Le puttanelle

pennabianca
5 days ago

Sono Marina, ho 51 anni e da 28 sono sposata con Marco. Sono alta 1,70, capelli scuri, non troppo lunghi, occhi scuri, una terza di seno e un bel fisico con un bel culo, che attrae molto gli sguardi dei maschi. Ho partorito due volte, ma questo non ha intaccato il mio fisico, anzi, mio marito è convinto che le gravidanze mi abbiano reso ancor più bella. Lavoro come insegnante di storia e italiano alla scuola media e, per tanti aspetti, la nostra è stata per anni una vita tranquilla. Marco un maschio alto 1,73, capelli brizzolati, magro, fra le gambe non è molto dotato. Esercita la professione di commercialista e qualche anno fa, complice la noia, la routine di una vita matrimoniale troppo ripetitiva, ha cominciato a cercare in rete un po’ di svago ed è rimasto colpito dal mondo cuckold.

Leggendo racconti ed annunci di quel genere, capiva che ne era incuriosito ed immaginava me presa, davanti a lui, da un uomo deciso ed autoritario e questo lo eccitava non poco. Ha cominciato a parlarne con me, che subito mi son arrabbiata e l’ho considerato al pari di un maiale, un pervertito, ammonendolo che, qualora non gli bastassi più, potevamo chiudere la nostra storia.

Eravamo assieme da quando avevo sedici anni e lui venti. È stato il mio primo e, fino ad un anno fa, unico uomo, a parte un po’ di petting con un altro ragazzo, inteso come fidanzatino. Fino a quel momento, il nostro sesso rientrava tra i normali canoni di coppia: oltre a scopare, gli facevo dei pompini e, in quella pratica, ero anche diventata alquanto brava, ma il culetto non glielo avevo mai concesso. Conoscendo il mio carattere, Marco ha quindi cominciato un lento lavoro di persuasione, che mi ha, man mano, fatto cambiare idea.

È riuscito ad incuriosirmi facendomi leggere, assieme a lui, dei racconti e visitare siti, e questo ha fatto sì che cominciassi ad apprezzare ciò che vedevo e leggevo, commentando anche ciò che mi veniva proposto e riflettendo su ipotesi, avanzate a Marco, di poter assistere a momenti in cui la sua donna potesse abbandonarsi al languore provocato dal corteggiamento di un altro maschio. Ovvio che tutto questo mi riempiva di piacere ed orgoglio e, spesso, mi induceva a mostrarmi civettuola, dicendo:

«Accidenti, questo me lo farei proprio – oppure – Questo me lo faresti fare?» o, ancora, commentando ironicamente sulle dimensioni di certi membri visionati:

«Certo che sono proprio grossi! Cavolo, allora mi son persa davvero tanto in tutti questi anni?»

Così, leggendo e cercando tra gli annunci presenti su vari siti, di cui eravamo diventati esperti navigatori, e io sempre più curiosa di vedere fin dove si sarebbe spinto mio marito, sinceramente cominciai ad accarezzare l’idea di provare qualche esperienza nuova. Ovviamente quel continuo stato di eccitazione nel considerare le varie ipotesi, ci induceva a fare del buon sesso, cominciando anche ad immaginare la presenza di un estraneo tra noi. Ben presto abbiamo affinato idee e gusti. Di comune accordo, abbiamo deciso di non tener conto dei ragazzi troppo giovani e di scarso affidamento sul piano della riservatezza, per cui focalizzavamo l’attenzione su maschi non liberi e più grandi di età. Nel mentre proseguiva la ricerca del soggetto idoneo e per rendere più realistica la nostra fantasia, avevamo acquistato in rete un dildo di gomma, cui davamo, di volta in volta, il nome di uno di quei maschi come se fosse presente fra noi e, quando giocavamo, lo baciavamo assieme e ci eccitavamo moltissimo.

Il fatto che anche Marco baciasse e prendesse in bocca quel dildo eccitava ancor più la mia fantasia, in quanto lo sentivo e vedevo particolarmente coinvolto nel gioco che avremmo voluto tradurre in realtà.

Tra i molteplici annunci visionati, ci ha colpito quello di Massimo, un uomo attraente di 59 anni, sposato, di professione ortopedico. Le foto lo ritraevano come un uomo poderoso, munito di un membro notevole: sì, abbiamo guardato anche questo. Con lui abbiamo avuto un primo contatto a carattere epistolare, per poi passare alla chat e, infine, direi dopo circa tre mesi, al telefono: lui si è mostrato molto paziente nel rispettare i nostri tempi. Marco l’aveva contattato al telefono e ne era rimasto affascinato al punto da masturbarsi al solo sentirlo. Sentire quell’uomo che, con assoluta schiettezza gli diceva che prima gli avrebbe scopato la moglie, per poi permettergli di farsi ripulire il cazzo, gli metteva le farfalle allo stomaco. In un secondo momento, ho voluto parlargli anch’io e, devo dire, è stato molto gentile, anche se risoluto, sul come realizzare il suo e nostro obbiettivo, facendomi già intravedere come sarebbe stato il nostro incontro. Mi sono eccitata così tanto che, una settimana dopo, eravamo da lui. Quando l’ho avuto davanti, mi sono subito resa conto che sapeva bene come dominare una donna e, da uomo esperto, mi ha fatto subito sentir femmina e troia, come mai mi ero sentita prima. Entrambi siamo stati conquistati dal suo fascino e lui ne ha approfittato per svezzarci e sottometterci. Ci siamo ritrovati suoi ospiti in una villetta con vista sul lago e lui, in piedi, davanti a noi, ci ha detto, con voce pacata ma decisamente risoluta, quali erano le condizioni del gioco da lui condotto e cosa si sarebbe aspettato da una coppia come noi, che aveva deciso di avventurarsi in questo insolito modo di gestire il rapporto sessuale e, soprattutto, vivere nuove emozioni.

«Voglio essere molto chiaro con voi due, perché il gioco che state per intraprendere, sicuramente cambierà molte cose tra voi. Nulla sarà più come prima. Questo deve essere subito ben chiaro, perché se avete delle riserve mentali, delle incertezze, sarebbe meglio per voi lasciar perdere. Ma se ciascuno riuscirà ad interpretare il ruolo che gli sarà affidato, allora il piacere che ne deriverà sarà forte ed intenso. Io, per voi, sarò il vostro padrone e tu, Marina, diventerai la mia devota schiavetta, mentre tu Marco, sarai l’umile cornuto sottomesso, che dovrà, in tutto e per tutto, assecondare le mie necessità, i bisogni di Marina e, soprattutto, ubbidire ad ogni nostro singolo ordine. Fin da subito ho intuito che hai un forte desiderio di vedere tua moglie trattata come una troia e, in questo, sarai esaudito, ma questo comporterà, da parte tua, qualche sacrificio, soprattutto comporterà la cieca obbedienza ad ogni mio singolo comando.

Quanto a te, Marina, dovrai accettare che io abbia il totale dominio sul tuo corpo, sul tuo piacere, su ogni tua singola sensazione e dovrai accettare di vedere Marco umiliato e sottomesso ai miei voleri, senza mai dubitare che ciò che farò non sia teso alla ricerca del piacere totale che ognuno di noi tre riceverà, interpretando il proprio ruolo. Naturalmente pretendo da te una devozione assoluta, una totale ubbidienza, in tutto e per tutto. Aggiungo che, al di fuori del gioco, anche se dovessimo incontrarci in posti o luoghi diversi da questo, io posso anche fingere di non conoscervi, oppure manterrò un atteggiamento che nulla lasci immaginare su ciò che accade nella nostra intimità. Ora vorrei che, per qualche momento, riflettiate su quanto appena detto, così da dare la giusta interpretazione ad ogni parola, perché, al mio ritorno, dovrete dirmi se ciò che io vi ho proposto è esattamente ciò che volete, anche perché da quel momento si comincerà, senza più poter tornare indietro.»

Ho provato un certo batticuore nell’udire quelle parole e, rimasti soli, ho fissato Marco negli occhi, cercando di capire quali fossero le sue intenzioni.

«Credo che sia stato estremamente chiaro. Vorrei però essere certa che tu sia convinto che quello che lui ci ha proposto sia davvero quello che desideri.

Pensaci bene, perché io, con te, sto bene e non mi sono mai lamentata di nulla; però ti confesso anche che tutta questa storia suscita in me reazioni contrastanti: una parte di me vorrebbe fuggire, mentre l’altra, al pensiero di trovarmi tra le braccia di Massimo con il tuo consenso, mi fa avvertire le farfalle allo stomaco con conseguente umidore nelle mutandine. Quindi, se non sei convinto al 100%, lasciamo perdere e andiamocene.»

Nel sentire le mie parole, gli occhi di Marco hanno preso a brillare come due carboni ardenti e, dopo avermi abbracciato e baciato con passione, le sue parole hanno sciolto ogni mio dubbio come neve al sole.

«Lo voglio. Voglio vederti godere fra le braccia di Massimo e, se questo comporterà essere umiliato e sottomesso da lui, lo accetto ben volentieri, perché corrisponde esattamente a ciò che desidero da tempo. Dopo tanti anni, la nostra vita è diventata monotona ed ora ha bisogno di un reale scossone. Mi rendo conto che abbiamo davanti una persona che, in maniera chiara, si propone a farci vivere un’esperienza unica che cambierà sicuramente la nostra vita, ma, in tutto questo, ricordati che io ti amo da impazzire e l’idea di vederti fra le sue braccia, sapendo che proverai tanto piacere, mi eccita al punto che quasi vengo, senza toccarmi.»

Poco dopo è riapparso Massimo, e avuta la nostra totale disponibilità, si è seduto su di una poltrona, mentre noi due eravamo ancora in piedi davanti a lui, nella trepida attesa di quello che sarebbe stato l’inizio del gioco. Lui ci ha osservato per un istante, poi, sempre con voce pacata, ha iniziato ad impartire ordini.

«Marco offrimi tua moglie. Immagina di dovermi spronare a scopare tua moglie, a farla diventare la mia puttana, a godere di lei a mio piacimento e, per far questo, prova ad enumerare i suoi pregi e le sue migliori qualità. Spogliala lentamente, mentre parli di lei.»

Sono rimasta basita, mentre, nella mia mente, si configurava l’immagine di me messa all’incanto da mio marito; quel maschio mi stava osservando con la stessa attenzione che si presta quando, ad una fiera, si è pronti ad acquistare una “vacca” o un animale per la propria fattoria.

Questa sensazione ha aumentato ancora più l’umidità nelle mie mutandine. Poi Marco si è posizionato dietro di me e, con una voce lievemente incerta, direi proprio tremolante, ha iniziato a tessere le mie lodi.

«Marina è una splendida cinquantenne, che ha avuto due gravidanze, ma questo non ha intaccato il suo aspetto fisico che, come vedi, è privo di qualsiasi difetto. Il suo seno, che ora ti mostro, è ancora sodo e florido ed il suo ventre piatto, sovrasta il monte di Venere, che è uno dei punti più sensibili di questa donna. Come vedi è perfettamente depilata e la sua splendida fica non è molto usata, perché io non ho una grossa dotazione. Lei ama succhiare il cazzo, ma non so dirti quanto sia veramente brava, perché in bocca a preso solo il mio. Non ama molto ingoiare sborra ed il suo culetto è inviolato.»

Mentre parlava, mio marito mi ha completamente denudato e io mi sono trovata per un attimo in imbarazzo, quando lui, dopo avermi esposto al suo sguardo, mi ha chiesto di girarmi e di piegarmi per mostrare meglio i miei orifizi.

«Non sono molto soddisfatto del tuo giudizio, perché, da aspirante cornuto, non sei stato sufficientemente umile e rispettoso nei miei confronti di Marina. Per prima cosa avresti dovuto rivolgerti a me, chiedendo umilmente di ammirare la tua donna, che tu vuoi io trasformi in puttana. Per questo sarai punito. Quanto a lei, il suo aspetto è abbastanza provocante e mal le di addice farle indossare, al mio cospetto, dei pantaloni; questo indumento, a partire da oggi, sarà bandito in mia presenza. Inoltre, il suo abbigliamento intimo è quanto di più dozzinale si possa trovare in qualunque mercato. Avresti dovuto farle indossare dell’intimo di pregio, sexy ed accattivante, come dovrebbe vestire una vera puttana. In ogni caso vedremo di rimediare. Ora, però, chiedimi di istruire tua moglie affinché diventi la mia puttanella.»

Tremavo per le tante sensazioni che stavo provando. Inoltre le sue parole incidevano sulla mia psiche in maniera da farmi vibrare di piacere, ma anche di paura temendo di non esser all’altezza delle sue aspettative. Sentivo, dentro di me, che questo maschio era completamente diverso da ogni altra persona da me conosciuta, ma, soprattutto, il suo comportamento me lo rendeva come qualcosa di veramente speciale, per cui, a deluderlo, mi sarebbe dispiaciuto moltissimo.

«Padrone, perdona il tuo servo ignorante e, ti supplico, rendi questa donna degna di essere la tua puttana personale, così che la tua immensa bontà, possa rendere me un vero cornuto, sottomesso ed ubbidiente.»

Massimo l’ha guardato abbastanza compiaciuto, poi, mi ha preso per mano e, insieme, ci siamo avviati verso la camera da letto, ma, prima di entrare, ha bloccato Marco, con un ordine secco e stentoreo.

«No! Come ti ho anticipato, ti avrei punito per la tua insolenza, quindi, per ora, resterai qui e quello che succederà qui dentro, potrai solo ascoltarlo. Se sarò soddisfatto del comportamento di questa aspirante troia, ti farò assistere alla monta.»

Ho osservato lo sguardo dispiaciuto di Marco che si è seduto su una panchetta nei pressi dell’uscio, mentre Massimo entrava guidandomi in camera e, lasciata la porta aperta, mi ha avvicinato al letto.

«Troia, renditi utile e spoglia il tuo padrone.»

Sentirmi umiliare, insultare, mi appariva davvero strano: in fin dei conti ero una madre di famiglia, che ha sempre amato parole dolci e romantiche durante il rapporto, ma ora, stranamente, mi sono avvicinata a lui ed ho iniziato a sbottonare la sua camicia, ma lui mi ha bloccato di colpo, fissandomi con uno sguardo severo.

«Troia! Come osi fissare il tuo sguardo nel mio? Dovresti tenere gli occhi bassi, in segno di umiltà, perché ancora non ho deciso se farò di te la mia schiava o una semplice puttanella: devo stabilire se ti riterrò degna di godere del mio cazzo.»

Ho tremato. Dentro di me, per un attimo, ho avuto la sensazione di essere rifiutata e questo mi faceva sentire più che umiliata e, nello stesso tempo, mi ha spronato ad essere la pietra grezza che lui avrebbe reso un lucente diamante. Ho abbassato subito lo sguardo e, con movimenti veloci, l’ho spogliato. Quando mi sono inginocchiata davanti a lui ed ho abbassato i pantaloni, attraverso la stoffa degli slip era visibile la notevole dimensione del suo membro che, già teso e duro, gonfiava il tessuto. Lo avevo visto in foto, ma, dal vivo e a due passi dalla mia faccia, mi sembrava ancora più grosso. Lui è rimasto in silenzio, in attesa, ed io, indecisa sul da farsi, ho timidamente abbassato l’indumento. Mi è subito sbattuta in faccia quella splendida colonna di carne viva e dura, che svettava imperiosa. Ho avvertito il suo forte odore di maschio, misto al profumo di chi ha appena fatto la doccia. Mi ha eccitato quel mix di odori e, soprattutto, la mia fica ha preso a colare in maniera impensabile. Lui mi ha preso la mano destra e mi ha fatto impugnare quella verga poderosa. Sono rimasta stupita dalla pomposità delle sue palle e, soprattutto, dal fatto che, stringendolo alla base, le mie quattro dita non riuscivano a congiungersi, mentre, sopra di esse, spuntava ancora tanta parte di quel fallo. Quando, al contrario, stringo quello di mio marito, sparisce dentro la mia mano e solo una minima parte ne spunta fuori, mentre di quello di Massimo ne avanzava almeno il doppio, sopra le dita. La cappella, non troppo grossa, rossa e profumata, era a poca distanza dalle mie labbra e, quando stavo per aprire la bocca ed infilarlo tutto dentro, lui mi ha sollevato e mi ha baciato in bocca con estrema passione. La sua lingua è entrata prepotentemente nella mia bocca ed ha giocato con la mia e poi, dopo aver limonato a lungo, lui si è sdraiato sul letto e mi ha fatto mettere di lato a lui e, di nuovo, la sua voce ha tuonato.

«Bacia e lecca ogni centimetro del mio corpo. Se sarò soddisfatto, ti permetterò di prendere in bocca il mio cazzo, che dovrai, non leccare o succhiare, ma adorare.»

Ho iniziato a percorrere quello splendido corpo, coprendolo di baci e leccate. Ho succhiato i suoi capezzoli, poi sono scivolata giù e ho ignorato quello splendido membro e, su sua indicazione, ho proseguito lungo quelle splendide cosce e via, ancor giù fino ai piedi, dove ho preso a leccare ogni singolo dito, soffermandomi sull’alluce. Dopo che mi ha permesso di risalire, lentamente ho iniziato ad accarezzare quelle due grosse palle piene e, con la punta della lingua, ho iniziato a risalire quell’asta meravigliosa, lucidandola con la mia saliva e, dopo averla afferrata, prima di infilarla in bocca, ho sollevato lo sguardo e, avuto un cenno d’assenso, ho cercato di infilarlo in bocca il più possibile. Egli ha emesso un lieve gemito e poi ha appoggiato la mano sulla mia testa e, senza forzare, mi ha imposto di pompare quella splendida mazza, cercando però di farne entrare il più possibile dentro la mia gola. Mi sentivo trapanare la bocca da quel palo di carne durissima e, con insistenza cercavo di spingerlo il più possibile dentro la bocca. Lui era immobile, si deliziava per ciò che gli stavo facendo e, compiaciuto, ha fatto una cosa che mi ha un po’ stupito.

«Cornuto, vieni, entra nella stanza e vieni a vedere come quella troia di tua moglie mi sta lucidando il cazzo.»

Un attimo dopo, è comparso Marco e Massimo lo ha obbligato a mettersi nudo. Una volta completamente spogliato, Massimo gli ha permesso di salire sul letto ed inginocchiarsi con la faccia accanto alla mia.

«Guarda cornuto, come mi sta lucidando bene il cazzo e sono convinto che la cosa la renda veramente felice, perché, nel vedere quella minima dotazione che ti ritrovi tra le gambe, mi fa capire l’impegno che questa zoccola deve mettere nel farmi godere. Sta tranquillo che farò in modo che, quando lo avrà assaggiato, sicuramente vorrà fare a meno del tuo.»

Ho girato lo sguardo per incrociare quello di Marco ed ho visto i suoi occhi veramente felici nell’ammirare quello che stavo facendo a quella splendida verga. Sentivo, dentro di me, sensazioni divergenti che spaziavano dalla vergogna di godere tra le braccia di un altro, fino ad avvertire un piacere immenso, che vedevo era lo stesso di quello che provava Marco, che amo e, quindi, ho abbandonato ogni ritegno ed ho cercato di cogliere il massimo del piacere da questa nuova esperienza. Lui ha allungato la mano e, appoggiatala sul capo di Marco, lo ha fatto avvicinare ancora di più a me e le sue parole hanno confermato quello che avevo già intuito.

«Bravo cornuto e guarda bene come questa puttanella di tua moglie mi sta lucidando il cazzo. Poiché sono convinto che anche tu muori dalla voglia di assaggiarlo, aiutala a farmi godere di più. Leccami anche tu, lucida bene il mio cazzo, le mie palle e, poiché sei un cornuto sottomesso, voglio sentire anche la tua lingua che lambisce il mio buchetto.»

Marco, senza un attimo di esitazione, si è messo subito all’opera e, ben presto, ho visto Massimo che godeva come un porco. Poi si è sollevato e, dopo avermi fatto girare e inginocchiare davanti a lui, ha ordinato a Marco di distendersi sotto di me.

«Cornuto, sdraiati sotto di lei e osserva in prima fila come monto questa vacca di tua moglie.»

Ho incrociato lo sguardo di Marco ed ho appurato che quell’ordine era quanto si aspettava: era oltremodo inebriato e pronto ad eseguire ciò che gli veniva imposto. Si è disteso sotto di me e, nello stesso tempo, ho sentito la punta di quella splendida mazza appoggiarsi alle labbra della mia fica che, fradicia di umori, aspettava solo l’attimo di esser penetrata. Lui ha continuato a spennellare lo spacco della fica con la cappella del cazzo, mentre io fremevo nell’attesa di sentirla dentro e, così l’ho implorato:

«Padrone, ti prego, spingilo dentro, fino in fondo; fa che questa lurida puttanella possa ospitare il tuo splendido membro nel suo ventre. Mostra a quel cornuto di marito, che sta sdraiato sotto di me, come si monta una vera vacca, che è ciò che desidero essere per te. Dimostrami quanto riesco ad eccitare la tua potenza taurina, così da farmi godere come mai è accaduto in vita mia.»

Io stessa ero stupita dalle parole che erano uscite dalla mia bocca, mentre lui, con un sorriso, ha dato seguito alla mia implorazione, affondando nel mio ventre. Ho subito sentito i muscoli vaginali tendersi, mentre quella vigorosa asta di carne mi apriva e dilatava in maniera incredibile. Mi sembrava quasi di perdere di nuovo la verginità perché, avendo partorito con due tagli cesarei, la mia fica non era mai stata sottoposta a nessuna eccessiva dilatazione. Ora, invece, mi sentivo aprire e riempire, nello stesso tempo, da quella fantastica colonna che, inesorabilmente, mi stava sventrando. Ha spalancato la bocca e ho emesso un lungo gemito di piacere, mentre anche Marco, sdraiato sotto di me, ha potuto godere di ciò che stava avvenendo sotto i suoi occhi.

«Padrone, è stupendo ciò che vedo: questa tua splendida verga sta letteralmente sventrando la fica di mia moglie e ciò mi fa impazzire di piacere. Ero certo che un maschio come te l’avrebbe fatta godere come non sono mai stato capace, in tutti questi anni. Ti prego, padrone, montala come merita questa vacca.»

Ormai le sensazioni, che si avvicendavano dentro di me, avevano assunto una dimensione di incredulità su quanto sentivo pronunciare da mio marito. Sentivo quel membro arrivarmi fino in fondo, sbattere la punta con forza contro la bocca dell’utero, non senza provocarmi fitte di dolore, ma, nello stesso tempo, un orgasmo incredibile. Ho gridato il mio piacere e questo è stato motivo di vanto per Massimo, che lo ha subito esternato dicendo:

«Brava, la mia puttanella! Così ti voglio! Calda e vogliosa, pronta a godere ogni volta che ti sfondo la fica con la mia poderosa mazza. Adesso godi fino in fondo, perché più in là avrò modo di farti provare anche altre piacevolezze.»

Ero in estasi, quanto mai sconvolta dal piacere appena provato: con Marco avevo fatto sesso tantissime volte ed avevo sempre pensato che in quello consistesse il piacere, mentre, ora che quel membro mi stava letteralmente spaccando in due, mi sembrava di vivere in un sogno. Ho preso a godere un orgasmo dopo l’altro, senza soluzione di continuità, e più volte abbiamo cambiato posizione, sempre con Marco che ci osservava da vicino e, spesso e volentieri, leccava le palle e il culo di Massimo, che ha proseguito a pomparmi per oltre un’oretta. Quando, sfinita, mi sono girata verso di lui e l’ho supplicato di inondare il mio ventre con il suo piacere, ho notato, negli occhi di quel maschio, il massimo della contentezza.

«Ti prego, padrone, vienimi dentro. Ti supplico, inonda il mio ventre con il tuo seme, perché un toro come te mi ha letteralmente stremata.»

Eravamo sdraiati di lato e lui mi stava scopando da dietro, mentre Marco teneva la mia gamba destra alzata, con il suo viso a poca distanza dai nostri sessi. Massimo ha intensificato il ritmo e, dopo alcuni affondi decisi, è rimasto immobile dentro di me e, con un grido da vero maschio dominante, ha iniziato a svuotare quelle sue splendide palle dentro la mia fica. Ho sentito un’ondata di calore riversarsi nel mio ventre e anche Marco, nello stesso tempo, dopo essersi masturbato velocemente, riempiva la sua stessa mano. Massimo è rimasto, per lunghi istanti, immobile dentro di me, poi è uscito e immediatamente mi ha presentato alla bocca la sua mazza ancora intrisa dei miei e suoi umori.

«Puttana, lecca e pulisci tutto; quanto a te, cornuto, aiutala.»

Ci siamo letteralmente avventati su di lui e le nostre lingue hanno raccolto ogni singola traccia di seme presente su quel membro. Ripetutamente Marco l’ha preso in bocca, succhiandolo così bene da ricevere i complimenti di Massimo.

«Sei una magnifica puttanella, esattamente come quella che ho appena inondato. Poiché intendo anche farle provare quanto sia bello prenderlo in culo e poiché una puttanella come te mi eccita per davvero, ho deciso che, dopo aver rotto il culo a tua moglie, farò lo stesso trattamento anche a te, così anche tu diventerai la mia puttanella.»

Ho visto lo stupore dipingersi sul volto di Marco. Le parole di Massimo, lo avevano decisamente colpito, ma nello stesso tempo, dentro di me, sentivo che questo strano gioco, di certo, ci avrebbe coinvolti più di quanto avevamo inizialmente immaginato. Ero convinta di dover scopare con un altro maschio, di goderne ad essere trattata da puttana e di vedere quanto ne avrebbe goduto il mio uomo ad osservare con quanto trasporto avrei realizzato il suo sogno. Ora, invece, nel sentire le parole di Massimo, mi stavo rendendo conto che saremmo andati ben oltre quello che avevamo immaginato. Dopo averlo ripulito, lui è andato in bagno a farsi una doccia, mentre Marco, dietro suo ordine, ha dovuto inginocchiarsi tra le mie cosce e leccare tutta la sborra che sgorgava dalla mia fica. È stata una sensazione bellissima, sublime, quella di sentire la sua lingua raccogliere scrupolosamente, ma anche con ingordigia, il seme che sgorgava dalla mia fica, oscenamente dilatata. Quando lui è tornato nella stanza, ci ha ordinato di andarcene e ci ha dato appuntamento dopo una trentina di giorni. 

2

Siamo ritornati alla vita di tutti i giorni e, per tre giorni, nessuno di noi due ha fatto cenno a quanto successo con Massimo. Solo la terza sera, sdraiati nel nostro letto, Marco, dopo avermi baciato è salito su di me e mi ha penetrata: riconosco che, nell’occasione, ho chiuso gli occhi ed ho immaginato che il membro che si stava agitando nella mia fica fosse la splendida mazza di Massimo e, all’istante, ho avuto un orgasmo che mi ha fatto vibrare tutta. Marco che ha goduto assieme a me, mi ha lasciato il tempo di esprimere tutto il mio godimento, poi, dopo avermi baciato sulle labbra, mi ha guardato dritto negli occhi.

«Non è necessario che tu chiuda gli occhi per immaginare che il mio piccolo membro sia la splendida mazza che ti ha fatto godere, giorni fa. Per carità, mi fa piacere che tu immagini che sia lui che ti sta scopando, perché questa sensazione, questo desiderio, mi rende molto felice e non posso non ammettere che tutto quello che ho provato nel vederti godere con lui e, soprattutto aver potuto godere insieme a voi, è stata una goduria che ancora scorre nelle mie vene, inebria la mia mente e mi eccita così tanto, che come hai notato è bastato poco, perché raggiungessi il piacere e godere dentro di te. Abbiamo vissuto qualcosa di speciale e, onestamente, non vedo l’ora di ripetere questa fantastica esperienza. Però devo anche dire che nutro qualche perplessità sul fatto che vuole anche il tuo culetto: temo che quella grossa mazza possa farti molto male, quando ti sfonderà il culo.»

Ho guardato mio marito con enfasi, perché, da persona intelligente, aveva subito capito che il mio chiudere gli occhi era stato un espediente per focalizzare il mio ricordo su quel momento in cui avevo davvero fatto la troia fra le braccia di quel maschio, così dotato e dominante.

«Ti amo e ti reputo la persona più importante della mia vita. Massimo ci ha fatto godere moltissimo e sono sicura che godremo ancora di più la prossima volta. Questa certezza mi deriva dal fatto che saremo già consapevoli di ciò che ci aspetta e di quello che lui si aspetta da noi. Ti ringrazio per avermi spronato a vivere questa esperienza, ma ti chiedo, con tutto l’amore che io provo per te e quello che tu provi per me, di rimanere sempre al mio fianco, di assecondare questo gioco e permettere che lui possa ancora farci vivere emozioni così intense, come quelle che abbiamo appena vissuto.»

Lui mi ha stretto, mi ha abbracciato e, con le lacrime gli occhi, mi ha baciato ebbro di felicità. Nelle tre settimane a seguire, abbiamo sentito altre volte Massimo, il quale ci ha confermato l’appuntamento per una nuova esperienza da vivere con lui. Il giorno in cui ci siamo presentati nuovamente nella villetta in riva al lago, indossavo un abbigliamento completamente diverso da quello sobrio e morigerato di sempre. Questa volta, nascosta sotto un impermeabile lungo, avevo una minigonna davvero corta, calze autoreggenti, un esiguo perizoma, tacchi alti ed un reggiseno che esaltava ancora più la procacia delle mie tette, facendole apparire più abbondanti di quello che sono. Anche il trucco era adeguato al mio ruolo da perfetta puttana: le labbra, ricoperte da un rossetto dal colore acceso, esercitavano un palese invito a infilarvi dentro la splendida mazza che, di sicuro, il padrone mi avrebbe dato. Appena giunti da lui, ci ha immediatamente chiesto di spogliarci nudi e, quando ha visto ciò che indossavo, si è molto complimentato con mio marito.

«Bravo, cornuto, vedo che hai perfettamente capito cosa intendo, quando ti chiedo di offrirmi la tua troia in abbigliamento da vera puttana. Oggi faremo qualcosa di nuovo che, di certo, non avete ancora sperimentato. Per prima cosa, voglio che tu indossi questa tuta catsuit nera da donna, intera, senza cavallo, a rete e poi ci raggiunga in camera da letto.»

Senza aggiungere altro, mi ha preso per mano e insieme siamo entrati nella camera da letto e, come la volta precedente, ho iniziato a spogliarlo lentamente e con lo sguardo basso, dopo di che lui si è disteso sul letto. Io ho preso ad adorare il suo corpo, facendo scorrere la mia bocca e lingua su ogni centimetro della sua pelle. Quando ero sul punto di prendere di nuovo in bocca quella splendida mazza, che dura e vogliosa svettava davanti ai miei occhi, Marco è entrato nella stanza ed entrambi ci siamo girati verso di lui.

Vederlo con indosso quella tuta da donna, con un perizoma così striminzito che a mala pena gli copriva il membro, mi ha lasciato alquanto sorpresa, mentre Massimo ha mostrato totale compiacimento per quel che vedeva.

«Brava puttanella! Così sei esattamente come ti volevo. Da oggi in poi sarai la puttanella che farà compagnia a quest’altra troia che mi sta leccando il cazzo. Vieni, avvicinati, perché per te ho un incarico molto importante. Apri quella piccola scatola che vedi sul comò, poi ti inginocchi dietro di lei e prepari il culo di tua moglie, perché oggi è giunto il momento che provi quanto piacere può ricevere una donna nel prendere un bel cazzo nel culo.»

Sono rimasta decisamente sbalordita, ma, nello stesso tempo, intimorita, però anche desiderosa di vivere questa esperienza che aveva un che di perverso. Marco si è subito dato da fare per realizzare questo progetto. La sua lingua ha preso a scorrere lungo il solco delle mie natiche e, per un attimo, mi sono irrigidita, ma poi ho iniziato a rilassarmi nel concentrare la mia attenzione sul cazzo di Massimo: sentivo dietro di me Marco che mi lubrificava il culo, inserendo prima un dito e, di certo, anche del gel, perché ho avvertito qualcosa di fresco che, delicatamente, blandiva il mio forellino posteriore.

Delicatamente mi ha introdotto prima un dito e, dopo averlo fatto scorrere bene dentro, ne ha raggiunto un altro con altro gel. Se all’inizio provavo un po’ di fastidio, dopo ho cominciato a sentire che mi stavo rilassando ed ero pronta a ricevere dentro di me quella mazza che stava lievitando nella mia bocca. Ero pronta e sentivo la mia intimità completamente bagnata per l’emozione ed il piacere che stavo per provare, quando Massimo si è alzato e, allungata una mano, ha preso un’altra piccola scatola e l’ha data a Marco.

«Cornuto, apri questa scatola e prendi ciò che vi trovi dentro. Dopo averlo ben lubrificato, fallo scivolare dentro il culo di tua moglie.»

Mi sono girata di scatto a guardare ed ho visto un cuneo lucente nelle mani di Marco e, poiché era poco più piccolo del membro che stavo tenendo in mano, mentalmente ho provato uno strano brivido, associato ad un po’ di timore di non esser in grado a prenderlo nel culo. Marco, molto delicatamente, dopo averlo lubrificato, ha cominciato a spingerlo e, lentamente, ho sentito che nell’entrare, mi dilatava il culo. Quando è scivolato oltre lo sfintere, ho avuto una strana sensazione di pienezza e, per un attimo, non ho capito quale fosse lo scopo di Massimo, perché ero convinta che, una volta pronta, mi avrebbe aperto il culo senza tanti complimenti, mentre invece ora mi trovavo con quello strano oggetto dentro, che mi dava sensazioni contrastanti. Nello stesso momento in cui Marco ha espletato ciò che gli era stato ordinato, lui mi ha fatto salire su di sé facendo sistemare lo spacco della mia fica sopra quella splendida trave, e poi, sorridendo, mi ha ordinato di prenderlo tutto in corpo. Per un attimo sono rimasta titubante: avevo qualcosa che mi ostruiva il culo e l’idea di accogliere quella splendida mazza, che la volta precedente mi aveva aperto in due, mi sembrava eccessiva. Lui ha notato la mia esitazione e, facendo una faccia un po’ contrariata, mi ha spinto di lato e, dopo aver ordinato Marco di tenere le mie gambe ben in alto, ha appoggiato la cappella fra le labbra della fica ed è scivolato dentro con decisione. Ho sentito la mia fica tendersi e questa volta ancor di più, perché avvertivo anche quell’altro intruso nel culo. Lui mi ha guardato fisso negli occhi e, con estrema soddisfazione, ha commentato la lenta penetrazione a cui mi stava sottoponendo.

«Brava la mia puttanella! Lascia che ti sfondi per bene la fica e tu, cornuto, guarda questa puttana come lo prende nella fica con in culo un cuneo che, in questo caso, potrebbe essere un altro membro. Sicuramente, fra poco, avrà ancora un orgasmo devastante.»

Era vero, sentirmi riempire davanti e dietro mi aveva sconvolto così tanto che immediatamente il mio corpo ha preso a tremare per un orgasmo incredibile.

Era esattamente quello che aveva annunciato lui; mi sentivo completamente piena. Lo sentivo scorrere dentro di me e strisciare sul cuneo che avevo dietro, e questo mi dava sensazioni impensabili in entrambi i buchi. Marco ci osservava estasiato e, dopo l’ennesimo orgasmo, Massimo si è sfilato da me e mi ha fatto rigirare, facendomi sistemare inginocchiata davanti a lui. Ha chiesto a Marco di sdraiarsi sotto di me, come la volta precedente.

«Ora, cornuto, voglio che tu faccia due cose. La prima è di togliere il cuneo dal culo di tua moglie, poi afferrare il mio cazzo ed appoggiarlo al suo culo; devi pregarmi di sfondare il culo di questa troia e di farla godere come non hai mai provato in vita sua. Dopo dovrai distenderti sotto di lei, per assistere, anche questa volta, da una posizione privilegiata, alla messa in culo di un vero cazzo. Cerca di essere una brava puttanella e di osservare con attenzione come le spacco il culo, mentre dovrai leccare la sua fica, perché voglio che goda tantissimo. Guarda bene, perché, la prossima volta, sarà tuo il culo che sfonderò.»

Appena finito di esporre il suo programma, ho sentito quel membro poderoso scivolare dentro di me ed ho sentito i muscoli anali tendersi al suo passaggio. Mentre all’inizio era un vero fastidio, subito alleviato dalla lingua di Marco che, ubbidiente, ha preso a leccarmi il bottoncino sulla fica, onde distrarmi dal lieve dolore che provavo nel sentirmi sfondare il culo. Quando ho sentito il suo corpo aderire al mio, mi è pervenuta la sua voce pacata che mi invitava a rilassarmi.

«Brava la mia puttanella! Lo hai tutto nel culo! Ora rilassati e non pensare a niente. Concentra la tua mente sulla lingua che ti sta leccando la fica e, ben presto, sentirai tutto il piacere possibile nel prendere il mio cazzo in culo.»

Fatto un respiro lungo, mi sono lasciata andare e, ben presto, ho sentito quel membro scorrere lentamente dentro e fuori il mio culo. Ad ogni affondo lo sentivo aprirsi sempre più, consentendo un passaggio sempre più agevole, finché l’iniziale dolore o fastidio, si sono trasformati in un piacere nuovo ed intenso, mai provato in vita mia. Lui mi stantuffava il culo con estremo vigore, mentre la lingua di Marco mi faceva impazzire. La sentivo scorrere lungo lo spacco della mia fica e, quando Massimo era tutto dentro di me, quella lingua scorreva anche sulle grosse palle di lui che, compiaciuto, mi pompava con maggior vigore. È stata una lunga cavalcata, durante la quale ho provato tre orgasmi, poi, sfinita, mi sono girata verso di lui e con voce implorante ha supplicato di sborrare.

«Ti supplico, padrone, riempi il culo di questa troia, perché sono così sfinita che non riesco a resistere oltre ai colpi che la tua splendida mazza mi sta dando nel culo.»

Lui ha sorriso, poi, compiaciuto, ha chiesto a Marco di sfilarsi da sotto di me e di sdraiarsi supino al mio fianco, cosa che lui ha fatto immediatamente. Massimo mi teneva ancora per i fianchi ed ha preso a limare il mio culo in maniera molto più energica, finché, d’un tratto, tenendomene dentro poco più della sola punta e, con un grido per niente umano, mi ha schizzato due getti nel culo, per poi sfilarlo di colpo e, spintami di lato a Marco, ci ha ordinato di avvicinare le nostre facce. Un attimo dopo, lui sferzava i nostri visi con tre getti poderosi di sborra, che ci hanno colpito, oltre le guance, gli occhi e la bocca, mentre lui, ansimante di piacere, gioiva a far questo.

«Brave le mie puttanelle! Guardate come vi battezzo! Da oggi voi due sarete le mie adorabili puttanelle.»

Quando l’ultimo schizzo ha ricoperto il nostro viso, lui si è avvicinato ulteriormente e, subito, le nostre bocche, ancora impastate del suo seme, sono andate a pulire quella splendida mazza, leccando fino all’ultima stilla di piacere che sgorgava. Infine, soddisfatto, ci ha intimato di ripulire i nostri visi, leccando la sua sborra fino all’ultima goccia, nel mentre si è allontanato per fare la doccia. Allora, come sempre, io e Marco abbiamo preso a ripulire i nostri visi da quel nettare, per poi baciarci con tutto il trasporto possibile. È stato bello afferrare quel momento tutto per noi: essere soli nella nostra intimità, e guardarci negli occhi è servito a radicare in ognuno di noi la certezza che l’esperienza appena vissuta era stata artefice di emozioni tanto intense, quanto impensabili.

Quando ci siamo rivestiti e, prima di salutarci, Massimo ci ha consegnato un’altra piccola scatola e, una volta aperta, abbiamo visto che conteneva un altro plug, questa volta destinato a Marco.

«A partire da oggi, quando siete nella vostra intimità e per almeno un’ora al giorno, entrambi dovete tenere inserito quest’arnese. Voglio che i vostri culetti si abituino ad esser ingombrati da questi oggetti, cosicché, la prossima volta, sarà molto più agevole per voi accogliere e godere del mio cazzo mentre vi sfondo il culo, perché è questo il mio prossimo desiderio.»

Quando eravamo sulla via del ritorno, Marco mi ha chiesto delle sensazioni da me provate mentre ero inculata da Massimo. Dopo un attimo di riflessione, gli ho risposto che era stato qualcosa di veramente bello, molto appagante e soprattutto gratificante per la mia femminilità, in quanto ero stata capace di far godere anche un uomo esperto come Massimo. Ho però letto una lieve preoccupazione nei suoi occhi, ma, essendo davvero esausta, non ho indagato più di tanto su cosa potesse preoccuparlo. Nei giorni a seguire, le sensazioni che avevamo provato ci suscitavano nuove scosse di piacere indescrivibili e contrastanti: un misto tra emozione, eccitazione, timore, imbarazzo. Queste sensazioni persistevano in me, anche quando mio marito non c’era, perché ogni volta che indossavo il plug, sentivo dentro di me un piacere sconvolgente. Marco, invece, era restio a inserire il suo cuneo nel culo. Lo avvertiva come un fastidio, mentre io, più lo mettevo, più lo desideravo. Dopo una decina di giorni, sono anche uscita a far la spesa insieme Marco, senza nessun indumento intimo, ma indossando il cuneo che, per tutta il tempo che sono stata in giro con lui, mi ha trasmesso emozioni fortissime, sensazioni bellissime. Stare tra la gente senza intimo e, soprattutto, con il plug nel culo, mi davano sensazioni di piacere tale che, quando sono tornata, Marco mi ha scopato nello stesso modo in cui aveva fatto Massimo, facendomi godere tantissimo, perché, anche se il cazzo di Marco non era grosso come quello di Massimo, la presenza del cuneo dietro, mi suscitava quasi le stesse sensazioni provate con l’altro. Man mano che il tempo passava, desideravo sempre più trovarmi di nuovo fra le braccia di Massimo; chi, invece era un po’ preoccupato, era Marco, che sapeva benissimo che, la prossima, sarebbe stata la sua volta a prenderlo nel culo. Finalmente è stato organizzato un nuovo incontro. Appena giunti, ci siamo spogliati nudi e Marco ha indossato la solita tuta in rete, e questa volta, Massimo l’ha portato in camera assieme a me. Subito, l’ha fatto mettere in ginocchio e gli ha ordinato di leccargli il cazzo, mentre io, inginocchiata dietro di lui, dovevo preparargli il culo. Sentivo Marco teso, nervoso e, di questo, se ne è accorto anche Massimo, che l’ha esortato a rilassarsi.

«Puttanella, rilassati! Lasciati andare, perché comunque avrò il tuo culo. Se ti rilassi, riuscirai a godere, altrimenti ti sfondo il culo e per te sarà più difficile godere.»

Egli faceva dei profondi respiri, ma, quando spingevo il mio dito nel suo culo, sentivo che serrava le chiappe e questo non era certo rilassarsi. Alla fine, sono riuscita a mettergli due dita dentro e lui ha emesso un gemito. Allora Massimo si è posizionato dietro di lui, mentre io gli tenevo le chiappe allargate, e lui, dopo avergli cosparso il buco di gel, ha appoggiato la cappella: entrambi abbiamo ricevuto l’impressione che Marco non fosse ben disposto a prenderlo dentro.

«Guarda, puttanella, come ora sfondo il culo a quest’altra troietta. Guardami bene, perché adesso rompo il culo a tuo marito, e voglio che sia lui a chiedermelo.»

Marco era ancora teso, ma ciononostante, con voce tremula, lo ha pregato di sverginare il suo culo.

«Padrone, ti prego: rompi il culo a questa tua puttanella, che vuole tanto sentire la tua mazza dentro di sé.»

Massimo ha iniziato a spingere, mentre Marco inarcava la schiena quasi a voler ritardare l’intrusione. Massimo lo ha sculacciato ripetutamente e, poiché lui era restio a rilassarsi, mi ha ordinato di sdraiarmi sotto di lui e di prendergli il cazzo in bocca, cosa che ho fatto immediatamente. Quando ha visto che avevo il cazzo di mio marito in bocca, Massimo, con un affondo deciso, ha spinto una buona metà del proprio cazzo dentro il culo di Marco, che si è irrigidito all’istante, e ha emesso un grido di dolore, lo ha esortato a non spingerglielo tutto dentro. Massimo invece è scivolato dentro di lui, per poi restarvi immobile, mentre Marco si agitava, perché avvertiva un gran male. È rimasto immobile per lunghi istanti, mentre io gli succhiavo il cazzo cercando di farlo godere e questa attività ha un po’ alleviato il suo dolore. Massimo si è lentamente sfilato per poi riprendere ad affondare dentro di lui con più delicatezza e, quando si è reso conto che ormai scorreva abbastanza bene, ha preso a stantuffarlo con ritmo. D’improvviso il cazzo di Marco si è gonfiato nella mia bocca ed ha goduto con un gemito soffocato, perché aveva tutto il viso schiacciato contro il cuscino. Massimo ha notato che Marco era venuto ed allora ha preso a limargli il culo con maggior forza e vigoria.

«Lo sapevo che eri una puttanella! Hai appena goduto, mentre ti sfondavo il culo! Sei un’adorabile puttanella! Da oggi in poi, mi godrò i vostri culi a mio piacimento e farò in modo che restino sempre ben larghi ed accoglienti.»

Ha proseguito a pomparlo ancora per un po’, poi si è sfilato e, dopo avermi ordinato di inginocchiarmi al fianco di Marco, lui è uscito dal suo culo e con un affondo deciso è entrato nel mio. Mi sono sentita aprire, ma essendo ben allenata dal plug, il mio buco lo ha ricevuto agevolmente ed ho subito iniziato a godere, mentre Massimo elogiava la mia lascivia a prenderlo nel culo.

«Questa sì che è una puttanella ubbidiente! Lei ha tenuto il culo ben aperto, utilizzando il cuneo che le avevo dato, mentre tu, di certo, non ne hai fatto buon uso. Per questo ti punirò e, a partire da oggi, lo dovrai tenere almeno tre ore al giorno, tutti i giorni, ben piantato nel culo.»

Nel dire questo, si è sfilato da me e lo ha spinto con forza nel culo di Marco, che ha emesso un grido di dolore. Ci ha scopato entrambi, a lungo ed io ho goduto moltissimo, fin quando ci ha di nuovo fatto avvicinare i volti per scaricarci in faccia tutto il suo piacere.

Quando Marco ha avvicinato il suo viso al mio, ho visto che era rigato dalle lacrime per il dolore provato e, quando Massimo è venuto, glielo ha letteralmente ricoperto di sborra. Ha poi preteso che fosse Marco a pulirgli il cazzo, con il viso tutto impiastricciato del suo piacere. Io l’ho osservato e, sebbene avessi immaginato una sua tendenza alla sottomissione, non pensavo potesse essere così forte. Rimasti soli, ho leccato il viso di Marco con estremo piacere e con le labbra ricoperte della sborra di Massimo, l’ho baciato con immensa passione. C’era tutto l’amore possibile in quel bacio, oltre la profonda soddisfazione nel constatare che il mio uomo, dopo avermi regalato quella grande soddisfazione, era ancora capace di godere nel sentirsi umiliato, sottomesso, ma pur sempre innamorato di me. Dopo quella volta, anche Marco ha preso l’abitudine a tenere inserito il plug nel culo e questo ha agevolato moltissimo la sua sodomizzazione. Col passare dei mesi, la nostra esperienza è diventata una relazione. Lo desideravamo entrambi. Entrambi volevamo soddisfare i capricci di Massimo, che poi, in realtà, erano anche i nostri: godere con quel maschio stupendo che, ogni volta, ci regalava emozioni fortissime, che rimanevano presenti in noi per tutto il mese, fino alla volta successiva. È durato oltre un anno quel rapporto più che amicale, poi, improvvisamente, la moglie di Massimo si è ammalata di una grave malattia e lui ha dovuto dedicarsi a lei, tralasciando noi. Lo abbiamo incontrato una sola volta, ma ormai il gioco si era interrotto e l’alchimia delle volte scorse non c’era più, perché, come dice un vecchio adagio: il cazzo non vuol pensieri! Massimo, invece, era chiaro che di pensieri ne aveva tanti e molto più importanti di quelli di far godere noi, così lo abbiamo lasciato andare per la sua strada. Oggi siamo consapevoli che Massimo è stato un grande. Senza l’esperienza fatta con lui, probabilmente saremmo ancora a chiederci se farlo o meno. Aveva saputo guidarci con una certa autorevolezza, non avulsa da momenti di autentica lussuria, e, per questo, ne abbiamo avvertito moltissimo la mancanza. Ancora oggi siamo alla ricerca di un maschio maturo esperto, dominante quanto basti, che, con il suo modo di fare, il suo modo di stimolarci, ci faccia tornare a vivere quelle stesse intense emozioni che abbiamo provato con lui. 

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