A chi tocca non s'ingrugna 2

geniodirazza
15 days ago

Non c’era quasi più nessuno, nella sala comune; tutti avevano ripreso la strada del ritorno; Mirko andò all’auto e partì diretto a casa; rientrò con moltissime cautele, perché non sapeva se la moglie fosse ancora sveglia; non c’era e dopo poco sentì che una macchina si fermava sotto il portone; lei aprì la porta d’ingresso.

“Ciao, sei stata fuori?”

“Sì; sono andata ad una festa con le amiche … “

“Mi hai tradito?”

“E tu? Mi hai tradito?”

“Lasciamo perdere, diciamo che scherzavo.”

Cercò di recuperare un normale rapporto di coppia.

“Ciao, amore; sono felice di ritrovarti qui con me.”

“Anch’io!”

Andarono a dormire; non accennò neppure ad un approccio; si girò su un lato e sprofondò nel sonno; lei si trattenne un poco in bagno, poi lo raggiunse e si accoccolò senza disturbarlo; la sveglia suonò alle sette e si alzò bestemmiando; era domenica e avrebbe voluto starsene un poco a letto; Lina gli ricordò che aveva promesso a Ursula di andare insieme a trovare un amico col quale doveva discutere alcuni progetti di lavoro; chiese a che ora fosse previsto che arrivasse.

“Dovrebbero essere già qui, lei e suo marito.”

Si precipitò in bagno, passò velocemente sotto la doccia e si vestì a tempo di record; si era appena seduto a bere il caffè, quando bussarono ed entrarono; Lina era rimasta in vestaglia, sembrava non volere affatto affrettarsi; stavano chiacchierando amenamente quando si accorse che aveva un solo orecchino; glielo fece notare; verificò quasi per accertarsi, poi fece spallucce; le piacevano quegli orecchini che le aveva regalato la sua amica del cuore; non sapeva dire dove potesse essere finito quello che mancava, ma sembrava preoccuparsene poco; prima o poi sarebbe saltato fuori.

In quel momento trillò il suo cellulare; era Elvira che la avvertiva che il suo orecchino le era stato consegnato da Mauro, il suo giovane amante, che l’aveva trovato sul letto.

“Quindi era con lui che stavo copulando, quando l’ho perduto; bene; lo davo già per perduto … “

“Lina, ho sentito bene? Stavi copulando con l’amante di Elvira?”

“Scusa, tu puoi copulare con tua figlia, con la tua segretaria e con Elvira; e io non posso farlo con Mauro e con altri due giovani di bella stazza?”

“Mamma, che vai dicendo? Copulare con me? … “

“Ursula, possibile che non ti sia accorta che il maschio attempato che ieri sera, prima che ti scatenassi coi due ventenni, ti ha sbattuto così bene, era tuo padre? Mirko, come hai fatto a non riconoscere tua figlia e la tua segretaria particolare mentre le possedevi in ogni buco?”

“Mamma, sragioni!”

“Ursula, l’unica cosa che non ti ho insegnato è mentire spudoratamente; Mirko, hai visto che tua figlia non ha più la rosellina tatuata? Guarda questa foto. Siete o non siete voi due?”

“Allora eri tu che ronzavi intorno col telefonino … “

“Si, figlia bella; c’ero anch’io alla serata al buio ed ho fatto esattamente quello che avete fatto voi.”

“Oh, mio dio; Biancanove65; stupido io a non ricordare il nomignolo che ti avevano affibbiato al liceo perché eri molto brava e che il 65 è il tuo anno di nascita … “

“Come il 60 è il tuo; io almeno ho usato il nomignolo; tu addirittura il nome di battesimo; ho fatto male a presentarvi per farvi ammettere … “

“L’hai fatto tu?!?!?”

“Quando sarete un poco più lucidi, vi accorgerete che sono assai più anziana di voi, sul sito; credete davvero che vi sia capitata per caso quella pagina sul computer? Se non avessi chiuso l’apparecchio senza chiudere la pagina, non avreste mai avuto la curiosità di spulciare la cronologia; in pratica, vi ci ho spedito io e, quando avete presentato la richiesta di iscrizione, sono stata io la prima ad avallarla, visto che ci tenevate.”

“Sei stata ignobile; mi hai fatto le corna … “

“A parte il fatto che siamo tutti e tre paritari, non dimenticare il titolo della serata, ‘ti è toccato e non ti devi ingrugnare’; se lo fai, riveli quello che sei, uno sporco maschilista talebano e stupido. Mi dispiace solo per Nicki che è l’unico a restare fuori e danneggiato … “

“Ma che danneggiato, mamma? Lui sa tutto, pelo per pelo; lo amo alla follia e lui mi ricambia; io mi sono presa la mia libertà; ma il mio ‘bambino’ è ancora il ‘bamboccione’ che cerca tutte le milf disponibili e ci fa l’amore per il tempo che vuole; vero, amore mio?”

“Sì, Lina; abbiamo un rapporto chiaro, leale e aperto; io cerco ancora le braccia della mamma; adoro mia moglie, ma sto tuttora inseguendo il mito materno; è debolezza, se vuoi; ma è il mio carattere … “

“Guarda che mio marito ieri sera ha copulato con due trentenni, vale a dire con donne con la metà dei suoi anni, sua figlia e la sua segretaria; non dichiara che ha un complesso edipico che lo spinge a cercare le ragazzine, ma lo fa da sempre; stamane si è svegliato male e fa l’oltraggiato; ma se tiro fuori le mortificazioni fatte a me, lo massacro. Meglio se andate da quel tuo amico e parlate di cose serie; io mi prendo cura del ‘bamboccione’, visto che ho l’età giusta.”

I due uscirono e li lasciarono a guardarsi negli occhi.

“E’ vero, quindi, che cerchi le donne mature per fare sesso?”

“No; diciamo che ho massacrato alcune milf perché non riesco a possedere quella che è in cima ai miei desideri … “

“Mi stai dicendo che operi dei transfert per qualcuna che ami sul serio?”

“L’amore è tutto e solo per mia moglie; per la donna dei miei sogni provo trasporto, passione, desiderio, tutto insomma; ma l’amore è intatto per Ursula … “

“Scusami; i termini sono necessariamente impropri; ma spero che a qualcuna darai amore oltre che sesso, senza incidere sul sentimento per tua moglie; io non mi prenderei sesso bruto da un uomo che mi accendesse; non sei disposto a dirmi chi è questa donna per la quale senti un trasporto così vivo da cercarti le sue simili solo per operare il transfert e amarle al posto della tua desiderata?”

“Devo proprio dirlo espressamente? Non ci arrivi da sola?”

“Vuoi farmi capire che stiamo parlando di me? Perché non hai mai accennato niente? Andiamo a teatro io e te perché loro non amano andarci; ascoltiamo concerti sinfonici tra la derisione degli amici; mi trascini all’opera lirica e ci vengo con tanto entusiasmo contro la loro ironia; perché non hai provato nemmeno una volta a baciarmi in macchina, per esempio, mentre andavamo fino a Verona o mentre tornavamo a notte fonda?”

“Perché il massimo terrore di un bamboccione è di fare un gesto che possa offendere la mamma e perderne la fiducia e la disponibilità … “

“Stupido ragazzino; i nostri legittimi coniugi ne hanno per qualche ora; adesso tu mi porti nella camera degli ospiti e mi dai tanto amore; attingi anche da quello per tua moglie, tanto resta in famiglia; da oggi, andiamo dovunque la tua sensibilità, la tua cultura, la tua dolcezza ti portano e sai che possono portare anche me; ti eleggo di fatto figlio putativo; ma ti voglio incestuoso e privo di scrupoli inutili e dannosi. Vieni!”

La camera per gli ospiti era attrezzata per accogliere anche persone assai esuberanti e, nel caso, contemporaneamente due coppie eccitate e vogliose; lo sapeva bene Mirko che talvolta, tacitando sua moglie, vi aveva fatto acrobazie eccezionali con amanti disponibili; Lina, appena entrata, dovette solo aprire la vestaglia che copriva la sua nudità; a Nicki per poco gli occhi non uscivano fuori dalle orbite, quando vide la sua bellezza esplodergli davanti.

L’uomo era da tempo, per la particolare natura delle sue pulsioni, impegnato a frequentare donne di una certa età ma in grado di godere comunque i piaceri del sesso; già era forte l’emozione di avere davanti, completamente nuda, sua suocera, la donna per la quale aveva sbavato negli ultimi sette o otto anni, da quando cioè aveva conosciuto Ursula, sua figlia che lo aveva innamorato fino a sposarla con un sentimento indefettibile ancora tanti anni dopo.

Bella da far girare la testa, statuaria nelle forme quasi perfette, vantava un seno matronale, da donna che, trent’anni prima, aveva avuto una figlia e l’aveva allattata per oltre un anno; adesso, ultracinquantenne, il suo petto statuario era decisamente ammaliante con le mammelle piene che sfidavano le leggi di gravità, le aureole che chiedevano di essere leccate e due capezzoli ritti e grossi come fragoloni da succhiare alla morte.

I fianchi larghi, da fattrice, morbidi, carnosi, disegnati da un angelo forse, sormontavano due gambe perfette, eleganti, slanciate, da concorso di bellezza; la vulva era coperta da una peluria curata e disegnata per essere ammirata, accarezzata, leccata, succhiata, titillata fino a farla esplodere di piacere; il ventre era teso, leggermente in carne ma morbido e dolce come un budino da consumare senza cucchiaio, con la lingua, fino all’ombelico a tortellino, saporito e affascinante.

Di tutte le Milf che aveva conosciuto, lei era sicuramente la più attraente, la più sensuale, la più appetibile, insomma la migliore in tutto; per anni, era stato il suo silenzioso e devoto ammiratore, con lei aveva trovato una sintonia perfetta, perché si poteva parlare di musica, di letteratura, di poesia, di teatro, di tutto insomma con la certezza di trovare una sensibilità parallela ed armoniosa; sfuggendo ai rispettivi coniugi, erano spesso insieme a teatro o a manifestazioni culturali.

Quello che non le aveva mai confessato era la grande passione che nutriva per lei, per il suo corpo desiderato; le tensioni sessuali insopportabili che gli scatenava e che era costretto a scaricare in altre vagine, nelle quali, al momento dell’orgasmo, vedeva sempre quella di Lina, desiderata, sognata, ambita e mai sfiorata; adesso quel corpo era davanti a lui, nella sua statuaria bellezza, e gli si offriva per un amplesso che aveva sempre immaginato.

Lei non aveva difficoltà a cogliere le intense emozioni di quell’uomo che non aveva mai guardato con gli occhi della passione e che ora le appariva come un amante adorabile; sapere che per anni era stata nei suoi desideri, nelle sue passioni segrete, forse nelle masturbazioni clandestine, certamente nei transfert che operava quando andava a cercare altre con cui copulare perché le somigliavano; tutto questo impeto amoroso la rendeva felice.

Gli fece cenno di spogliarsi, mentre gli sbottonava la camicia e portava a nudo il busto bellissimo, da scultura classica; lo baciò con impeto sulla bocca, mulinando la lingua e percorrendo la cavità orale; scese poi sulla gola e sul petto finché afferrò tra le labbra, e poi tra i denti, i capezzoli duri e sensibili; lo sentì fremere ed avvertì l’inguine che premeva sulla vulva facendogli sentire la mazza dura e grossa fin sul clitoride, anche attraverso il pantalone e lo slip.

Sapeva che non avevano moltissimo tempo a disposizione; si sedette sul bordo del letto, sganciò la chiusura del pantalone e lo tirò giù, alle caviglie, insieme allo slip; le balzò in viso una mazza notevole, oltre i venti centimetri per lo spessore di una lattina, che prese a due mani e masturbò con dolce eleganza; lui arrotava gli occhi al cielo e gemeva di piacere, davanti al sogno che prendeva le forme della mano di lei sulla verga.

Raccolse in una mano i testicoli grossi come albicocche e li strinse delicatamente, carezzò tutta l’asta, da cima a fondo; appoggiò la lingua in cima e ne colse l’afrore e il sapore; appoggiò le labbra strette a cuoricino e se le lasciò forzare dal sesso che penetrava, guidato dalla lingua e seguendo il palato, fino all’ugola; godeva in maniera indicibile, la donna, e i suoi umori cadevano già sul lenzuolo; lui vibrava come per scosse elettriche, pieno di passione e di amore.

“Non possiamo trattenerci troppo; tra poco i coniugi torneranno ed è meglio che non ci trovino in pieno amplesso … “

“D’accordo; ma io adesso non mi accontento di fare l’amore una volta; devo averti con me spesso.”

“Ragazzo, mio, basta che ci organizziamo per andare spesso a teatro, soprattutto fuori città, e avremo le notti che vorremo; già adesso almeno una volta al mese andiamo via insieme; basterà essere più assidui; voglio che siamo insieme nel godimento mentale e in quello fisico; godremo andando a teatro e poi a letto; non ti concedo una botta e via; sei il mio figlio adottivo incestuoso; i peccati sono gioia specialmente se vengono iterati spesso; adesso dammi amore e fammi godere.”

La spinse sul letto e la fece sdraiare supina al centro del lenzuolo, si sdraiò bocconi tra le cosce e le assalì la vulva; la lingua scattò immediatamente a leccare le grandi labbra, si insinuò a cercare le piccole, le separò delicatamente e lambì il clitoride; ogni passaggio era per lei causa di gemiti alti e lunghi; godeva come una scimmia e si lasciava andare al piacere che l’uomo le procurava; gli prese la testa e la premette sull’inguine; lui penetrava con la lingua nella vagina e succhiava gli umori.

“Nicki, ti voglio sentire nel corpo; penetrami, adesso; fammi sentire il sesso fin nei recessi della vagina; ho voglia di godere.”

Le scivolò sopra, leccando, succhiando e mordicchiando il ventre, l’ombelico, i seni e la bocca, alla fine; lei prese l’asta con una mano e la guidò alla vagina; si penetrò lentamente; passò le gambe intorno ai lombi, si aprì tutta e si sentì trafitta fino alla cervice dell’utero; urlò per il piacere; lui la cavalcava con energia e dolcezza; lei lo bloccò quando era profondamente immerso e gli impose di starsene fermo, per sentirlo coi muscoli della vagina, lui si sentì succhiare l’anima ed esplose.

Lei urlò per l’orgasmo simultaneo e tutti e due si abbandonarono al piacere del godimento straordinario; stettero così, come morti, l’uno sull’altra; poi si cominciarono a carezzare su tutto il corpo, quasi prolungando il piacere dell’orgasmo; il sesso scivolò fuori, barzotto, dalla vagina rilassata e lui si stese supino a fianco alla donna amata; continuarono a carezzarsi con dolcezza; lei si stava domandando se il suo maschio fosse in grado di riprendersi in tempi rapidi.

Lo fece immediatamente; lei sentì la mazza che tornava a gonfiarsi ed indurirsi; in un niente era il randello che l’aveva appena violentata in vagina con sommo godimento; allungò una mano verso il comodino e prelevò il tubo del gel; lo consegnò.

“Ti va di penetrarmi nell’ano?”

“Ti amo anche per questo; mi spiace per Ursula, ma non posso fare a meno di amarti; sei capace di prevenire i miei desideri.”

“Te l’ho già detto; se rubi un poco di amore a lei, resta in famiglia; sono certa che ti approverà, quando glielo diremo.”

“Come preferisci farlo?”

“Intanto, a pecorina perché è più semplice; poi vuol dire che lo sfili e mi penetri di nuovo vis a vis, perché amo guardare negli occhi chi mi stupra.”

La fece girare carponi e si dedicò amorosamente al perineo e all’ano; a lungo la leccò e le fece penetrare in ano la lingua per un tratto; poi infilò un dito e ruotò; seguirono le altre dita fino a tre, usando solo saliva e umori vaginali come lubrificante; usò il gel quando le dita diventarono quattro chiuse a cuneo e ruotarono per la massima dilatazione; quando la sentì pronta, passò con un dito il gel in tutto il canale rettale e sull’ano; unse abbondantemente la verga e appoggiò la cappella.

Lei gli prese le mani, le portò sui seni e glieli fece afferrare; li doveva usare per tirarla a sé nella penetrazione; spinse con forza e picchiò contro lo sfintere; lei lo fermò per un attimo poi lo invitò a continuare; in breve, i testicoli che premevano sulla vagina diedero il segnale che la mazza era nel retto; pochi momenti per abituare l’intestino al corpo estraneo, poi lei lo spinse via, ruotò su se stessa, sollevò al cielo i piedi e lo tirò per penetrarsi di nuovo nell’ano; si guardarono negli occhi, con amore.

Lo sguardo di lui era dolcissimo, mentre la cavalcava nel sedere; lei lo guardò intenerita e dolce; godeva moltissimo a sentirlo andare e venire dal suo ventre attraverso l’ano; l’utero era sollecitato enormemente da dietro e gli orgasmi si susseguirono a ritmo incessante; lei non riusciva a distinguere l’asta che scivolava nel corpo eccitato; lui invece si godeva lo spettacolo della vulva spalancata con le dita di lei che sollecitavano il clitoride e l’ano straziato in cui il sesso andava avanti e indietro.

Fu un momento di lussuria infinita, che lei si godeva con l’ano, con il clitoride, con il cuore e con la testa; il piacere era totale, fisico, mentale e spirituale; non aveva provato mai tanta gioia quanto quella che la pervadeva; sentiva che quel maschio era la soluzione ai suoi bisogni fisici e spirituali; cominciò a formulare ipotesi di soluzione che facessero tutti felici e si propose di parlarne al più presto.

Esaurita la pulsione enorme che li aveva spinti a copulare con tanto entusiasmo, scelsero di rivestirsi e considerare chiuso l’incontro; Lina andò anche a lavarsi e a vestirsi, dopo la mattinata in vestaglia; passò poco tempo e rientrarono padre e figlia che avevano fatto quello che dovevano; Ursula riprese immediatamente il tema del discorso interrotto; Lina le spiegò che sapeva tutto o quasi degli avvenimenti.

Chiarì allora che Mirko da prima che lei nascesse aveva cominciato a tradirla, inizialmente con qualche ‘sbandata’ occasionale, poi sempre più spesso, finché era diventato famigerato per l’impegno che profondeva per avere sempre almeno un’amante; lei in tutti quegli anni si era dedicata intensamente al lavoro, alla casa e a sua figlia; negli ultimi quattro anni aveva avvertito il peso dell’abbandono da parte di suo marito.

Aveva cercato di costruirsi una storia alternativa; pochi incontri in due anni avevano dimostrato la fragilità della storia e aveva cancellato anche la memoria di un’avventura ‘sterile’; era stata Elvira, l’amica del cuore, ad indicarle il sito dove lei aveva trovato l’ultimo suo amante, quello che aveva recuperato l’orecchino; sotto la loro guida era diventata esperta nelle masturbazioni in webcam senza mai mostrare il viso.

Quando aveva scoperto che sia il marito che la figlia erano intrigati dal sito, li aveva aiutati ad entrare, restando fuori dal loro ‘cerchio magico’; aveva coinvolto anche Cristina, la segretaria personale di Mirko, con la quale aveva avuto anche un’occasione di amore saffico; la ragazza, innamorata in silenzio di suo marito, aveva chiesto l’iscrizione per seguire lui; una volta che, nella loro casa, si era sfogata, si erano trovate a consolarsi sul letto ed avevano fatto sesso saffico con gioia.

Alla festa famigerata, in pratica, Cristina ed Elvira conoscevano le identità degli altri ignari; lei aveva giocato a costruire il puzzle identificando i protagonisti, compresi i due ragazzi di cui uno era figlio dell’amico da cui era stata col padre quella mattina; non metteva in dubbio che avesse lavorato, ma forse aveva voluto rivedere quel ragazzo che l’aveva posseduta, con un’eiaculazione precoce, per stabilire un contatto più serio; Ursula non negò, ma chiarì che niente avrebbe turbato l’amore per suo marito.

A quel punto, Lina non poté sottrarsi all’impegno morale di confessare alla figlia che, in loro assenza, lei e suo marito avevano realizzato un antico sogno di lui, copulare con la suocera, vero obiettivo del suo amore materno tracimato nel sesso; di fronte alle obiezioni di suo marito, ricordò che loro avevano già copulato, anche se non sapevano di essere padre e figlia; ricordò che il feeling con suo genero l’aveva da sempre perché amavano spettacoli che ai due davano l’orticaria.

“Se Nicki vuole, da oggi andremo ancora a teatro e all’opera, ma non faremo corse pazze e pericolose di notte per tornare da Verona, per esempio; ci fermeremo in albergo per la notte e faremo l’amore, badando sempre a non toccare quello matrimoniale che è sacro per entrambi; intensificando l’attività culturale, abbonandoci per esempio a calendari di manifestazioni, prevedo al massimo uno o due notti al mese da trascorrere amandoci, se la cosa non ti turba.”

“Mamma, mio marito è da sempre innamorato di te, quanto lo consente il matrimonio; preferisco sapere che va a letto con te piuttosto che con chissà quale megera; già vivete una vita separata, quando andate a teatro, ai concerti o all’opera; sapere che lo farete da innamorati non mi dà nessun fastidio; è solo l’amore filiale che tracima nella passione; abbiamo già chiari i limiti del nostro rapporto e lui mi lascia fare se vado a un concerto di cantautori con un amico e poi mi fermo con lui per una notte.”

“Quindi, da questo lato saremmo coperti, sempre che Nicki voglia accettare … “

“Se vuoi glielo dico io stessa; quando mi hai chiarito che sei tu il suo amore segreto, mi sono sentita quasi più sollevata; mi fa addirittura piacere e so che ti amerà a lungo, anche quando sarai più vecchia e meno attraente di adesso; mi farò spiegare solo perché non ha mai voluto dirmelo … è vero … c’era l’imbarazzo del rapporto filiale; questo vuol dire che sarete tenaci … “

“Quindi voi vi ritenete sistemate e a posto con la coscienza?... e io? … Reggo il moccolo a tutte e tre?“

Mirko sapeva essere insopportabile quando ci si metteva.

“Amore mio caro, e non c’è ironia, lo sei sul serio; tu sei stato adultero e fedifrago per trent’anni e nessuno ti ha mai contestato niente; io farò l’amore con Nicki una o due volte al mese; per il resto, continuerò ad essere la solita appassionata amante che hai sposato; se la cosa ti turba, dillo e divorziamo, seduta stante; ma sai bene che non lo vuoi e non ti conviene …

Piuttosto, hai capito che Cristina muore d’amore per te da quando è entrata nel tuo staff? Che ha fatto di tutto per seguirti nell’avventura del sito ed ha voluto partecipare alla serata al buio solo per farsi possedere, finalmente, da te? Ha anche sopportato una copula veloce col ragazzo dall’eiaculazione precoce e, dopo che sei uscito per andare a sollazzare Elvira, se n’è andata, perché aveva avuto quel che desiderava.

Hai capito che si farebbe zerbino pur di essere l’unica a farmi le corna se tu la promuovi amante fissa? Ti rendi conto che te ne parlo come di una cosa normale perché preferisco saperti con lei piuttosto che con una qualunque minorenne che ti fa rischiare la galera? Vuoi che proponga una soluzione definitiva anche per te, per non farti sentire escluso dai nostri progetti? Ce l’ho una ipotesi e dovresti rifletterci molto, prima di prendere stupidamente cappello.”

“Sentiamo questa ipotesi … “

“Mirko, tu sai con certezza che Ursula non accetterà mai di prendere le redini dell’impero che stai costruendo; non so neppure perché ti affanni a renderlo più forte, visto che non hai un erede da far sedere sulla tua scrivania; tua figlia e tuo genero non accettano; sono abbastanza ricchi col loro lavoro e non lo lasciano per te; io non posso più avere figli, perché la menopausa è micidiale; tu però hai ancora abbastanza energia e spermatozoi per fare un altro figlio. Ma con chi?”

“Che c’entra l’avvenire della mia azienda con i discorsi di copule e di amori più o meno pazzi?”

“Potresti fare una pazzia anche tu; per esempio, potresti innamorarti di Cristina, che hai già quasi sverginato, per quelle verginità che poteva conservare, ieri sera nella festa; ti sei accorto che era assolutamente fuori posto, perché troppo verginale e impreparata per quella kermesse? C’è voluta venire perché voleva fare l’amore con te; e ci è riuscita; sono convinta che sarebbe una buona madre per un tuo figlio legittimo da educare a succederti al controllo del tuo impero economico … “

“Stai dicendo che la vedi al tuo posto?”

“No, mio caro imbecille; non accetterebbe lei e te lo impedirei io; ma puoi smettere di correre in ogni lato per trovare una vagina disponibile; la eleggi a tua amante fissa, la sistemi, le fai fare un figlio e la rispetti come madre del tuo erede; lei lo educherà secondo gli schemi della tua attività e tu potrai morire in pace, quando lui diventerà padrone di tutto.”

“Fino all’amante fissa ti ho seguito; poi mi perdo un poco; io chiedo a Cristina di amarmi e di darmi un figlio; va bene; le trovo una sistemazione degna; e si può fare; la promuovo ad un ruolo importante nell’azienda; e sarebbe il minimo; poi, perché vuoi farmi morire?”

“Niente affatto; intanto, tu non te ne vai da questa casa e io resto tua moglie; alla peggio, Cristina viene spesso da noi, diventa mia amica e qualche volta dorme con te nel nostro letto, specialmente quando io sono in giro per teatri e concerti; quando vostro figlio avrà vent’anni, tu ne avrai non meno di ottanta; spera di arrivarci; quando ti metteranno da parte per raggiunti limiti di età, la tua amante che sarà ancora giovane e, vivendo con te, espertissima, insieme a vostro figlio si prenderanno cura del tuo impero e lo faranno proprio, nel tuo nome. E’ così difficile da capire? Pensi che si possa anche realizzare?”

“C’è una sola incognita, Cristina; credi che farebbe suo questo tuo progetto?”

“Intanto, tu dimmi se ti interessa innamorarti di lei, nel rispetto del matrimonio; la disponibilità di lei la verifichiamo a pranzo, se ti va; basta telefonare e chiederle di pranzare con noi; dopo pranzo puoi anche farci l’amore nella nostra camera!”

“Per caso l’hai già messa sull’avviso o vi siete accordate?”

“No, carissimo; so solo che è innamorata di te quanto tu non sarai mai di lei; il resto è logica e buonsenso; questo è il numero; chiama, se vuoi; se non vuoi, fai quello che ti pare; io la mia strada maestra l’ho scelta ed ho già provveduto ad uscire da quel sito che mi serviva solo per fare chiarezza su corna e prospettive future.”

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