Sadismo contro il caldo

strega bisex
22 days ago

D’estate mi sveglio solitamente più tardi.Complici i quaranta gradi fuori dalla stanza, oppure il fresco e la penombra delle persiane, quel lunedì mattina rimasi sul letto.

Lì a fissare il soffitto, aspettando nemmeno io so cosa.Osservando quelle mura bianche come se d’un tratto dovessero spostarsi.

Il silenzio tombale occupato dai pensieri nella mia testa.Piccole sciocchezze che si alternavano a giro: quella frase che avrebbe messo fine alla discussione, il pasto della scorsa sera o quali giorni prendere per le vacanze.

A rompere questo piccolo ritaglio dalla realtà la suoneria del mio telefono.Scombussolata non capisco come sia già arrivata l’ora della sveglia.Mi sembra assurdo, il mondo perché dev’essere così tiranno?

Tutti pensieri che vengono zittiti, la schermata del telefono non propone di rimandare la sveglia.

Accetto oppure no la chiamata?Domanda inutile, quando mai ne ho rifiutata una?

“Ciao, spero di non averti svegliato”Non rispondo nulla, so perfettamente sia passato mezzogiorno.

“Ti aspetto oggi da me, se ti sbrighi riesci a prendere l’ultima coincidenza”

Non c’è bisogno di ulteriori informazioni, avevamo già programmato questa giornata.Rispendo con un’accennato “si”, butto giù il telefono e prendo due vestiti dall’armadio.

Provo a rimandare il più possibile l’incontro con il calore dell’esterno.Mi trucco con un certo sforzo, anche se so andrà via dopo poco esserci incontrati.

Apro quella porta, come voleva dimostrarsi si stava meglio quando era chiusa.Prendo le chiavi e mi preparo a partire.

Dopo diverso tempo sotto il sole cocente, arrivo da te.“Perché sopra un monte?”, l’unica cosa a cui riesco a pensare quando salgo da te.

Per fortuna sono riuscita a salire sulla corriera, un vecchio furgone che va alla sua velocità. La guidatrice poi non sembra nemmeno intenzionata a premere sull’acceleratore.

Ti vedo affacciata dalla finestra, ti faccio un cenno con la mano e mi apri.

Entrata prendo un momento di pausa, mi godi il fresco rigenerante.

Non indugio oltre e faccio la rampa di scale che mi fa arrivare al tuo appartamento.

La porta è socchiusa, il nostro segnale per dirmi di mettermi dall’ingresso.Chiudo la porta dietro di me e mi siedo in ginocchio.

Sento la palpabile differenza di temperatura, qualche goccia di sudore inizia a formarsi sopra la fronte.

“Ben arrivata, muoviti e vai nell’altra stanza”Non indugio oltre, mi reco in camera da letto con uno sguardo basso.

“Via la gonna, e mettiti la benda”Come d’incanto sembra di tornare nella mia stanza, fresco e buio.

Ti sento armeggiare con qualche scatola, dei rumori bruschi che non mi lasciano indizi su cosa tu stia facendo.Ti sento avvicinarti, sento il tuo respiro vicino a me.

Sento freddo, non fresco, ma freddo sopra le mutande.Una leggera pressione imprimi, penso con del ghiaccio, sopra di me ti sposti.

Alterni un leggero tocco con la tua mano e quello del freddo.La tua mano mi dà sollievo, è calda e soffice.

Mandi avanti questa scena finché non mi vedi abbastanza bagnata.Decidi dunque di salire verso il mio petto.

Turgidi i mie capezzoli a contatto con il freddo sembrano quasi far male.Ne abbiamo già parlato, è solo una sensazione. Si, sarà anche solo una sensazione, ma a me fa comunque male.

Fortunatamente questo strazio finisce velocemente, inizi a massaggiare facendo piccoli cerchi.Ogni tanto tiri e strizzi, sai bene che se continui con questo ritmo verrò.

Non molli un’attimo e anzi ad un certo momento continui a fare queste toccate fuggenti anche con il ghiaccio direttamente. Quello che prima era dolore ora si stava mischiando con il piacere.

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