al cinema con Maurizio

I CONIUGI E LO SCONOSCIUTO DEL CINEMA
Un sabato sera di dicembre Maurizio e Milena "P" si recarono a vedere un film di fantascienza. Narrava di un' immaginaria catastrofe che aveva portato l'umanità sull'orlo dell'estinzione. Era appena iniziato il secondo tempo quando un uomo sui trent'anni si sedette sulla poltroncina alla sinistra di Milena mettendosi il giaccone a vento sulle ginocchia.
Maurizio, preso dagli strabilianti effetti speciali delle scene, sembravanon avesse fatto caso al tipo.
Milena, invece, gli rivolse uno sguardo incuriosito e le venne spontaneo domandarsi il motivo per cui quel tipo si fosse accomodato proprio accanto a lei sebbene tutt'attorno ci fossero molti posti liberi. Cercò di prestare attenzione alla proiezione ma non riusciva a concentrarsi sugli
avvenimenti, tanto le era parso strano il comportamento di quell'uomo.
Sebbene gli avesse dato una rapida occhiata nella semi oscurita della sala, notò che aveva un bel volto. Le giungeva un buon di colonia. Qualche minuto dopo avvertì un tocco sulla parte esterna del gomito sinistro,
poggiato sul bracciolo comune del sedile. Prudenza avrebbe voluto che si scostasse ma non lo fece, incuriosita di capire se il contatto fosse stato casuale o volontario. Il tocco si ripeté, stavolta più deciso. Capì che
quei due tocchi erano una sorta di segnale. Il contatto si ripeté poco dopo ma non al braccio, bensì a una scarpa. Resistette all'istinto di ritrarre il piede. Pochi secondi dopo le giunse la conferma che l'uomo la
avvisava che dovesse farsi palpare perché il tocco divenne più deciso. Mai si era trovata in una situazione simile. Ebbe un brivido.
La ragione le suggeriva di chiedere a Maurizio il cambio di posto ma non lo fece, un po' per l'imbarazzo di rivelargli che il tipo, sedutole accanto, la volevatoccare, ma un po' per l'emozionante curiosità di sapere quanto avrebbeosato. Pensò ai rischi che correva se avesse accettato le sue attenzioni.
Quel timore le fece ritrarre la scarpa ma lo solo il necessario per non avvertire più il contatto. Un attimo e sentì la scarpa dello sconosciuto accostarsi di nuovo alla sua. S'immaginò che l'uomo avesse capito la sua
indecisione e la sollecitasse a osare. Ebbe la tentazione di starci. Nella sala semibuia, resa più oscura dalle frequenti scene notturne del film, le immagini passavano davanti ai suoi occhi senza alcun significato talmente
era l'ansia che le procurava quella situazione. Con la coda dell'occhio si guardò attorno per accertarsi che non ci fossero persone troppo vicine.
Dietro di lei c'erano soltanto posti vuoti. Nella loro stessa fila quattro poltroncine più in là, una coppietta pensava di più a sbaciucchiarsi che a seguire il film. Nascosto dal suo piumino, che pure lei aveva posato sulle
gambe, sentì il ginocchio dell'uomo appoggiarsi al suo poi strusciarglielo leggermente. Trasse un profondo sospiro per attenuare l'ansia, sposto la gamba verso di lui aumentando il contatto. Con sorpresa sentì il ginocchio dell'uomo ritrarsi, ma subito dopo tornare ad appoggiarsi al suo e darle altri leggeri tocchi. Stava mandandole segnali per farle intendere che dovesse mettersi in una particolare posizione? Sì doveva essere così. Il viso se lo sentiva in fiamme e la bocca arida per l'emozione. Un altro tocco sul ginocchio, poi qualcosa che le tastava la gonna, quindi una breve tirata al tessuto. Capì ciò che lo sconosciuto voleva facesse: che
accostasse di più le gambe alle sue. Considero che se lo avesse fatto solo di un po', difficilmente Maurizio si sarebbe accorto della manovra perché i soprabiti glielo avrebbero impedito, ma che imbarazzo se l'avesse
scoperta! Poteva addirittura mettere a rischio la loro unione. Un conto erano le fantasie erotiche che si confidavano e le frasi che si scambiavano nei momenti intimi, durante le quali lui le sussurrava spesso
che gli sarebbe piaciuto vederla scopare con un altro, diversa era larealtà.
Tuttavia si sentiva preda da un'agitazione interione intensa.
Sentì l'uomo insistere a darle un altro colpetto al ginocchio per
sollecitarla a starci. Decise di accettare il "gioco" ma si propose che
gli avrebbe permesso ti palparle soltanto le ginocchia, poi si sarebbe
ritratta. Ruotando il bacino, si mosse sulla poltroncina come per
aggiustarsi la gonna. Quel movimento le permise di accostare di più le
gambe allo sconosciuto. Attese gli eventi col cuore che le batteva a
mille. Sentì la mano dell'uomo posarsi sul suo ginocchio, soffermarsi
qualche istante poi incominciare a risalirle la coscia con lenta
accortezza.
Maurizio, preso dal ritmo serrato del film, guardava la scena di un' onda
gigantesca che aggrediva una grande città sommergendo persone e cose. Pure
lei avvertiva un' onda ma era un cavallone di eccitazione che le levava
ogni volontà di togliersi da quella situazione rischiosa. Avvicinò di più
le gambe a quelle dello sconosciuto, con l'unico movimento possibile del
corpo: quello di accostarsi maggiormente a Maurizio col fianco destro.
L'uomo si ritrasse e spostò il giaccone in modo che coprisse il bracciolo
comune per celare la sua mano mentre si calava oltre. Adesso si trovava in
una posizione migliore. Tornò ad appoggiare la mano sulle ginocchia della
donna, poi, con cautela tornò a farla risalire.
Presa da quel gioco erotico rischioso ma coinvolgente, lei divaricò un
poco le gambe per facilitargli l'atto. Sentì la mano dello sconosciuto
risalirle le cosce. La sua fica si stava bagnando.
L'uomo, ormai certo della disponibilità che dimostrava la signora, seguitò
a guadagnare centimetri. Fece scivolare la mano all'interno delle cosce,
dove la pelle era più calda e tenera. Le calze che le fasciavano
impedivano di poco le percezioni. Raramente gli erano capitate donne tanto
accondiscendenti. Molte si ritraevano appena capivano le sue intenzioni,
altre, invece, stuzzicate dall'idea di provare a essere palpate, ma
temendo che i loro accompagnagnatori si accorgessero di qualcosa, si
temendo che i loro accompagnatori si accorgessero di qualcosa, si
sottraevano alle carezze quando la mano giungeva una decina di centimetri
sopra il ginocchio.
Si sentiva il cazzo duro come marmo.
Seguitò a fare risalire la mano fino a giungere all'altezza di un bordo più spesso delle calze. Capì che la signora non indossava collant ma autoreggenti. Quale fortuna! Superò il bordo e la sua mano si posò lassù, dove la pelle era più tenera e tiepida. Si accorse che non poteva avanzare più di così senza
scomporsi troppo.
Milena era eccitatissima. Quell'uomo aveva dita dal tocco sapiente e delicato. Sentì la sua mano fermarsi oltre il bordo dell'autoreggente.
Capì che non poteva scomporsi oltre. D'improvviso sentì la voce di
Maurizio. Il cuore le saltò un battito.
- Ti piace Barbara? -
- Che cosa? - domandò lei sforzandosi di rispondere con un tono di voce
normale.
- L'effetto speciale di questa scena. -
- Sì, molto. -
- Lo credo bene! - bisbigliò lui.
- Maurizio, non ho capito l'ultima frase che hai detto. -
- Ti ho chiesto se stessi comoda in quella posizione. -
- Certo - rispose lei. Lo udì fare un sommesso risolino, quindi metterle
un braccio sulle spalle e trarla verso di se poggiando il viso al suo. La
più decisa rotazione del bacino le consentì di avvicinare ancor più le
gambe allo sconosciuto. Quale paradosso stava vivendo! Maurizio la teneva
stretta e lei aveva l'arditezza di farsi accarezzare le cosce da uno
sconosciuto nella semioscurità di una sala cinematografica. Sentì la mano
dell'uomo guadagnare qualche centimetro ancora. Era talmente eccitata di
essere certa che sarebbe bastato fosse giunto a toccarle le mutandine e
muovere un po' le dita su esse per provocarle un orgasmo parossistico.
Sarebbe riuscita a reprimere i gemiti se fosse accaduto? Doveva ritrarsi.
Stava per farlo quando udì Maurizio borbottare. Fu colta da un brivido di
apprensione al pensiero che avesse scoperto tutto.
-Accidenti, Milena, credo di avere lasciato l'auto aperta. -
-Ne sei sicuro, Maurizio? – domando’ lei traendo un sospiro liberatorio.
- No ma nel cruscotto ci sono i documenti. Non posso stare con questo dubbio fino alla fine del film. -
- Dovrai uscire dal cinema. -
- Avvertirò la cassiera, mi farà rientrare. -
- Perderai le scene più interessanti. L'auto è un po' distante. -
- Patente e libretto di circolazione sono più importanti del film. È meglio che vada non posso rimanere con questo dubbio. -
Lei lo seguì mentre, con modi affrettati ma cortesi, Maurizio chiedeva
alla coppietta di farlo passare. - E adesso? - pensò. Sentì la mano dello
sconosciuto risalire fino a toccarle le mutandine. Avvertì lo stimolo
dell'orgasmo avvicinarsi. Tremò al pensiero che non sarebbe riuscita a
contenere i gemiti. Lei era una di quelle donne dotate di un clitoride
sensibilissimo che le consentiva di raggiungere l'orgasmo prima di suo
marito sebbene non fosse un campione di resistenza. Pensò di occupare il
posto lasciato libero lui. Fece la mossa di spostarsi ma la mano dello
sconosciuto premette sulla pelle delle cosce come per farle capire che se
aveva osato tanto, col suo uomo accanto, con maggiore ragione doveva
starci adesso. Si voltò verso di lui guardandolo in faccia più a lungo.
Aveva un pizzo curatissimo. Lo vide rivolgergli uno sguardo supplicante
poi chiederle sottovoce:
- Signora, non si sposti, per favore. -
Quelle parole la inchiodarono sulla poltroncina. Il viso le scottava.
Sentì la mano dell'uomo cercare di trarle la gonna verso l'alto.
Impulsivamente si sollevò un po' per alleggerire la pressione inferiore
delle cosce sul sedile e permettere alla stoffa di scorrere più
facilmente. Sotto i giacconi adesso aveva le cosce abbondantemente
scoperte e divaricate. La mano dell'uomo insisteva ad accarezzarla con un
tocco delicatissimo. Adesso le dita dello sconosciuto erano giunte a
tastarle con più decisione le mutandine. Lo osservò ancora. Notò che i
suoi occhi avevano acquistato lo sguardo del sorriso. Sicuramente si era
accorto quanto si fosse eccitata perché era certa che i suoi umori
avessero trapassato il sottile indumento. Sentì le dita dello sconosciuto
infilarsi sotto, accarezzarle la peluria, esplorarle la parte esterna
della vulva come volesse accertarsi quanto fosse esteso il suo vello,
Sentì un dito posarsi sul clitoride e quando lo sconosciuto iniziò a titillarglielo, si sentì
struggere dal languore. Chiuse gli occhi, strinse i denti per non gemere
alla sferzata di piacere che stava per avvolgerla, si aggrappo forte con le mani ai braccioli delle poltroncina e poi la petit mort le conquistò la fica, tutta la fica, dal clitoride all'utero. Un orgasmo,come mai aveva provato prima, le mozzò il respiro e tutto in lei si trasformò nel fantomatico punto G. L'orgasmo seguitava, come non avesse voluto darle tregua, si attenuò, poi riesplose, quindi avvertì un altro orgasmo, questa volta più somigliate a una scarica elettrica che a un piacere armonioso.
Probabilmente dipese dalla situazione di pericolo e di trasgressione ma addirittura fu costretta a fermare la mano dello sconosciuto per concedere tregua a una mente che non poteva più sopportare quella sorta di
elettroshock vaginale, ma era riuscita a trattenere quei gemiti che avrebbero sicuramente attratto l'attenzione degli spettatori. Sentì l'uomo ritrarre il braccio e ricomporsi. Trasse la gonna verso ginocchia, poi
rimase in uno stato di rapimento per qualche minuto.
Nemmeno le sembrava vero ciò che aveva vissuto ma lo sconosciuto la riportò alla realtà.
La mano dell'uomo cerco la sua e cominciò a trarla verso di lui. Milena capì che voleva essere ricambiato. Lo sconosciuto non la stava forzando,
si limitava a condurla con leggerezza. Si lasciò trasportare. Sentì che le
toccava l'anulare sinistro, poi tastarle l'anello come volesse capire se
portasse una fedina o la vera matrimoniale. Subito dopo sentì che le
mormorava:
- Signora, lei è sposata. -
- Sì - rispose Milena con un tono di voce tremolante per il turbamento. Ma
era proprio il rimescolamento di sensazioni provocatele da quella domanda,che le rammentava quanto fosse puttana una donna sposata che si comportava tanto oscenamente con uno sconosciuto, che la portava a un eccitamento parossistico.
- Mio marito è uscito per verificare se avesse chiuso la macchina. –
Subito dopo si domandò perche gli avesse risposto con quella frase. Forse perché inconsciamente la faceva sentire ancora più troia? Sì, forse era così. Forse voleva sentirsi una maiala. -
- Ho sentito che glielo diceva, Signora - le rispose lo sconosciuto e ho sentito pure che diceva di avere posteggiato piuttosto distante da qui. -
- Sì ... -
- Quindi avremo un po' di tempo da dedicare a noi? Almeno un quarto d'ora?
-Forse di più - rispose lei.
- Allora, mia bellissima signora, me lo prenda in mano.
I nostri soprabiti sono un buon riparo e il fatto che lei sia sposata mi rende ancora più
conturbante ciò che facciamo. -
Milena aveva una gran voglia di cedere. La mano dell'uomo aumentava la
trazione mentre la sua resistenza diminuiva. Infine gli disse:
- Signore, mi promette che subito dopo se ne andrà? -
- Parola d'onore, Signora. -
Milena, docilmente, lasciò che lo sconosciuto terminasse di accompagnarle
la mano sotto il giaccone all'altezza del pube. Tastò il rigonfiamento che
premeva contro un morbido tessuto a coste che giudicò velluto. Sotto
premeva un gran bozzo. Armeggiò sulla cerniera, trasse in basso lo zip e
si rese conto che l'uomo non indossava intimo perché si ritrovò il suo
cazzo in mano senza la necessità di scostare nulla. Respirò profondamente
e strinse l'asta. Era un cazzo di dimensioni leggermente maggiori rispetto a quello di
Maurizio, ma aveva una forma singolare: era arcuato verso l'alto come per una sorta di deformazione anatomica che la fece pensare alla curvatura delle banane e
aveva il glande più grosso dell'asta. Lo scappellò completamente e fece
scorrere la mano verso il basso. Si accorse che l'uomo si radeva perché
non sentì peluria, né sul pube né sullo scroto. Scoprì pure che i suoi
testicoli più grossi rispetto a quelli di Maurizio. Incominciò a
masturbarlo senza pensare che se lo avesse fatto eiaculare si sarebbe
sporcata la fodera del giaccone.Si lascio’ trasportare da quella situazione “zozza” ma che le dava una enorme eccitazione non solo fisica ma ancge mentale. Adeguò il movimento della mano alla curvatura del grosso pene e cominciò una volta impugnatolo ad menarlo meglio che poteva. L'eccitazione che provava era tale da superare il timore di masturbare uno sconosciuto all'interno di una sala cinematografica. Quant'era caldo e duro e morbido, quel grosso bastone di carne pulsante! Seguito a masturbare l'uomo con la sensazione che lostomaco le fosse divenuto liquido, talmente se lo sentiva pervaso dal languore. Vide lo sconosciuto serrare le mascelle e socchiudere gli occhi.
Il grosso cazzo le pulsava tra le dita. Capì l'uomo era prossimo all'eiaculazione e sicuramente i momenti che stava vivendo erano talmente unici che preferiva sporcarsi la fodera del giaccone che interromperla nel
momento che precedeva l'orizzonte degli eventi. Di lì a qualche istante avrebbe avvertito lo sperma caldo e vischioso colarle sul dorso della mano. Le giunse un mugolio malamente represso. Aumentò il movimento della mano strofinandogli il pollice sul frenulo, ma se la sent' bloccare. Udìl'uomo mormorarle:
- Signora, si chini a baciarmelo. -
A Milena un brivido corse lungo la schiena. Adesso quello “sconosciuto”le stava chiedendo troppo.
- Signora, la prego, si chini a darle almeno un piccolo bacio. Si tratta
di un attimo. Sono pulito! Desidero soltanto che le sue belle labbra si
posino sul mio glande. Dietro non abbiamo nessuno che potrebbe scorgerla
chinarsi tra le poltroncine. –
Vedendola voltarsi per accertarsi che veramente non ci fossero spettatori alle loro spalle, si accese in lui la
speranza che davvero si chinasse.
Molte volte, Milena, aveva fantasticato di fare un pompino a un uomo che non fosse suo marito. S'immagino quel grosso e strano cazzo tra le labbra.
Pensieri che le diedero la certezza della sua vera natura: carnale,lussuriosa e lasciva. Quell'evento inatteso stava mutando in realtà le sue immaginazioni erotiche e in un luogo in cui mai avrebbe immaginato
accadesse, ma esitava ad abbassarsi.
L'uomo intuendo quanto lei desiderasse farlo ma vedendola esitante, scostò il giaccone per farle intravedere il cazzone ben in tiro. Così sperava di vincere gli ultimi barlumi d'indecisione che la frenavano. La vide chinarsi un po'verso di lui ma rimanere ancora indecisa. Pensò che metterle la mano sulla nuca e spingerla in avanti potesse incoraggiarla ma anche generare l'effetto inverso. Azzardò la mossa. Le pose la mano destra dietro la nuca e impresse una pressione su essa. Avvertì la muscolatura del collo della signora irrigidirsi. Allentò la pressione.
- Solo un piccolo bacio sulla cappella la prego. - le ripeté.
- Lo so che ha voglia di farlo. Vinca il timore.Non abbiamo molto tempo. –
Vedendo che lei non si decideva le tolse la mano dalla nuca, sperando che la signora ricominciasse almeno a
masturbarlo. Si era appena ritratto quando la vide abbassarsi.
Milena si chinò sul cazzo dello sconosciuto. Adesso lo aveva a pochi
centimetri dalla bocca. Le giunse il suo l'odore poggiò il capo sulla pancia de suo amante e le labbra sulla maestosa cappella. Avvertì la mano dell'uomo posarsi sul suo capo, ma senza premere per spingerla a prenderglielo in bocca, come se con quel gesto volesse far decidere a lei se eseguirlo. L'odore che avvertiva provenire dal quel cazzo era
irresistibile. Dischiuse le labbra. Il grosso glande le riempì la bocca.
Afferrò la base del cazzo con una mano e cominciò a succhiare, leccare e
poi tornare a ciucciare. Dimentica di dove fosse, la sua lingua giunse a
leccargli i testicoli glabri. Ne prese in bocca uno, poi l'altro, quindi
fece scorrere la lingua su tutta la lunghezza dell'asta e tornò a
succhiare glande e frenulo. Gli giunse la voce mormorata dell'uomo:
- Sto per godere Signora!-
avvisava che stava per eiaculare ma lei seguitò a succhiargli il cazzo, incurante delle sue parola ancora con piu' foga di prima.
affondandoselo in bocca fino a fargli oltrepassare l'ugola, e adeguando
essa alla sua curvatura. Si sentiva vacca fin dentro l'animo e questa
sensazione era motivo di goduria mentale. Era bagnatissima quella situazione nnel buio di un cinema , con uno sconosciuto, col rischio di essere “beccata” la mandava fuori di testa ; si sentiva zoccola e capì quanto fosse la mente a
dominare il sesso. I genitali erano soltanto dei terminali.
- Signora, lei è brava, bravissima! Sto per venire, si rialzi e continui
con la mano –
la avvisò, ma lei seguitava a succhiarglielo. Mai si sarebbe
immaginato che dopo le esitazioni, lei non solo glielo avesse preso in
bocca ma gli facesse intendere che voleva farsi eiaculare tutto in bocca
addirittura. Oltre la stellare goduria, avrebbe persino evitato di
sporcarsi gli abiti.
Poi, come un treno in corsa, sentì l'impulso dell'orgasmo
montargli dentro come l'onda di uno tsunami. Cercò di ritardare
l'eiaculazione stringendo la muscolatura sfinterica, poi un istante prima
di zampillare, coprì la signora con il giaccone e si fece inghiottire dal
buco nero dell'estasi orgasmica.
Milena avvertì il cazzo dell'uomo irrigidirsi nella durezza che precedeva
l'eiaculazione, poi il primo fiotto, seguito da un secondo, quindi da un
terzo seguito da un quarto e altri più deboli spruzzi. Adesso
si sentiva la bocca piena di sperma, era in un cinema buoio col la sborra di un perfetto sconosciuto che le riempiva la bocca ; continuo’ un lento movimento col collo fino a far uscire tutto il seme che aveva ancora dentro il suo amante, che le disse
- Bravissima Signora puliscilo per bene con la lingua.
inghiottì in una sola sorsata. Gli spremette l'uretra per raccogliere le
ultime gocce come faceva con suo marito.
mentre le teneva ancora la testa sul cazzo ogni tanto l'uomo apostrofava la Signora:
mamma mia che bello, che zoccola , fantastico
e emetteva suoni di goduria per la pulizia che stava ricevendo -Quando lo sconosciuto le tolse di
dosso il giaccone che la copriva, si accorse di essere sudata e di
respirare con affanno, ma si sentiva appagata, completata, come se al
mosaico erotico di quella indimenticabile serata, avesse messo l'ultimo
tassello, facendosi sborrare in bocca da un uomo che sarebbe rimasto
sconosciuto. Si sentì felicemente oscena.
Vide l'uomo rimettersi il cazzo semieretto nei pantaloni, poi poggiare la
schiena sulla spalliera della poltroncina, gli occhi socchiusi, il volto
finalmente rilassato, rivolto verso il soffitto, incredulo per quel che
era accaduto. Poi, come aveva promesso, si alzò e se ne andò ripetendogli
il suo indirizzo mail.
Le carezzò la testa dicendole che era fantastica.
Milena attese che tornassee Maurizio. Si erano da poco spente le luci per
l'inizio di dell'ultimo spettacolo serale, quando lo vide giungere cira 5 min dopo. Sperò
che il suo volto avesse perduto almeno il rossore quando sarebbero usciti.
Si sforzò di farle un sorriso spontaneo. - Amore, l'ultimo spettacolo è
iniziato da cinque minuti. Era chiusa l'auto? -
- No ma ho controllato: i documenti ci sono tutti. -
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