GODO

Capitolo 4 - vacanze in Grecia

sandra
a month ago

Tornati dalla nostra, purtroppo, breve vacanza a Malta riprendemmo  il nostro tran tran quotidiano, ormai era estate inoltrata, tra pochi giorni saremmo stati a Luglio, io feci i miei soliti giri, andai a trovare il mio amico pittore che non aveva ancora finito il mio quadro, non sapevo a che punto fosse perché non me lo fece vedere, però fu un pomeriggio intenso di lavoro per il “suo” pennello.

I meccanici furono contenti gli portassi la mia auto da  controllare  prima delle ferie, peccato solo che “persi” un altro perizoma di Terranova. Feci anche pulire il giardino e la piscina, i due addetti fecero un lavoro preciso, puntuale ed “approfondito”, chiaramente, un venerdì pomeriggio quando la colf non era in casa. Un altro indirizzo da mettere in rubrica, quando trovi dei bravi artigiani devi evitare di perderli.

Una sera Carlo , tornando a casa

-          Tesoro, ho una sorpresa per te

-          Amore, dimmi

-          Faremo una bella vacanza in barca tra le isole greche

Non vedevo l’ora, mai stata in Grecia, però mi venne un dubbio

-          Siamo solo noi?

-          No no, vengono anche un paio di coppie di amici

-          Li conosco?

-          No, non mi sembra ma sono simpatici

-          Ti conosco mascherina, cosa c’è sotto?

-          Ma niente, cosa pensi, faremo una bella vacanza, navigheremo tra le isole e vedremo tanti bei posti

-          Tu non me la racconti giusta, devi lavorare?

-          Solo andare a vedere alcune proprietà che i miei amici vorrebbero comprare

-          Amici? Clienti vuoi dire, e tu cosa c’entri con le proprietà

-          Non capiresti, è una questione fiscale

-          Già, perchè io sono scema

-          Ma tesoro, è solo che si tratta di concetti complicati anche per chi, come me, ne capisce.

-          Ok ok, quando partiamo? Devo fare qualche spesa e mi devo organizzare

-          Tra 10 giorni e staremo via due settimane.

-          Va bene allora, dai vai a fare una doccia che poi ceniamo

-          Ok dammi 10 minuti.

Passai i giorni successivi a scegliere costumi, prendisole, biancheria e vestitini per la sera, ne comprai anche qualcuno da “locale”, l’avrei messo in difficoltà con quelli, poi cercai di perfezionare la mia tintarella, non volevo salire a bordo bianchiccia.

Atterrammo ad Atene ed una Mercedes ci portò al Pireo, ma quanto caldo fa in Grecia? La barca era un motoveliero di circa 30 metri, tutto in legno, mi spiegarono poi che era un caicco turco, ma sarà sicuro?

A bordo dovetti togliere le scarpe, anche il pavimento era di legno, si chiamava pagliolato ed era di iroko, un tipo di legno. Ci accolse il comandante con l’equipaggio schierato a poppa, quella sapevo come si chiamava, la nostra cabina, devo ammettere, era magnifica, anche il bagno bello ed il tutto pulitissimo.

I nostri “amici” arrivarono la sera stessa, Giovanni e Bartolomeo, tutti e due sulla cinquantina abbondante, le “mogli” penso ne avessero non più di 25, tutte e due molto belle e bionde, sembravano modelle però non di quelle magre ed ossute che sfilano sulle passerelle, direi più da calendario per camionisti, se quelle erano le mogli io ero Cleopatra, comunque, quando le conobbi erano simpatiche davvero, spigliate, disinvolte, consapevoli della loro bellezza, i due uomini, invece sembravano alquanto noiosi, parlavano solo di affari con Carlo, di Società da costituire, di soldi, tutti e due con orologio d’oro al polso e fede al dito, probabilmente le mogli erano rimaste a casa a pensare ai figli.

Comunque la cena fu piacevole, il cibo buono ed il vino particolare, si chiamava Retsina, molto buono. Al mattino stavamo ancora dormendo quando salpammo. appena fummo in mare aperto vennero spiegate le vele, si dice così, noi sempre ben serviti facemmo colazione su un grande tavolo a poppa, il comandante poi   ci disse che a prua erano stati stesi dei materassini se volevamo prendere il sole, noi tre ragazze, mi ci metto anch’io, andammo subito permettendo ai marinai di rifarsi gli occhi anche perché tenemmo addosso solo la parte bassa dei costumi, ci spalmammo la crema a vicenda, immagino che i ragazzi si sarebbero offerti volentieri.

I primi tre giorni furono molto belli, compagnia piacevole, il sole, il mare, anche Giovanni e Bartolomeo, tutto sommato, non erano male, poi cominciarono le soste vicino a delle isole dove i tre uomini, con il comandante fecero dei brevi viaggi per vedere dei terreni, molto velocemente però, direi.

di queste brevi assenze dalla barca le ragazze approfittavano per civettare con i marinai che, del resto, erano tutti abbastanza giovani ed in forma, visto il lavoro che facevano, a bordo, praticamente, si parlava inglese, a parte tra di noi, loro erano tutti turchi come, del resto, era la bandiera che sventolava sull’albero.

Ogni tanto, nelle soste, scendevamo a terra per visitare i posti e fare shopping, insomma non potevo lamentarmi sia della vacanza che di Carlo, era stato abbastanza sincero con me riguardo al viaggio.

Poi, una sera, gettammo l’ancora in una rada protetta e, a cena, Carlo mi disse che il giorno dopo, con il comandante, loro sarebbero andati sull’isola ma che sarebbero tornati solo per cena perché avrebbero anche dovuto incontrare delle persone, infatti, al mattino, dopo colazione, con la lancia della barca scesero a terra, non c’era molto da fare, un bagno, prendere il sole, bere qualcosa ed è quello che, all’inizio, feci.

Le ragazze, ad un certo punto, tolsero anche il pezzo inferiore del costume e si sdraiarono al sole pancia all’aria, dopo essersi spalmate la crema, io preferii, all’inizio, la posizione inversa ma, per quanto riguarda il costume le imitai, del resto ; quando il gatto non c’è ……………..

Sentendo dei rumori provenire dal mio fianco mi girai e vidi le ragazze sdraiate sulla schiena però con le gambe aperte e le ginocchia sollevate che si stavano masturbando al sole, la cosa mi intrigò ma, senza cambiare posizione inizia a fare lo stesso toccandomi leggermente ed alzando un po’ il sedere.

Passata circa una mezz’ora ebbi la sensazione che il sole si fosse spostato, ero in ombra, mi girai e vidi che avevamo intorno tutto l’equipaggio, tutti a torso nudo ed in piedi che ci guardavano, si vede che erano disciplinati ed organizzati e, forse, non nuovi a situazioni del genere, perché si disposero in gruppi di due intorno ad ognuna di noi.

I miei due non fecero altro che sollevarmi i fianchi e, mentre uno, da dietro, si infilava con la testa tra le mie gambe iniziando a lapparmi la figa ed il buchino del culo, l’altro sul fianco mi accarezzava infilando anche le mani sotto di me per arrivare alle mie tette, le ragazze, intravidi, erano già altrettanto impegnate.

Già colavo quando, sollevandomi sulle braccia, presi la posizione del cagnolino ed apprezzai molto, sia il cazzo che mi penetrò iniziando a scoparmi, sia quello che mi trovai davanti agli occhi che cercai di afferrare usando la lingua e la bocca che sembrava sfuggirmi ma, non lo fece per molto.

Vidi le ragazze altrettanto soddisfatte, una delle due, con il seno generoso, aveva uno che la scopava e l’altro a cavalcioni sul suo busto che le aveva messo il cazzo tra le tette e lei lo massaggiava attivamente, l’altra, aveva fatto sparire dentro di se tutti e due i cazzi che aveva a disposizione cavalcando e facendosi cavalcare.

Non avevo pensato ai preservativi ma i ragazzi, vidi, erano attrezzati, non che la cosa mi creasse dei problemi ma, per quanto riguardava il mio culetto, non avendo lubrificante con me, l’uso di un preservativo lubrificato di suo faceva la differenza.

La sarabanda era solo all’inizio, personalmente feci seghe, pompini e ricevetti sperma caldo sia dentro che fuori da qualsiasi orefizio, andammo avanti per ore, i ragazzi avevano una resistenza notevole e poi, loro erano in 6 e noi solo in tre, a mezzogiorno eravamo sazie e piene di sborra, i ragazzi ci dissero di fare un bagno che avrebbero preparato qualcosa per pranzo e così ci tuffammo i mare per una breve nuotata rinfrescante e rigenerante, poi, tornate a bordo ci asciugammo ridendo e, senza rivestirci andammo verso poppa.

Avevano preparato una bella tavola imbandita con piatti freddi e frutta fresca, vino ghiacciato e, nel giro di un ora facemmo sparire tutto, l’attività fisica mette appetito. ci ritirammo nelle rispettive cabine per un riposino al fresco.

Bussano alla porta, mi sto godendo davvero il fresco della cabina con il condizionatore acceso a palla, dico di entrare, sono due dell’equipaggio, uno si siede sul bordo del letto e mi accarezza una gamba, si vede che cogliono, anche loro, stare un po’ al fresco.

Mi lascio andare sul cuscino e lui, subito si sdraia al mio fianco e mi bacia, un bacio lungo, appassionato, a cercare la mia lingua mentre sento anche le mani dell’altro girovagare sul mio corpo, i loro cazzi rigidi strisciano sulla mia pelle che, nonostante il fresco della stanza, è calda come fosse febbricitante, sono su un fianco con i due ragazzi rispettivamente davanti e dietro, insieme mi tengono sollevata una gamba e, tutti e due mi penetrano, i loro uccelli si impossessano della mia carne, quasi si toccano mentre si muovono alla ricerca del loro e del mio piacere separati solo da una sottile membrana di tessuto rappresentata dalla stessa mia carne.

Sto godendo come una pazza, è estremamente piacevole farsi possedere, quasi totalmente, in questo modo, poi cambiamo posizione rimanendo sempre agganciati, quello sotto di me aumenta la velocità dei suoi colpi e l’altro cerca di stargli alla pari, vengo sballottata fino a quando un ultimo affondo, stringo i muscoli, voglio il loro carico di sperma dentro di me, così, calda, densa e abbondante, ci lasciamo andare sul letto ansimanti e felici.

Mentre sono in bagno cambiano le lenzuola del mio letto e, silenziosamente come sono entrati, escono dalla mia cabina, è vicina l’ora del ritorno del comandante.

Nei giorni successivi l’iter quotidiano riprende normale, senza alcun ammiccamento che potrebbe creare qualche sospetto, dopo 4 giorni di navigazione ci fermiamo in altra rada e la sera la stessa comunicazione della volta precedente, il giorno dopo i ragazzi sono felici di replicare il precedente exploit con enorme soddisfazione di noi ragazze.

Siamo alla fine della nostra vacanza, ultima sera ceniamo a bordo e poi scendiamo a terra per andare in un locale, è all’aperto strapieno, i cocktail vanno a fiumi, ci lasciamo andare tutti, anche i due soci e Carlo, devo dire e, nella calca ci perdiamo un po’ di vista ma, non ha importanza, il punto di incontro per il ritorno è facile da trovare e continuiamo a ballare e bere, devo andare in bagno, in questo posto non sono divisi tra uomini e donne, tutti insieme, certo non ci sono gli orinatoi come negli autogrill, tutti piccoli spazi chiusi da una porta con dentro il necessario, anche qui è pieno, quando finisco ed apro la porta del mio piccolo spazio mi trovo davanti Bartolomeo che mi dice spingendomi di nuovo dentro il piccolo vano

-          Scusa Daniela ma non posso farne a meno

Praticamente mi fa girare su me stessa e mi spinge in avanti, per non cadere sono costretta ad appoggiare le mani sul muro di fronte, poi , mi solleva il miniabito e mi scopre il sedere, altro perizoma perso, appoggia la punta del suo cazzo al mio buchino e spinge, accidenti come spinge, poi così a secco, lancio un urlo che si perde nella baraonda della musica altissima e comincia a scoparmi nel culo come se non ci fosse un domani passandomi un braccio sotto la pancia per aiutarsi e favorire così anche il mio equilibrio, sono 5 minuti che culminano con l’orgasmo di entrambi, prima di lasciarmi seduta sul water mi dice

-          Perdonami ma un culo come il tuo non potevo perderlo.

Ed esce confondendosi con la folla.

Mentre torniamo a bordo non parliamo, ci diamo la buona notte prima di entrare nelle rispettive cabine.

Il mattino dopo lasciano la barca che io sto ancora dormendo, Carlo mi dice che hanno anche lasciato una generosa mancia per l’equipaggio e, tra me penso che anche io e le ragazze l’abbiamo lasciata. Il ritorno a casa è un po’ malinconico come sempre quando si finisce una vacanza.

Dopo una settimana, un pomeriggio, mi arrivano dei fiori ed un biglietto di ringraziamento di Bartolomeo per la piacevole compagnia, sotto la sua firma un numero di telefono che aggiungo alla mia rubrica ma, questa è un’altra storia.