Annarita ed il mio ritorno dal servizio militare

Bene! Questa storia è vera e realmente accaduta. L’ho “romanzata” in modo da poter salvaguardare la privacy delle persone coinvolte oltre che alla mia.
La nostra Marina Militare mi aveva posto in congedo per fine degli obblighi di leva. Durante il servizio mi aveva offerto la possibilità di studiare e specializzarmi nella motoristica navale, cosa che ha me piaceva tantissimo.
Tornato a casa cominciai ad inviare curriculum a tante compagnie di navigazione sperando che una prima o poi mi chiamasse. Nel frattempo mi arrangiavo con lavoretti di poco conto, un mese qui, una settimana la e cosi via.
Annarita seppe che ero tornato e con la scusa che doveva mandare un pacco di dolci a mia madre le chiese se potevo passare a prenderlo, per cui mia madre mi disse: “Domani se puoi passa da Annarita ti deve dare un pacco per me.” Ed io facendo finta di essere un po scocciato : “Dai proprio domani” Mia madre: “Perchè devi fare qualche cosa? Stai zitto e vacci che forse ti farà pure fare qualche lavoro in campagna e ti guadagni qualche cosa”
Il pomeriggio successivo andai a casa di Annarita. Ero indeciso su come comportarmi e decisi di comportarmi come se nulla fosse successo tra noi, oltretutto era passato un anno e mezzo dal “regalo che mi aveva fatto” e aveva 20 anni più di me.
Annarita mi aprì la porta come se non fosse successo niente. Entrai, andammo in cucina e vidi il pacco sul tavolo. Preparò il caffè e mi fece accomodare sul divano. Bevemmo il caffè e mi chiese: “Come stai? Come è andata? Mi sei mancato tanto ed ho pensato molto a te” Non feci tempo a rispondere che mi baciò. Ero felice, pensavo che tra me e lei tutto era finito, invece lei voleva proseguire questa avventura.
Ci sdraiammo sul divano e continuammo ad abbracciarci e baciarci. Misi le mani sulle sue tette e le accarezzai poi la mia mano scivolò in basso e gli tolsi la maglietta. Allungai la mano fino alla fica e lei mi fermò dicendomi: “Oggi non si può! Sono nei giorni no, devi aspettare fino alla settimana prossima. Tranquillo non ti lascio andare via a mani vuote!”
Si mise a slacciare i miei pantaloni. Mi abbassò leggermente
pantaloni e mutande e tirò fuori il mio cazzo. Guardandolo disse: “Mi sei mancato”. Cominciò lentamente a scappellarlo. Lo scappellava e lo chiudeva con molta calma. Se lo stava godendo. Lo baciò sulla punta per poi baciarlo lentamente tutto, cominciò a leccarlo con la punta della lingua per poi infilarselo tutto in bocca fino alla gola.
Mi spompinò per un po' poi mi disse: “Non ti trattenere” e continuò a spompinarmi. Sborrai nella sua bocca e lei non lo mollò. Ingoiò tutto.
Andai in bagno e mi sistemai. Con Annarita rimanemmo d’accordo che ci saremmo visti in campagna dopo una settimana. Mi spiegò come arrivarci a piedi lasciando la mia macchina su un altra strada in modo da non destare sospetti.
Passò una settimana e, di primo pomeriggio, mi trovai li, come mi aveva detto, nella sua casetta di campagna. La porta era aperta ed Annarita stava preparando il caffè (sapeva che mi piaceva molto, mi viziava e me lo faceva sempre). Le dissi : “Ciao, sono arrivato.” Chiusi la porta. Mi sorrise, mi venne incontro e mi baciò. Mi fece sedere e bevemmo il caffè dopo di che mentre ero seduto si alzò la gonna e mi si mise in braccio a cavalcioni. Cominciò a baciarmi ed ad accarezzarmi. Io, mentre ci baciavamo le carezzavo le tette e piano piano le sbottonavo la camicetta fino poi a togliergliela. Lei mi levò la maglia. Avevo imparato come sganciargli il reggiseno ed mentre la baciavo lo feci. Lei lo tolse e rimanemmo entrambi a petto nudo.
Si alzò mi fece alzare e mi tolse i pantaloni. Fece cadere la sua gonna e rimase con indosso solo una mutandina bianca da cui fuoriusciva dai lati e da sopra la sua lunga peluria nera.
Ero ancora in piedi e lei mi fece sedere sul tavolo. Si sedette di fronte a me e cominciò a spompinarmi. Dopo un po’ volle il cambio. Si mise lei sul tavolo ed io, seduto di fronte a lei gli sfilai le mutandine e cominciai a baciare la sua figa. Le piaceva, gemeva ed a me piaceva leccargliela soprattutto sentirla gemere. “ Oddio! Che bello! Che bello! Vengoo! Se ne venne, mi alzai e lei “Adesso si, scopami cosi”
Stava sdraiata sul tavolo con le gambe aperte mi alzai spostai la sedia, mi avvicinai, puntai il cazzo sulla sua figa carica e piena di umori, spinsi, entrò.
Cominciai a muovermi e vedevo il mio cazzo che si muoveva nella sua figa. Mi eccitava tantissimo tanto che mi dovetti fermare per non venire e lei “Che fai ti fermi” Io: “Sto per venire” “ Se devi venire vieni dopo proseguiamo”. Quel piccolo momento di sosta mi rigenerò e continuai a scoparla con sempre più foga. Annarita venne un altra volta. Io le sborrai sulla figa e sulla pancia.
Mi sedetti mentre lei rimase sdraiata sul tavolo per qualche istante. Riprendemmo fiato. Annarita si alzò mi prese per mano e mi portò in bagno.
Mi fece sdraiare per terra si mise in piedi sopra di me si accovacciò un poco e mi pisciò addosso. Si abbassò completamente e si mise il cazzo nella figa. Non capivo più niente ero in estasi.
Mi cavalcò con foga e, penso eccitata anche lei dalla pisciata, se ne venne subito.
Si sdraiò lei e volle che la scopassi cosi. Riuscii a farla venire con molta fatica, non da parte sua ma da parte mia ero eccitatissimo. Le sborrai nuovamente sulla fica.
Ero stanco e lo era anche lei.
Ci alzammo e ci infilammo nella doccia. Provai una bellissima emozione a lavarmi con lei. Era la prima volta che facevo la doccia insieme ad una donna.
Ci rivestimmo ed andai via per la strada che avevo percorso per arrivare.
Con il passare degli anni ho riflettuto molto sulla nostra relazione.
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