al cinema con Maurizio

Mirco 8626
3 days ago

I CONIUGI E LO SCONOSCIUTO DEL CINEMA

 

Un sabato sera di dicembre Maurizio e Milena "P" si recarono a vedere un film di fantascienza. Narrava di un' immaginaria catastrofe che aveva portato l'umanità sull'orlo dell'estinzione. Era appena iniziato il secondo tempo quando un uomo sui trent'anni si sedette sulla poltroncina alla sinistra di Milena mettendosi il giaccone a vento sulle ginocchia.

Maurizio, preso dagli strabilianti effetti speciali delle scene, sembravanon avesse fatto caso al tipo.

Milena, invece, gli rivolse uno sguardo incuriosito e le venne spontaneo domandarsi il motivo per cui quel tipo si fosse accomodato proprio accanto a lei sebbene tutt'attorno ci fossero molti posti liberi. Cercò di prestare attenzione alla proiezione ma non riusciva a concentrarsi sugli

avvenimenti, tanto le era parso strano il comportamento di quell'uomo.

Sebbene gli avesse dato una rapida occhiata nella semi oscurita della sala, notò che aveva un bel volto. Le giungeva un buon di colonia. Qualche minuto dopo avvertì un tocco sulla parte esterna del gomito sinistro,

poggiato sul bracciolo comune del sedile. Prudenza avrebbe voluto che si scostasse ma non lo fece, incuriosita di capire se il contatto fosse stato casuale o volontario. Il tocco si ripeté, stavolta più deciso. Capì che

quei due tocchi erano una sorta di segnale. Il contatto si ripeté poco dopo ma non al braccio, bensì a una scarpa. Resistette all'istinto di ritrarre il piede. Pochi secondi dopo le giunse la conferma che l'uomo la

avvisava che dovesse farsi palpare perché il tocco divenne più deciso. Mai   si era trovata in una situazione simile. Ebbe un brivido.

  La ragione le suggeriva di chiedere a Maurizio il cambio di posto ma non lo fece, un po' per l'imbarazzo di rivelargli che il tipo, sedutole accanto, la volevatoccare, ma un po' per l'emozionante curiosità di sapere quanto avrebbeosato. Pensò ai rischi che correva se avesse accettato le sue attenzioni.

Quel timore le fece ritrarre la scarpa ma lo solo il necessario per non avvertire più il contatto. Un attimo e sentì la scarpa dello sconosciuto accostarsi di nuovo alla sua. S'immaginò che l'uomo avesse capito la sua

indecisione e la sollecitasse a osare. Ebbe la tentazione di starci. Nella sala semibuia, resa più oscura dalle frequenti scene notturne del film, le immagini passavano davanti ai suoi occhi senza alcun significato talmente

era l'ansia che le procurava quella situazione. Con la coda dell'occhio si guardò attorno per accertarsi che non ci fossero persone troppo vicine.

Dietro di lei c'erano soltanto posti vuoti. Nella loro stessa fila quattro poltroncine più in là, una coppietta pensava di più a sbaciucchiarsi che a seguire il film. Nascosto dal suo piumino, che pure lei aveva posato sulle

gambe, sentì il ginocchio dell'uomo appoggiarsi al suo poi strusciarglielo leggermente. Trasse un profondo sospiro per attenuare l'ansia, sposto la gamba verso di lui aumentando il contatto. Con sorpresa sentì il ginocchio dell'uomo ritrarsi, ma subito dopo tornare ad appoggiarsi al suo e darle altri leggeri tocchi. Stava mandandole segnali per farle intendere che dovesse mettersi in una particolare posizione? Sì doveva essere così. Il viso se lo sentiva in fiamme e la bocca arida per l'emozione. Un altro tocco sul ginocchio, poi qualcosa che le tastava la gonna, quindi una breve tirata al tessuto. Capì ciò che lo sconosciuto voleva facesse: che

accostasse di più le gambe alle sue. Considero che se lo avesse fatto solo di un po', difficilmente Maurizio si sarebbe accorto della manovra perché i soprabiti glielo avrebbero impedito, ma che imbarazzo se l'avesse

scoperta! Poteva addirittura mettere a rischio la loro unione. Un conto erano le fantasie erotiche che si confidavano e le frasi che si scambiavano nei momenti intimi, durante le quali lui le sussurrava spesso

che gli sarebbe piaciuto vederla scopare con un altro, diversa era larealtà.

Tuttavia si sentiva preda da un'agitazione interione intensa.

Sentì l'uomo insistere a darle un altro colpetto al ginocchio per

sollecitarla a starci. Decise di accettare il "gioco" ma si propose che

gli avrebbe permesso ti palparle soltanto le ginocchia, poi si sarebbe

ritratta. Ruotando il bacino, si mosse sulla poltroncina come per

aggiustarsi la gonna. Quel movimento le permise di accostare di più le

gambe allo sconosciuto. Attese gli eventi col cuore che le batteva a

mille. Sentì la mano dell'uomo posarsi sul suo ginocchio, soffermarsi

qualche istante poi incominciare a risalirle la coscia con lenta

accortezza.

Maurizio, preso dal ritmo serrato del film, guardava la scena di un' onda

gigantesca che aggrediva una grande città sommergendo persone e cose. Pure

lei avvertiva un' onda ma era un cavallone di eccitazione che le levava

ogni volontà di togliersi da quella situazione rischiosa. Avvicinò di più

le gambe a quelle dello sconosciuto, con l'unico movimento possibile del

corpo: quello di accostarsi maggiormente a Maurizio col fianco destro.

L'uomo si ritrasse e spostò il giaccone in modo che coprisse il bracciolo

comune per celare la sua mano mentre si calava oltre. Adesso si trovava in

una posizione migliore. Tornò ad appoggiare la mano sulle ginocchia della

donna, poi, con cautela tornò a farla risalire.

Presa da quel gioco erotico rischioso ma coinvolgente, lei divaricò un

poco le gambe per facilitargli l'atto. Sentì la mano dello sconosciuto

risalirle le cosce. La sua fica si stava bagnando.

L'uomo, ormai certo della disponibilità che dimostrava la signora, seguitò

a guadagnare centimetri. Fece scivolare la mano all'interno delle cosce,

dove la pelle era più calda e tenera. Le calze che le fasciavano

impedivano di poco le percezioni. Raramente gli erano capitate donne tanto

accondiscendenti. Molte si ritraevano appena capivano le sue intenzioni,

altre, invece, stuzzicate dall'idea di provare a essere palpate, ma

temendo che i loro accompagnagnatori si accorgessero di qualcosa, si

temendo che i loro accompagnatori si accorgessero di qualcosa, si

sottraevano alle carezze quando la mano giungeva una decina di centimetri

sopra il ginocchio.

Si sentiva il cazzo duro come marmo.

Seguitò a fare risalire la mano fino a giungere all'altezza di un bordo più spesso delle calze. Capì che la signora non indossava collant ma autoreggenti. Quale fortuna! Superò il bordo e la sua mano si posò lassù, dove la pelle era più tenera e tiepida. Si accorse che non poteva avanzare più di così senza

scomporsi troppo.

Milena era eccitatissima. Quell'uomo aveva dita dal tocco sapiente e delicato. Sentì la sua mano fermarsi oltre il bordo dell'autoreggente.

Capì che non poteva scomporsi oltre. D'improvviso sentì la voce di

Maurizio. Il cuore le saltò un battito.

- Ti piace Barbara? -

- Che cosa? - domandò lei sforzandosi di rispondere con un tono di voce

normale.

- L'effetto speciale di questa scena. -

- Sì, molto. -

- Lo credo bene! - bisbigliò lui.

- Maurizio, non ho capito l'ultima frase che hai detto. -

- Ti ho chiesto se stessi comoda in quella posizione. -

- Certo - rispose lei. Lo udì fare un sommesso risolino, quindi metterle

un braccio sulle spalle e trarla verso di se poggiando il viso al suo. La

più decisa rotazione del bacino le consentì di avvicinare ancor più le

gambe allo sconosciuto. Quale paradosso stava vivendo! Maurizio la teneva

stretta e lei aveva l'arditezza di farsi accarezzare le cosce da uno

sconosciuto nella semioscurità di una sala cinematografica. Sentì la mano

dell'uomo guadagnare qualche centimetro ancora. Era talmente eccitata di

essere certa che sarebbe bastato fosse giunto a toccarle le mutandine e

muovere un po' le dita su esse per provocarle un orgasmo parossistico.

Sarebbe riuscita a reprimere i gemiti se fosse accaduto? Doveva ritrarsi.

Stava per farlo quando udì Maurizio borbottare. Fu colta da un brivido di

apprensione al pensiero che avesse scoperto tutto.

-Accidenti, Milena, credo di avere lasciato l'auto aperta. -

-Ne sei sicuro, Maurizio? – domando’ lei traendo un sospiro liberatorio.

- No ma nel cruscotto ci sono i documenti. Non posso stare con questo dubbio fino alla fine del film. -

- Dovrai uscire dal cinema. -

- Avvertirò la cassiera, mi farà rientrare. -

- Perderai le scene più interessanti. L'auto è un po' distante. -

- Patente e libretto di circolazione sono più importanti del film. È meglio che vada non posso rimanere con questo dubbio. -

Lei lo seguì mentre, con modi affrettati ma cortesi, Maurizio chiedeva

alla coppietta di farlo passare. - E adesso? - pensò. Sentì la mano dello

sconosciuto risalire fino a toccarle le mutandine. Avvertì lo stimolo

dell'orgasmo avvicinarsi. Tremò al pensiero che non sarebbe riuscita a

contenere i gemiti. Lei era una di quelle donne dotate di un clitoride

sensibilissimo che le consentiva di raggiungere l'orgasmo prima di suo

marito sebbene non fosse un campione di resistenza. Pensò di occupare il

posto lasciato libero lui. Fece la mossa di spostarsi ma la mano dello

sconosciuto premette sulla pelle delle cosce come per farle capire che se

aveva osato tanto, col suo uomo accanto, con maggiore ragione doveva

starci adesso. Si voltò verso di lui guardandolo in faccia più a lungo.

Aveva un pizzo curatissimo. Lo vide rivolgergli uno sguardo supplicante

poi chiederle sottovoce:

- Signora, non si sposti, per favore. -

Quelle parole la inchiodarono sulla poltroncina. Il viso le scottava.

Sentì la mano dell'uomo cercare di trarle la gonna verso l'alto.

Impulsivamente si sollevò un po' per alleggerire la pressione inferiore

delle cosce sul sedile e permettere alla stoffa di scorrere più

facilmente. Sotto i giacconi adesso aveva le cosce abbondantemente

scoperte e divaricate. La mano dell'uomo insisteva ad accarezzarla con un

tocco delicatissimo. Adesso le dita dello sconosciuto erano giunte a

tastarle con più decisione le mutandine. Lo osservò ancora. Notò che i

suoi occhi avevano acquistato lo sguardo del sorriso. Sicuramente si era

accorto quanto si fosse eccitata perché era certa che i suoi umori

avessero trapassato il sottile indumento. Sentì le dita dello sconosciuto

infilarsi sotto, accarezzarle la peluria, esplorarle la parte esterna

della vulva come volesse accertarsi quanto fosse esteso il suo vello,

Sentì un dito posarsi sul clitoride e quando lo sconosciuto iniziò a titillarglielo, si sentì

struggere dal languore. Chiuse gli occhi, strinse i denti per non gemere

alla sferzata di piacere che stava per avvolgerla, si aggrappo forte con le mani ai braccioli delle poltroncina e  poi la petit mort le conquistò la fica, tutta la fica, dal clitoride all'utero. Un orgasmo,come mai aveva provato prima, le mozzò il respiro e tutto in lei si trasformò nel fantomatico punto G. L'orgasmo seguitava, come non avesse voluto darle tregua, si attenuò, poi riesplose, quindi avvertì un altro orgasmo, questa volta più somigliate a una scarica elettrica che a un piacere armonioso.

Probabilmente dipese dalla situazione di pericolo e di trasgressione ma addirittura fu costretta a fermare la mano dello sconosciuto per concedere tregua a una mente che non poteva più sopportare quella sorta di

elettroshock vaginale, ma era riuscita a trattenere quei gemiti che avrebbero sicuramente attratto l'attenzione degli spettatori. Sentì l'uomo ritrarre il braccio e ricomporsi. Trasse la gonna verso ginocchia, poi

rimase in uno stato di rapimento per qualche minuto.

Nemmeno le sembrava vero ciò che aveva vissuto ma lo sconosciuto la riportò alla realtà.

La mano dell'uomo cerco la sua e cominciò a trarla verso di lui. Milena capì che voleva essere ricambiato. Lo sconosciuto non la stava forzando,

si limitava a condurla con leggerezza. Si lasciò trasportare. Sentì che le

toccava l'anulare sinistro, poi tastarle l'anello come volesse capire se

portasse una fedina o la vera matrimoniale. Subito dopo sentì che le

mormorava:

- Signora, lei è sposata. -

- Sì - rispose Milena con un tono di voce tremolante per il turbamento. Ma

era proprio il rimescolamento di sensazioni provocatele da quella domanda,che le rammentava quanto fosse puttana una donna sposata che si comportava  tanto oscenamente con uno sconosciuto, che la portava a un eccitamento parossistico.

- Mio marito è uscito per verificare se avesse chiuso la macchina. –

Subito dopo si domandò perche gli avesse risposto con quella  frase. Forse perché inconsciamente la faceva sentire ancora più troia? Sì, forse era così. Forse voleva sentirsi una maiala. -

- Ho sentito che glielo diceva, Signora - le rispose lo sconosciuto e ho sentito pure che diceva di avere posteggiato piuttosto distante da qui. -

- Sì ... -

- Quindi avremo un po' di tempo da dedicare a noi? Almeno un quarto d'ora?

 

-Forse di più - rispose lei.

- Allora, mia bellissima signora, me lo prenda in mano.

I nostri soprabiti sono un buon riparo e il fatto che lei sia sposata mi rende ancora più

conturbante ciò che facciamo. -

Milena aveva una gran voglia di cedere. La mano dell'uomo aumentava la

trazione mentre la sua resistenza diminuiva. Infine gli disse:

- Signore, mi promette che subito dopo se ne andrà? -

- Parola d'onore, Signora. -

Milena, docilmente, lasciò che lo sconosciuto terminasse di accompagnarle

la mano sotto il giaccone all'altezza del pube. Tastò il rigonfiamento che

premeva contro un morbido tessuto a coste che giudicò velluto. Sotto

premeva un gran bozzo. Armeggiò sulla cerniera, trasse in basso lo zip e

si rese conto che l'uomo non indossava intimo perché si ritrovò il suo

cazzo in mano senza la necessità di scostare nulla. Respirò profondamente

e strinse l'asta. Era un cazzo di dimensioni  leggermente maggiori rispetto a quello di

Maurizio, ma aveva una forma singolare: era arcuato verso l'alto come per una sorta di deformazione anatomica che la fece pensare alla curvatura delle banane e

aveva il glande più grosso dell'asta. Lo scappellò completamente e fece

scorrere la mano verso il basso. Si accorse che l'uomo si radeva perché

non sentì peluria, né sul pube né sullo scroto. Scoprì pure che i suoi

testicoli più grossi rispetto a quelli di Maurizio. Incominciò a

masturbarlo senza pensare che se lo avesse fatto eiaculare si sarebbe

sporcata la fodera del giaccone.Si lascio’ trasportare da quella situazione “zozza” ma che le dava una enorme eccitazione non solo fisica ma ancge mentale.  Adeguò il movimento della mano alla curvatura del grosso pene e cominciò una volta impugnatolo ad menarlo meglio che poteva. L'eccitazione che provava era tale da superare il timore di masturbare uno sconosciuto all'interno di una sala cinematografica. Quant'era caldo e duro e morbido, quel grosso bastone di carne pulsante! Seguito a masturbare l'uomo con la sensazione che lostomaco le fosse divenuto liquido, talmente se lo sentiva pervaso dal languore. Vide lo sconosciuto serrare le mascelle e socchiudere gli occhi.

Il grosso cazzo le pulsava tra le dita. Capì l'uomo era prossimo all'eiaculazione e sicuramente i momenti che stava vivendo erano talmente unici che preferiva sporcarsi la fodera del giaccone che interromperla nel

momento che precedeva l'orizzonte degli eventi. Di lì a qualche istante avrebbe avvertito lo sperma caldo e vischioso colarle sul dorso della mano. Le giunse un mugolio malamente represso. Aumentò il movimento della mano strofinandogli il pollice sul frenulo, ma se la sent' bloccare. Udìl'uomo mormorarle:

- Signora, si chini a baciarmelo. -

A Milena un brivido corse lungo la schiena. Adesso quello “sconosciuto”le stava chiedendo troppo.

- Signora, la prego, si chini a darle almeno un piccolo bacio. Si tratta

di un attimo. Sono pulito! Desidero soltanto che le sue belle labbra si

posino sul mio glande. Dietro non abbiamo nessuno che potrebbe scorgerla

chinarsi tra le poltroncine.

Vedendola voltarsi per accertarsi che veramente non ci fossero spettatori alle loro spalle, si accese in lui la

speranza che davvero si chinasse.

Molte volte, Milena, aveva fantasticato di fare un pompino a un uomo che non fosse suo marito. S'immagino quel grosso e strano cazzo tra le labbra.

Pensieri che le diedero la certezza della sua vera natura: carnale,lussuriosa e lasciva. Quell'evento inatteso stava mutando in realtà le sue immaginazioni erotiche e in un luogo in cui mai avrebbe immaginato

accadesse, ma esitava ad abbassarsi.

L'uomo intuendo quanto lei desiderasse farlo ma vedendola esitante, scostò il giaccone per farle intravedere il cazzone ben in tiro. Così sperava di vincere gli ultimi barlumi d'indecisione che la frenavano. La vide chinarsi un po'verso di lui ma rimanere ancora indecisa. Pensò che metterle la mano sulla nuca e spingerla in avanti potesse incoraggiarla ma anche generare l'effetto inverso. Azzardò la mossa. Le pose la mano destra dietro la nuca e impresse una pressione su essa. Avvertì la muscolatura del collo della signora irrigidirsi. Allentò la pressione.

 - Solo un piccolo bacio sulla cappella la prego. - le ripeté.

- Lo so che ha voglia di farlo. Vinca il timore.Non abbiamo molto tempo. –

Vedendo che lei non si decideva le tolse la mano dalla nuca, sperando che la signora ricominciasse almeno a

masturbarlo. Si era appena ritratto quando la vide abbassarsi.

Milena si chinò sul cazzo dello sconosciuto. Adesso lo aveva a pochi

centimetri dalla bocca. Le giunse il suo l'odore poggiò il capo sulla pancia de suo amante e le labbra sulla maestosa cappella. Avvertì la mano dell'uomo posarsi sul suo capo, ma senza premere per spingerla a prenderglielo in bocca, come se con quel gesto volesse far decidere a lei se eseguirlo. L'odore che avvertiva provenire dal quel cazzo era

irresistibile. Dischiuse le labbra. Il grosso glande le riempì la bocca.

Afferrò la base del cazzo con una mano e cominciò a succhiare, leccare e

poi tornare a ciucciare. Dimentica di dove fosse, la sua lingua giunse a

leccargli i testicoli glabri. Ne prese in bocca uno, poi l'altro, quindi

fece scorrere la lingua su tutta la lunghezza dell'asta e tornò a

succhiare glande e frenulo. Gli giunse la voce mormorata dell'uomo:

-        Sto per godere Signora!-

avvisava che stava per eiaculare ma lei seguitò a succhiargli il cazzo, incurante delle sue parola ancora con piu' foga di prima.

affondandoselo in bocca fino a fargli oltrepassare l'ugola, e adeguando

essa alla sua curvatura. Si sentiva vacca fin dentro l'animo e questa

sensazione era motivo di goduria mentale. Era bagnatissima quella situazione nnel buio di un cinema , con uno sconosciuto, col rischio di essere “beccata” la mandava fuori di testa ; si sentiva zoccola e capì quanto fosse la mente a

dominare il sesso. I genitali erano soltanto dei terminali.

- Signora, lei è brava, bravissima! Sto per venire, si rialzi e continui

con la mano –

la avvisò, ma lei seguitava a succhiarglielo. Mai si sarebbe

immaginato che dopo le esitazioni, lei non solo glielo avesse preso in

bocca ma gli facesse intendere che voleva farsi eiaculare tutto in bocca

addirittura. Oltre la stellare goduria, avrebbe persino evitato di

sporcarsi gli abiti.

 Poi, come un treno in corsa, sentì l'impulso dell'orgasmo

montargli dentro come l'onda di uno tsunami. Cercò di ritardare

l'eiaculazione stringendo la muscolatura sfinterica, poi un istante prima

di zampillare, coprì la signora con il giaccone e si fece inghiottire dal

buco nero dell'estasi orgasmica.

Milena avvertì il cazzo dell'uomo irrigidirsi nella durezza che precedeva

l'eiaculazione, poi il primo fiotto, seguito da un secondo, quindi da un

terzo seguito da un quarto e altri più deboli spruzzi. Adesso

si sentiva la bocca piena di sperma, era in un cinema buoio col la sborra di un perfetto sconosciuto che le riempiva la bocca ; continuo’ un lento movimento col collo fino a far uscire tutto il seme che aveva ancora dentro il suo amante, che le disse

-        Bravissima Signora puliscilo per bene con la lingua.

 

inghiottì in una sola sorsata. Gli spremette l'uretra per raccogliere le

ultime gocce come faceva con suo marito.

mentre le teneva ancora la testa sul cazzo ogni tanto l'uomo apostrofava la Signora:

  • mamma mia che bello, che zoccola , fantastico

  • e emetteva suoni di goduria per la pulizia che stava ricevendo -Quando lo sconosciuto le tolse di

  • dosso il giaccone che la copriva, si accorse di essere sudata e di

respirare con affanno, ma si sentiva appagata, completata, come se al

mosaico erotico di quella indimenticabile serata, avesse messo l'ultimo

tassello, facendosi sborrare in bocca da un uomo che sarebbe rimasto

sconosciuto. Si sentì felicemente oscena.

Vide l'uomo rimettersi il cazzo semieretto nei pantaloni, poi poggiare la

schiena sulla spalliera della poltroncina, gli occhi socchiusi, il volto

finalmente rilassato, rivolto verso il soffitto, incredulo per quel che

era accaduto. Poi, come aveva promesso, si alzò e se ne andò ripetendogli

il suo indirizzo mail.

Le carezzò la testa dicendole che era fantastica.

 

Milena attese che tornassee Maurizio. Si erano da poco spente le luci per

l'inizio di dell'ultimo spettacolo serale, quando lo vide giungere cira 5 min dopo. Sperò

che il suo volto avesse perduto almeno il rossore quando sarebbero usciti.

Si sforzò di farle un sorriso spontaneo. - Amore, l'ultimo spettacolo è

iniziato da cinque minuti. Era chiusa l'auto? -

- No ma ho controllato: i documenti ci sono tutti. -