GODO

Capitolo 5 - il motel

sandra
a day ago

Dopo il nostro ritorno dalla Grecia ormai è agosto e, come ogni anno, Carlo prenota per noi due settimane al centro Messeguè di san Marinp, disintossichiamo il nostro corpo e lo spirito, un vero toccasana che apprezziamo molto e che ci fa sentire bene.

Rientrati da una settimana ricevo una telefonata da Bartolomeo, uno dei clienti di Carlo della Grecia, quello innamorato del mio culo, è una sorpresa ma, non troppo,  mi invita a colazione in un ristorantino in Via Durini, gli dico che accetto con gioia.

Dopo il soggiorno da Messeguè mi sento al meglio, conservo poi la mia leggera abbronzatura, il locale è i centro, voglio apparire al meglio, scelgo con attenzione cosa indossare, un paio di coulotte in seta bianche, dei pantaloni in seta cruda e lino chiusi alla caviglia grigio argento, una camicetta  bianca senza bottoni aperta allacciata in vita con due fasce annodate mollemente, una giacca bianca in lino da poggiare sopra le spalle e dei sandalini argentati con tacco 8 orecchini rettangolari in oro e poi mi guardo allo specchio, bella e sexy ma non volgare anche senza il reggiseno.

Parcheggiata la mia BMW al multipiano di Largo Corsia dei servi raggiungo il ristorante con solo 15 minuti di ritardo, lui è già seduto al tavolo, si alza quando arrivo, molto elegante in doppio petto grigio, mi accoglie al tavolo con un baciamano e poi mi fa accomodare prima di sedersi, vedo che sbircia nella mia profonda scollatura

-          Cara Daniela, non ero sicuro avresti accettato il  mio invito

-          Perché?

-          Beh per come mi sono comportato l’ultima volta che ci siamo visti in Grecia

-          Già, in effetti in modo inappropriato

-          Se la ricordi così sei gentile

-          No, inappropriato soprattutto nei confronti di mio marito

-          Io ed il mio socio abbiamo sempre avuto un enorme stima di Carlo

-          Ho visto

-          Senza di lui non potremmo operare come facciamo, in modo trasparente e nel rispetto della legge

-          Glielo dirò

-          È stato un impulso al quale non ho saputo resistere

-          Ricordo

-          Ti prego scusami ancora, mi farò perdonare

-          E allora, oltre al piacere di re-incontrare me ed il mio culo, qual è il motivo del tuo invito?

-          Solo quello di scusarmi personalmente, mi rendo conto che sei ancora arrabbiata con me.

-          Si, direi un pochino, ma, più che altro per Carlo

-          Io ed il mio socio eravamo in Grecia per visionare dei terreni per la costruzione di un albergo ed abbiamo approfittato della disponibilità di Carlo per l’aspetto finanziario e fiscale

-          E tu di me

-          Vero, lo ammetto.

Poi scegliemmo le pietanze dal menù e pranzammo quasi senza parlare, aspettando il caffè ricominciò

-          Sai noi abbiamo già una decina di alberghi in Europa e stiamo cercando di investire oculatamente, ne abbiamo anche comprato uno sull’autostrada dei laghi, un motel per la verità, vicino a Malpensa e con anche un green per il golf

-          Ah interessante l’idea del golf

-          Si, l’abbiamo pensato, perché non vieni a vederlo, potrai dirmi cosa ne pensi

-          Beh non sono certo un’esperta

-          Si si ma l’occhio di una donna……… con la tua classe, la tua eleganza

-          Si si certo, ed il mio culo

-          Ahahah ed anche il tuo spirito

-          Si ma oggi non posso, ho già alcuni impegni per il pomeriggio

-          Certo, non c’è fretta, quando vuoi e puoi

Ci accordiamo per il giovedì subito dopo colazione, mi faccio dare i dati per il navigatore e ci salutiamo con un bacio, stavolta sulle guance.

Giovedì mattina mi preparo per andare a vedere questo motel, fa ancora caldo anche se siamo a metà settembre, dei mini shorts di jeans sgambati ed un top di cotone bianco corto con le spalline, le mie solite Superga bianche e sono pronta, la mia colf mi guarda e dice che il top è troppo corto, mi conviene mettere anche il reggiseno, le dico di si ma poi faccio come mi pare.

Pensavo di trovare un fabbricato in ristrutturazione, invece mi sembra operativo, quando mi annuncio si alza la sbarra ed entro con la macchina, Bartolomeo mi aspetta sotto il porticato davanti alle stanze, mi apre lo sportello e mi aiuta a scendere dalla macchina poi mi saluta con un bacio sulle guance, entriamo in una stanza

-          Ecco questa è la stanza tipo

Da quello che vedo è perfettamente in ordine e arredata, un grande letto matrimoniale, uno specchio come testiera, televisore, frigo bar e climatizzatore, arrivo al bagno e, anche questo è bello e spazioso

-          Beh se le stanze sono tutte così direi che siete pronti per aprire

-          Si, tutte così e 15 in tutto

-          Sospetto che tu mi abbia fatto venire qui per in altro motivo

-          Vero, ti volevo dare un regalo per farmi perdonare

Mi dà un pacchettino, lo apro, dentro un rolex lady day just in acciaio e oro bianco, è davvero bello

Mi avvicino per ringraziarlo con un bacio ma lui  gira la faccia in modo che le nostre labbra s’incontrino e le sue mani scivolano sotto il mio top artigliando i  miei seni, dopo il bacio, al quale dopo la sorpresa iniziale, rispondo timidamente, lui sempre tenendomi strette le tette

-           Con te non resisto, non so come ho fatto al ristorante a trattenermi

Le sue mani intanto mi sfilano il top dalla testa e con le labbra comincia a succhiarmi e mordicchiarmi un capezzolo, tra me penso che l’orologio che costerà 7/8000 euro vale una marchetta e lo lascio fare.

Ci spogliamo abbastanza freneticamente a vicenda e finiamo sul letto ricominciando a baciarci, questa volta con un’intensità maggiore, in una pausa lui mi dice

-          Sapevo che lo volevi anche tu – poi ricomincia

Allungo una mano a cercare il suo cazzo, quando lo trovo è già duro come l’acciaio, gli scivolo sopra e e, con un sospiro mi impalo direttamente su quell’asta alla ricerca del mio piacere, lui sotto di me lascia fare continuando a strapazzarmi i capezzoli, poi mi prende per le natiche e guida il mio movimento, ogni tanto inarca il bacino per darmi una spinta più profonda, ci sa fare però.

Dura abbastanza prima di scaricarmi il suo sperma sulla pancia dove passo le dita per raccoglierlo e portarmelo alle  labbra. Un po’ è ansimante ma poi si alza e prende una bottiglia di spumante e due flutes dal frigo bar, è ben ghiacciato e mi piace molto, poi la bottiglia gelata mi passa tra le tette facendomi rabbrividire, ha tolto la protezione di stagnola dal collo della bottiglia e me la porta alla bocca versandomi un po’ di spumante in gola, poi fa scivolare la bottiglia verso il basso sul mio corpo fino ad arrivare alla mia figa ancora aperta e mi penetra con quella, qualche movimento avanti e indietro e poi la tira fuori e ne beve anche lui, poi me ne  versa  un po’ sul seno e comincia leccarmelo e a suggere i mie capezzoli ormai gonfi e duri;

 mi fa girare, versa l’ultimo nel solco tra le mie natiche e poi, abbandonata la bottiglia ci infila la lingua e poi anche le dita, gli piace proprio il mio culetto.

Il suo è un lavoro dove mette impegno e tempo facendomi mugolare come una gatta quando usa le dita nel mio buchino, poi, una volta di nuovo pronto sento la punta del suo cazzo che comincia ad entrare, lentamente ma inesorabilmente mi muovo per agevolarlo fin quando arrivato dove voleva comincia a muoversi con un, dapprima, lento andirivieni aumentandone poi il ritmo ed il mio piacere, gli ultimi colpi sono lenti e profondi penso sia dentro tutto quando mi inonda l’intestino mentre io raccolgo il mio piacere con le dita e gliele dò da succhiare.

A quella prima volta ne seguirono altre nei mesi successivi e Bartolomeo mi diede una tessera magnetica che alzava la sbarra ed apriva la porta della camera che era , comunque, sempre riservata, anche perché con sole 15 camere non ci poteva essere la camera numero 13 e, quindi passavano dalla 12 alla 14 saltandola.

Un giorno che avevamo concordato un nostro appuntamento nel primo pomeriggio arrivai al motel intorno alle 14, lui ancora non c’era, mi spogliai, feci una doccia e poi mi misi sul letto sopra le lenzuola, forse per il pranzo finito da poco o per la doccia calda mi addormentai.

Un corpo caldo contro la mia schiena mi svegliò, era Bartolomeo che, arrivato si era messo sul letto di fianco alle mie spalle e mi accarezzava , istintivamente allargai leggermente le gambe per permettere alla sua mano di raggiungere la mia figa, tenevo ancora gli occhi semichiusi assaporando le sue carezze.

Aprii gli occhi quando mi infilò, con una certa forza, un dito nel culo e lo vidi nudo, inginocchio, sul materasso davanti a me, ma allora chi ………

-          Ciao Daniela, Bartolomeo mi ha detto che ti trovi molto bene nel nostro motel e me ne sono voluto assicurare

Era Giovanni, il socio, cercai di scostarmi per alzarmi ma avevo una sua mano sui fianchi ed un suo dito nel sedere e Bartolomeo mi mise il cazzo davanti alla faccia tenendomi la testa, potevo solo fare buon viso a cattivo gioco.

Giovanni mi penetrò da dietro con un piccolo grugnito per lo sforzo, il mio buchino non era vergine ma così a freddo………. mentre Bartolomeo mi aveva infilato ormai il cazzo in bocca e si godeva la mia lingua che lo insalivava per bene, prese presto il posto che Giovanni on aveva considerato nella mia figa e mi scoparono per bene tutti e due scaricandosi poi, quasi contemporaneamente dentro di me e mischiando il loro piacere al mio.

Finalmente vidi Giovanni in faccia perché tutti e due mi diedero i loro attrezzi da ripulire con la lingua e disse al socio

-          Certo che Carlo è fortunato, bella di viso, un corpo tutto da godere ed anche un po’ troia

Comprensibile che lo pensasse, non è che avessi opposto molta resistenza, del resto ero già lì per quello, lui era solo stata una sorpresa in più, quindi non me la presi e continuai il mio lavoro di bocca.

Contemporaneamente avevo le loro mani dappertutto fino a quando si scambiarono i posti e mi scoparono di nuovo. Bartolomeo poi si alzò e prese da bere per tutti dal frigo bar ma, questa volta niente spumante, solo del Martini con ghiaccio, i cubetti erano rotondi e li usarono anche per giocarci sopra il mio corpo ridendo mentre rabbrividivo al contatto, finche me ne infilarono un paio nella figa ed un altro nel culetto era una tortura però piacevole quando cominciarono a suggerli con la lingua.

Mi scoparono ed incularono  ancora facendomi mettere in posizioni che li eccitavano maggiormente come, ad esempio sdraiata sulla schiena con le gambe sollevate e sopra le loro spalle oppure con la testa sul materasso ed il sedere in alto stringendomi le cosce dopo avermi penetrato, vidi poi che la loro resistenza era dovuta a delle pilloline celesti  in un blister che avevano appoggiato su uno dei comodini ma non mi importava, mi interessava solo che mi facessero continuare a godere.

Tornai a casa la sera, prima del rientro di Carlo, un po’ dolorante ma con un piccolo cadeau, un braccialettino di Buccellati.