La dieta alla moda

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2 months ago

Non so se qualcuno potrà comprendere a pieno le parole che sto per scrivere, ma in fondo poco importa. Non sempre una persona scrive per farsi capire da tutti.

Dopo un lungo periodo di discussione sono riuscita a convincere il mio Dom a fare una pratica di digiuno ad intermittenza.Leggendo online: dei benefici per il fisico, sui forum, del legame che poteva creare questo tipo di pratiche; alla fine mi convinsi.

La parte difficile fu convincere lui. Solitamente non è propenso a grossi stravolgimenti delle pratiche a cui è abituato, lui sostiene che lo faccia per una questione di sicurezza. Ma in fondo credo sia diversa la ragione, lui potrebbe spingersi molto più a fondo, ma evita di farlo.

Tiene al rapporto che abbiamo, io a differenza non sono mai stata molto estrema nelle pratiche. Per evitare di perdere ciò che si era creato, è finito a limitare il suo spettro di possibilità.

Una volta convinto ha svolto le sue ricerche, ed è come al solito finito a saperne più di me sull’argomento. E dire che ero partita io come la più informata, ma è sempre così, in fondo ho imparato a conoscerlo.

“Si può fare, ma ti avviso che non sarà una sfida leggera” mi disse una sera a tavola.Prima lo guarda con sguardo confuso, dopo una breve pausa di riflessione capii.

Passo circa mezzora o qualcosa di più, mi illustrò i meccanismi della cosa.Mi disse che avemmo fatto una sessione lunga, nella quale avrebbe usato la pratica che tanto stavo agognando.

Su questo devo dire che è particolarmente bravo. Ti fa annusare la cosa, ti fa intingere solo un mignolo con la promessa che in futuro potrò mettere tutto il piede.Mi fa pregustare il momento, inizio a pensarlo nelle pause della giornata. Creo delle aspettative degne di un film.

Passa il tempo, e una mattina lo trovo alzato in cucina con il suo caffè.“Oggi salta la colazione”, non servono altre parole, capisco che è arrivata la giornata.

Procedo come al solito, o quasi, beh cambia nel pratico che ho un quarto d’ora libero dove solitamente mangiavo.

Mi faccio una doccia, mi vesto ed esco per lavorare.

La giornata passa, e mano a mano lo stomaco brontola sempre di più. In alcuni momenti posso avvertire delle fitte allo stomaco.La cosa mi crea disagio, ma non mi arrendo, non lascerò la spugna senza lottare.Il mio orgoglio mi permette di andare avanti, per tutta la giornata resisto.Dal mio corpo entra solo acqua, che per il nervosismo consumo con una frequenza maggiore.

Al mio ritorno a casa lo trovo ad aspettarmi.Il suo sguardo maligno mi fa presagire che oggi è stato il riscaldamento.

Mi fa correre sul tapis-roulant che normalmente usa quando fuori piove.Opportunamente non ho visione ne dei kilometri orari, ne del tempo di uso.

Posso dire con certezza di star andando a poco meno di dici kilometri orari.Ad ogni passo posso sentire i morsi della fame farsi più acuti, il desiderio di smettere e stendermi sul divano come lo è lui in quel momento.Ma no, non voglio vederlo deluso, assume uno sguardo che mi mette a disagio quando lo è.

Dopo un tempo interminabile che non so quantificare mi dice:“Scendi e supplica per mangiare”, di norma le mie suppliche vanno bene. Ma non ho più forze nemmeno di parlare, figuriamoci di creare una frase di senso compiuto.

Mi getto a terra, farfuglio delle frasi sconnesse. Ho il respiro affannato, non riesco a dire delle parole complete: “La prego.. Non resisto.. Io, ne ho bisogno”

Mi guarda con uno sguardo che sembra soddisfatto, dopo una breve pausa butta del pane raffermo per terra.Lo prendo e mangio con estrema velocità.

Sembra essere dolce, non ero mai riuscita ad apprezzare lo zucchero nel pane che facciamo in casa.

Finita la sessione mi asciuga dal sudore, mi spedisce a lavarmi.Fuori della doccia trovo dei vestiti caldi di ferro.

A tavola è apparecchiato, un piatto di pasta al pomodoro fumante è li davanti.

“Non fare complimenti, mangia”

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