Apro la portae gli lascio mia moglie

Bruno Stella
3 months ago

La sera dell’8 gennaio aprii la porta e lasciai entrare in casa (e nella passera di mia moglie) il mio collega Ascanio M.
Ma procediamo con ordine.

Mi chiamo Celestino e lavoro in una azienda che si occupa di consulenza informatica.Sono sposato con Jole ormai da dieci anni e qualche tempo dopo la nascita di nostro figlio ho cominciato a provare l’insano desiderio di vederla a letto con un altro uomo.Non so dire di preciso come questa natura cuckold sia emersa in me, fatto sta che ho sempre evitato di parlarne apertamente con mia moglie per paura di vedere definitivamente stroncata questa mia fantasia.Ne parlai invece più volte con il mio collega Ascanio Miccoli: un bel ragazzo atletico e simpatico dotato di un particolare fascino esotico (so che sua madre è di origini iraniane).Ascanio d’altro canto non faceva mistero delle sue abilità seduttive e amatorie.Raccontava sempre delle innumerevoli avventure erotiche che lo vedevano intrattenersi con donne giovani e mature, libere e maritate.

A dicembre, durante una chiacchierata in pausa pranzo, fu lui a proporsi come l’esecutore delle mie più sconce fantasie.Aveva già conosciuto Jole in un paio di occasioni e si riteneva più che convinto di riuscire a sedurla.Io acconsentii con un misto di gioia e timore e così cominciammo ad architettare il piano che avrebbe soddisfatto entrambi.Lui sarebbe stato fuori regione per tutto il periodo natalizio, così decidemmo di combinare un invito a cena a casa al ritorno dalle vacanze.

La sera dell’8 gennaio quindi spalancai la porta di casa e feci accomodare il mio collega Ascanio.Si presentò con un’impeccabile completo elegante blu, un sorriso smagliante e una bottiglia di Champagne fra le mani.Subito dopo aver poggiato la bottiglia sul tavolo andò a salutare la padrona di casa, che per l’occasione indossava un vestito nero piuttosto striminzito, che metteva in risalto il suo generoso davanzale.Non gliel’avevo mai visto indossare prima: probabilmente lo considerava un po’ troppo audace per uscire di casa e aveva approfittato della serata domestica per tirarlo fuori dall’armadio.

Dopo i vari convenevoli e il primo brindisi della serata ci accomodammo intorno alla tavola apparecchiata per tre persone (Jole aveva infatti lasciato il bimbo a casa dei nonni nel pomeriggio).

La cena andò avanti velocemente fra racconti e risate. Ascanio sapeva attirare su di sé l’attenzione e alternava la conversazione fra il racconto di aneddoti divertenti e complimenti indirizzati a mia moglie.

Quando eravamo quasi pronti per il dessert il mio telefono aziendale cominciò a squillare.Si trattava di una messa in scena pianificata da me e da Ascanio per potergli lasciare campo libero per un po’: finsi di rispondere e raccontai amareggiato ai miei commensali di aver ricevuto l’ordine di tornare al lavoro immediatamente per un problema gravissimo presentatosi sul server del nostro più importante cliente (cosa che ahimè è accaduta più volte nella realtà).

Mi scusai affrettatamente con mia moglie e con il signor Miccoli, afferrai le chiavi e mi precipitai fuori di casa.Come concordato rimasi a bighellonare per un’ora prima di rientrare nella mia dimora: in quel lasso di tempo infatti Ascanio era più che convinto di riuscire a sedurre completamente mia moglie in modo da farmela trovare già all’opera.

Non rimasi deluso. Aprii con cautela il portoncino cercando di fare meno rumore possibile. Le luci erano spente ma dal chiarore che filtrava dalle finestre riuscii a vedere il corpo di mia moglie nudo, accovacciato di fronte alla poltrona.

Fra i suoi capelli la mano di Ascanio guidava la testa su e giù in un inequivocabile movimento.“Come sei maiala” le disse lui dopo essersi accorto del mio ritorno. ” Ti piacerebbe se ci fosse qui tuo marito a guardarti vero? Rispondi!”.

“Sì” disse lei con un filo di voce dopo che Ascanio le aveva sollevato il capo dal membro.“Come? dimmelo meglio?”“Sì, vorrei che mio marito vedesse che zoccola sono!”

Detto fatto. Appena sentite queste parole mi avvicinai ulteriormente palesando la mia presenza anche a Jole. Per un instante vidi il suo corpo scosso da un brivido, ma prontamente Ascanio si rivolse a me facendole capire che la situazione era sotto controllo.

“Guarda che pompinara che è tua moglie, lo succhia tutto! Lo succhia tutto il mio pollo! Guarda come lo succhia tutto al buio!”.

Non avevo mai provato un eccitazione simile a quella. Mi spostai un poco per intercettare lo sguardo di mia moglie e per mostrarle come non fossi dispiaciuto dall’accaduto; poi mi spostai sul divano per godermi la scena.

Il pompino durò ancora qualche minuto, poi Ascanio decise di prendersi anche tutto il resto.Dopo avermi ordinato di accendere la luce fece alzare Jole, la fece mettere a 90 sul tavolo.

Poi afferrò due piccoli gomitoli di lana dal sacchetto del lavoro a maglia e li infilò nella bocca di mia moglie, come se fossero una gag-ball, e si posizionò col cazzo teso dietro di lei.

Non volevo limitarmi ad assistere impassibile così cominciai ad incitarla “Fallo entrare! Lascia entrare Ascanio nella tua figa bagnata!”.

Senza farselo ripetere mia moglie allargò bene le gambe permettendo al mio collega di penetrarla.Con i primi colpi ecco arrivare i primi gemiti mezzi soffocati a causa della lana.

“Allora zoccola infedele, preferisci il mio cazzo o quello del signor Miccoli?” le chiesi in preda ad un’irrazionale fervore volto ad umiliare più me che lei.

“Miccoli” sembrò dire lei in un boffonchio.

“Come zoccola? Non ti ho sentito, ripetilo!” la incalzai.

“Miccoli, Miccoli, ho detto Miccoli” gridò lei con forza sufficiente da farsi sentire attraverso il lanoso bavaglio.

“Sì, Sì lo so che preferisci me” intervenne Ascanio mentre continuava a pomparla da dietro. “Ma non urlarlo nei gomitoli o finirai per perdere la voce”.

Interrotto così il surreale dialogo mi persi nel ritmo con cui Ascanio penetrava la mia donna. Il suo cazzo viaggiava avanti e indietro con regolarità, come un falegname che con precisione passa la sua lima ripetutamente sul legno.

Mi rivolsi quindi a lui: “La stai limando per bene eh? Ti piace la figa di mia moglie?”

“È più stretta di quanto pensassi, sai? Perciò limarla è tosta! bisogna mettersi d’impegno… Ma è una goduria!”.

Passarono parecchi minuti.Un lasso di tempo in cui io mi tirai fuori il membro, mi masturbai, venni e mi irrigidii nuovamente.Ma anche questa visone desiderata a lungo non mi bastava più. Volevo alzare la posta in gioco.

“Alza l’antenna!” dissi al collega: era un’espressione che aveva inventato lui stesso per indicare di portare il membro dalla figa al buco del culo prendendo una donna da dietro.

“Alza l’antenna ho detto, Miccoli!”. Lui acconsentì di buon grado mentre mia moglie (che ormai si era tolta dalla bocca quei fastidiosi gomitoli) esprimeva tutta la sua soddisfazione con gemiti sonanti.

La scopata durò qualche minuto ancora. Poi Ascanio riversò tutto il suo seme sopra al culo di Jole nel momento in cui io facevo altrettanto sul suo volto.

Jole si sdraiò sul divano per riprendersi mentre il bull si rivestì rapidamente e lasciò la casa salutando velocemente: la mezzanotte era già passata e il 9 gennaio era iniziato.

Mi avvicinai a Jole e la baciai con passione; poi mi sdraiai sul divano con lei e la abbracciai.“Mi brucia il bucio” mi disse lei tra il sofferente e il divertito. “Anche se mi ha spalmato sopra il suo ‘lasonil’ mi brucia ancora”.

Scoppiammo entrambi in una risata e ci addormentammo l’uno fra le braccia dell’altra.

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