INCESTO. vol.1

Capitolo 5 - Mia figlia fa la spogliarellista.

pennabianca
3 months ago

Mi chiamo Paolo, ho 49 anni, sono abbastanza alto, occhi scuri e anche i capelli erano scuri, ma si stanno gradualmente imbiancando, un fisico normale, asciutto. Sono sposato da 29 anni con Laura, una bella donna mia coetanea, bionda con gli occhi azzurri e un bel fisico leggermente arrotondato, ma non grasso. Siamo, nell'insieme, una bella coppia e abbiamo generato due figli. Giulio, il maschio, ha 29 anni; infatti ci siamo sposati proprio perché lei era incinta di lui; poi c'è Silvia, che di anni ne ha 23. Giulio è un bel ragazzo alto, biondo come sua madre, dagli occhi chiari e da due anni è sposato con Simona, una brava ragazza; vive dall'altra parte della nostra città. Silvia ha gli occhi chiari come quelli di mia moglie, ma i capelli neri e ricci, come li avevo io da ragazzo; è alta, ha delle splendide cosce lunghe, un meraviglioso culetto a mandolino e il seno è di una terza misura tonda: sembrano due pompelmi. Silvia da 2 anni vive in una città del Nord, dove studia medicina e questo ci è un po' dispiaciuto, perché avremmo preferito che avesse scelto un'altra facoltà, magari una di quelle presenti nella nostra città. Va detto, in ogni caso, che il suo profitto scolastico è veramente notevole; è in linea con il suo piano studi e ha dato tutti gli esami con dei risultati veramente lusinghieri; infatti ha una media è di 29/30. Ogni 15/21 giorni, viene a casa e, fino ad ora, non ci ha dato nessuna preoccupazione. Ha scelto di andare a studiare in quella città, perché già c'era Lucrezia la figlia di mia cognata che, anche lei, studiava medicina in quella città, ma era all’ultimo anno. Le due ragazze hanno condiviso lo stesso appartamento per circa un anno, poi Lucrezia, una volta laureata, si è trasferita nella capitale, avendo ottenuto un buon contratto di lavoro in una clinica privata. Rimasta sola, Silvia ha continuato a studiare con un buon profitto e questo ci ha resi davvero molto soddisfatti. Io, come lavoro, sono un rappresentante di elettromedicali: vendo attrezzature mediche sia ad ospedali che a studi di medici o dentisti. Il mio lavoro va dalla vendita del semplice bisturi, alle attrezzature radiologiche o di qualunque altro genere possa necessitare in un ambulatorio medico. Devo coprire la zona del centro Italia e quel mio lavoro, a volte, mi porta a passare due o tre giorni fuori da casa, cosa che, a volte, mi pesa, in quanto adoro trascorrere le serate con la mia famiglia. Il mese scorso, il mio capo mi chiama e mi chiede di sostituire un collega che ha avuto un grave problema cardiaco. «Paolo, dovresti sostituire Giovanni, che ha avuto un infarto molto serio e, poiché stava seguendo la fornitura del nuovo ospedale in quella regione su al nord, ho bisogno che tu segua il lavoro iniziato, perché sai quanto è importante esser presenti sul campo, quando si hanno commesse con cifre che oscillano dai cinque ai sei zeri.» Anche in questo caso ho accettato un po' malvolentieri, perché questo mi ha portato a dovermi trasferire come minimo alcune settimane in una città del nord e, in ogni caso, mi sono dovuto adattare, consapevole del fatto che, in azienda, ero l'unica persona competente. Mi reco in questa grande città, prendo possesso del mini appartamento che aveva affittato il mio collega che, non avendo figli, in queste occasioni si portava sua moglie con sé e fin dal primo giorno. Per tutto il giorno seguo costantemente i lavori di installazione dei macchinari forniti dalla mia azienda. Essendo a pochissima distanza da dove studia mia figlia, la chiamo, ma trovo sempre il suo telefono spento. La cosa non mi sorprende più di tanto, in quanto sono a conoscenza del fatto che lei, quando studia, lo spegne. Alla sera ci riprovo, ma lo trovo sempre spento. Alla fine chiamo mia moglie e le chiedo se ha sentito nostra figlia; lei mi risponde che ci ha parlato circa due ore prima. Un po’ deluso e molto annoiato, decido di fare un giro per la città, trattandosi di metropoli rispetto alla tranquilla cittadina dove risiedo. Dopo aver fatto un giro per il centro storico, decido di tornare verso il parcheggio dove ho lasciato la mia auto, ma vengo distratto da alcune vetrine che espongono capi di lingerie bellissimi; sbaglio strada e mi ritrovo a camminare per una piccola via laterale del corso principale. Sto per tornare indietro, quando la mia attenzione viene attratta da una piccola insegna luminosa che reclamizza la presenza di uno strip bar. Incuriosito, mi avvicino al locale e, poiché non sono mai stato in un posto simile, decido di entrare. Entro e mi trovo subito in un luogo piuttosto affollato, con al centro una pedana rialzata e file di tavoli e sgabelli posti ai piedi di questo palco, dove alcune ragazze si spogliavano e mettevano i loro corpi in bella mostra sul palco, mentre gli avventori si divertivano a toccarle, offrendo loro delle banconote sia da venti che da cinquanta o, addirittura, da cento euro. Un po’ incuriosito, mi son seduto trovando posto in terza fila, in una zona piuttosto buia. Una cameriera in topless mi si è subito avvicinata ed ho ordinato un whisky, che mi ha portato subito dopo e, pagando la cifra di 15 euro, le ho lasciato cinque euro di mancia; lei mi ha sorriso contenta. Intanto sul palco è arrivata una ballerina molto bella, mulatta o creola, forse etiope, dall'apparente età di venticinque anni. Aveva delle tette non troppo grandi e passava molto tempo a scuoterle a ritmo della musica. Durante la sua prima esibizione, ha ballato attorno al palo, ha fatto dei movimenti molto sensuali e questo ha eccitato gli spettatori sotto il palco; si è spogliata fino a rimanere in topless. Ha pizzicato i suoi capezzoli e li ha fatti diventare grandi e duri e molti degli avventori li hanno potuti toccare, perché lei si è portata a livello del pubblico, raccogliendo una infinità di banconote che sono state infilate nel sottilissimo perizoma che ancora indossava; poi ha ripreso a ballare seguendo il ritmo di una nuova musica. Alla fine, era completamente nuda, tranne che per le calze a rete a metà coscia ed i tacchi alti a spillo rossi. Si è accovacciata e usava le mani per allargare le labbra della fica. Ha ruotato da un lato all'altro in modo che tutti potessero veder bene la sua passera aperta e rasata. Molti hanno applaudito e l’hanno invitata a scendere tra il pubblico, cosa che lei ha fatto. Subito in tanti le hanno dato delle banconote e alcuni le hanno infilate nella parte superiore delle sue calze, altre tra le sue gambe e alcuni ragazzi sono riusciti a infilarle le dita dentro la fica, mostrando una mancia abbastanza sostanziosa. Dopo aver raccolto il suo bottino e le relative palpate, se n'è andata. Poi è arrivata una seconda ragazza. Era di sicuro più grande della prima, forse sui quaranta, ma dal fisico ben messo e tonico. Il seno era rifatto e si notava benissimo, ma, nell’insieme, era gradevole. Anche lei si è spogliata tutta quasi subito e poi si è messa seduta su di una sedia di fronte al pubblico, si è infilato tra le cosce un vibratore ed ha simulato un orgasmo. Allora ho notato che, tra gli avventori posti sotto il palco, molti erano di una certa età, come me, perché se prima erano stai tranquilli, con questa ragazza hanno preteso di poterla toccare e vedere se era bagnata. Non tutti son rimasti soddisfatti e lei ha raccolto poche mance. Poi è salito sul palco un presentatore per annunciare il terzo spettacolo. “Signori, amici, come ormai sapete, da un po’ di tempo il terzo numero è diventato qualcosa di veramente speciale! Molti di voi vengono proprio per lei! Sì, amici, sto parlando di lei: la sacerdotessa del sesso, la dea dell’amore. Signori, ecco a voi Ketty! Accogliamo con un caloroso applauso questa meraviglia della natura!” Subito dopo la folla ha applaudito, fischiato e applaudito più forte nel momento in cui lei è entrata sul palco. Indossava un lungo abito leggero nero con spalline sottili, lunghi guanti neri, sotto si notavano le autoreggenti a rete nere e dei decolté, sempre nere, con dei tacchi alti argentati. Sicuramente aveva una parrucca bionda, che le arrivava alle spalle. Quando la musica è iniziata, lei si è trovata sotto il riflettore e si è voltata verso il pubblico. Ho impiegato cinque secondi per capire che Ketty non era altri che mia figlia Silvia! Cazzo, si trovava in questa città per studiare e cazzo ci faceva su un palco di uno strip bar? E poi, perché lo stava facendo? Sono impazzito in un istante! Subito è iniziato il suo primo motivo musicale. Lei, dopo un attimo di incertezza, ha iniziato lo strip. Per prima cosa si è tolta i guanti, sculettando qua e là sul palco. Successivamente, ha abbassato le spalline del vestito ed ha slacciato il piccolo gancetto, che lo teneva chiuso e teneva il braccio sul petto, in modo che il vestito non cadesse. Poi, con le mani, ha abbassato la parte superiore del vestito, per mostrare il reggiseno di pizzo nero che indossava. Ha mosso il braccio ed il vestito è caduto per terra, mostrando il perizoma di pizzo nero abbinato. Si è tolta il vestito e ha ballato sinuosa sul palco, per la gioia di tutti. Prima della fine della musica, ha allungato una mano dietro di sé ed ha sganciato il reggiseno, lasciandolo cadere a terra. Il suo bellissimo seno tondo ed i capezzoli piccoli, ma duri, hanno attirato gli applausi del pubblico. Una vera ovazione ha accolto il suo gesto. Ketty / Silvia è scesa dal palco ed ha iniziato il suo giro per raccogliere le mance. Stava ricevendo abbondanti mance e si lasciva palpare da tutti, specie i maturi seduti sotto il palco che l’apprezzavano di più. Ho capito che sarebbe venuta anche dalla mia parte e allora mi sono alzato velocemente e sono andato nel bagno, per non farmi vedere. Dopo il giro è risalita sul palco ed è iniziatala sua nuova musica; io son tornato al mio posto. Ketty ha giocato a mostrare ed accarezzare il seno, poi ha abbassato il perizoma fin quasi allo spacco, fermandosi un po' prima per prolungare il gusto dell’attesa. «Non ancora, ragazzi. Dovete aspettare. Vi voglio tutti molto carichi! Sì, miei porcelloni, dovete esser eccitati al massimo per Ketty!» Giocava con il pubblico come una consumata professionista. Si è avvicinata al palo e ci ha girato attorno. Lo ha avvolto con una gamba e ci ha fatto delle piroette, fino a strusciarlo con le chiappe. Uno scroscio di applausi e fischi, ha accompagnato il gesto molto gradito. Subito molti hanno allungato delle banconote, ma lei ha continuato lo spettacolo. Si è avvicinata al bordo del palco, ha abbassato di nuovo il perizoma e poi l'ha rialzato. Lei ha scosso la testa facendo segno di no, poi lo ha abbassato definitivamente e lo ha lasciato cadere a terra. Lo ha raccolto, lo ha strofinato sulla passera e poi lo ha lanciato tra il pubblico. Due uomini hanno quasi litigato per stabilire a chi di loro toccava. Ha continuato a sculettare sul palco, facendo dei movimenti molto sensuali, quasi ad imitare un coito, poi, ad un certo punto, ha sollevato la gamba destra fino alla sommità della testa. Ciò ha mandato la folla in delirio. Urla di approvazione e fischi di compiacimento hanno riempito l’aria. Lei soddisfatta si è avvicinata al bordo del palco, si è accovacciata con le ginocchia allargate, dando a tutti una buona visione del suo fiore lucido per l'eccitazione! Era davvero eccitata! Ha mandato baci alla folla. Poi è scesa dal palco per il suo secondo giro di mance, indossando solo tacchi e reggicalze; io son andato di nuovo nel bagno degli uomini. Mentre uscivo dal bagno, la mia attenzione è stata attratta dalla ragazza mulatta che usciva da dietro una tenda. Incuriosito ho dato uno sguardo oltre la tenda ed ho visto un uomo uscire da una stanza così ho chiesto alla mulatta come si poteva passare del tempo con una di loro, lei ha sorriso e mi ha detto di rivolgermi al barista. Mentre la ragazza successiva ballava, sono andato al bar e ho detto al barista che mi sarebbe piaciuto incontrare Silvia/ Ketty in una delle stanze private. «Ti costerà 100 euro per mezz’ora. Lei però non accetta rapporti completi, quindi NON devi chiederle di farti scopare: solo bocca e mani! Ok? Se provi a insistere e lei urla, TU SEI NEI GUAI, CAPITO? Se questa è la tua prima volta con lei, cerca di esser gentile con lei. Vai ad attenderla nella camera tre, che te la mando subito» Mentre mi avvicinavo verso la tenda, si è avvicinato uno dei maturi seduti sotto il palco. «Buona sera, professore! Purtroppo se vuole Ketty deve aspettare un poco, un tizio è arrivato prima di lei.» Gli ho dato una veloce occhiata e mi son diretto nel corridoio; sono entrato nella camera tre. Niente di particolare, un letto con un materasso con lenzuolo mono uso, due cuscini, una sedia, un comodino con un abatjour, che emanava una luce fioca. Ho preso la sedia e mi son seduto dietro la porta. Volevo che lei entrando non mi vedesse subito. Ero deciso a spaventarla a morte e avrei cercato di impedirle di farlo ancora. Dopo un minuto ho udito un rumore di tacchi nel corridoio, poi ha sentito bussare leggermente alla porta che si è aperta e lei è entrata decisa; mi ha cercato con lo sguardo, ma io le ho tolto la porta dalle mani e l’ho chiusa dietro di lei, che si è girata e mi ha visto; indossava solo un baby Doll rosa trasparente. Potevo vedere chiaramente il suo seno, i capezzoli e il suo inguine, coperto solo da un sottilissimo perizoma nero. Il suo viso è diventato una maschera di stupore puro! «TU? CHE CI FAI QUI? Oddio, no! Papà, no! Come mi hai trovata?» L’ho guardata in modo severo. «Dimmi tu che ci fai qui? Non mi sembra che questa sia la tua materia da studiare?» Ho visto che, per un attimo, è rimasta come smarrita, poi mi si è avvicinata. «Papà, per me è solo un gioco. Mi eccita vedere come sbavano per me! Mi da una scarica di adrenalina pazzesca!» La guardo, cercando di esser severo, ma dentro di me mi rendo conto che la vedo con occhi diversi. È bellissima! Una vera bambolina, seducente e maliziosa. «Ti rendi conto che ti stai prostituendo? Andare con i clienti e…» Non riesco ad aggiungere altro che mi abbraccia, mettendo le braccia intorno al collo e poi mi parla quasi sottovoce. «Papà, non mi faccio scopare da nessuno! Sono ancora vergine! Sì, è vero, faccio bocchini, ma nessuno mi viene in bocca, al massimo sul seno! Papà, ho deciso che solo tu mi avresti avuta per primo! Ricordi la volta che ci si è rotta la macchina di ritorno dalla mia gara di ballo ed abbiamo aspettato il carro attrezzi? C’era una cascata lì vicino e tu mi hai detto che volevi farci un bagno: io ti ho seguito. Avevo 12 anni e ci siamo spogliati nudi e tuffati nell’acqua fresca, abbiamo giocato tra di noi ed io, da quella volta, ho deciso che dovevi esser tu a farmi diventare donna, quindi, adesso non pensare a nulla e scopami!» Mi trascina sul letto, mi dà un bacio. Non un bacio padre/figlia o un bacio da prostituta, no, era proprio un bacio da amante, con amore e incontenibile desiderio. Sento che non le resisto e lascio che si abbassi su di me e mi spogli. «Vedo che sei molto eccitato, adesso ti faccio sentire quanto sono diventata brava con la bocca!» Si è abbassata ed ha baciato l'estremità del mio cazzo durissimo. Ha leccato su e giù per tutta la lunghezza della mia asta e mi ha succhiato le palle. Alla fine, ha fatto scivolare le labbra lungo il mio cazzo, mentre mi teneva le palle in mano e lo ha ingoiato tutto. Questo mi ha stupito non poco, considerando che ho una verga superiore al normale, specie in circonferenza, ma lei lo ha mandato giù tutto, senza nessuna esitazione. Mia moglie è brava a far i bocchini e, in passato, sono stato succhiato anche da altre donne, ma non ero mai stato succhiato con tanta bravura e devo dire che me lo stavo davvero gustando. Lei si è resa conto che ero prossimo alla sborrata e così si è fermata, si è distesa ed ha aperto le cosce. «Adesso, prendimi! Dai, sverginami; papà, voglio solo te!» L’ho guardata con un misto di paura e desiderio; mi son inginocchiato tra le sue cosce ed ho appoggiato la mia verga nello spacco inviolato e lei mi ha incitato a spingerlo dentro di lei. «Dai, entra! Dai, che lo voglio da un'infinità! Papà, sono cosi perché ho atteso te! Non lo avrei mai fatto con nessuno altro!» Ho spinto e, d'un tratto, ho visto una smorfia di dolore attraversare il suo viso. Mi son fermato e lei mi ha guardato. «Mi fa malissimo! Dai, spingimelo dentro tutto, fino in fondo!» Ho spinto e sono entrato in lei. Poi l’ho sfilato sporco di sangue. «Amore, ma stai sanguinando?» Lei mi ah guardato e poi ha sorriso. «Sporcati la mano di sangue e poi pulisci il cazzo con il lenzuolo. Dai, che adesso ce ne andiamo. Se resto, devo fare un altro spettacolo; invece io voglio venir via con te.» Ho fatto come mi ha detto, poi lei mi ha implorato di restar calmo. «Ora chiamo la sicurezza, ma tu resta calmo e in silenzio. Poi, una volta uscito, ti aspetto all’angolo della via, vicino al negozio di lingerie.» Ho visto che al polso aveva un piccolo ciondolo che ha schiacciato e un attimo dopo è entrato il barista, con un altro uomo enorme. Appena entrati lei li ha rassicurati. «Va tutto bene! Lui non mi ha fatto nulla! Mi sono arrivate le mestruazioni! Con lui ho finito, ma come vedi gli ho sporcato la mano e lui si è preoccupato.» Ho visto il gesto di disappunto del barista e lei se n'è andata, mentre lui mi ha accompagnato verso il bar e mi ha chiesto se volevo bere, mentre gli ho detto che volevo sapere quando sarebbe venuta Ketty, perché volevo tornare a rivederla.

«Lei è una indipendente. Non ha un contratto come le altre; viene quando può, perché studia. Ti do un biglietto dove c’è il link del locale, tu lo apri e se vedi scritto serata speciale, vuol dire che c’è Ketty che si esibisce.» Ho preso e sono uscito, ho percorso il vicolo e giunto al negozio non la vedevo, si era nascosta per timore che mi seguissero. Siamo andati nel mio appartamento e lì, appena entrati, ci siamo spogliati e, distesa sul letto, mi ha detto di riprendere da dove eravamo rimasti. È stata la notte di sesso più bella della mia vita! È stata mia ripetutamente e le son venuto dentro ogni volta; subito dopo, lei, con la bravura della sua bocca, me lo ha fatto restare durissimo ed abbiamo continuato fin quando, stremati, ci siamo addormentati. Nei tre anni successivi è diventata la mia amante fissa. Dormivo da lei due volte a settimana ed il sesso era stupendo. Nel tempo le ho aperto anche il culo e lei ne ha goduto tantissimo. Al locale ci tornava una volta al mese, sempre in mia compagnia ed il barista aveva capito che ero suo padre, ma non ha mai detto nulla, perché la sera che c’era lei il locale era sempre affollatissimo. Poi, finiti gli studi, è tornata a casa ed ha trovato subito un impiego nell’azienda ospedaliera locale, si è presa un piccolo appartamentino tutto per lei. Anche in questo caso restavo due notti alla settimana a dormire con lei, ma, a questo punto, ho preteso che si trovasse un marito e lei mi ha detto di aver già un candidato. Un bravo ragazzo che lavora come impiegato in banca. Per l’addio al celibato siamo andati al locale, lei si è esibita alla grande e poi ha voluto succhiare il cazzo a tre maturi, che poi ho scoperto esser dei suoi ex professori, che hanno accettato di farselo succhiare mentre io la scopavo. Anche dopo sposata, ha sempre trovato il modo di farsi scopare da me e, un giorno, mi ha costretto a prendere tre giorni di ferie e sparire con lei in un piccolo alberghetto in montagna, dove mi ha scopato per tre giorni di fila. Al rientro se n’è andata in ferie con il marito e, il mese dopo, mi ha comunicato che era incinta. Quando le ho chiesto se fossi stato io ad ingravidarla, mi ha detto che, durante le ferie, suo marito l’aveva ammazzata di chiavate. Oggi abbiamo battezzato Gregorio, un bimbo bellissimo e lei che è ancora in quarantena, in un momento che eravamo da soli, mi ha detto di tenermi pronto, perché appena possibile vuole passare altri tre giorni con me. Ho gradito molto quella sua intenzione, lei mi ha sorriso e mi ha detto: ti piace tuo figlio?