La villa - Episodio 1
Buonasera a tutti, il mio nome è Giulia ed ho 55 anni. Ho forse qualche chilo di troppo, ma sono piacevole, ho due belle tettone ed una figa grossa e carnosa sempre bagnata perché ho sempre adorato il sesso ed ho sempre voglia, ventiquattro ore al giorno.
Dopo il divorzio e da quando mia figlia vive ormai da sola in un altra città per motivi di studio mi sono sentita pronta per cercare qualche storia senza impegno. Proprio perché sentivo il bisogno di sesso, anche abbastanza estremo volendo, mi ero messa su un sito di annunci erotici a cercare qualcuno con cui godere. Il vibratore dava un po' di sollievo, ma quello che serve davvero è un po' di cazzo ogni tanto.
Cercando su questo sito trovai vari annunci, ma nessuno mi eccitava abbastanza. Singoli, che promettevano solo noia, coppie che cercavano una lei bisex (non lo sono proprio a fondo, ma ci sarei anche potuta stare, non mi disturba) ma troppo lontane, gente che cercava solo un buco dove svuotarsi le palle, magari facendosi fare solo pompini. Poi ad un tratto uno mi colpì la fantasia. Uno che si definiva "benestante" cercava una cameriera per la sua villa, 24 ore al giorno e 7 giorni alla settimana. Paga sindacale più vitto e alloggio (e sa il cielo quanto avessi bisogno di soldi in quel periodo) per una cameriera che avrebbe dovuto essere anche oggetto sessuale - così diceva - per lui ed eventualmente ospiti. Era richiesto di stare nude e di avere la mente aperta e non solo quella. Lo specificava bene. Diceva che la paga sarebbe stata versata regolarmente in banca, ma che non avrei avuto bisogno di soldi. Nella villa avrei avuto gratuitamente tutto il necessario ed anche di più. Potevo forse unire l'utile al dilettevole? Diceva anche che avrei potuto andarmene in qualsiasi momento, ma che non avrei potuto trasformare il rapporto di lavoro in quello di normale cameriera, che c'era in qualche modo un contratto da firmare. Beh, cercavo da scopare e cercavo lavoro, potevo fare tutte e due le cose? Però... il cervello mi diceva che quella era prostituzione per soldi bella e buona.
La fica ed il cervello lottarono come leonesse per quasi 30 secondi, poi vinse la fica. Lo contattai ed avemmo uno scambi di email piuttosto lungo, dove ci accordammo per una mia visita preliminare alla sua villa dove avemmo esaminato se la cosa fosse di reciproco gradimento. Mi disse che si aspettava che andassi in gonna e senza mutande dato che quello che stavo cercando lo avevo trovato su una pagina di annunci di ricerca di sesso e scambio di coppie, quindi dovevo dimostrare che non ero solo una che voleva dei soldi per fare qualcosa. Lui cercava delle persone che lavorassero per lui si pagate, ma soprattutto appassionate. Accettai, dato che ormai ero decisa almeno quell'incontro a farlo.
Non avevo mai praticato l'esibizionismo, ma ne ero sempre stata tentata. Il giorno stabilito mi preparai con cura, pensando che stessi andando più che altro a scopare. Parrucchiere il pomeriggio precedente, una lunga doccia con il bagno-doccia profumato prima di vestirmi, due gocce di profumo. Mi guardai allo specchio. Certo si vedeva che non avevo più venti anni. Avevo il seno grande, florido, ma ormai penzolava un po' sulla cassa toracica quando tenevo le braccia giù. Un po' di ciccia sotto l'ombelico mi faceva un po' vergognare, e la patatona umida e molto carnosa con le piccole labbra gonfie di sangue per l'eccitazione non era quella di una ventenne. Ma gli avevo detto l'età, e lui aveva detto che per lui non era un problema. Certo, non ero mai uscita senza slip. E poi con la gonna, bastava un movimento falso e invece delle mutande avrei fatto vedere i miei buchi. Comunque ormai ero convinta – ed anche tanto eccitata per altro – e finii di vestirmi, calze autoreggenti, scarpe col tacco (come diavolo ci avrei guidato? Le mie amiche riuscivano, ce la avrei fatta anche io) una camicetta color nocciola con sopra un top crema, borsetta, occhiali da sole – probabilmente mi volevo mascherare) chiavi dell'auto ed ero pronta per uscire.
Avevo un problemino... avevo la fica fradicia ed il fiatone per l'eccitazione. Presi anche un piccolo asciugamano per proteggere il sedile dell'auto, e mi avviai sul marciapiede per arrivare alla mia lussuosa utilitaria usata.
Aperta la porta misi l'asciugamano sul sedile, ma se mi fossi seduta e basta avrei sicuramente bagnato la gonna, perché colavo.
Entrai, e con un movimento deciso mentre chiudevo lo sportello la tirai su. Ero praticamente nuda dalla vita in giù! Avevo la figa sull'asciugamano ruvido che mi stimolava, e mentre partivo abbastanza a razzo cercai di tirare giù almeno la stoffa davanti, per cercare di non far essere troppo evidente la mia nudità. Avevo sempre sognato di farlo, ed avevo aspettato anche troppo. Guidavo conscia che tutto sarebbe andato bene solo fino a quando un camion non mi avesse affiancato ed il camionista avesse guardato in basso. Le auto non avrebbero causato problemi, la mia gatta era fuori vista per gli automobilisti. Godevo come una matta al pensiero del rischio, ma mi piaceva. La giornata era cominciata molto bene.
Arrivata sulle colline che circondavano la città arrivai all'indirizzo che mi aveva mandato per mail. Cazzo, aveva scritto "benestante", ma questo era un riccone. Muro di cinta in pietra, cancello in ferro battuto, un giardino che pareva un parco pubblico e sullo sfondo una villa con piano terra e primo piano che pareva uscita da un film. Uscii dall'auto sistemando la gonna al volo mentre uscivo ma senza poter evitare che per qualche secondo fossi nuda in strada, e suonai il campanello del citofono. Rispose una voce femminile, e sinceramente non me lo aspettavo. - "Si?" Dissi chi ero e che avevo un appuntamento, e la voce mi disse "Si, il Padrone la attende, la faccio entrare. Porti pure dentro l'auto".
La mia utilitaria sembrava fuori posto davanti a quel villone, quindi la lasciai un po' in disparte (anche perché le manovre per non sporcare la gonna era meglio farle li che in piena vista) ed andai alla porta, dove evidentemente ero attesa. Mi apri una "cameriera". Io ebbi una crisi di panico, perché capii che prima di tutto non sarei stata la sola, e seconda cosa che li non si scherzava. La ragazza, una giovane moretta molto carina, indossava dei polsini di pizzo, un collare di pelle e delle giarrettiere. E si, ho fatto tutto l'elenco completo di cosa vedevo. Mi fece cenno di entrare, mi chiuse la porta alle spalle e poi mi fece strada. Una coda di cavallo oscillava dietro al suo sedere, sparendo tra le natiche.
Mi portò in un piccolo salottino arredato con gusto in stile moderno. Luminoso ed accogliente. Il proprietario era una persona che si circondava di belle cose, a quanto pareva.
Rimasi sola, guardando mobili, soprammobili e quadri per qualche minuto, rimuginando che avevo fatto molto male ad andare li. Poi arrivò il padrone della villa, un uomo di mezza età, dai capelli ben pettinati in giacca da casa e pantaloni grigi. Mi salutò dandomi la mano, sorridendomi e facendomi segno di sedere su una delle poltrone di pelle. Lui si sedette sull'altra, e mi chiese a conferma "Tu dunque sei Giulia, vero?". Confermai. Ora se mi fossi seduta avrei imputtanato la gonna, e se la avessi tirata su avrei imputtanato la poltrona in pelle. Ero nel panico, e non sapevo cosa fare.
"Mi scusi, ma sono senza slip come dai nostri accordi, sono molto eccitata e bagnata. Se mi siedo sporco la gonna o la poltrona, mi potrebbe far portare un asciugamano?" Lui mi guardò divertito. "Sporca pure la poltrona. La pelle si può pulire facilmente, perché la seduta è in pelle sintetica apposta. Non sai cosa hanno visto queste poltrone..."
OK. Ora o salutavo e andavo via, o facevo la troia come volevo fin da quando ero andata sul sito di annunci e mi tiravo su la gonna. Mi tirai su la gonna e mi sedetti, sul vinile freddo con le labbra della fica polposa e bagnata che si allargarono schiacciandosi. La sensazione mi arrivò al cervello. Per un attimo spalancai la bocca, quasi godendo. La chiusi subito, e cercai di normalizzare il respiro, mentre il cuore galoppava come un motore di formula 1.
Era surreale. Stavo facendo un colloquio di lavoro nuda dalla vita in giù. Mi sentivo una troia fino al midollo delle ossa. E lo adoravo...
Mi fece molte domande, su di me, sulla mia vita, su perché ritenevo di potermi trasferire sette giorni a settimana senza rivedere nessuno se non in rarissimi casi... fui sincera e spiegai tutto. Mi fece anche domande sui gusti sessuali, sulle esperienze, sulle abilità che ritenevo di avere. Poi venne vicino e rapidamene mi infilò una mano sotto, due dita nella figa. "Sei larga, molto larga... e bagnatissima. Non male". Io volevo godere, ma tirò fuori le dita e me le mise davanti alla bocca. "Pulisci". Le succhiai. Mi era sempre piaciuto il mio sapore, dolcissimo e con una lieve punta di acido, quasi un retrogusto, ma leggerissimo. Succhiai tutto.
Poi si parlò del contratto. Mi disse che era inattaccabile, dopo firmato potevo andarmene o restare alle condizioni delle altre. Chiesi quante erano le altre, e se erano soddisfatte. "undici schiave ed una cagna" rispose lui. Suonò un campanello, e venne la moretta. Lui la indicò e disse "chiedi pure".
Ci parlai una decina di minuti. Lei era molto soddisfatta, scopava molto con moltissimi uomini e qualche donna ed era estremamente felice di essere una schiava sessuale. Disse anche che era coinvolto periodicamente un po' di dolore, ma nel giusto contesto a lei piaceva e riteneva che sarebbe piaciuto anche a me.
Firmai, Avevo solo una piccola delusione, io speravo in una sana scopata, ma il Padrone – così dovevo chiamarlo – mi disse che la sera stessa ci sarebbe stata una festa, ed avrei avuto tutto il sesso che potevo immaginare. La moretta, che scoprii si chiamasse Lucia, mi accompagnò a quella che sarebbe stata la mia stanza fino che fossi stata la serva per il padrone, e rimasi di stucco. C'era tutto quello che si poteva desiderare.. TV, computer e frigo bar. Lucia mise sul letto un completo uguale al suo, ed una scelta di tre plug anali con la coda, uguali ma di misure diverse. "Spogliati, che poi ti controllo la misura e ti lascio la coda adatta a te"
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