Vacanza a Maspalomas
Capitolo 1 - Vacanza a Maspalomas 1 (Prologo)
Eravamo quello che si dice una bella coppia, io e Maria; c’eravamo conosciuti che lei aveva poco più di vent’anni ed io andavo per i venticinque; non ci volle molto a scoprire che era molto calda, a letto, e che le piaceva moltissimo copulare a lungo e godere infinitamente; quasi automaticamente, imparai a controllare i miei orgasmi ed a guidare anche le sue copule; nacque una coppia focosa che non aveva esitazione a fare sesso in ogni luogo, in ogni momento, in ogni modo.
Scoprii presto che aveva una bocca perfettamente adatta per la fellazione; e lei ci mise ancora meno a diventare una vera esperta nel coito orale; era capace, una volta preso tra le labbra il sesso, di provocare emozioni e brividi da infarto e dovevo controllarmi molto, per non eiaculare immediatamente nella sua gola profonda; al coito anale era già stata svezzata da ragazzina, prima di farsi sverginare; poi divenne un’esigenza vera prendere nell’ano la mazza, meglio se grossa.
La nascita dei figli, due in rapida successione, ci frenò alquanto; ma imparammo presto ad aggirare il problema, inventandoci modi e posti per copulare con piena soddisfazione, in qualunque momento utile; fu verso i suoi trent’anni che cominciammo ad arricchire le nostre copule con fantasticherie sulla possibilità di arricchire la nostra vita sessuale e allargare gli orizzonti coinvolgendo altre persone nel nostro rapporto.
Quando superò la quarantina, Maria manifestò sempre più chiaramente il desiderio di rompere l’armonia fin lì mantenuta in famiglia e di sperimentare nuove possibilità di sfogare il suo desiderio, mettendo in atto quelle fantasie a cui c’eravamo abbandonati, fino a quel momento, soltanto a parole e nei momenti di massima eccitazione; mi avvertì che un giorno o l’altro, se si fosse trovata nella condizione, avrebbe fatto sesso fuori dal matrimonio.
Le chiesi solo di non ridurlo a un volgare tradimento, a un fatto di pure corna; se fosse stato possibile, mi sarebbe piaciuto che la sperimentazione avvenisse in piena concordia, tra me e lei; qualora però non fosse stato possibile, per un evento che le scoppiasse in faccia all’improvviso, le chiedevo comunque di parlarmene subito dopo e di rifletterci insieme per controllare l’effetto che poteva avere sul nostro rapporto; mi giurò che l’amore sarebbe stato fuori da ogni vicenda.
La prima esperienza che Maria fece, di sesso con un altro, fu sul suo posto di lavoro, dove un collega particolarmente voglioso, sempre pronto a infilare la mazza in un buco, la convinse ad assaggiare un sesso più notevole di quello mio, a cui era abituata; copularono nel bagno del negozio dove lavoravano e, in sostanza, si trattava di un autentico tradimento, dal momento che io non ne sapevo niente; ma il rapporto tra noi era troppo chiaro e leale per lasciare le cose nel vago.
“Carlo, perdonami se ti riesce, ma devo liberarmi di un peso; stamattina Silverio, il mio caposquadra, mi ha posseduto sul posto di lavoro; se ritieni la mia una colpa grave, capirei se chiedi il divorzio … “
Fu in quel momento, forse, che i miei sospetti presero corpo; troppe volte, mentre fantasticavamo su rapporti ‘alternativi’ mentre stavamo copulando, mi ero accorto che mentalmente ero molto eccitato dall’idea di vederla sotto un altro maschio, godere con gli urli che ben conoscevo e scaricare orgasmi da far risuscitare i morti; in quel momento, le mie idee prendevano corpo nell’immagine di una persona che la penetrava, in piedi, da dietro, nello stretto spazio di un bagno.
“Maria, nessun perdono e nessun divorzio. Ti è piaciuto? Riesci a raccontarmi tutto l’amplesso?”
Un sorriso a trentadue denti le si allargò sul viso, prese la mazza e se la infilò in vagina, sul divano del salotto, con indosso gli abiti da lavoro, spostando solo il minuscolo slip che indossava.
“Amore, non sai come mi fai felice; speravo proprio che mi rispondessi così; è stato meraviglioso; una mazza grossa, nodosa, lunga e larga assai più della tua; me la sono sentire entrare in vagina con sensazioni meravigliose di eccitazione; ogni millimetro che entrava mi mandava in estasi; l’ho sentito tutto nell’utero, nel ventre, in tutto il corpo; è stato un momento di sesso straordinario; ma solo di sesso; godo molto più col tuo amore mentre te ne parlo.”
La invitai allora a raccontarmi tutta la copula, momento per momento; e godevo come un maiale mentre lei procedeva nel racconto e mi descriveva le mani di lui sulle natiche mentre la baciava e le perlustrava la bocca con una lingua abile e morbida; mentre si abbassava a succhiarle, da dietro, ano e vulva spaziando su tutto il perineo e strappandole orgasmi che doveva soffocare in gemiti lunghi, per non essere udita da fuori; mentre la penetrava a pecorina fino alla testa dell’utero.
La parte più interessante però fu che, dopo il veloce amplesso, aveva parlato con Silverio, lo aveva avvertito che non mi avrebbe nascosto l’evento e lui le aveva proposto, se ci andava, di incontrarci di nuovo, anche con sua moglie che era abituata ad avere rapporti aperti a cui partecipavano altre coppie compiacenti e qualche volta anche singoli per meravigliose serate di sesso in cui lei soddisfaceva più persone contemporaneamente.
La cosa m’intrigò immediatamente e, dalla cena che realizzammo a casa dell’altra coppia, cominciò la nostra avventura nel sesso ‘trasgressivo’; Silverio e Ornella furono, in qualche modo, la ‘nave scuola’ che ci aprì la via al piacere; e sin da quell’occasione mi convinsi che, quello che mi piaceva di più nei rapporti multipli, era stare a guardare Maria che copulava; non credo che si sia mai fatta dominare nel sesso, ma che abbia sempre espresso la sua determinazione e la sua capacità di imporre la sua libidine.
Sin da quel primo incontro, la vidi muoversi con disinvoltura; l’unico a cui prestava la massima attenzione ero io che spesso le tenevo solo la mano per comunicarle il mio amore e la mia partecipazione mentale ed emotiva alle sue copule; in pratica, nasceva l’accoppiata con lei grande amante, capace di evoluzioni straordinarie con qualunque manganello avesse davanti; ed io che quasi dirigevo come un’orchestra le iniziative.
Quella sera famosa, finimmo presto a letto tutti e quattro; un poco mi demoralizzò la vista del fallo di Silverio decisamente grosso; ma appena Maria cominciò a manipolarlo chiedendomi, quasi, con gli occhi la mia partecipazione al suo piacere; capii che il volume interessava a lei; per me era solo una mazza, possibilmente bene usata, che mia moglie si prendeva in ogni buco con il massimo godimento che una copula può offrire; ed ero felice, per lei e per me.
Fu in quella occasione che Maria scoprì il piacere saffico quando, mentre la prendevamo in due, io in bocca, lui in vagina a pecorina, Ornella s’infilò sotto il suo corpo carponi sul letto e prese a leccarle la vulva insistendo sul clitoride dal quale strappava intensi orgasmi; mia moglie squirtò con enorme gioia almeno un paio di volte sul viso di lei; io ne approfittai per spostare la mia asta nella vagina di Ornella spalancata davanti alla bocca di Maria che prese a leccare insieme il mio sesso e la vulva di lei.
La mia gioia di partecipare alla copula di lei si manifestò intensa e irripetibile, quando lei, carponi sul letto, si prese per la prima volta la mazza di lui nel retto; io le tenevo la mano e sentivo il suo piacere quasi trasmesso dal tocco delle dita; intanto Ornella mi succhiava l’uccello e rischiai più volte di raggiungere un orgasmo che mi eccitava, come idea, ma che ero determinato a frenare perché, nell’intesa con mia moglie, avevamo deciso che, quando si poteva, mi risparmiavo fino all’ultimo.
L’altro punto fermo della nostra intesa era infatti che, quando potevamo tornare a casa in orario ‘cristiano’, lei si precipitava in bagno a lavarsi le scorie della scorribanda serale, veniva a letto con me e ci amavamo come ragazzini; il mio unico orgasmo vero, quello con eiaculazione finale, era riservato a lei che puntualmente mi ribadiva che di tutte le mazze che le passavano per il corpo, l’unica che le dava autentica soddisfazione era la mia, per l’amore che c’era nel nostro amplesso.
L’esperienza fatta fu come una diga che cadesse e lasciasse all’improvviso grandi masse di acqua tracimare in piano e dare vita ad autentici fiumi di piacere, di godimento, di gioia di vivere, di sesso; visto l’esito felice dell’esperimento, ci demmo da fare, anche ricorrendo ad annunci su siti specializzati, per trovare altre coppie con analoghe esigenze e scoprimmo un mondo di libidine, di goduria, si sesso sfrenato che non avevamo immaginato.
Per lo più, si trattò di coppie disposte allo scambio; devo dire che ce la spassammo molto, nel corso degli anni; Maria andò sempre più perfezionando le sue tecniche amatorie e ormai era nota e ricercata negli ambienti specializzati; addirittura si ‘giocava’ a cercare il maschio che fosse in grado di resistere a una sua fellazione, ma era praticamente impossibile opporsi quando le su labbra accarezzavano un pene e decidevano di fare versare in gola spruzzi caldi di sperma.
Per quello che si riferiva alle mazze, la sua sfida era contro se sessa e affrontava volumi importanti solo per il gusto di constatare che la sua vagina e il suo retto resistevano a qualunque assalto; in bocca, poi, avrebbe assorbito qualunque arnese; ma il meglio di sé lo esprimeva nella fase preparatoria, quando, pur sapendo che eravamo in quel posto, in quella situazione per fare sesso, c’era sempre un piccolo imbarazzo iniziale da rompere.
Maria diventava una perfetta padrona di casa, anche quando la casa non era sua, e guidava le intese, ballando sinuosamente, simulando un burlesque di alta classe, capace di far rizzare il sesso più restio, spogliandosi con una classe e un’eleganza invidiabili; poi venivano fuori i suoi seni matronali e appetitosi, il ventre morbido, le cosce statuarie e la vulva carnosa; a quel punto, c’erano tutti gli elementi per scatenare la bestia che c’è in ognuno.
Io, come avevamo concordato sin dagli inizi, mi ero scelto e mantenevo il ruolo del regista e animatore, con mia moglie bastavano le occhiate per intenderci e fare quello che lei amava di più e che conoscevo a menadito perché ormai eravamo un solo pensiero nei due corpi; l’ultima ‘sfida’ che le rimaneva era il numero massimo di amanti da soddisfare in un solo incontro; ma era certamente a buon punto.
Il punto fermo della nostra intesa, infatti, era che, alla fine della serata, indipendentemente da tutto, lei mi avrebbe concesso una copula straordinaria che, per essere tra me e lei all’insegna dell’amore che ci univa, finiva per essere ogni volta la più intensa, la più ricca, la più bella di tutte, anche se nel corso della serata si era sentita penetrare da arnesi spesso al limite dell’umano, il fatto solo di accoppiarci a ’festeggiare’ il successo della nostra armonia attribuiva valore di amore all’amplesso.
Le prime ‘sfide’, dopo la fase della copula con due partner durante i primi scambi o quelle volte che avevamo aggregato un singolo, furono quella a farlo con tre maschi contemporaneamente, due in doppia penetrazione ano - vagina ed io come terzo a metterlo in bocca per farmi succhiare senza eiaculare; da allora, mia moglie alzò sempre l’asticella e giunse a cinque maschi contemporaneamente, due per la doppia penetrazione, uno da succhiare e due da masturbare.
Si oppose sempre alla penetrazione di due sessi nello stesso buco, per timore di gravi slabbrature; in bocca invece molte volte prese insieme due cappelle e arrivò a farle esplodere contemporaneamente; uno dei piaceri ‘privati’ più intensi, ma lo confessò solo a me, era per Maria vedere lo sperma spruzzare da un sesso eccitato e andare a colpirla sul corpo, sul viso, sui capelli; quasi sempre, spalmarselo addosso e trovarsi alla fine con la pelle coperta di sperma era per lei fonte di goduria infinita.
Le feste erano l’altro strumento che amava usare per avviare rapporti di grande libidine; al principio, si trattava solo di cene con ipotesi di scambio, alle quali trovavamo invitate altre coppie e qualche singolo; era il momento per Maria di scatenarsi com’era nel suo istinto; normalmente, cominciava già a tavola, dove si collocava tra due maschi, preferibilmente i due singoli, quando c’erano, e manipolava i sessi già da sopra i vestiti; in genere, si scatenavano e palpavano dappertutto.
Quando il vino contribuiva a mandare su di giri la combriccola, era lei a rompere gli indugi e a lanciarsi a succhiare uccelli, senza preoccuparsi di stabilire chi fosse il partner preferito; in quel caso, mi davo da fare a favorire i suoi intenti, spogliandola delicatamente mentre era impegnata a succhiare uccelli e, scoperte le parti basse, invitavo il più ansioso a penetrarla mentre era inginocchiata nella fellazione del prescelto.
In quella direzione, l’occasione che mi colpì di più e che diede il via a una nuova stagione della frenesia di sesso che prese Maria la ricordo nettamente e avvenne solo pochi anni fa, a una festa a cui eravamo stati invitati da alcune coppie che frequentavamo per le nostre abitudini di scambio; era in una villa nella campagna circostante una provincia limitrofa, prevalentemente montuosa; vi ci recammo in macchina guidati dagli amici con la loro auto.
Ci trovammo di fronte ad un ambiente quasi di lusso, in una casa di campagna con molte stanze, con padroni di casa assai cordiali e disinvolti che ci accolsero con amicizia; trovammo una compagnia assai numerosa in cui prevalevano, lo notai subito, i singoli; con Maria ci scambiammo uno sguardo eloquente da cui trapelava la lussuria con cui lei si preparava ad affrontare una serata ricca d’interesse e di prospettive per i suoi pruriti di vagina; le sorrisi consenziente.
Avevamo già partecipato a molte gang bang, situazione nella quale Maria si trovava sempre a suo agio, per la possibilità che aveva di trovarsi in mezzo a numerose mazze eccitate e pronte a penetrarle dappertutto; sceglieva lei chi dove e come doveva penetrarla; era persino autoritaria in quei casi; quell’occasione sembrava ideale perché il suo desiderio di ‘andare oltre’ si manifestasse chiaramente e lei decidesse immediatamente di diventare protagonista.
Mentre osservavo i gruppetti che si formavano, quasi sempre intorno a una bella donna al centro dell’attenzione, notai che mia moglie aveva subito legato con un paio di ragazzi assai ben messi, specialmente nel pacco inguinale; chiesi alla padrona di casa, che subito mi aveva mostrato interesse, la disposizione dei locali e, senza esitazione, mi disse che tutte le porte di un corridoio davano accesso a sale dotate di letto, alcune con bagno indipendente, dove era possibile scatenarsi.
Guardai verso Maria e, appena ne colsi l’attenzione, le indicai il corridoio; mi fece cenno di precederla, mentre intanto apertamente cominciava a pomiciare con uno dei due ragazzi; in breve li stava palpando, uno per mano, sui sessi evidenti e li manipolava vogliosi; dopo avermi dato un rapido sguardo, si decisero a lasciarsi andare, rassicurati dalla mia impassibilità, e cominciarono a palparle il seno abbondante infilando le mani nella scollatura.
Mi avviai al corridoio, aprii una porta e mi fermai a spiare le loro manovre; uno la baciava in bocca, ed io sapevo a che livello di eccitazione lo stava portando lei!, e le infilava la mano sotto la minigonna estrema; la stava apertamente masturbando con grande piacere di lei che intanto afferrava il sesso dell’amico e lo stringeva golosa; mentre avanzavano verso di me, la stavano già parzialmente spogliando; notai che molti sguardi si appuntavano su di loro.
Era ormai chiaro che si sarebbe registrata una particolare gang bang con quasi tutti i single presenti in sala e forse anche con i maschi delle coppie convenute; da perfetto regista chiesi sussurrando a Maria, mentre le sfilavo il vestito, a che numero voleva fermarsi; fece spallucce e mi sussurrò ‘finché vedi che ce la faccio’ si fiondò sul letto dove prese i due sessi uno per mano e cominciò la sua serata di grande copula senza limiti di sorta.
Quando il primo dei due giovani si abbassò a leccare la vulva con una certa esperienza, la sentii godere molto e invocare quasi l’altro di portare il sesso sulla bocca per succhiarlo con tutta la partecipazione e l’abilità che ben le conoscevo; intanto, altri singoli si affacciavano nella stanza ed entravano poi, a gustarsi lo spettacolo di lei che, a cosce divaricate e sollevate in alto, si faceva penetrare profondamente, mentre si prendeva in gola un sesso di buone dimensioni.
Altri due le si collocarono ai lati e lei li masturbò, mentre succhiava e veniva sbattuta con forza; in un angolo, sentivo il mio fallo premere dolorosamente contro lo slip; in un attimo di sosta, le chiesi con gli occhi se mi voleva partecipe; mi fece segno con la mano che ‘dopo’ mi avrebbe dato l’amore di sempre; tornai al mio ruolo di guardone e direttore dell’attività, suggerendo ai ragazzi di sistemarsi intorno alla testa perché alternativamente avrebbero ricevuto la loro dose di fellatio.
Lo spettacolo mi appariva irrealmente affascinante, con la mia donna sdraiata al centro del letto e un maschio immerso nel suo corpo, non solo col sesso ma con il ventre e il torace; ai suoi lati, giovani allupati si contendevano il seno da carezzare, palpare, succhiare quanto era possibile; un altro le stava sul viso e le infilava nella gola una mazza notevole e ai suoi lati altri due offrivano il sesso che lei masturbava, leccava o succhiava abbandonando per poco il partner primario.
Intervenni e feci interrompere le operazioni; invitai quello dotato della mazza più grossa a sdraiarsi supino, spinsi Maria a montargli addosso e penetrarsi in vagina a smorza candela, la spinsi in avanti finché l’ano fu in piena evidenza, lo lubrificai a lungo e scelsi un membro di media misura per invitare il ragazzo a infilarlo nel retto; lasciai gli altri liberi di dedicarsi a bocca e mani per essere titillati, leccati, ingoiati; non riuscivo neppure a capire quanti la copulassero contemporaneamente.
Per quasi un paio di ore, mia moglie fece alternare nei suoi buchi la maggior parte dei maschi presenti e tutti li svuotò facendosi eiaculare in tutti i buchi; quando mi resi conto che cominciava a dare segni di stanchezza, decisi che era il momento per smettere e li invitai a eiaculare rapidamente, tutti, sul corpo di lei; risposero quasi all’unisono e lei si ritrovò di colpo letteralmente ricoperta di sperma; li allontanai e la accompagnai al bagno.
Mi spogliai ed entrai con lei nella doccia, usai il getto per lavarle il corpo dai residui accumulati, evitando di bagnare i capelli; dedicai una particolare attenzione alla vulva che ancora colava sperma residuo e all’ano che faceva altrettanto; ambedue sembravano provati dalle botte ricevute nella copula; ‘stasera non possiamo fare niente; sei sbattuta troppo’ le sussurrai; mi sorrise e capii che non era d’accordo; ‘sono felice!’ mi disse; con la mano mi accennò di aspettare.
Quando tornammo a casa, completò il lavaggio trattenendosi un poco sotto la doccia, venne nella camera in accappatoio che cavò via immediatamente; si stese sul letto e m’invitò a salirle addosso; mi tirò verso il seno e strinse il mio sesso duro fra le mammelle; ‘Questo non l’ha fatto nessuno’ sussurrò sorniona e mi masturbò a lungo con i seni; quando si avvide che stavo per godere, si sollevò, porto la punta in bocca e si fece scaricare dentro la mia eiaculazione, sussurrando ‘ti amo!’
Uno dei punti di forza della capacità di Maria di calamitare l’attenzione dei possibili amanti per andare poi a esprimersi al meglio delle sue capacità amatorie era al mare, dove iniziava dalle esibizioni delle forme procaci per catturare l’interesse di maschi promettenti e legare per incontri e occasioni di sesso che finivano sempre per risultare eccezionali; possedeva naturalmente una sorta di fluido che cominciava a emanare non appena aveva adocchiato ‘la preda’
In un paio di occasioni mi diede prova delle sue immense capacità; la prima volta fu in una passeggiata normalissima che facemmo in una spiaggia frequentata da famigliole e personaggi ordinari; il suo bikini striminzito, indumento che normalmente indossava, non nascondeva niente se non, lo slip, ano e vulva, lasciando ben in vista le belle natiche e le grandi labbra e, il reggiseno, solo i capezzoli e una parte delle succose aureole che li decoravano.
Con quell’abbigliamento, era più che naturale che gli occhi di tutti i maschi, dai ragazzi non ancora maturati ai vecchi che appena si reggevano, fossero puntati su di lei; ma Maria riusciva immediatamente a captare gli sguardi lussuriosi dei maschi più interessanti e sceglieva postazioni e posizioni che le consentissero di attirare l’attenzione e di comunicare immediatamente la sua voglia di sesso e la disponibilità a farne anche lì, davanti a tutti.
La volta che meglio ricordo fu su un litorale vicino casa, dove eravamo andati a prendere un po’ di sole; non appena toccammo la sabbia, lei si liberò del vestito - prendisole che aveva adottato a casa e che già avrebbe fato girare chiunque la incrociasse; rimasta seminuda, notai immediatamente che si andava a sistemare di fronte a due maschi sui quarant’anni, seduti su un muretto, che sembravano parlare tra di loro forse di politica ma si guardavano in giro con occhi di falco.
Maria si toccò un poco la vulva con l’aria di scrollare invisibili granelli di polvere, ma sottolineando invece la morbidezza delle grandi labbra e l’apertura quasi visibile che indicava desiderio di penetrazione; la guardai negli occhi sorrise e capii; mi girai dall’altra parte e notai l’aria fissa e ammutolita dei due già persi nella speranza di ottenere ben altro; feci un breve cenno di ammiccamento, le carezzai un seno liberando inesistenti residui di polvere e strinsi per un attimo un capezzolo.
Vidi chiaramente che il più alto dei due aveva colto; dopo qualche minuto si avvicinava e attaccava bottone sulla folla della spiaggia e sul calore insistente; chiederci di andare in un posto più discreto a bere qualcosa di fresco fu un’opzione quasi naturale; altrettanto inevitabilmente, Maria mi precedette ad accettare, raccolse e nostre cose e prese per un braccio l’uomo, avviandosi; passando accanto all’altro, lo prese nella vita con la mano libera e se lo schiacciò contro.
Procedettero così sulla litoranea che rasentava la spiaggia ed io li seguii caricandomi del borsone di lei con tutte le cose che aveva portato; la destinazione era abbastanza vicina, un villino affacciato sul mare, con un’ampia veranda sull’acqua e una grande sala arredata con buon gusto minimalista; mentre il più alto andava in una cucina comunicante, il più basso si lasciò catturare all’abbraccio intenso di mia moglie che gli provocò un’erezione assai ben visibile.
Ci volle poco perché lei prendesse la mazza, di notevole spessore, se la portasse, ancora nel pantaloncino, contro la vulva e muovesse il bacino per stimolarsi; l’altro le afferrò le natiche e le spinse il pube contro quasi a penetrarla dal costume; quello alto era tornato con una caraffa di aranciata che depositò sul tavolo e andò ad afferrare Maria alle spalle, piantandole tra le natiche un notevole batacchio che spinse a raggiungere con la punta la vulva.
Decisi di rilassarmi e mi versai dell’aranciata; ne riempii altri tre bicchieri, ma non li offrii, perché intanto quello alto si era andato a sedere su un divano portandosi dietro i due; Maria colse al volo le intenzioni, si abbassò e gli sfilò pantaloncini e costume lasciando emergere in tutta la sua forza il sesso forte; si abbassò sul seduto e prese la mazza in bocca, dando il via a una succosa fellatio; l’altro, le spostò il costume e le infilò in vagina la sua mazza prepotente.
Per qualche minuto copularono così e si sentiva solo lo sbattere del ventre di uno contro le natiche morbide e burrose e il rumore quasi violento di lei che succhiava l’altro; temevo che potessero concludere rapidamente con un’eiaculazione veloce, ma sapevo che mia moglie voleva gustarsi quei sessi e svuotarli a modo suo; intervenni con la scusa delle aranciate e imposi uno stop all’attività; senza neppure bere, mia moglie tirò fuori il mio sesso e cominciò a masturbarmi.
Chiarita così la mia posizione che non era di spettatore passivo ma di complice, tutto sembrò diventare più facile e certamente gioioso; i due si rilassarono e capirono che stavamo per dare vita a una copula che non sarebbe stata né breve né di un unico violento orgasmo; un secondo insegnamento lo ricevettero quando io mi piegai su Maria e le artigliai la vulva con tre dita, portando il pollice e l’indice a sfregare sul clitoride e infilando l’anulare in vagina per sollecitare l’interno, sensualmente.
A quel punto, lasciando i bicchieri con la bevanda, si precipitarono sui seni e presero in bocca i capezzoli, uno per uno, e succhiarono a lungo; mia moglie invitò quello che l’aveva copulata in vagina a sollevarsi e portarle la mazza sulla bocca, ingoiò l’asta e cominciò la fellazione che lo fece andare presto in brodo di giuggiole; la presi per i fianchi e le feci sollevare le anche, lasciandola piegata a succhiare il fallo; umettai l’ano e la penetrai nel retto; i giochi erano ormai chiari.
Aspettavamo che i figli rientrassero dal loro vagabondaggio probabilmente sessuale, se è vero che il frutto non cade lontano dall’albero; quindi dopo un paio d’ore di enorme sollazzo in cui Maria si prese i sessi di tutti e tre in tutti i buchi ed anche tra i seni, con una serie infinita di orgasmi e di eiaculazioni, decidemmo di chiudere l’esperienza e di salutarci, lasciando nel vago l’ipotesi di incontrarci ancora per una meravigliosa seduta di sesso.
Mentre tornavamo a casa, mia moglie mi chiese informazioni sui campi nudisti e sull’eventuale presenza in Italia; le suggerii di consultare i siti che frequentavamo e, nel caso, intervenire in una chat per chiedere informazioni a chi avesse fatto già l’esperienza; per quel che sapevo io, c’erano campi nudisti soprattutto all’estero e che in molte località era anche praticato senza limiti e senza controlli un sesso libero che, per quel che intuivo io, era il suo vero obiettivo.
Mi confermò che l’intento era proprio quello, le confessai che di una sola località avevo notizia certa ed era nella Gran Canaria, isola spagnola per territorio ma situata in Atlantico; su quell’isola era molto celebrata una particolare località, Maspalomas, dove pare che si praticasse, oltre alla normale vita di spiaggia, nudismo in alcuni punti e sesso libero nelle dune interne; mi chiese di organizzare per l’estate seguente una settimana in quel posto; le dissi che mi sarei informato.
Dopo le molte e diverse vicende vissute, mi era ormai chiaro che, col passare degli anni, arrivata vicino ai cinquanta, mia moglie, ossessionata dall’idea della menopausa incombente, aveva cominciato a guardare con sempre maggiore terrore il possibile decadimento del fisico; si aggrappava, quindi, con tutte le forze alle possibilità, o in qualche modo all’illusione che il sesso trasgressivo le dava di poter essere comunque desiderata; questo l’aveva resa più frenetica.
Vogliosa di rompere nuovi argini, di alzare ancora l’asticella, di andare oltre ogni limite, desiderava una vacanza alla Gran Canaria, fra le dune di Maspalomas, per raggiungere l’apice della sua smania di sesso sfrenato, frequentare campi di nudisti, andare a sfogare le sue voglie fino al limite estremo di resistenza ed avermi ancora complice e regista delle sue copule; capivo il suo malessere ed ero solidale con lei, ad ogni costo.
Per questo, decisi di impegnarmi a fare in modo che avessimo in contemporanea le ferie per la settimana del ferragosto del 2017; in quell’occasione, ci saremmo regalati la bellissima vacanza che lei desiderava, con tanto sole, nudismo integrale, sesso a volontà e, possibilmente, anche momenti di amore; Maria, quando gliene parlai, ci tenne a precisare immediatamente.
“Nessuna esitazione, Carlo; elimina subito il ‘forse’ perché io con te faccio solo l’amore; con gli altri è sicuro che faccio solo tanto sesso, che sono diventata molto brava, che sono molto apprezzata e ricercata, che voglio esserlo anche per molti anni ancora; ma con te sarà sempre e solo amore, a dispetto di tutto quello che chiunque potrebbe pensare; nessuno può credere che ti faccio le corna.
Persino nelle trasgressioni, siamo sempre due corpi e un’anima; anche i miei occasionali amanti, chiunque siano, si rendono chiaramente conto che quello che c’è tra me e te è amore puro.”
Fu l’unica obiezione di Maria che cominciò a sognare la vacanza a Maspalomas da allora e per tutti i mesi successivi.
Impossibile diffidare di un atteggiamento così netto, soprattutto perché io ero il primo a potere e dovere testimoniare che non c’era mai niente, neanche nei comportamenti peggiori di mia moglie, che potesse far dubitare che agivamo insieme, in grande armonia e con chiara visione delle differenze profonde che c’erano tra le copule violente che cercava, ed otteneva, con amanti, usati come manichini, e la tenerezza di sguardi, tocchi o parole, che correvano tra noi in quei momenti.
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