Cornuto per godere

pennabianca
4 months ago

Mi chiamo Stefania, ho 34 anni, sono alta 1,65, capelli neri abbastanza lunghi, occhi scuri, bocca normale, seconda di seno e, a mio avviso, ho il culo un po’ grosso, fianchi larghi e cosce abbastanza belle. Sono una persona normale, che non ama apparire, che se ne sta un po’ defilata senza suscitare ammirazione, ma nemmeno ribrezzo. In pratica, sono una normalissima persona, come tante. Sono sposata con Carmelo, un bel maschio alto 1,75, spalle larghe forti, fisico massiccio, ma non palestrato e, fra le gambe, anche una buona dotazione che sa usare abbastanza bene. Siamo sposati da sette anni e, mentre io lavoro come cassiera in un supermercato situato all’interno di un grande centro commerciale, lui, da due anni, lavora come meccanico specializzato presso una concessionaria, che vende auto estremamente costose. A volte, quando ne parla, mi fa quasi rabbia pensare che ci sono vetture che costano quanto un appartamento, o meglio una villa, e questo suo nuovo ambiente di lavoro, lo ha anche cambiato. Fino a questo momento, è sempre stato un buon marito, affettuoso e disponibile, e anche il sesso fra noi non era roba da film porno, ma, in ogni caso, una o due volte a settimana, una bella scopata intensa ed appagante l’abbiamo sempre fatta. Da quando ha cambiato lavoro, mi guarda con occhi diversi, perché si è abituato a trovarsi tra gente estremamente ricca, che si accompagna a femmine bellissime e vestite in maniera molto provocante. È chiaro che il raffronto con quello che vede e quello che trova nel letto, è totalmente a mio sfavore. Così i nostri rapporti sessuali hanno perso di vivacità, oltre che di frequenza, ed ora, al massimo, lo facciamo una volta al mese. Ho cercato di ottenere una spiegazione in proposito, ma lui ha semplicemente detto che non aveva più voglia. Allora mi son data da fare a stimolare, in qualche modo, il suo desiderio, indossando della biancheria più seducente, con il solo risultato di provocare la sua pungente ironia.

«Ma smettila! Non sono un paio di mutandine o un reggiseno diverso che fa la differenza; non riesci più a farmi eccitare come una volta.»

Pur furiosa, ho cercato, nel contempo, altri rimedi, ma senza trovarne. Alla fine, dopo un mese che non facevamo sesso per niente, mi son ridotta a supplicarlo.

«Amore, ti prego, facciamo l’amore? Ho una voglia pazzesca! Ho la fica in fiamme ed ho voglia di godere tra le tue braccia. Ti prego, guardami! Lo so che non sono una super fica come quelle che vedi ogni giorno, ma non sono neanche da buttare.»

Lui ha scosso la testa e mi hai esternato, ancor di più, la sua totale indifferenza.

«Lasciami in pace! Ti ha detto che non ne ho voglia! E poi, se hai la fica in fiamme, trova qualcuno che ci butti un secchio d’acqua. Anzi, sarei proprio curioso di vedere chi è quel disperato che ti scopa!»

Sono scattata in piedi sul letto, furiosa e decisa a vendicarmi per quel suo disprezzo.

«Mi vuoi dire che posso anche trovarmi uno che mi scopa?»

Lui ha sorriso e, girandosi verso di me, mi ha guardato con aria totalmente indifferente.

«Uno, due, o quanti te ne pare, basta che mi lasci in pace; ti chiedo solo una condizione: fatti scopare qui in casa, dove nessuno può vedere e sapere.»

L’ho guardato, basita! Ero talmente furiosa che lo avrei preso a pugni, se fossi stata forte abbastanza da fargli male.

«Guarda che ti prendo in parola, ne trovo uno e mi faccio sbattere fin quando ne ho voglia. Poi, però, non ti lamentare, se ti chiamo cornuto.»

Lui ha scosso la testa, dicendo che non gliene importava nulla, si è girato di fianco e si è messo a dormire. Io ero talmente arrabbiata, da non riuscire nemmeno a prender sonno, ma dentro di me, ha preso forma l’idea di mettere in pratica le parole di mio marito. Il giorno successivo, prima di entrare al lavoro, faccio un giro per il centro commerciale e, dentro un negozio di intimo, parlo con la commessa, per ricevere qualche suggerimento sul come valorizzare il mio seno. Lei mi mostra un particolare reggiseno, che fa apparire molto accattivante la mia seconda misura. Poi parlo con una mia amica che lavora nel centro estetico della stessa struttura e mi dice che, durante la pausa pranzo, può eseguire qualche significativo cambiamento al mio aspetto. Prima di andare al lavoro, passo anche in un negozio di calzature e, anche qui, la commessa, amica mia, mi consiglia delle scarpe dal tacco molto alto, con un plateau da 10 cm, in modo da farmi apparire ancora più alta di quel che sono. Quando le indosso e mi osservo allo specchio, rimango io stessa stupita da come, oltre a slanciare la mia figura, mi fanno inarcare il culo, e tutto questo mi piace ancor di più. Durante la pausa pranzo, l’amica estetista mi consiglia una serie di trucchi per valorizzare i miei occhi, il mio viso e, inoltre, mi esegue una semi depilazione della mia patata, per renderla ancor più attraente. Mi consiglia di indossare mutandine molto particolari: brasiliane, string o perizomi, che, in ogni caso, aumentano la sensazione di sentirsi piacenti, quando ci si muove tra la gente. Decido di cambiare anche il taglio di capelli e, da molto lunghi che li avevo, li accorcio all’altezza delle spalle. Naturalmente questo cambiamento nemmeno è stato notato da mio marito, ma stavolta non me la son presa più di tanto: mi sentivo bella e concupiscente e questo, per me, era l’importante. Una volta creata la nuova Stefania, restava solo un unico problema: trovare un maschio che mi piacesse e mi scopasse. Inizialmente pensavo fosse abbastanza facile, invece ho dovuto prendere atto che la cosa presentava non poche difficoltà. Mi avventuro un paio di volte per strada, vestita in maniera appariscente e con la speranza di rimorchiare un cazzo che mi faccia godere, invece ho l’impressione che il mio aspetto provocante intimidisca le persone, piuttosto che spronarle a farsi avanti. Poi, un pomeriggio, mentre sono nel parcheggio del posto di lavoro e mi accingo a partire con la mia auto, accidentalmente un signore, facendo retromarcia, finisce col toccare il paraurti della mia auto. Subito scende e, mortificato, si offre di pagarmi i danni. Quando a mia volta scendo dall’auto, indosso solo la mia divisa da lavoro, che è costituita, in genere, da pantaloni ed una camicetta, ma, potendo scegliere, ultimamente indosso una gonna che, anche se non corta, comunque rende merito alla mia femminilità.

«Signorina, sono estremamente mortificato per averle danneggiato l’auto e sono disposto a pagare quanto occorre pur di rimediare a questa mia disattenzione.»

Lo osservo e mi accorgo di trovarmi davanti un bell’uomo, dall’apparente età intorno alla quarantina, dai capelli leggermente brizzolati ed un pizzetto intrigante, che gli rende il viso volitivo.

«Non credo che ci siano gravi danni e questa leggera ammaccatura, che figura sul paraurti, forse era anche già esistente.»

Lui mi osserva e resta stupito dal fatto che io non intenda approfittare e chiedere soldi extra. Si avvicina, mi guarda insistentemente, si presenta da perfetto gentiluomo e mi offre di prendere almeno un aperitivo con lui, poiché è quasi l’ora di cena.

«Mi chiamo Dario e sono sorpreso dalla sua lealtà. In ogni caso, mi permetta almeno di offrirle un aperitivo, poiché è quasi ora di cena.»

Lo guardo ed accetto volentieri, ma, lo prego di scegliere un posto al di fuori del centro commerciale, dove avevo appena finito di lavorare. Lui ci pensa un attimo, e mi chiede di seguirlo, perché, non molto lontano c’è un bar con un comodo parcheggio ed una piccola veranda, dove si può stare in assoluto relax. Lo seguo e, mentre parcheggio, mi rendo conto che, pur non essendo vestita sexy, ho in ogni caso rimediato un drink e, così, decido di sbottonare un po’ la camicetta e velocemente sfilare il reggiseno, in modo tale che, pur se il mio seno non è molto voluminoso, in qualche modo potrò apparire più sexy allo sguardo di quell’uomo che mi piace davvero. Quando ci troviamo seduti al tavolo, vedo che il suo sguardo indugia all’interno della mia camicetta ed io, per provocarlo un po’, mi giro leggermente di lato, in maniera che la stoffa, lasciata lenta, faccia vedere, se non addirittura i capezzoli, almeno buona parte del mio piccolo seno.

Si rivela subito esser una persona simpatica, cordiale, e mi informa di trovarsi in città per affari e che ci ritorna periodicamente, dove si trattiene, in genere, per due o tre giorni. Ora si sentiva particolarmente fortunato ad aver incontrato una persona come me, cui, se ne avessi avuto piacere, potersi accompagnare a cena, atteso che, a mangiar da soli, è davvero una cosa molto triste. Lo guardo e mi rendo conto quanto quel suo modo di fare sia intrigante: praticamente mi sta invitando a cena quella stessa sera, sempre che non abbia altri impegni. Quando gli rispondo di esser assolutamente libera, i suoi occhi brillano di gioia e, quindi, mi dà appuntamento in questo stesso bar per le 20′.00, per andare a cena insieme. Accetto e, sorseggiato il nostro aperitivo, ci lasciamo con l’accordo di ritrovarci fra circa due ore, per trascorrere la serata assieme. Quando torno a casa, trovo un biglietto di mio marito che mi dice che passerà la serata in compagnia dei suoi colleghi di lavoro, per festeggiare il compleanno di uno di loro e, per questo, andranno tutti a cena in una delle pizzerie che abitualmente frequentano. Io, per niente infastidita dalla cosa, mi faccio una rapida doccia, poi apro l’armadio e decido cosa indossare per la sera. La serata non è molto fredda, così decido di indossare un bel tubino elasticizzato, calze autoreggenti e scarpe con il tacco alto. Quando mi guardo allo specchio, il mio culo risulta messo ben in mostra e anche il seno, non sembra niente male. Mi trucco leggermente, senza esagerare, ma giusto quel tanto che basta per evidenziare i miei occhi e, soprattutto, le labbra, che ricopro con un colore rosso fuoco che, sicuramente, non passano inosservate. Quando giungo sul luogo dell’appuntamento, lui è già lì e, quando mi vede, si complimenta con me per il mio splendido outfit. Ci dirigiamo speditamente oltre la tangenziale e, ad un tratto, sale lungo una strada che porta in collina e, una volta entrati in un piccolo agriturismo, ci mettiamo seduti in un tavolo, davanti alla vetrata, da cui si gode il panorama della città tutta illuminata. Lo guardo ed osservo le sue mani stupende; lui mi chiede come mai una bella ragazza come me, che porta alla fede al dito, ha accettato di uscire a cena con lui. Lo guardo e decido che voglio esser estremamente sincera con lui.

«Ho un marito che non si interessa di me, perché è affascinato da donne sexy e procaci. Trova che sua moglie non sia più in grado di suscitare l’interesse di un maschio, né tantomeno di farlo eccitare abbastanza, da far sesso e farmi godere.»

Lui, mentre stava mangiando, al sentire le mie parole, gli va quasi di traverso il boccone. Mi guarda sbalordito e, dopo aver sorseggiato un po’ di vino, mi prende il viso con entrambe le mani, e pronuncia delle parole mi fanno illanguidire tutta.

«Ti prego, non comprare un paio di occhiali a tuo marito! Se è talmente cieco, da non accorgersi di quale splendida femmina abbia al fianco, lascialo pure nella sua convinzione, perché ti assicuro che si sbaglia di grosso: sei infinitamente stupenda! Ho capito di quali donne lui parla: tutte puttanelle innamorate dei soldi, ma, a letto, bastano due leccate ed una scopata, e già sono sfinite, mentre tu devi esser una femmina calda, da far goder bene ed a lungo.»

Lo guardo con lacrime di gioia agli occhi e anche lui mi fissa intensamente. Così, senza dir nulla, ci alziamo e ce ne andiamo. Stavo per proporgli di andare a casa mia, ma decido che voglio punire ben a fondo mio marito, così gli suggerisco di portarmi nel suo hotel, in camera sua. Una volta entrati, ci siamo letteralmente strappati i vestiti di dosso e, completamente nuda, mi son sdraiata sul letto. Con la mano destra, ho aperto le labbra della mia fica per lui, mentre con la sinistra mi davo da fare a strizzare i capezzoli delle tette, mentre fissavo intensamente il suo cazzo, lungo e duro, forse non della stessa circonferenza di quella di mio marito, ma, in ogni caso, una verga di tutto rispetto. L’ho guardato con occhi languidi, invitandolo a farmi godere. Lui si è inginocchiato sul letto e mi ha ammirato a lungo, osservando con quanta libidine mi stavo offrendo a lui.

«Meravigliosa! Sei davvero una gran fica! Questa sera voglio proprio farti impazzire!»

Appena pronunciate queste parole, si è allungato fra le mie cosce ed ha subito preso a giocare con la lingua, facendomela scorrere lungo la fessura della mia fica, dal basso verso l’altro, per poi titillare, con la punta, il mio bottoncino che, al solo tocco, mi ha fatto emettere un gemito lungo e voluttuoso. Ho urlato subito un orgasmo improvviso, sconvolgente che ha sorpreso anche lui per la rapidità con cui ero venuta.

«Accidenti! Ma quanto tempo è che non scopi? Mi è bastato toccarti appena per farti godere! Tranquilla, perché, questa sera, la voglia te la soddisfo io, finché non mi dici basta.»

Mentre mi leccava e beveva tutto il nettare che sgorgava dalla mia fica, ha infilato due dita, una in fica e l’altra nel culo, facendomi sobbalzare dal piacere. Quelle dita mi penetravano sempre più velocemente e più vigorosamente, quindi ho alzato le gambe ancor più in alto, per aprirmi completamente a lui. Ho urlato che stavo venendo ancora, mentre dalla fica è sgorgato un fiume di piacere, più abbondante del precedente ed un mare di liquido caldo gli ha coperto il viso. Stavo impazzendo dal piacere, al punto da avere il corpo completamente fuori controllo e la mente concentrata su quell’immenso piacere che stavo provando. Di colpo mi sono rigirata ed ho afferrato, con entrambe le mani, quella colonna di carne che svettava imperiosa davanti alla mia faccia. Ho preso a leccarla partendo dalla punta scivolando giù lungo l’asta, fin quando non sono arrivata davanti a quei due stupendi testicoli grossi e gonfi. Allora li ho alternati nella bocca, succhiandoli, mentre con la mano carezzavo e continuavo a tener ben stretta la verga, che sembrava diventare ancor più nerboruta e possente. Ero troppo eccitata ed anche lui se ne è reso conto, soprattutto quando mi sono sdraiata supina e, aperte di nuovo le cosce, l’ho pregato di scoparmi, perché volevo assolutamente il suo cazzo dentro di me, oltreché per godermelo da pazzi, per impalmare la testa di mio marito di un bel paio di “corna”.

Lui mi si è inginocchiato davanti e, appoggiata quella bollente cappella fra le labbra della mia fica, ha spinto il suo cazzo, fin nel profondo della mia intimità. Mi è entrato completamente dentro con quella spinta potente, poi ha iniziato a scoparmi forte e veloce, mentre le mie piccole tette sobbalzavano ad ogni spinta, facendomi subito godere. Ho allungato le braccia lungo i fianchi, inarcando le gambe per andare incontro alle sue spinte, permettendo che lui mi scopasse a suo piacimento, che usasse il mio corpo, la mia fica, per farmi godere, mentre io impazzivo stimolata dalla vigoria del suo cazzo che, ad ogni spinta, lo sentivo urtare sul fondo, procurandomi di continuo una scarica di piacere di volta in volta più intensa. L’odore di sesso ha riempiva l’intera stanza ed io lo sentivo, lo respiravo e, intanto, aumentava la mia eccitazione; poi, son esplosa in un orgasmo travolgente, mentre dalla fica sgorgava nettare come un fiume in piena. Ho avuto un orgasmo che mi ha letteralmente stordito e, così, ho sollevato i miei fianchi per incontrare il suo cazzo e attrarlo più a fondo nella mia fica bollente. Il mio orgasmo si è intensificato ancor di più ed ho iniziato ad urlare di piacere, mentre lo incitavo a godere dentro di me.

«Ti prego! Mi stai facendo impazzire! Voglio il tuo orgasmo dentro di me! Ora! Ora vengo!»

Lui ha continuato a pomparmi con più forza e velocità, finché, con una smorfia di felicità, ha iniziato a riempire il mio ventre del suo piacere. Quando ho sentito quel cazzo iniziare a scaricarsi dentro di me, ho avvertito, una per una, tutte le pulsioni che mi schizzavano dentro la sua crema densa e bollente. Potevo sentire l’intensità del suo orgasmo e, nello stesso tempo, verificarlo sul suo viso, nel suo corpo teso e rigido, mentre mi sbatteva dentro quel cazzo che schizzava in continuazione, provocandomi ulteriore godimento con lui e per lui.

Una volta placati i nostri sensi esacerbati, lentamente si è abbassato su di me fino a premere il suo petto contro i miei seni e mi ha baciato appassionatamente. Le nostre lingue si sono intrecciate in una danza erotica, senza fine, mentre mi sentivo soddisfatta per aver abbondantemente cornificato mio marito. Chissà se deve aver avvertito quel mio sentimento, perché in quello scambio di emozioni, il suo cazzo è diventato più morbido, dentro di me, poi ho sentito un rivolo di sperma colare fuori di me e scivolare giù lungo il buco del culo, mentre il suo cazzo, ormai sgonfio, usciva dalla mia fica inzuppata e slabbrata. Mi si è sdraiato di lato ed io gli ho appoggiato la testa sul petto; in quella posizione, ho visto il suo cazzo ancora ricoperto degli umori miei e del suo sperma e, a quel punto, dentro di me, ho deciso che non mi sarei fermata ancora: volevo godermi ogni attimo di quella meravigliosa scopata e sentire il fluire della sua crema mentre usciva da me. Ho spostato lentamente la testa verso il suo inguine e, quando ho raggiunto il suo cazzo moscio, ho iniziato a leccare lo sperma di cui era intriso, poi l’ho risucchiato nella mia bocca. A quello stimolo, il suo cazzo ha preso a reagire, allora me lo sono spinto tutto in gola. Lui non è rimasto passivo, si è rigirato e le sue dita hanno avuto libero accesso alla mia fica tumefatta, ancora gonfia e congestionata per la meravigliosa scopata appena portata a termine. Le sue dita si sono immerse in me ed hanno aumentato la fuoriuscita dello sperma che era dentro di me. Gemevo a bocca piena per il piacere che le sue dita mi stavano di nuovo provocando, ma, soprattutto, mi son resa conto che utilizzava lo sperma per lubrificare il mio culetto. L’azione delle mie labbra e della lingua, hanno ben presto raggiunto il risultato sperato: era tornato di nuovo duro. Lui mi ha sorriso e si è stupito del facile risultato.

«Non posso credere che tu mi abbia fatto diventare duro di nuovo! Voglio premiare questa tua bravura e fotterti ancora a lungo.»

Gli ho sorriso, poi l’ho pregato di scoparmi più forte. Subito mi son messa in ginocchio, appoggiandomi sui gomiti, mentre ho sollevato il culo come un invito. Ha sorriso mentre si è inginocchiato e posizionato dietro di me, e, appoggiata la cappella all’ingresso della mia fica calda, ho spinto il mio corpo indietro per averlo subito dentro di me. Mi ha afferrato per i fianchi, tirandomi avanti e indietro sul suo cazzo martellante. Stavo venendo ancora, un orgasmo dopo l’altro. Stavo urlando, con la mia faccia affondata in un cuscino, mentre lui continuava a martellarmi la fica con un ritmo sempre più forte e intenso. Dopo l’ennesimo orgasmo, lui si è allungato su di me e, afferrati miei seni, mi ha fatto inginocchiare davanti a lui e, mentre torturava i miei capezzoli, la sua bocca appoggiata sul mio collo mi procurava altri brividi. Ho sentito i suoi movimenti più veloci.

«Vieni, sborra ancora, questa volta non dentro la mia fica, sul mio corpo.»

Mi ha portato di nuovo ad un altro orgasmo, poi si è sfilato e, spintami di lato. mi ha fatto sdraiare supina. L’ho guardato negli occhi, mentre lo sperma iniziava a fuoriuscire dal suo cazzo. La potenza dei primi due schizzi è arrivata oltre le mie tette, sulla faccia e tra i capelli. Gli ultimi due li ho presi proprio sulle tette e li ho spalmati per bene portando poi le dita alla bocca, per ripulirle e leccarle una ad una, mentre lui, dopo aver spremuto l’ultima goccia, mi ha avvicinato quello splendido cazzo, che mi aveva fatto tanto godere, alle labbra ed io l’ho succhiato avidamente, raccogliendo anche l’ultima stilla di sborra. Si è sdraiato accanto a me e si è complimentato per il piacere che aveva provato a scopare una femmina come me. Lo ascoltavo parlare e, dentro di me, mi son chiesta se fossi stata davvero così fortunata a trovare un amante così abile, al primo tentativo o se fosse stato lui ad essere fortunato oltre che abile. Forse questo era solo il risultato di una eccitazione repressa. Quando son tornata a casa, ho trovato mio marito ancora sveglio e, quando mi ha visto con i capelli ancora imbrattati di sborra ed ha sentito l’odore di maschio che ancora persisteva sul mio corpo, i suoi occhi hanno preso a brillare di gioia e le sue parole mi hanno letteralmente sconvolta.

«Finalmente! Credo proprio che qualcuno ti abbia montato come una vacca! Era esattamente questo ciò che volevo! Adesso apri le cosce, perché voglio leccare tutto il suo corpo e, in particolare, la tua fica di sicuro ancora piena di sperma.»

L’ho guardato senza capire e lui è stato molto esauriente nel darmi una spiegazione.

«Dario è un nostro cliente da tempo e, un giorno, mentre gli stavo facendo il tagliando alla sua Maserati, in officina è entrato un tizio con una puttanella da quattro soldi, vestita in modo da non lasciar nulla all’immaginazione, così, entrambi abbiamo commentato che l’erotismo era qualcosa di diverso dal mostrarsi così sfacciatamente, al punto da inibire un vero e proprio desiderio. In breve siamo diventati amici e, quando gli ho detto che mi sarebbe piaciuto movimentare un po’ il mio matrimonio, si è offerto di aiutarmi. Così abbiamo messo in atto il piano che oggi ha avuto il suo previsto epilogo. Mi sarebbe piaciuto che fossi venuta a casa nostra, perché la cena era solo una scusa ed avrei volevo vederti mentre scopavi con lui, ma son felice lo stesso che tu abbia goduto fra le sue braccia. Spero che, in futuro, mi permetterai di assistere alla tua monta da parte di un toro come lui, che di certo ti avrà fatto godere tantissimo.»

Sbalordita, mi son lasciata spogliare e lui ha preso a leccare ogni centimetro del mio corpo, ancora ricoperto della sborra di Dario, mentre, dentro di me, ha preso forma la forte convinzione che ho un marito che è un adorabile cornuto e che, se è questo che vuole, saprò accontentarlo in maniera molto soddisfacente sia per me che per lui, in considerazione del risultato ottenuto la prima volta.

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