Femmine vogliose. Prima parte.

pennabianca
4 months ago

Mi chiamo Mario, ho quaranta sette anni, sono sposato con Flavia, che ha la mia stessa età. Abbiamo un figlio di nome Marco, che ha ventisei anni, ingegnere informatico, laureato a pieni voti, per questo ha subito trovato un ottimo impiego, in una azienda che fornisce servizi informatici. Mia moglie lavora come impiegata delle poste, mentre io, sono al momento disoccupato. Lavoravo come autista di bus turistici, ma lo scorso anno è morto il titolare, la vedova, ha venduto tutto ad una ditta concorrente, che aveva già, il suo personale viaggiante, così momentaneamente non ho un impiego, ma va bene così. Abitiamo in un palazzo al quarto piano. Anche l’appartamento quello sopra di noi, è di mia proprietà, in quanto, l’ho ereditato alla morte di mio padre. Si tratta di un piccolo appartamento, di circa una ottantina di metri quadri, con un piccolo terrazzo. Essendo all’ultimo piano, è poco più di una mansarda, ma molto carina, e accogliente. Ha una camera matrimoniale, una cameretta un bel bagno grande, ristrutturato lo scorso anno, con una bella doccia e mobili molto belli. Abbiamo deciso di dagli una bella sistemata, perché nostro figlio, ci vorrebbe andare a vivere con Sonia la sua fidanzata, una bella ragazza, molto carina, brava e graziosa. Veramente noi, avremmo voluto lasciargli il nostro appartamento, e andarci a vivere noi. Avrebbe avuto una camera, un bagno, in più, ma loro sono determinati, a voler vivere in quello che considerano un bel nido. Non avendo nessun lavoro, ho deciso di fare da solo i necessari lavori, anche perché in fondo, si tratta di poche cose, controllare l’impianto elettrico, dare una bella tinteggiata tutte le pareti. Mi organizzo, e incomincio i lavori. Dopo aver ben controllato l’impianto elettrico, sostituendo solo pochi elementi, mi dedico alla carteggiatura delle pareti, quando è giunta l’ora di dipingere, convoco mio figlio, e la sua fidanzata, per stabilire i colori che desiderano avere alle pareti. Arrivano insieme a Pamela mia nipote, figlia di Carla, sorella, di mia moglie. Mia cognata, è sposata con Paolo, un affermato commercialista. Nel suo studio ci lavora anche sua moglie, e la figlia di ventidue anni. Pamela non è una semplice ragazza, come Sonia, è molto bella, ama apparire, essere sempre al centro della scena. Alta uno e settantacinque, capelli biondi lunghi e lisci, occhi di un azzurro stupendo, seno una terza perfetto, con capezzoli ben evidenti, bocca ben modellata, con labbra carnose, che lei copre sempre con immancabile rossetto rosso fuoco. Un culetto a mandolino, che rende satellite, ogni maschio che lo guarda. Cosce lunghe, ben tornite, sempre immancabilmente lisce, in inverno, coperte da autoreggenti, accompagnate immancabilmente da scarpe con tacchi vertiginosi. Consapevole della sua bellezza, si diverte a far sbavare ogni maschio che incontra. Neppure suo padre, riesce a resistere al suo fascino, gli concede ogni cosa, esaudisce ogni desiderio, gli bastano due moine, e lui va via di testa. Non mi piace molto, che frequenti mio figlio, e la sua fidanzata, ma questo mio disappunto, evito di esternarlo, perché quando sono insieme, siamo tutti più tranquilli, in quanto lei, considera Marco, come il fratello maggiore, gli presta sempre molta attenzione, quando lui la consiglia. Dallo scorso anno, dopo che siamo stati ospiti di mio cognato al mare in Sardegna, me la ritrovo sempre addosso, si struscia a me, come una gatta in calore. Spesso, quando siamo a pranzo insieme, non perde l’occasione di mostrarmi le sue grazie, senza troppi pudori. Un paio di volte, ha avuto qualche rimprovero sia da sua madre, che da mia moglie, che si sono accorte cha la sua finta innocenza, in realtà mascherava una vera malizia. Credo che si sia mesa in testa di scoparmi, o almeno di farmi sbavare per lei, come tutti, ma al momento sono del parere che abbaia sbagliata persona. Non sono un super fico, nemmeno un adone. Sono una persona normalissima, un poco in sovrappeso, ma non grasso. Capelli brizzolati, alto uno e ottantacinque, occhi scuri, un tipo normalissimo. Anche nel sesso, non ho, fra le gambe, nessuna trave o paracarro, ma un normalissimo cazzo di media lunghezza e circonferenza. Forse però una cosa che mi distingue nel sesso posso trovarla pure io. Un piccolo difetto, come lo definisco, che mi ha da sempre reso molto appetibile, a che mi conosce. Ho una scarsa sensibilità sulla cappella, per questo riesco a durare tantissimo. In pratica sborro quando voglio. Solo mia moglie, dopo tutti questi anni ha capito il trucco, per farmi venire quando lo vuole lei, mi succhia e sega velocemente il cazzo, alla fine sborro, quasi al suo volere. Ma per arrivare a questo, ci ha impiegato quasi trenta anni. Lascio le mie riflessioni, quando sento i ragazzi parlare nei vari ambienti. Mi sposto sul terrazzo, per fumare una delle quattro sigarette, che mi concedo ogni giorno, ho deciso di smettere allora le ho limitate. Sono appoggiato al muretto, all’improvviso sento un corpo aderire al mio, mi giro di scatto, vedo Pamela, che mi sorride bella come sempre. Indossa una mini gonna di lino bianca, una camicetta azzurra, dove sotto si intuisce un reggiseno, molto sottile che non copre i capezzoli che sembrano voler forare la stoffa.

«Mi fai fare un tiro.»

Senza attendere la mia risposta, allunga la mano, le splendide dita, con le unghie leccate dall’immancabile smalto rosso, si impossessano della sigaretta, la portano alle labbra aspirando una boccata. Per un attimo i nostri occhi si incontrano. È palese che cerca di sembrare molto seducente, poi però abbassa lo sguardo, non riuscendo a reggere il mio che la guarda con severità. Spezza il silenzio, che si è creato con una domanda.

«Che colori gli consiglieresti per le pareti?»

Non ho il tempo di rispondere, che dietro di me arrivano anche mio figlio e la sua fidanzata, che mi fanno la stessa domanda. Li guardo, espongo il mio pensiero. 

«Il colore migliore è il bianco. Primo, farebbe risaltare le travi di legno del soffitto, poi essendo un colore neutro, vi potete abbinare qualsiasi mobile. Appendere alle pareti, quello che volete, non ci sarebbero problemi.  Se usate tanti colori, poi ogni volta dovrete cambiare tutto.»

 Mi guardano, subito Sonia trova che la mia sia la soluzione migliore.  Mi chiedono un aiuto per le misure della cucina. Mentre le prendiamo Pamela, non perde l'occasione di mostrare le sue cosce, mi sbatte in faccia anche il suo splendido culo. Alla fine se ne vanno.  Appena usciti mi reco in bagno per una rinfrescata.  Cazzo, quella puttanella, mi ha volutamente fatto eccitare, e gli è riuscito. Quando ritorno in sala sento bussare, apro, me la ritrovo davanti. 

 «Scusa zio, ma credo di aver perso un orecchino.»

 Entra, si dirige verso la cucina.  Si abbassa, cerca di mostrare ancora di più le sue grazie.  Per un attimo ho un fremito, poi mi riprendo, me ne vado fuori in terrazza. Non capisco il perché di tanto interesse per me.  È una bella ragazza che potrebbe avere chi vuole, invece si deve essere fissata su di me. Certo non sono un santo, qualche bella turista me la sono scopata, ma erano donne, non una ragazzetta viziata, per di più mia nipote. Lei finge di aver trovato quello che cercava, poi mi si avvicina, sento ancora il suo profumo inebriante. 

«Posso chiederti perché ti stai sempre a strusciare con me?»

 Mi guarda divertita. 

«Ma che dici, io non mi struscio con nessuno. Forse ti sarà sembrato.» 

Parla con un tono beffardo.  Comprendo, che non è questo il modo per riuscire a farla staccare da me. Gli faccio un bel sorriso, poi la invito ad andare.  Prendo quello che mi serve e poi me ne vado. Nel pomeriggio vado nel negozio di ferramenta per prendere tutto l’occorrente per tinteggiare, mentre sto uscendo mi arriva un messaggio di Pamela. 

«Aiuto, zio Mario, ti prego, aiutami.» 

Per un attimo mi spavento, poi la chiamo, lei mi spiega che ha bucato uno pneumatico, non è capace di fare la sostituzione.  Mi spiega dove si trova, è a poca distanza dalla mia posizione. Quando la raggiungo ci troviamo in un parcheggio con molta gente.  Lei indossa un tubino nero elasticizzato, che le copre appena l'indispensabile.  Mi butta le braccia al collo, mi bacia davanti a tutti.  Per un attimo sembriamo una coppia clandestina. Sento lo sguardo di invidia di tutti i maschi, che ci vedono. Prendo il necessario per la sostituzione dello pneumatico, mi abbasso, incomincio a sostituire la ruota.  Lei, prima si limita a stare in piedi, poi improvvisamente, si accuccia abbassandosi sui talloni. Subito mi trovo davanti la sua fica nuda, in bella mostra.  Mi guarda in silenzio, consapevole che mi sta offrendo una visione meravigliosa.   Mi concentro sul lavoro, quando metto la gomma forata nel bagagliaio della sua vettura, mi tolgo un piccolo sfizio. 

«La prossima volta che vuoi il mio aiuto, almeno dopo che hai sgonfiato la ruota, rimetti il tappino alla valvola.»

 Mi guarda sbigottita, poi cerca una scusa. 

«Ti assicuro che non ho sgonfiato la ruota.  È bucata veramente.  Non sapevo a chi chiedere aiuto.»

 La guardo, ci vado giù peso.

«Non credo, che con quello che metti in mostra, ti sarebbe stato difficile trovare un fesso che ti cambiava la ruota.»

Senza aggiungere nulla, giro i tacchi e me ne vado.

La sera mentre siamo a cena, mia cognata ringrazia mia moglie per l'aiuto che ho dato a Pamela. Dopo aver parlato con sua sorella mi chiede delle spiegazioni.  Parlo in generale della sostituzione della gomma.  Più tardi a letto mia moglie ha voglia di fare sesso, la scopo molto a lungo e intensamente.  Quando alla fine vengo in lei, sento che per un attimo mi stringe e poi mi parla.

«Mi ha fatto tanto piacere godete con te. Nonostante che lo facciamo da tanto tempo, è sempre un piacere.  Anche mia sorella mi dice che sono fortunata, ad avere un marito come te. Credo che Paolo la trascura scopando la nuova tirocinante, che è arrivata nello studio. Chi invece non capisco e Pamela.  Quella puttanella si è messa in testa di scopare con te. Eppure bella com’è di cazzi ne trova a mazzi, ma lei no, vuole suo zio. Anche mia sorella, si farebbe un bel giretto su di te, specie da quando siamo andati in vacanza con loro.  Ha sentito che mi scopavi a lungo, da quando le ho spiegato che era una cosa normale, ti guarda con occhi diversi.  Non voglio essere gelosa, ma decisamente un pochino mi scoccia, che loro che hanno tutto, vogliono anche il mio uomo.»

La guardo stupito.  Mi rendo conto che di tutte queste situazioni, io non me ne ero mai accorto.  La stringo a me, la bacio. 

«Stai tranquilla, che per il momento non ho nessuna intenzione di fare sesso con loro.  In particolare con tua nipote. Quella puttanella non mi interessa.  Molto meglio tua sorella, se non altro è più donna.» 

Il giorno dopo mentre sto tinteggiando le pareti, mi piomba Pamela dentro casa. 

«Guarda che chiodo vi era conficcato nello pneumatico.  E tu che dicevi che lo avevo fatto apposta!»

La guardo, poi mi giro mostrando la cassetta dei miei attrezzi.

«Non ho bisogno dei tuoi chiodi, ne ho a sufficienza.»

Mi guarda stizzita, gira il culo e sparisce. Completo i lavori principali, poi mi dedico a verniciare il letto in ferro battuto, era della camera di mio padre.  Loro hanno deciso di conservare anche i mobili della camera, tutti in legno di noce molto belli, che necessitano solo di una bella passata di olio per mobili. Sono, con l’armadio, un insieme molto bello, che li ha subito entusiasmati. Sono inginocchiato sul terrazzo, sto facendo un lavoro certosino, con un sottile pennello, ritocco i fiori, dipinti in un rostro al centro della parte alta della testata del letto, quando arriva Sonia, ha portato delle cose che servono per la cucina. Quando vede cosa sto facendo, ne rimane entusiasta.

«Accidenti che meraviglia! Hai fatto un vero capolavoro, adesso lo stai rendendo unico. Non vedo l’ora di dormire, in questo letto.»

«Speriamo, che non vi limiterete solo a dormire!»

Mi guarda, ride divertita.

«Tranquillo, con tuo figlio, non ci si annoia mai. Sei proprio una persona dalle mille risorse. Ma c’è una cosa che non sai fare?»

Mentre parla si è piegata a novanta gradi di lato a me, dalla sua maglietta bianca, con uno scollo molto ampio si vede benissimo, il seno appena racchiuso in sottilissimo e trasparente reggiseno. Mi volto, non posso non indugiare su quello spettacolo. Mi piace Sonia, è una bella ragazza, semplice genuina, per niente sofisticata. Ama mio figlio, per questo non ho mai indugiato con lo sguardo su di lei, ma adesso sembra che di proposito mi stia mostrando il suo seno, una terza piena, bella, che sembra compressa sotto la stoffa.  Indosso dei jeans attillati, lo noto per la prima volta, non mi ricordo di averla vista altre volte così sexy. Mi sollevo, lei, dopo aver osservato ancora un poco, i fiori del piccolo dipinto restando piegata, offrendo un bello spettacolo del suo lato B molto invitante, si solleva, mi fa i complimenti, mi bacia sulla guancia e scappa, dicendo che è in ritardo. Resto un poco interdetto. Mi sembra strano il suo comportamento, mai fatta una cosa così plateale. Ci penso un attimo, mi dico che forse sono io, che mi sto facendo delle pippe mentali. Il giorno dopo a metà mattina ritorna. Indossa una mini cortissima di lino bianca, sopra una camicetta sempre bianca, chiusa solo da due bottoni, si vede benissimo il suo seno nudo, appena racchiuso dalla stoffa che ne delinea i contorni. I capezzoli evidentemente stimolati dal contatto con la stoffa sono appuntiti, molto evidenti.

«Mi servono le misure del letto, così ordiniamo la rete e il materasso.»

Andiamo in camera, dove ho provveduto a rimontare le due parti del letto. Lei prende una estremità del metro, si posiziona daccapo, si piega volgendomi le spalle, subito noto, essendo quasi inginocchiato, il suo meraviglio culo in bella mostra. Indossa uno string che si è infilato tutto dentro il solco delle natiche. Ho una violenta erezione, si vede benissimo sotto la leggera stoffa dei pantaloncini che indosso, essendo poi il resto a torso nudo. Lei si solleva, indugia con lo sguardo sul pacco, poi passa dall’altro lato per misurare la larghezza. Quando si piega in avanti, non posso non notare che il suo seno è in bella mostra. Sento un lungo brivido lungo la schiena, mi sto eccitando a guardare la fidanzata di mio figlio, che mi sta provocando in maniera molto esplicita. Sudo a freddo, e non vorrei. Usciamo dalla camera, lei dopo aver ricontrollato che nella zona della cucina sia tutto a posto si avvia verso la porta, quando ci ripensa, torna indietro.

«Seguimi che voglio chiederti una cosa.»

Entriamo di nuovo in camera, lei apre due delle ante lunghe dell’armadio, si abbassa e sfila un cassetto. Mi volge le spalle, ho di nuovo una visione del suo culo splendido, ma lei affonda il colpo.

«Abbassati dietro di me, guarda dentro il vano del cassetto.»

Sono inginocchiato dietro di lei che si piega ancora. Adesso ho davanti alla faccia il suo culo, vedo distintamente le labbra della fica umide dove è sparita la stoffa dello string, mi eccita e sopra tutto la vedo eccitata. Sento il suo odore di femmina in calore. Lo aspiro, lo sniffo, mi inebria. Accidenti ma questa oggi che vuole da me? Le sue parole non soddisfano la mia intima domanda.

«Credi che sia possibile, nascondere una cassetta di sicurezza, dentro il vano dietro il cassetto? Guarda bene, dimmi se si può fare.»

Non ho nessun bisogno di guardare dentro, mi serve solo assecondarla per aspirare ancore il suo odore che secerne la sua fica umida e fradicia. Sono tentato di affondare la bocca in quella fonte del piacere, ma all’ ultimo, un barlume di ragione, me lo impedisce. A fatica mi sollevo. Ho il cazzo così duro che mi fa male dentro i pantaloncini.

«Non serve a nulla. È il primo posto dove un eventuale ladro andrebbe a cercare, vieni con me, che adesso te la mostro io, una cosa che ti piacerà.»

Osserva il mio pacco, si lecca le labbra, poi dopo aver fatto un sospiro mi segue. Usciamo fuori sul terrazzo, apro il vano dove c’è la valvola generale dell’acqua e sposto un piccolo, pannello, dietro c’è nascosta una piccola, ma robusta cassaforte. Mi guarda sorridendo, si abbassa per vedere meglio, adesso è lei che sta davanti la mio cazzo durissimo. Osserva bene, poi si solleva, sfiora con una mano il mio petto e mi sorride.

«Ne pensi una più del diavolo! Questo mi sembra perfetto, sicuramente le mie gioie staranno benissimo in questo posto.»

La sua bocca è molto vicina alla mia, faccio un respiro, sto cercando di dominare il desiderio di stringerla fra le braccia, mi guarda, quasi aspettando una mia mossa che però non avviene. Non ci riesco così, è più forte di me. Lei sorride, mi bacia all’angolo della bocca, si gira se ne va via dicendo che il giorno dopo sarebbero venuti a portare la cucina nuova. Non resisto mi devo masturbare un poco, poi alla fine desisto, non mi piace farmi una sega così solo per sborrare. Cazzo sto impazzendo! La sera me li ritrovo insieme a cena. Sono in imbarazzo davanti a lei, che invece sembra essere la ragazza di sempre, tranquilla, solare normalissima, niente a che vedere con quella che si offriva a me. Fortunatamente è Marco che mi toglie dalle spine.

«Sonia mi ha detto, che gli hai fatto vedere la cassaforte del nonno, ha detto che il letto è diventato davvero bello. Purtroppo dovrete avere pazienza, la nostra camera è sopra la vostra, quindi ci sarà la possibilità che faremo un po’ di rumore.»

Flavia li guarda, e ride divertita.

«Ci spero proprio che facciate un po’ di rumore, altrimenti mi dovrei preoccupare.»

Sonia la guarda, le risponde ridendo.

«Con tuo figlio dovrai averne di pazienza, sai lui è uno che se la prende comoda, non ha fretta di concludere.»

Flavia scambia con me una bella occhiata, poi le parla con un tono ironico.

«Mia cara tutti i maschi di questa famiglia, hanno l’abitudine di tirare a lungo.»

Facciamo tutti una risata, comprendendo il doppio senso della frase, anche se a me è suonata un poco strana. Dopo cena i ragazzi se ne vanno. Marco è dispiaciuto che non potrà essere presente al montaggio della cucina, mentre Sonia dice che cercherà di passare almeno per vederla finita. A letto scopo mia moglie facendola godere tantissimo. Appagati restiamo un poco abbracciati, lei ha voglia di parlare.

«Ho visto Sonia e Marco hanno una buona sintonia, sicuramente lei, deve aver sperimentato il piacere che si prova a fare sesso con la tranquillità che deriva da avere un maschio molto duraturo.»

 La sua frase mi fa tornare in mente quello che ha detto a tavola, le chiedo una spiegazione.

«Voglio chiederti una cosa a cui tengo molto. Mi spieghi la frase di questa sera tavola: Tutti maschi di questa famiglia hanno l’abitudine di tirare a lungo.

Hai pronunciato queste parole con molta convinzione, direi che avevi la certezza, che TUTTI i maschi della famiglia, durano molto per lo stesso difetto. Per asserire questo, devi per forza di cose, aver assaggiato anche mio padre.»

Lei resta in silenzio, la guardo, abbassa gli occhi, farfuglia una spiegazione che non trova.

«… ma io… dicevo così per dire… che vai pensando.»

Il tono è indeciso, non riesce a convincermi. Insisto e la costringo a spiegarmi le sue parole.

«Non voglio fare un casino, voglio solo la verità. Sono passati due anni, dalla tragica morte di mio padre, quindi puoi assolutamente confessare tutto senza problemi. Ti assicuro che non farò scenate, ma voglio la verità dalla tua bocca.»

Fa un bel respiro, si accosta al mio fianco sinistro e appoggia la guancia sul mio petto. La sua voce è inizialmente incerta, poi lentamente parla, si sfoga.

«Tutto è cominciato, quando Marco aveva tre anni. Tu avevi da poco iniziato a lavorare con le gite turistiche, guadagnavi bene. Mi avevano già trasferita nella sede centrale, qui a due passi da casa, tuo padre mi aiutava con la gestione di Marco. Lo portava all’asilo, lo riprendeva. Io rientravo alle quattordici, trovavo già il pranzo pronto, che consumavamo insieme. La sera poi si cenava insieme, per lui era una gioia, stare con suo nipote. Una sera ha notato che ero molto nervosa. Tu eri lontano da due settimane, io ero abituata alle tue lunghe scopate, ne sentivo la mancanza. Mi ha chiesto cosa avessi fatto, il perché ero nervosa. Ho cercato una scusa, ma lui, ha intuito subito che mi mancava il cazzo. Eravamo seduti sul divano, il piccolo dormiva, dopo un momento che ci siamo guardati negli occhi, lui mi ha fatto un discorso molto convincente.

«Sei una bella donna, sicuramente abituata a godere con mio figlio, quindi sono convinto che ne senti la mancanza. Devi capire che lui, si sacrifica per la famiglia, tu non puoi andare, a sfogare il tuo desiderio fuori di qui. Sarebbe un tradimento, lui non se lo merita. Immagina che incontra uno che ti ha scopato, per lui sarebbe una vera umiliazione. Noi siamo una famiglia, in famiglia, ci si aiuta. Se hai voglia di scopare ci sono io, ti faccio godere, tutto resta dentro queste mura, anzi se vuoi, non lo dire nemmeno a lui. Non mi ricordo cosa gli ho risposto, ma dopo un momento ero a cosce larghe, con lui che mi laccava divinamente. Ho goduto subito, mi ha fatto raggiungere rapidamente il piacere solo con la lingua. Quando ho sentito forte il desiderio di averlo, l’ho afferrato con le mani è me lo sono trascinato su di me. Il suo cazzo durissimo, ha trovato subito la mia micetta già fradicia e pronta ad accoglierlo. In un barlume di ragione l’ho solo pregato di non venirmi dentro. Lui mi ha sorriso mentre scuoteva il capo.»

“Prenditi tutto il piacere che vuoi, io non ti inonderò la fica. Quando sarai sazia, quando senti che ne hai avuto abbastanza, me lo dici, ti vengo in bocca. Stai tranquilla, se mio figlio ti scopa a lungo, io resisto molto di più, è il difetto di famiglia.”

«Mi ha scopato per un tempo lunghissimo. Alla fine ero così sfinita, che gli sono crollata addosso pregandolo di godere. Lui si è sfilato da me, mi ha fatto sedere sul divano, poi si è messo in piedi davanti alla mia bocca, se lo menava velocemente. Ha allungato la mano sinistra, sul mio capo, quando era pronto, lo ha appoggiato alle mie labbra. Ho ricevuto in bocca tre schizzi di crema dolcissima, densa. Mi ha lasciato il tempo di ingoiarla, poi di spremere ogni singola goccia. Alla fine ero così soddisfatta, che l’ho abbracciato e baciato in bocca. Dopo quella sera non abbiamo scopato per un po’ di tempo. Quando tu sei partito, per un tour di due mesi, lui ha ripreso a scoparmi tutte le sere. A volte non veniva, ma lasciava me completamente appagata. In quel periodo ho iniziato a prendere la pillola per sentire dentro di me il suo orgasmo. È stato lui ad insegnarmi come farvi godere, come superare il problema che vi affligge, anche se io credo che sia una risorsa, più che un problema. Adesso sai tutto quello che vi era da sapere. Non ti ho mai tradito con nessuno, al di fuori di lui, che mi ha sempre rispettato, aiutato e mi ha trattata da vera signora. Era fiero di aiutarmi, anche in questo. Ora decidi cosa vuoi fare, io ti ho pugnalato alle spalle, con tuo padre. Sono sicuramente una moglie indegna, tu al lavoro, io a farmi sbattere da lui.»

La guardo, la stringo forte a me, la bacio con passione. Lei mi guarda stupita, incredula.

«Nemmeno io sono immune dal tradimento. Quando ero via con il gruppo, in genere avevo una guida donna. Ben presto si è sparsa la voce che ero molto resistente, che le femmine le lasciavo distrutte nel letto. Vi erano, due o tre guide femmine, che quasi litigavano, per avermi come autista del bus, e poi nel loro letto. Quando vi era un capo gruppo uomo, spesso mi divertivo con qualche turista singola, anche se ultimamente mi capitava, che alcune coppie mi chiedevano di scopare con loro. In genere, avevano ricevuto il consiglio di giocare con me, da chi era stato in gita nel mio bus. All’inizio ero un poco titubante, nello scopare una donna davanti al marito, ma poi col tempo, era diventato un vero piacere, vederli che si segavano mentre io facevo impazzire la loro donna. Come vedi, nemmeno io sono un santo, quindi adesso smettiamola di farci la morale a vicenda, continuiamo la nostra vita cercando di godere, e divertici come meglio capita. Quello che non mi spiego, è l’atteggiamento di Sonia, oggi quando è venuta a portare della roba nella casa nuova. Era decisamente provocante, mi ha sbattuto in faccia la fica ripetutamente. Io mi sono sentito a disagio, è la fidanzata di mio figlio, non capisco per quale motivo si comporta così. Peggio di Pamela, che di suo ce ne mette tanto. Ho dovuto faticare tantissimo, per non cedere, ma ti assicuro che è stata durissima.»

Flavia mi guarda, fa un mezzo sorriso, dopo aver riflettuto un poco, mi fa partecipe delle sue riflessioni.

«Non mi vorrei sbagliare, ma credo che tutto sia riconducibile allo scorso settembre, quando abbiamo festeggiato il mio compleanno. Ti ricordi che eravamo sul terrazzo, tu eri intento a seguire il barbecue, io ero in cucina con mia sorella, e Paolo come sempre al cellulare. La finestra della cucina era appena accostata, fuori vi erano Marco, Sonia, e Pamela. Pamela, ha fatto un commento su di te, dicendo che eri un bel maschio, ma che forse ormai, eri un po’ troppo avanti con l’età, quindi a sesso, eri quasi al limite, mentre a lei piacciono quelli che hanno una notevole resistenza. È stato Marco a prendere le tue difese.»

«Parli così, perché non sai che quando si scopa mia madre, la sbatte come minimo una bella oretta, poi se ne viene.»

«Pamela l’ha guardato incredula, mentre lui precisava che avendo la camera adiacente alla nostra, ci aveva sentito fare sesso tante di quelle volte, che non se la ricordava una volta, che lo avevamo fatto velocemente. Sonia ha aggiunto che anche Marco aveva la stessa caratteristica, e lei ne era molto contenta. Dovevi vedere la faccia di mia sorella, che aveva sentito tutto, loro non ci avevano visto, mi ha guardato incredula. Quando le ho assicurato, che era tutto vero, mi ha detto che ero molto fortunata. Mi ha chiesto come eri messo come dotazione, ho risposto che lo hai lungo e grosso nella media. Paolo è molto dotato ma ha poca resistenza, quindi mi ha proposto uno scambio, io avrei avuto il piacere di sentirne dentro uno super, mentre lei avrebbe avuto il piacere di uno molto resistente. Le ho risposto che era mezza matta, e il discorso è finito. Lunedì mattina, appena tre giorni addietro, ho sentito Marco, parlare al telefono, ero convita che stesse parlando con Pamela, ma ricordando quello che ha detto, mi sembra di capire che si trattava di Sonia. Lui ha detto, alla persona con cui stava parlando, che poteva fare quello che voleva, usare ogni mezzo, per riuscire nel suo intento, ma che tanto, avrebbe vinto lui, la scommessa. Credo che adesso, Sonia voglia verificare, se tu, sei più resistente di Marco. Quindi sono arrivata alla conclusione, che tu adesso devi decidere, cosa vuoi fare con queste tre femmine in calore.»

La guardo stupito. Accidenti! Non mi ero reso conto di tutte queste manovre dietro le quinte. Mi rendo conto che ho un bel problema, ma è sempre mia moglie che mi propone una cosa interessante.

«Sono convinta, che per quanto riguarda Sonia, sia solo una curiosità che vuole soddisfare. Marco deve essere più o meno al tuo stesso livello, forse è più giovane, ma tu sei più esperto, quindi la partita ve la giocate alla pari. Diverso è il discorso con mia sorella e Pamela. Carla ha voglia di scopare con te, per godere tanto, a lungo. Questo potrebbe in seguito creare un problema, perché sono sicura, che se scopre che tu la sbatti tanto e a lungo, lo vorrò rifare ancora. Pamela forse è come Sonia, per lei sei un capriccio, che si vuole togliere. Probabilmente appena soddisfatto, non si farà più avanti, in fondo è giovane, ha tanti altri cazzi che le ronzano intorno. Allora ti faccio una proposta: Tu scopi, sia Sonia che Pamela, poi per Carla si vedrà. Per pareggiare il conto io mi faccio scopare da Marco, e Paolo.»

La guardo stupito, poi realizzo che mi sta offrendo carta bianca in tutto, vuole solo divertirsi anche lei. Non le importa, se stiamo parlando del figlio, e del cognato, vuole solo dei cazzi, con cui godere.

«Sei una femmina in calore anche tu. Mi lasci scopare chi voglio, ma ti vuoi divertire anche tu, questo mi va molto bene. Ci sto! Ma aggiungo un piccolo dettaglio: voglio un resoconto dettagliato oppure l’opportunità di essere presente o partecipe. Prendere o lasciare.»

Mi bacia, poi accetta, garantendomi la più assoluta complicità e leale partecipazione.

 

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