contribuito a far ciò.

Accendo la luce nella sala ingresso ma è tutto sistemato, e sembra anche tutto pulito,  Non sarà forse perché invece di rubate sono entrati er pulirmi casa mi chiedo ironicamente?!

Armato di tanta calma, buone intenzioni e tanti se, guardo che nn manchi niente, poi entro in cucina per controllare e pure li sembra passato mago Merlino col suo woketi woketi woketi wa….. tutto in ordine e perfettamente splendente, e la cosa ora inizia davvero a spaventarmi.

D’improvviso sento un rumore che proviene dalla porta socchiusa dalla mia camera da letto, tutte le mie porte e muri sono insonorizzate, e un ulteriore scossa mi attraversa tutto il mio atletico corpo. Adesso però è anche un filo di paura per chi potrebbe esserci celato di là e per cosa stia facendo.

Non ho niente da potermi far rubare, la mia cassaforte è nascosta nella stanza armadio che ho progettato e costruito io stesso e che ho reso invisibile al mondo intero accessibile solo attraverso un finto sporto dell’armadio.

Mi avvicino alla camera con passi felpati come un leone che con pazienza e furbizia caccia la sua preda, con movimento lentissimo per non farmi sorprendere sposto la maniglia ed apro la porta lentamente e….. tutto in ordine, tutto pulito, ma cosa succede?? Chi mi vuol far invecchiare di cento anni in pochi secondi?? Chi vuole fermarmi il cuore con questa paura??

Sono davvero su di giri, dopo una dura settimana di lavoro, dopo tutta l’acqua presa nel tornare a casa e adesso questo, ho l’adrenalina a mille e i nervi a fior di pelle, mi sento come se avessi bevuto venti Redbull.

Non mi importa, chiunque sia si sarà nascosto in bagno dalla porta comunicante della camera, quindi prima o poi dovrà uscire, ed io lo aspetterò li, anzi quasi quasi lo sorprenderò entrando dentro per andare a farmi una doccia o un bel bagno rilassante nella mia vasca idromassaggio.

Quindi mi distendono un secondo sul mio letto, solo dopo essermi spogliato dei vestiti umidi, in mutande e basta per distendere un poco i nervi.

Avevo pensato sì di chiamare la polizia, ma se poi fosse solo frutto della mia stanchezza o fantasia o stress da lavoro a farmi andar fuori di testa?

Mi rilasso per qualche minuto, poi con scatto deciso salto in piedi e preparo la biancheria di cambio e senza pensarci mi avvio verso bagno.

Spengendo la luce sul comodino mi accorgo nel buio della stanza che da sotto la porta del bagno esce una luce, quindi qualcuno c’è davvero lì dentro, perché stamani prima di uscire per andare a lavoro mi sono assicurato personalmente di controllare tutte le stanze, luci, finestre aperte ecc..

Non resisto più, voglio entrare e farla finita di questa storia che mi sta accorciando la vita di un anno per ogni secondo che passa, ma questa voglia si scontra pure, anche se non dovrei dirlo grande e grosso come sono, con una leggera paura. Ma poi penso che un uomo tutto d’un pezzo, forte e atletico come un super eroe non può aver paura di niente, allora preso da una vampate di eroismo afferro quella maniglia e spalancò la porta.

Entro e lo stupore mi riempie gli occhi, tutto l’ordine che ho trovato rientrando in casa era spazzato via dal tappeto di indumenti femminili che coprivano il pavimento riscaldato del mio antibagno camerale. Scarpe, gonna, scarpe rosse con un tacco da dodici, calze a rete camicia bianca con pizzo ricamato e un paio di mutandine grigie con scritto sopra venerdì. Ora la paura e lo stupore hanno lasciato il posto ad una strana e divampante scossa erotica, perché da un piccolissimo dettaglio visto in quegl’indumenti mi ha fatto capire chi è che si trova lì nel mio bagno.

Senza fare rumore, mi sfilo le scarpe, sbattono, e tolgo la camicia e lo stesso vale pure per i pantaloni, tiro via i calzini e per finire pure i boxer; resto nudo, statuario come un bronzo di Riace e col mio membro che mostra come si sta sugli attenti all’adunata e con passi decisi entro nel bagno.

Entro e ti intravedo dentro la doccia ormai tutta appannata dal vapore che crea l’acqua a tremila gradi Fahrenheit che ti piove addosso.

Bellissima, con una mano sei appoggiata alle mattonelle mentre con l’altra ti stai accarezzando fra le gambe, i tuoi capelli rossi che cadono madidi di acqua lungo il filo della tua schiena e quel sedere che pare la cascata di Trevi ritto per la posizione che hai assunto quasi ricurva in avanti e con la gamba sinistra tirata in su.

Ne ho viste di donne splendide nella mia fin qui lunga vita, ma in quest’istante davanti a te dentro la mia doccia, passerebbero inosservate come una fiato Panda accanto ad una Ferrari. Mai, dico mai ho visto qualcosa di così sensuale paragonabile a questo, e il sangue mi inizia a bollire, circola nel mio corpo a ritmi vertiginosi, il mio eros si infiamma e sento che il membro tira bello duro come un martello contro un chiodo.

E non resisto, apro lo sporto della doccia ed entro.  Non fai una piega, sapevi che sarei tornato, e mi aspettavi, mi desideravi, tanto che dalle tue labbra esce un: – Ti aspettavo stallone mio, ce ne hai messo di tempo a tornare a casa, la tua puledrina ha tanto bisogno di coccole e di essere domata meow –

Ti stacchi dal muro con la mano, ti giri e guardandomi, non riesci a non finire per fissare quel palo della luce che dritto mi si rizza dalle gambe fino all’ombelico, come un enorme fungo che finito il gambo lascia il posto ad una cappella quasi viola da come è in tiro e vogliosa di essere apprezzata da te.

– Mmmm vedo che pure tu sei felice di vedermi mio stallone – e prima ancora che tu possa dire altro mi afferri per il cazzo e mi tiri tutto dentro la doccia fino ad appoggiarmi al vetro. I nostri corpi bagnati si scontrano e si uniscono prima in un appassionato abbraccio e poi in un innumerevole quantità di baci e carezze che ci scambiamo su tutto il corpo.

La tua pelle bianca e liscia si lascia scorrere dalle mie dita come una una foglia da una goccia di rugiada, il tuo corpo bollente è come un pianoforte sul quale muovo le mie mani creando una sinfonia celestiale.

Ti giri dandomi le spalle, e non resisto alla tentazione di baciarti quella pelle di seta della tua schiena, mentre ti appoggi con forza con il corpo a me, così tanto che il mio membro sparisce fra le tue mele. Sobbalzi per un istante, perché lo senti tutto, anche se solo esternamente, ne capti la sua durevole voglia di penetrarti e di farti raggiungere quel Paradiso che mai hai provato in vita tua.

Lo capisci, e per farmi eccitare ancora di più te lo tieni stretto fra le chiappe stringendo con forza e poi muovendo il sedere a destra e sinistra come fossi una ballerina al carnevale di Rio. Un impulso di eccitazione mi parte dal cervello e scorre velocissimo fino al mio cannone che come acceso da una presa elettrica scatta e ti bussa proprio nel tuo foro proibito, quasi a chiedere permesso io entro.

Sfondo ogni mio riguardo e pian piano la mia cappella si fa spazio fra le tue mele, senti un po’ di fastidio, ma è quella sensazione buona nuova che ti prende, quella voglia di avermi dentro che ti fa dare ancora di più. Io entro piano e tu vieni col tuo sedere indietro, direi che è un lavoro di squadra perfetto tesoro mio!

Mi piace il tuo culo che mentre vi penetro dentro, tasto esternamente le tue chiappe con le mani: bello, grande, sodo e morbido al punto giusto, mi fa andare il testosterone a volumi inarrivabili, il mio cazzo lo sento ormai come uno shuttle lanciato in orbita che fra poco andrà avanti e indietro nel tuo universo anale. Ora che sono entrato tutto dentro con le palle che ti battono addosso, inizio a scopartelo ben bene sospinto dal tuo piacere che sento e che manifesti benissimo con i tuoi movimenti e col tuoi versi vocali. Sei davvero eccitante quando esprimi la tua gioia sensuale, quando presa dal piacere mi sussurri: – Sì di più, sfondami tutta, scopami il culo, si così così, di più…-  e io non desidero altro di sentirtelo dire e continuo a trapanarti quel buco come la trivella che aprì il traforo del Montblanc.

L’acqua ci cade giù addosso bollente come un temporale esotico, di quelli che se arrivano buttano giù a terra più acqua di quella che è nel mare, ma a noi sembrano poche gocce persi come siamo a divincolarci fra noi per cercar di godere il più possibile.

Le tue mele sono ormai di un color rosso sangue a causa delle continue botte che il mio bacino ti sta dando e dagli schiaffi che ad ogni penetrazione ti do sopra scandendo il ritmo di scopata. La tua fica rosa è fradicia, ma non è solo l’acqua della doccia, con le tue dita della mano destra te la stai ripassando tutta come quando ti fai i riccioli ai capelli quando non sai che fare o dal nervoso. È tempo che adesso mi dedichi pure a lei e al resto del tuo meraviglioso corpo che mi tira più di un Tir.

Esco dal tuo culo e si sente come lo stappare di uno spumante e te che sobbalzi, mi appoggio un po’ a te sempre in questa posizione, ti bacio la schiena e mi viene d’istinto di prenderti quei due seni maturi e spremerli,  e tirarti quei due chiodi che hai come capezzoli. Con movimento di bacino ti fo sentire il mio bastone sulla fica, e senza aiuto di mano perché duro e dritto come una trave di acciaio, ti entro dentro e inizio a entrare ed uscire da quel tuo Paradiso caldo e invitante che hai.

Ti prendo in braccio e una volta appoggiata al vetro della doccia con la schiena ti scopo in collo con te che prima mi avvinghi le gambe alla schiena e poi le allarghi per poterlo far penetrare più in profondità. Le dita dei tuoi piedi ad ogni mia penetrazione sembrano allargarsi a fisarmonica e le tue mani mi stringono a sangue le spalle. Sei tutta incurvata all’indietro con la schiena e mi spalanchi davanti agli occhi il tuo petto tutto aperto e bagnato. Mi ci infilo in mezzo con la testa e inizio a ciucciare e succhiarti i seni come fossi un infante che vuole tutto il tuo nettare vitale. Ti tiri su con il busto e mi sento avvolto da quel mare rosso dei tuoi profumatissimi capelli mentre col viso sparisco fra le tue coppe di champagne che mi stanno ubriacando di felicità; la mia spinta continua la sotto, col mio sergente che non si da tregua finché non avrà vinto la guerra.

Sì, ebbene sì, il mio affare, cazzo, membro, apparato genitale o come più vi piace chiamarlo, io lo definisco il “sergente” perché si fa sempre trovare pronto alla battaglia, si fa sempre trovare sull’attenti resistente e duro da abbattere. Fuori intanto continua il diluvio universale, i vetri del bagno gocciolano zuppi di acqua piovana, come i nostri due corpi uniti ad unisono dentro la doccia e giocano come bambini che si rincorrono e spingono nel cortile della scuola, te scappi avanti, ma ti fermi aspettando golosa che ti raggiunga e ti dia la mia piacevole spinta di bacino e quel chaff delle tue mele allo sbattere con le mie cosce.

Mi piace scopare la tua fica bollente di voglia, e pronta per l’ennesimo orgasmo tuo e per la mia eruzione vulcanica. Non so da quanto ti sto ripassando, ma so solo che ci diamo quasi, fra poco l’Etna e il Vesuvio diventeranno rossi di invidia vedendomi scoppiare come mai prima d’ora era mai successo;  la mia cappella è viola come la maglia da calcio della fiorentina, bollente e dura come non lo era mai stata. Spingo, spingo, spingo voglio venire al più presto e ho un gran desiderio di sentirti urlare quando i nostri orgasmi arriveranno all’unisono come lo scontro di due onde anomale.

-Dentro o fuori?- ti chiedo sentendo che sono all’apice dell’orgasmo e tu senza far passare nemmeno un’istante mi rispondi –dentro stallone mio dentro- non aspettavo altro che queste parole ed io mi abbandono al godimento e levo ogni freno mentale che avevo messo per venire il più tardi possibile. Godo e finalmente uno schizzo vulcanico esce forte, violento rapido e copioso riempiendoti tutta la fica mentre non riesco a controllare la mia eccitazione urlando un: “Aaaahhhhh siiiiiii prendilo tutto prendilo tutto!!!”

E te lo senti, eccome se lo senti e pure te inizi a gridare: “siiiii, siiii, siiii, siiii…. riempimi tutta con tuo sergente”.

Schizzo di brutto e continuo ad andare su e giù come da una molla spinta ancora l’effetto dell’adrenalina che ho in corpo, il mio lui è ancora duro e pieno di schiuma orgasmica quando lo estraggo dal tuo corpo rovente e ti abbraccio dalla voglia di coccolarti dopo l’amplesso.

Usciamo da sotto la doccia dandoci baci e carezze lungo tutta la pelle, ti avvolgo con un mio accappatoio che ti avvolge come un saio da Jedi prendendoti un po’ in giro vedendoti cosi vestita e ti svelo che ti avrei sognata come la principessa Leila vestita solo del bikini dorato che ti strappavo via di dosso appena davanti a me.

Vestiti solo degli accappatoi usciamo dal bagno e appena in camera ci stendiamo sul letto stanchi della nostra acquagym ma ancora pieni di voglia di noi. Sì. Non mi stancherei mai di te, di averti accanto, di poter respirare il tuo profumo, di poterti avere fra le mie braccia e di potermi perdere dentro di te.

Ormai saranno già le 21.00 e non abbiamo nemmeno cenato, ma quando stiamo insieme scappiamo dal tempo reale, siamo noi in nostro cibo, il mondo esterno non esiste più, ci stendiamo sul letto, e una volta sotto le lenzuola di raso nero ci abbracciamo come se volessimo essere un corpo solo. I tuoi capelli rossi  profumano di agrumeti, come tutta la tua pelle, mi inebri i sensi talmente tanto che senti fra le gambe un qualcosa di duro che cresce, si raddrizza e ti preme sulla carne, ancora non sazio, come un serpente boa ipnotizzato dai fachiri indiani.

Porti le tue mani sotto, e inizi ad accarezzarmi il lungo gambo, e alzando le gambe e mettendoti in una posizione da tacchinella mi fai capire che pure te ne vuoi ancora, che la tua fame sessuale non è ancora placata.

Allunghi un braccio e dalla tua borsetta posta sulla sedia a costo al letto tiri fuori un plug dorato con una pietra rosso rubino e prima che io ti faccia nuovamente mia te lo infili nel culo. Con molta calma te lo accosti al buco, lo fai penetrare un poco per volta tornando sempre un po’ indietro per non sforzare l’ano, poi in un attimo sparisce dentro con un Plaff. Ora sei nuovamente a tacchinella, pronta per me, con la tua patata rosa acceso che mi strizza l’occhiolino. Io sono pronto, mi tiro due colpi di sega per farmelo più duro e poi te lo accompagno fra quelle tua due labbra rosa e calde. Non pensavo che questa posizione potesse esser così soddisfacente, invece ti penetro tutta e godiamo come maiali entrambi.

Pochi minuti di spinte e vengo ancora come se non lo facessi da anni mentre te non trattieni i tuoi gemiti di piacere, la fatica è tanta, tanto che ti stramazzo sopra, ti abbraccio e bacio i tuoi seni, ma non ho forze per estrarti il mio cazzone da dentro di te.

Poi con un colpo da karate mi rovesci sul letto e mi vieni sopra, iniziando a leccarmi e baciarmi il petto e poi scendi giù fino al pene sborroso, ormai quasi moscio dopo le lunghe cavalcate. La tua lingua co accarezza come fosse un leccalecca mentre lo ripulisce tutto del suo orgasmo, poi lo fai sparire in bocca, avida e golosa del mio sperma. Lo sento, il piacere sale che provo nel sentire la tua lingua che struscia sulla cappella, della tua bocca che lo stringe mentre lo ha tutto dentro e succhia quel che resta del mio sperma.

Ti stacchi da me e ci sdraiamo sul letto stanchi, sfiniti, io svuotato e te riempita, felici come avessimo fatto 6 al super enalotto, e crolliamo in un sonno profondo uno abbracciato all’altra, te di spalle ed io che sembra non voglia lasciarti più andar via da me.

Sogna mia dolce puledrina e riposati che la cavalcata è stata lunga e domani come diceva Rossella O’Hara è un altro giorno e un’altra galoppata. Meoooow

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