La ginecologa dominante - 7

15
Al padrone, non potevo far vedere le mie lacrime che sono copiose.
In quel momento squilla il cellulare, è molto insistente, per cui alla fine debbo rispondere.
La persona dall’altra parte, prima non risponde, poi mi dice: “Scusami, ho telefonato in un brutto momento.”
Io chiedo: “Chi è? Scusi non so chi sia. “
Lei: ”Sono Veronica, scusa ho dovuto cambiare il numero del telefono.”
Io: Che vuoi? Scusa, non sono in vena di parlare.”
Lei: “Che è successo?”
Io: “Il padrone mi ha abbandonato. Ora non ho voglia di spiegarti.”
Lei: “Ne sono contenta, ti trattava male, ti chiamava sempre troia.”
Io: “Sì, lo so. Ma a me eccita sentirmi chiamare troia.”
Lei: “Io reputo che non sia una bella parola.”
Io: “Lo so, ma se mi eccita che debbo farci?”
Lei: “Ti ho chiamato perché ti vorrei rivedere. Mi manchi.”
Io: “Come ti manco? Non hai abbastanza persone con cui fare sesso?”
Lei: “Con te è diverso e lo dovresti sapere.”
Io: “Come faccio a crederti? Ti sei fatta tutto l’ospedale.”
Lei: “Però ti sono piaciute non è vero le mie amiche?”
Io: “Sì.”
Lei: “E allora non vorresti ricominciare?”
Io: “Ho problemi con mio marito, anzi ci stiamo separando. Se mi scopre a fare le porcate con te e le tue amiche, non vedrò il becco di un quattrino.”
Lei: “Ti aiuterò a trovare un lavoro come segretaria in uno studio medico privato, non ti preoccupare.”
Io: “Ma non l’ho mai fatto.”
Lei: “Questo lo so. Lavoreresti per me.”
Io: “Ma ci vuole un’infermiera per certe cose.”
Lei: “Tu sarai la segretaria per gli appuntamenti e le riscossioni dalle pazienti. Per le visite, avrò al mio fianco un’infermiera.”
Io: “Ma si lavorerà davvero? O si scoperà tutto il tempo?”
Lei: “Lavorerai non ti preoccupare, sono molto richiesta come ginecologa. Sono molto brava e molto porca, ma questo lo dovresti sapere.”
Io: “Va bene, grazie. Ma mi preoccupa che dovrai mandare via, quella che c’è ora.”
Lei: “Quella va in pensione e ne sono contenta, è una vecchia bacchettona.”
Io: “Va bene, sei molto gentile a fidarti di me.”
Lei: “Certo che mi fido, sarai affiancata una settimana dalla vecchia che è molto brava come segretaria e anche come insegnante.”
Io: “Ti ringrazio ancora.”
Lei: “Ci vediamo allora?”
Io: “Ma mio marito, se mi fa seguire da un investigatore privato? Non vorrei che certe foto e video andassero a finire nel tribunale.”
Lei: “E anche se ci vanno a finire, vedrai che si rizzerà a tutti e le donne si bagneranno.”
Io: “Non prendi mai le cose sul serio, accidenti. Il mondo non pensa solo a trombare, Veronica.”
Lei: “Io penso che se la gente trombasse di più, sarebbe più rilassata e tutto andrebbe per il meglio.”
Io: “Sì forse hai ragione. Anche io, da quando faccio sesso, sto tranquilla e senza pensieri per la testa.”
Lei: “Allora ci vediamo, saremo solo noi due, come la prima volta.”
Io: “A che ora?”
Lei: “Stasera alle venti.”
Io: “Non posso perché debbo cenare con mio marito.”
Lei: “Anche ora che vi state separando?”
Io: “Sì perché non sa farsi mangiare.”Lei: “Sei proprio una stupida. Va bene, ci possiamo vedere oggi alle due prima che inizi le visite.”
Io: “Va bene, non vedo l’ora di vederti.”Lei. “Anche io.”
Ho davanti una mattina di faccende, poi al solito mio marito tornerà per mangiare e poi se ne andrà.
Avviene così e io non vedo l’ora di vedere Veronica che già un quarto alle due sono davanti allo studio.
Lei, per fortuna, viene di lì a poco.
Non le do il tempo di parlare che la bacio, le palpo il seno e mi sento bagnare.
Lei non parla e ci spogliamo in fretta.
Andiamo nel lettino dove si mettono le pazienti, io mi siedo a fica spalancata e lei si mette a leccarla con foga, mentre io ansimo fino a raggiungere un orgasmo pazzesco che mi scuote tutta.
Le dico: “Sei una brava leccatrice, mi è mancata tanto la tua lingua.”
Lei: ”Non ne avevo alcun dubbio. Sono una maestra nel cunniculung.”
Io: “E’ vero. Ora lo faccio io a te.”
Lei: “Preferirei essere scopata con lo strap-on.”
Me lo dà, lo indosso, lei si mette a gambe larghe sul lettino, io la penetro e lei mi dice: “Più a fondo, più forte.”
Io non rispondo, ma obbedisco a quanto mi chiede.
Lei gode come non mai e io sono contenta di vederla così.
Siamo lì a godere, che non ci accorgiamo che è entrato un dottorino giovane, che evidentemente doveva chiedere qualcosa a Veronica, ma che poi è rimasto a guardarci e non solo, visto che ad un certo punto sento dei mugolii.
E’ lui che sta venendo e ci chiede: “La volete, un po’ di sborra?”
Veronica: “Sì alla mia amica piace moltissimo. Sborrale sul seno, Davide.”
Lui esegue e Veronica si alza per leccare il mio seno mentre Davide ci guarda con gli occhi di fuori.
Lei: “Non hai mai visto due donne che fanno sesso, Davide?”
Lui: “No, anche se sapevo dalle voci di corridoio che lei lo fa anche con le donne.”
Lei: “Ti piace quello che vedi?”
Lui: “Moltissimo, altrimenti non avrei sborrato.”
Lei: “TI piace la mia amica?”
Lui: “Sì certo, ma è una sua amica. E’ off-limits, credo.”
Lei: “Azzurra, sei off-limits per Davide?”
Io: “No, non lo sono Davide, avvicinati mostrami quel bel cazzo che ho visto mentre sborravi.”
Lui: “Mi vergogno.”
Io: “Non mi sembra che ti sia vergognato a sborrarmi addosso. Qual’ è il problema?”
Lui: “ Io non l’ho mai fatto con due donne.”
Io: “Ora fai con me, poi non so se dopo ne avrà voglia Veronica.”
Lei: “Davide è così, non so se dopo avrò voglia del tuo cazzo e nel caso te lo potrei succhiare? Non ti piace che ti succhino il cazzo?”
Lui: “Sì certo dottoressa Veronica.”
Lei: “Qui dentro sono solo Veronica e lei è Azzurra.”
Lui si avvicina timidamente a me, io allontano Veronica, lui si mette in ginocchio per leccarmela e devo dire che è bravo quasi quanto Veronica, tant’è che mi scappano molti gemiti e vengo molte volte.
Lui mi chiede: “Ti è piaciuto?”
Io: “Si, non l’hai capito che sono venuta diverse volte?”
Lui: “Non l’ho capito. Gli orgasmi erano quei versi strani?”
Io: “Sì.”
Io: “Vedo che hai il cazzo un po’ in erezione.”
Mi inginocchio sul pavimento per succhiarglielo.
Vedo Veronica con la coda dell’occhio che si sta masturbando con un dildo gigante.
Io continuo a succhiarglielo ben bene finché è in erezione e gli dico: “Chi vuoi trombare?”
Lui: “Te, Azzurra.”
Io: ”Grazie, ci speravo.”
Sto per sdraiarmi sul lettino quando lui mi dice che vuol prendermi alla pecorina, quindi mi metto in piedi, piegata col busto sul lettino e lui lo sento dietro che mi accarezza la fica bagnatissima finchè mi entra dentro.
Il suo cazzo è della misura giusta per la mia fica e poi anche se è timido, è bravo a scopare e io ingorda di godere nel mentre mi scopa mi masturbo con le dita sul clitoride.
Lui mi chiede: “Che stai facendo?”
Io: “Mi masturbo per godere di più.”
Lui; “Ma io ti trombo. Non dovresti già godere così?”
Io: “Mi sa che ti dovrò insegnare molte cose sulle donne. Non hai mai visto una donna masturbarsi?”
Lui: “Sì, ma si infilava il dito dentro, non faceva come te.”
Io: “Ognuna è fatta in maniera differente. Anche voi avete i cazzi differenti. Non li hai mai guardati quando facevi la doccia, dopo aver fatto sport?”
Lui dice sì, arrossendo.
Io: “Hai avuto esperienze omosessuali e ti sono piaciute?”
Lui: “Sì, ma mi piacciono anche le donne.”
Continua a stantuffare finché mi viene copioso dentro e Veronica senza dire nulla mi viene a leccare quel nettare, mentre Davide da dietro tocca le tette di Veronica dicendo: “Come sono morbide, allora sono vere, non finte come si vocifera qui in ospedale.”
Lei: “Si sono vere e non so chi abbia messo in giro, questa maledetta voce.”
Lui: “Non lo so, saranno le donne che non sono mai state con te.”
Lei: “Ce ne sono pochissime, come sai, mi sono fatta tutto l’ospedale.”
Lui: “Sì lo so.”
Veronica mi lecca finché ingoia tutta la sborra mentre Davide continua a toccarle le tette.
Poi, la fa girare e si mette a succhiargliele, mentre lei con la mano si mette a segargli il cazzo finché lui le dice che è pronto per un’altra sborrata.
Veronica: “Mi vuoi scopare, ce la fai dopo Azzurra?”
Lui: “Sì, certo.”
Lei: “Allora datti da fare, vuoi che mi metto alla pecorina.”
Lui: “No, mettiti a fica spalancata in fondo al lettino così ti posso trombare in piedi.”
Lei: “Ok.”
I due trombano alla grande, forse Davide è più eccitato da Veronica che da me.
Io mi scosto, non ho voglia del dildo, mi limito a guardare finché Veronica mi chiama: “Azzurra vieni a baciarmi.”
Io: “Ma non ti basta lui?”
Lei: “No, voglio anche te.”
Così vado a baciarla, ed è un po’ difficile perché gode alla grande, così le tocco anche i seni, finché esplode in un orgasmo che la scuote tutta mentre Davide le viene dentro e io vado a leccare la sborra.
Davide non mi tocca, ci lascia in pace.
Veronica gli dice: “Allora, soddisfatto di aver scopato con la famosa dottoressa Veronica?”
Lui: “Sì certo e spero di diventare uno dei tuoi frequentatori abituali.”
Lei: “Vedremo. Ora lasciaci sole, per favore.”
Lei a me: “Azzurra, allora ti è piaciuto Davide?”
Io: “Sì.”
Lei: “Lo dici poco convinta.”
Io: “Sì mi è piaciuto, ma con te mi piace di più. Va bene, come risposta?”
Lei: “Certo.”
Mi bacia e mi dice: “Ora mi devo preparare per la visita e da domani verrai per imparare a fare la segretaria.”
Io: “Grazie di tutto.”
Lei: “Lo sai, che farei di tutto per te.”
Torno a casa che è quasi ora di cena e dico a mio marito del lavoro e lui mi dice: “Magari così, non ti dovrò passare il mantenimento.”
Io: “Lo spero anch’io. Sono dipesa troppo da te.”
Lui: “Che vorresti dire?”
Io: “Non ti accorgi di essere maschilista.”
Lui: “E allora?”
Io: “Va bene, finiamola qui, sono stanca.”
Lui: “Ok mangiamo. Ho fame.”
Mangiamo in silenzio. Io non vedo l’ora che lui se ne vada o il contrario, dipende da cosa deciderà il giudice per la separazione.
Io mi addormento sul divano, come sempre.
La mattina successiva, sono pimpante, non vedo l’ora di essere allo studio di Veronica per imparare.
Mi vesto con un completo quasi maschile, giacca e pantaloni. Un gessato bellissimo con sotto una camicetta azzurra.
Arrivo allo studio, la segretaria che si chiama Michela: “Ah, eccoti arrivata. Lo so, che avrai questo posto perché sei raccomandata per altre qualità. Comunque, ti voglio dire che la dottoressa Veronica è precisa e puntuale e lo stesso lo vuole per la sua segretaria. Peccato, che sia una grande porca, ma questo tu lo sai già.”
Io avvampo e le dico: “Devo vedere come lavora. Il resto, lo sappiamo entrambe, ma a lei non deve interessare.”
Lei: “Va bene, forse ho parlato troppo. E’ l’ora di aprire lo studio per le pazienti.”
Io: “Vado io.”
Lei: “Va bene.”
Io apro e mi ritrovo davanti tre donne, di cui una in gravidanza che si presenta come Mirka, mi fa l’occhiolino e mi chiede se può passare per prima.
Io mi rivolgo a Michela che dice: “Signora, deve aspettare il suo turno. Vedo qui, che lei è seconda.”
Mirka: “Ma le altre volte, la dottoressa mi faceva passare per prima.”
Michela: “Senta, ne deve parlare con la dottoressa e le signore qui presenti.”
La prima che si chiama Carmela dice che deve tornare rapidamente al lavoro e che non può farla passare per prima.
Succede una cosa imprevista ossia Mirka dà un bacio in bocca a Carmela.
Questa le dà un sonoro schiaffo, poi risponde appassionatamente al bacio.
Michela: “Se dovete fare le porcherie, almeno andate nello studio.”
Loro vanno lì e io le seguo, non so neanche perché. In verità, sono curiosa di vedere una donna incinta bellissima come Mirka all’opera.
Mirka si sdraia sul lettino, si leva le mutande, si tira su il vestito e Carmela si mette a leccargliela, mentre a Mirka scappano gemiti finché ha il primo orgasmo.
Poi le dice: “Carmela è la prima volta?”
Carmela: “Sì, non so davvero cosa mi sia preso.”
Mirka: “Ti è preso, che hai voglia di una passera, ecco cosa.”
Carmela: “Ma io credevo di essere totalmente etero. Non ho mai guardato le donne per farci sesso.”
Mirka: “Anche io, ho fatto sesso per la prima volta con una donna, solo qualche mese fa.”
Carmela: “Ma eri già incinta?”
Mirka: ”Sì. La mia amica del cuore ha detto che non ha saputo resistere alle mie curve.”
Carmela: “Sei veramente bellissima. Voglio vedere le tue tette, le voglio mangiare.”
Nel frattempo, io mi sono messa su una sedia e mi sto masturbando mezza svestita e gemo molto forte, non vergognandomi delle due donne che non conosco.
Le due mi guardano e Mirka mi dice: “Sei una porca senza vergogna. Vuoi leccare la mia passera mentre Carmela ciuccia le mie tette?”
Io: “Certo, vengo subito.”
Mirka si spoglia completamente, Carmela si mette a leccarle le tette e io la passera. Mi piace moltissimo la sua passera, ha un clitoride pronunciato ed è pelosa e mi piace anche quello.
Io chiedo a Mirka se suo marito sappia dei suoi rapporti con le donne.
Lei mi risponde che qualche volte, l’hanno fatto in trio, ma che le piace di più o solo con suo marito, o solo con la sua amica.
Una volta mi dice, suo marito si è limitato a osservare loro e le è piaciuto anche così.
Io ho voglia di essere masturbata, scopata e dico a alle due donne: “Ho tanta voglia, qui nello studio ci sono dei dildo, una delle due mi vuole scopare con quello?”
Carmela mi chiede: “Cosa è un dildo?”
Io: “Un cazzo finto.”
Lei: “Ma fa male?”
Io: “Assolutamente no.”
Lei: “Ma è meglio un cazzo vero.”
Io: “Dipende dalla lunghezza e dal diametro. Io godo di più con quello che con il cazzo di mio marito.”
Lei: “Tuo marito che ne dice?”
Io: “Ci separiamo. Abbiamo avuto un bull, ma a lui non sta più bene e quindi ognuno andrà per la sua strada.”Lei: “Cos’è un bull?”
Io: “E’ un altro uomo che ti scopa con il consenso anzi con il piacere di tuo marito che prende il nome di cuckold.”
Lei: “Mi sento ignorante in questa materia.”
Io: “Anche io lo ero e non credevo che avrei mai fatto certe cose. Ma ora basta parlare, voglio godere.”
Vado a prendere il dildo nel cassetto della scrivania, dove lo tiene Veronica.
Carmela guarda il dildo e dice: “Mi sembra un po’ grosso, temo di farti male.”
Io: “Non ti preoccupare, se me lo farai, te lo dico.”
Lei: “Va bene.”
Lei me lo infila maldestramente, poi invece prende un buon ritmo e io gemo come maiala.
Mirka che ci guarda, masturbandosi anzi sgrillettandosi come una dannata dice: “Sei una porca. Ma sei sempre stata così? Hai un aspetto così perbene.”
Io: “No, sono diventata così intorno ai cinquant’anni.”
Lei: “Ahhhh e come ti chiami, non ci siamo presentate.”
Io: “Azzurra.”
Lei: “Ci vorrebbe un letto, qui siamo scomode. Vi vorrei invitare a casa mia, se siete d’accordo. Ho una camera fantastica, con lo specchio sopra il soffitto, così ci possiamo guardare mentre lo facciamo.”
Io e Carmela all’unisono: “Non vediamo l’ora.”
La porta si apre, è Veronica e rimane un attimo interdetta, poi va da Mirka le dice: “Buongiorno Mirka, sì anche io avrei voglia, però devo visitare sennò accumulerei troppi ritardi e perderei le pazienti.”
Mirka: “Scusi dottoressa, ci siamo lasciate prendere dall’eccitazione.”
Veronica: “Lo so, anche io so cosa significa, ma ora la debbo visitare.”
Veronica a noi due: “Su, rivestitevi in fretta.”
A me: “Tu sei venuta perché devi sostituire la mia segretaria, quindi vai di là, per favore.”
Io: “Scusami davvero.”
Mi vesto e vado di là, con Michela che mi lancia uno sguardo feroce e mi dice: “Sei una porca, ecco perché piaci alla dottoressa.”
Io: “Michela, lo so, anche da sola e non c’è bisogno che tu lo dica a voce alta.”
Lei: “Su al lavoro, che stamattina, c’è il pieno di pazienti.”
Nello studio ci sono ben cinque donne che mi guardano con scherno.
Io arrossisco, vorrei sprofondare.
Michela mi fa all’orecchio: “Le pazienti sanno cosa succede nello studio della dottoressa, ma vengono lo stesso per la sua competenza.”
Io: “Lo so, bene.”
Mirka esce e mi dà un bigliettino con il suo numero di telefono e mi dice: “Spero di vederti presto.”
Io: “Anche io.”
Dopo circa dieci minuti esce Carmela, anche lei mi dà il suo numero di telefono: “Voglio vederti da sola senza Mirka.”
Io: “Vedremo.”
Veronica mi chiama con l’interfono, io vado nello studio e lei: “Il primo giorno, già hai fatto conquiste, brava. Io ci avevo provato con Carmela, ma lei non si è mai lasciata andare con me.”
Io: “Veramente, è stata Mirka ad iniziare.”
Lei: “Lo so, me l’ha detto.”
Io: “Ma non ti dispiace, se le vedo?”
Lei: “Un po’, ma anche io come sai vedo altre persone. Ora torna di là e per oggi fai la seria.”
Io: “Ok.”
La giornata trascorre frenetica, Michela con pazienza mi insegna ad usare il programma per le prenotazioni e i pagamenti.
Io imparo in fretta, non è difficile, per fortuna.
Arriva la sera, torno a casa e mio marito mi fa: “Hai lavorato o hai fatto altro?”
Io: “Ho fatto tutti e due.”
Lui: “Con la dottoressa?”
Io: “No, con due pazienti.”
Lui: “Che maiala.”
Io: “Sì è vero, ma tu non sei in grado di soddisfarmi.”
Lui mi dà un sonoro schiaffo e io mi metto a urlare dicendo: “VOGLIO CHE TU VADA DA TUA MADRE. NON CE LA FACCIO PIU’!”
Lui: “Devi avere pazienza.”
Io: “Lo so, purtroppo.”
Gli dico di andare in camera, lui lo fa, io mi metto sul divano e ascolto su spotify dei podcast e musica, tutto per non pensare a quello che è successo.
Mi addormento in fretta.
Il mattino dopo, mi sveglio e anche se è presto mio marito non è in casa e io ne sono molto contenta, sono più che felice.
Decido che oggi telefonerò a Mirka, la voglio incontrare è troppo bella e poi non l’ho mai fatto con una donna incinta.
Vado a fare la passeggiata, poi colazione, doccia e mi vesto con un sobrio tailleur-pantalone per andare al lavoro.
Oggi decido di fare la seria, non voglio fare figuracce come il giorno precedente.
Michela apprezza e mi dice che per fortuna oltre a essere porca, sono intelligente e ci so fare con le pazienti.
Io le dico: “Grazie, ce la metto tutto perché voglio essere indipendente così non dovrò accettare il mantenimento da mio marito, quando ci separeremo.”
Le dico, inoltre: “Scusa debbo fare una telefonata, ci metto un attimo, torno subito.”
Lei conciliante, mi risponde: “Va bene, ti puoi anche prendere un caffè, come vedi, stamattina, è una mattinata di tutta calma, la prima paziente arriverà tra un’ora.”
Io vado e telefono a Mirka che mi risponde un po’ impaurita, dicendo: “Chi è? Come ha avuto questo numero?”
Io le dico: “Sono Azzurra, non ti ricordi? Mi hai dato tu, il tuo numero. Se ci hai ripensato, scusami.”
Lei: “Scusami, è solo che non avendo il tuo numero, non lo conoscevo.”
Io: “Ho chiamato per quello che mi hai detto ieri. Quando sei libera?”
Lei: “Oggi dopo il lavoro puoi venire? Sono sola, mio marito è fuori per lavoro.”
Io: “Sì ci vedremo verso le 18 e 30. Ah scusa il tuo indirizzo?”
Lei me lo dà e io chiudo la chiamata, soddisfatta.
Michela quando torno, si accorge della mia contentezza e mi dice: “Allora porca, a chi hai telefonato a Mirka o a Carmela?”
Io: “Non sono affari tuoi. Non hai una vita? Pensa agli affari tuoi.”
Michela: “Scusa, hai ragione, pensiamo a lavorare. Ti debbo ancora insegnare come usare Excel, visto che mi hai detto non lo sai usare, ed è invece molto importante.”
Lei si mette a parlarmi di Excel, io la seguo, prendo appunti, visto che poi sarò da sola a dover usare il programma.
Arriva la prima paziente che è molto sulle sue e io mi dimostro seria come Michela.
Anche le altre pazienti oggi sono serie, non succede nulla di eccitante, ma d’altronde, io per oggi, ho il mio incontro con Mirka, a cui pensare.
Finalmente arrivano le 18, è l’ora di uscire, ma arriva una paziente preoccupata, senza appuntamento.
Michela mi fa cenno che ci penserà lei e che io posso andarmene.
Arrivo in venti minuti all’indirizzo di Mirka, lei mi apre, è in camicia da notte quasi trasparente che evidenzia tutta la sensualità delle sue curve.
Lei non mi dà modo di dirle una parola, mi fa entrare dentro, mi bacia con trasporto e mi porta verso la sua camera da letto.
Vedo subito il grande specchio sul soffitto sopra il letto, ma anche l’armadio è tutto specchiato, così ci potremmo vedere quando faremo le nostre porcherie.
Lei mi chiede: “Ti piaccio?”
Io: “Moltissimo, sei una bomba sexy.”
Lei: “Su spogliati, voglio vederti completamente nuda.”
Io mi spoglio, dicendo: “Comunque, tu sei molto più bella di me.”
Lei: “Io ti trovo molto attraente, ricordatelo.”
Io mi spoglio, lei anche, io le dico: “Voglio la tua lingua nella mia passera.”
Lei mi dice: “Userò il dildo, perché sennò sto troppo scomoda.”
Io: “Si certo scusami, per via della pancia-”
Lei prende un dildo e me lo infila, quando sentiamo un rumore.
Si sente un uomo che dice: “Amore, sei in casa?”
Lei, tranquilla: “Sono in camera da letto con una nuova amica, la vuoi vedere?”
Lui: “Prima domanda a lei, se si vuole far vedere da me.”
Lei a me: “Allora, ti vuoi far vedere da mio marito?”
Io: “No scusami, ma prima vorrei prendere confidenza con te.”
Lei a a lui: “La mia amica oggi non si vuole far vedere.”
Lui: “Vado al piano di sopra, vi lascio in pace, amore.”
Io: “Scusami, ma mi avevi detto che eri sola. “
Lei: “Non ti ho detto una bugia, è lui che è tornato prima.”Io: “Ho voglia, scopami col dildo.”
Lei: “Subito.”
Lei mi scopa, io gemo dal piacere, acuito dal fatto di vedere quello che succede sullo specchio del soffitto.
Mirka: “Sei proprio una grande porca, sei bagnatissima, ma ora voglio essere scopata io.”
Io: “Subito, prima però vado a sciacquare il dildo in bagno.”
Poi torno, le infilo il dildo, ho paura di farle male, non ha la fica larga come la mia, ma lei gradisce molto, da come geme.
Siamo impegnate e non ci accorgiamo di essere guardate da un uomo alto, molto attraente, che è seduto nella poltrona e si mena il cazzo.
Lei: “Allora, non hai saputo resistere.”
Lui: “Vi si sentiva dal piano di sopra, come facevo?”
Lei: “Azzurra, questo è Aldo, mio marito.”
Io: “Piacere, mi sento un po’ in imbarazzo.”
Lui: “Non devi, a me piace guardare mia moglie che si diverte con le sue amiche.”
Io: “Sì, me l’ha detto.”
Lui: “Mirka perché non le lecchi il buchino? Ha proprio un bellissimo culo la tua amica.”
Lei: “Sì, è vero, hai ragione.”
Io mi metto a pecora e Mirka dietro a leccarmi il buchino, poi la sento smettere e gemere di brutto, guardo indietro, il marito la sta inculando e io a questo punto, mi sento di troppo, non doveva andare così il nostro incontro.
Lei: “Azzurra non andartene, per favore. Aldo poi si occuperà anche di te, è un amante eccezionale, molto resistente.”
Io non dico nulla, mi metto in poltrona a guardare e a masturbarmi, anche se non riesco a gemere, sono un po’ arrabbiata, perché in verità, io volevo restare sola con Mirka.
Mirka sembra leggermi nella mente e mi dice: “Lo so, volevi stare sola con me, ma con Aldo, ci divertiremo, te l’assicuro. Le mie amiche sono rimaste sempre molto soddisfatte.”
Io: “Hai avuto tante amiche?”
Lei: “No, te l’ho detto, ho iniziato da quando sono incinta con la mia amica del cuore.”
Io: “La vedi spesso?”
Lei: “No, perché abita lontano.”
Lei: “Su Azzurra, voglio godere e anche tu ne hai bisogno, da quanto so.”
Io: “Sì, hai ragione.”
Guardo suo marito, il suo cazzo e non vedo l’ora che si occupi di me.
Aldo è un toro, sembra instancabile, ma Mirka gli dice: “Occupati di Azzurra, io sono stanca, mi pesa il pancione.”
Lui viene da me, non mi fa alzare dalla poltrona, ma si mette a leccarmi la passera e dice beato: “Finalmente, una donna col pelo, di questi tempi, è una rarità.”
Io: “Sono contenta che ti piaccia.”
Lui: “Si, mi piace moltissimo e mi piace sentirti gemere, come una porca.”
Io non dico nulla, sono troppo occupata a gemere, gemere, gemere finché esplodo in un orgasmo che mi fa tremare tutta.
Lui mi porta nel letto per farmi riposare un po’, proprio accanto a Mirka e le dice: “Tesoro, vuoi che andiamo nell’altra camera, per lasciarti in pace?”
Lei: “No, voglio guardarvi, sennò che senso ha che Azzurra sia venuta qui.”
Suo marito mi prende tra le braccia, mi bacia in bocca con passione, io rispondo, non pensando a Mirka, lui mi dice che vuole trombarmi, si fa strada verso la mia passera, si mette le mie gambe sulle sue spalle e inizia a penetrarmi da subito, con molto foga.
Io non sono abituata a questi assalti, ma gradisco, come testimoniano i miei acuti gemiti.
Lui mi chiede: “Ti piace essere chiamata troia?”
Io: “Sì, mi eccita moltissimo.”
Lui: “Troia, hai una passera pazzesca, ti voglio sfondare.”
Io: Sì, sfondami tutta.”
Lui: “Troia, certo che lo farò.”
Io gemo e lui: “Troia, gemi più forte, fammi sentire i tuoi gemiti da vera porca che adora il mio cazzo.”
Io: “Certo, adoro il tuo cazzo.”
Lui: “Mettiti a pecora, voglio sfondarti il culo che mi piace tanto.”
Io: “Subito.”
Mi metto quasi in posizione e sento già la punta del suo cazzo e poi senza indugio mi incula ed io lancio un grido acutissimo.
Lui: “Troia, devi gridare solo dal piacere.”
Io: “Mi hai fatto male, non ti sei infilato lentamente.”
Lui: “Scusa, troia. Da ora in poi, giuro che godrai.”
Io non rispondo, sento male, finché inizio a gemere dal piacere.
Lui: “Brava, troia.”
Io: “Grazie. Come ti debbo chiamare?”
Lui: “Porco.”
Io: “Grazie, porco.”
Mirka ad Aldo: “Con me, non usi certe parole perché?”
Lui: “Ne parliamo dopo, scusa amore.”
Io: “Porco, sfondami il culo.”
Lui: “Troia, non ti pare che lo stia già facendo?”
Io: “Sì porco.”
Lui:”Troia, fammi sentire ancora i tuoi gemiti.”
Io: “Sì.”
Io gemo finché non sento il cazzo di Aldo sfilarsi dal mio culo.
Lui va in bagno, mi giro verso Mirka che mi guarda male.
Io le dico: “Che hai Mirka?”
Lei: “Ti sei lasciata andare troppo con mio marito.”
Io: “Scusami, ma che dovevo fare, secondo te?”
Lei: “Dovevi godere meno.”
Io: “Io godo così, senti non è colpa mia. Dovevamo essere solo noi due, non anche tuo marito, ora me ne vado, vedo che hai voglia di litigare.”
Lei: “Si ho voglia di litigare perché sei una grandissima troia e io non ti dovevo far scopare con mio marito.”
Io: “Senti me ne vado, non ci vedremo mai più, ho sbagliato a venire da te e quando vieni dalla dottoressa fai finta di non conoscermi.”
Lei: “Che bastarda che sei, vattene.”
Mi vesto rapidamente e scappo da quella casa.
Esco dal lavoro e telefono a Michela, ma non mi risponde, se la deve essere presa per quanto successo prima.
Le lascio un messaggio in segreteria in cui le dico: “Scusa, lo sai, mi piacciono i rapporti lesbo, ma lo sai, non so resistere ai bei cazzi.”
Lei non mi risponde, io non mi preoccupo, non posso preoccuparmi per una zitella di mezza età che forse da me, vuole qualcosa di più del sesso, ovvero amore.
Vado a casa e mi dico che per una sera riposerò, visto che oltre a ieri sera con Carlo, oggi c’è stato l’interessante intermezzo con Angelo.
Mi chiedo perché ora riesco a fare così tanto sesso, a differenza di un tempo?
Gli uomini, mi dico, si accorgono quando sei disponibile, sennò non ci provano neanche, non hanno tempo da perdere.
Con questi pensieri, mi addormento un po’ in ansia, perché da domani sarò da sola a lavorare.
La mattina dopo mi sveglio, trovo un sms lapidario di Michela che dice: “Sei una stronza, non cercarmi mai più.”
Io non me la prendo, penso che sarà lei a ricercarmi, o almeno lo spero, altrimenti cercherò un’altra amica speciale, non è difficile trovarle, una volta che hai preso il via.
Arrivo all’ambulatorio e trovo fuori la dottoressa Veronica che mi dice: “Ho saputo che ieri ti sei data da fare con Angelo. Brava, è sempre bene, avere dalla propria parte un dirigente di quel livello.”
Io: “Io l’ho fatto perché mi piaceva lui e il suo cazzo. Se ci penso ancora, mi inumidisco.”
Lei: “Su, ora fai la seria, anche perché da oggi in poi, sarai la mia unica segretaria e lo sai pretendo molto sul lavoro.”
Io: ”Sì lo so, me l’ha detto Michela.”
Entriamo io vado alla mia scrivania, Veronica entra nell’ambulatorio e poco dopo entra una nuova infermiera che dice: “Piacere sono Luana, per oggi sarò l’infermiera della dottoressa.”
Io la guardo con cupidigia perché è proprio lo stereotipo dell’infermiera sexy ossia seno in bella vista, belle gambe e poi posso solo immaginare il resto.
Lei si accorge del mio sguardo e dice: “Il mio aspetto inganna, sono seria e fedele al mio fidanzato che è un dottore dell’ospedale.”
Io: “Scusami.”
Lei entra e non la rivedo fino all’ora di pranzo quando esce per andare a mangiare alla mensa e mi fa: “Perché non vieni a mangiare con me? Ci conosciamo e facciamo due chiacchiere.”
Io: “Ok, un attimo che prendo la borsa.”
Lei: “Andiamo, che il tempo passa in fretta.”
In mensa, riusciamo a malapena a trovare un piccolo tavolino per due, io inizio dicendo: “Scusami per il mio sguardo di stamattina, ma credo te l’abbiano detto in molti che sei bellissima e molto attraente.”
Lei: “Sì, è vero, poi mi vedo da sola allo specchio.”
Io: “Se non sono troppo indiscreta, chi è il tuo fidanzato?”
Lei: “Non lo conosci, è un dottore che non si vede in ospedale visto che fa il medico legale, quindi è nel semi interrato.”
Io: “Come l’hai conosciuto?”
Lei: “Veniano dallo stesso paese, ci conosciamo fin da bambini, ma stiamo insieme solo da un anno. E’ l’uomo perfetto per me. Abbiamo già fissata la data delle nozze che sarà tra sei mesi.”
Io: “Non perdi tempo, ma sei ancora molto giovane, sei sicura?”
Lei irritata: “Sì sono sicura e comunque non sono tanto giovane visto che ho già trent’anni.”
Io: “Scusami tanto, parliamo d’altro. Normalmente con chi lavori?”
Lei: “Di solito sono l’assistente del direttore sanitario.”
Io arrossisco visibilmente, lei se ne accorge e fa: “Tutto bene? C’è qualche problema?”
Io: “No, scusa, mangiamo che sennò si fredda tutto.”
Lei: “Sì hai ragione, tra poco debbo ritornare su con te, ma è solo per oggi perché l’infermiera della dottoressa aveva un impegno.”
Finiamo di mangiare e torniamo al lavoro, troviamo già dentro la dottoressa Veronica anche se la prima paziente, ci sarà tra due ore.
Luana entra dentro, dapprima sento parlare, poi sento dei sospiri di piacere e penso che Veronica ha colpito ancora.
Mi chiama all’interfono e mi dice: “Azzurra vieni, abbiamo bisogno di te.”
Io: “Non credo dottoressa che abbia bisogno di me.”
Lei sospirando: “Sì, ho bisogno di te.”
Io entro e come mi immaginavo trovo le due impegnate a giocare con Veronica che è sdraiata sul divano, nuda a gambe larghe e Luana che gliela lecca un po’ infastidita.
Veronica mi fa: “Azzurra leccamela, che a lei non piace molto, l’ho capito.”
Io: “Subito.”
Mi fiondo sulla sua calda fica che non lecco da un po’ ed è come la ricordavo, forse ancora meglio e poi mi piace toccare i suoi seni morbidi.
Veronica inizia a gemere molto più forte di prima. Io sono lì impegnata quando mi sento buttare giù pantaloni e mutande.
Mi giro e rimango sorpresa, è Angelo.
Io rimango stupita: “Che ci fai qui? “
Lui: “Sono stata avvertito da Luana, che forse qualcuno mi voleva.”
Io: “Non le ho detto nulla di te.”
Lui: “Si vede che è indovina.” Poi rivolta a Veronica: “Azzurra è la mia troia da ieri e sono contento che la faccia godere. Comunque, Veronica ha proprio un bel corpo.”
Lei non risponde e mi dice: “Leccami per favore, ne ho bisogno.”
Io mi metto a leccarla a culo ritto, quando sento la punta del cazzo di Angelo nel buchino e non posso fare a meno di iniziare a godere e smetto dal leccare Veronica che fa: “Dopo voglio assaggiare anche io, quel bel cazzo.”
Angelo fa: “Non ci sono problemi dottoressa, c’è n’è per tutte e due.”
Lei: “Ne sono contenta, mi è venuta voglia a vedere il suo cazzo.”
Lui: “Non mi dia lei, mi chiami Angelo.”
Lei: “Va bene.”
Lui: “Va bene, ora inculo per bene la mia troia, poi vedremo cosa fare a lei dottoressa,”
Lui non mi lascia il tempo di pensare che si mette a incularmi di brutto con io che gemo e mi bagno, quando ad un certo punto sento una lingua nella fica.
E’ Veronica che mi lecca con avidità e dice a Angelo: “La troia è molto bagnata, non l’ho mai sentita così, si vede la incula bene, non vedo l’ora di sentire il tuo cazzo.”
Lui: “Posso passare a inculare te, mentre la troia ti può continuare a leccare.”
Lei: “Ok”
Lui a me: “Troia lecca la dottoressa, con te continuerò dopo.”
Io non dico nulla, mi metto sdraiata sul divano con la faccia in corrispondenza della fica di Veronica, poi non contenta le tocco le tette che adoro e che sballonzolano per via degli assalti di Angelo,
Lei geme, geme e dice: “Angeloooooo.”
Lui: “Veronica mmmmmm, che culo, che troia. Scusa, posso chiamarti così?”
Lei: “Chiamami come vuoi, basta che continui a fottermi, mentre la schiava Azzurra farà tutto ciò che le diremo.”
Io: “Sì, padrona.”
Lei: “Succhia il cazzo del padrone, puliscilo, fallo rizzare ancora, ho ancora tanto voglia.”
Io lo succhio mugolando, ma Veronica mi fa: “Smetti di mugolare, lo puoi fare solo se noi due te ne diamo il permesso, schiava.”
Io non dico nulla, ma Angelo: “Troia mugola, a me eccita da morire sentirti davvero. Dopo magari ci scapperà una sveltina con te, quando avrò finito con la padrona.”
Veronica: “Sì va bene, ti è concesso quanto detto dal padrone.”
Io lo succhio, finché non è bello lucido e turgido per Veronica, che questa volta dice: “Voglio stare comoda, voglio stare sdraiata, tu per fottermi bene, potresti metterti le mie gambe sulle spalle.”
Lui: “Va bene, troia.”
Io osservo Angelo che spinge, assalta la fica di Veronica e mi bagno e non posso fare a meno di masturbarmi.
Veronica mi vede e con gli occhi mi dice di smettere, ma Angelo mi fa: “Sì masturbati troia, sei proprio una gran troia che si eccita a vedere fottere, come se fosse un uomo.”
Io non dico nulla e continuo, sono lì davanti a loro, a gambe larghe che li guardo, mentre mi tocco con una mano il clitoride e con l’altra il seno e mugolo e ansimo come non mai, forse di più di Veronica tant’è che infastidita fa: “Potresti andare in bagno, mi distrai dal cazzone.”
Io: “Scusa, Veronica.”
Angelo: “Ma voi due, non eravate amiche intime. Che c’è Veronica, non gradisce che la schiava goda, è così?”
Lei: “Sì non gradisco che lei goda più di me.”
Lui: “Non ci puoi fare nulla, troia. La schiava è solo molto più troia di te.”
Lei: “Basta con questi discorsi e pensa a fottermi.”
Lui: “Sì, ma stai più calma troia, sennò vado a fottermi la schiava vogliosa.”
Lei: “Scusa, non so cosa mi sia preso.”
Lui riprende a fotterla, ma lei non gode, si vede che è passato il momento, per cui gli fa capire che può andare da me.
Viene in bagno e mi dice che dato l’umore di Veronica forse è meglio che ci vediamo stasera a casa sua e io: “Ma non c’è tua moglie?”
Lui: “Mia moglie partecipa entusiasta quando le porto una gran troia, come sei tu.”
Io: “Va bene, a stasera, mandami un messaggio con l’indirizzo.”
Vado di là mi rivesto e Veronica mi fa: “Scusa, non so, cosa mi sia preso.”
Io: “Sei gelosa di me e basta? O di me e Angelo?”
Lei: “Non lo so, debbo pensarci. Di solito, non sono gelosa delle mie partner sessuali.”
Io: “Siccome dobbiamo lavorare insieme, forse è meglio che non facciamo più sesso insieme.”
Lei: “Io adoro fare sesso con te. Ci penso, poi ti dico, ma mi dispiace perderti a letto, davvero.”
Io non ho tempo di rispondere perché suonano, è la paziente delle diciassette.
Le diciannove arrivano presto, è l’ora di uscire, di andare a casa, poi da Angelo e sua moglie.
La sua abitazione non è molto lontana dalla mia per fortuna, così al ritorno sarò rapidamente nel mio letto.
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