Il mio primo tradimento

Io e Luca siamo sposati da 10 anni, ci simo conosciuti al liceo , abbiamo due bellissimi bambini, una coppia di gemelli di 8 anni; ultimamente le cose tra noi non vanno benissimo, dipende, probabilmente, che lui ha dovuto cambiare lavoro perché la sua azienda si è trasferita all’estero e, anche se a parità di stipendio il suo impegno è maggiore, sia come orario che come responsabilità. Io devo sopportare tutto il carico della casa e dei figli praticamente da sola e, ultimamente, mi sento sempre stanca, non dormo bene, sono irritabile e distratta. Il mio medico mi ha visitato e fatto alcuni test, la diagnosi, all’inizio, mi ha spaventata : Nevrastenia, poi, però, mi ha spiegato che si tratta di esaurimento nervoso perfettamente curabile anche se un po’ lungo da risolvere che necessiterebbe anche, oltre ai medicinali ed alcuni accorgimenti, di visite periodiche con uno psicologo.
Quando ne parlo a Luca decidiamo di tornare insieme dal dottore per informarci meglio e decidere come comportarci, soprattutto io.
Arrivate le ferie lui vorrebbe andassimo in Puglia dai suoi ma io non sono in grado di sopportare le frecciatine di mia suocera e le continue intromissioni nella gestione dei figli, però, decidiamo insieme che lui e i bimbi andranno dai suoi genitori ed io passerò le tre settimane della loro assenza nella nostra roulotte parcheggiata in camping in Liguria, nonostante tutto lui e i bimbi mi mancheranno ma, concordiamo sia la soluzione migliore che, speriamo porterà anche ad un miglioramento delle mie condizioni senza altri impegni, per me, che occuparmi di me stessa.
Prima di partire per la puglia mi portano al campeggio, la roulotte è in ordine, è comoda e ha anche la veranda; il camping è già abbastanza pieno, i responsabili mi attivano le utenze, la spesa l’ho fatta a Milano così non devo impazzire, beh parola strana detta da me in questa situazione.
Luca mi chiama tutti i giorni e mi fa salutare i bambini, io passo il tempo prendendo il sole, leggendo e andando nella piscina del complesso, il quarto giorno un grosso temporale con grandine mi scardina la veranda, vado al centro servizi e il factotum dice che verrà subito a vederla.
Arriva dopo una mezz’ora con un ragazzo che mi presenta ed è il suo aiutante nuovo di quest’anno, un ragazzo di colore però italiano d’adozione, vedono il danno e mi dicono che al pomeriggio verranno a ripararmela, questi sono servizi che paghiamo a parte.
Il ragazzo che si chiama Amadou è del Burkina faso adottato da una famiglia italiana quando aveva 5 anni, fa l’università a Genova e, d’estate si arrangia con qualche lavoretto, dopo due ore di lavoro e tanto sudore finisce, gli offro una limonata fresca, si ferma una decina di minuti mentre la beve, non è molto più giovane di me e non è uno che parla molto.
Mi ha fatto bene parlare con qualcuno, gli dico che la sera vorrei fare una bistecca alla griglia ma non ho mai usato il barbecue, normalmente ci pensa mio marito , si offre di insegnarmelo allora lo invito, se mai fosse mussulmano e, non lo so, gli dico che sono bistecche di manzo, si rimette la maglietta e mi dice che va a fare una doccia e a cambiarsi e poi arriva.
Metto a marinare la carne poi faccio una doccia anch’io ma nella mia roulotte, non vado in quelle del campeggio che pure sono comodissime e pulite, non mi rimetto un nuovo costume ma solo un prendisole, fa troppo caldo per la biancheria, per fortuna la sera rinfresca, siamo sulle alture sopra Rapallo, arriva in pantaloncini, come quasi tutti gli uomini qui in campeggio in questo periodo ed una canottiera, avevo già notato che aveva un bel fisico, gli chiedo se fa sport e mi dice che pratica nuoto ma non in modo agonistico, poi si mette a preparare la griglia.
Griglia pronta, gli porto la carne e vado a preparare un insalata mista, poi apparecchio sotto la veranda, gli chiedo se beve vino e mi risponde di si, non è mussulmano, mi chiarisce dopo, è cattolico anche se non osservante, come me.
Mangiamo, beviamo , mi racconta storielle divertenti sull’università, non ridevo da tanto, il vino ha sciolto tutti e due, gli racconto cose anche private che, normalmente, non direi, parlo dei miei bambini, del parto cesareo e del fatto che ho approfittato per farmi legare le tube perché non potevo prendere la pillola e non volevo altri figli, lui mi disse
- È un peccato, sei giovane e bella, perché una decisione del genere?
- Allora ero decisa e lo sono ancora adesso
La cosa chiude il discorso con un po’ di imbarazzo
- E qui in campeggio dove vivi?
- In una roulotte, non grande e bella come la tua ma per me va bene
- Vuoi vedere la mia all’interno?
- Volentieri
Entriamo richiudendo la zanzariera dietro di noi
- Wow, hai anche la lavatrice
- E la lavastoviglie
- Quanto è lunga?
- Più di 8 metri escluso il timone
- Bella, molto bella
Vede il bagno, i letti a castello dei bimbi e la nostra camera, lo spazio è quello che è e ci strisciamo contro passando dalla porta, lui è più alto di me, siamo di fronte, si china e mi stampa un bacio sulla bocca, del tutto inaspettato, si ritira quasi subito
- Scusa, scusami ho agito d’istinto
Lui fa per girarsi, gli prendo la faccia con due mani, mi sollevo sulle punte e, stavolta, lo bacio io, ha labbra morbide e carnose e un buon odore; quando ci stacchiamo, un leggero imbarazzo, mi siedo sul letto, lui in piedi di fronte a me, gli metto una mano sull’evidente rigonfio dei pantaloncini e lui mi lascia fare, anche quando li prendo per l’elastico e glieli abbasso con tutti i boxer, ora, io non ho decisamente molta esperienza ma non ne ho mai visto uno così, in condizione di semi relax sarà una ventina di centimetri e, almeno 5 di diametro.
Comincio ad accarezzarlo delicatamente con tutte e due le mani, noto immediatamente una prima reazione, lui, intanto si sfila la canottiera e, prendendolo per le sottili spalline, mi fa passare il prendisole sopra la testa e poi si china a darmi un bacio mentre io continuo ad accarezzare il suo membro color cioccolato.
Le sue mani scendono a titillarmi i capezzoli che stanno diventando duri e gonfi, io comincio, invece a succhiargli il glande continuandp ad accarezzargli l’asta che cresce ed si indurisce sotto le mie cure, lo mangerei, gli mordicchio il prepuzio e, sostenendolo con una mano, comincio anche a succhiargli lo scroto.
Ora la sua asta è insalivata e pronta ad entrare nel mio corpo che non aspetta altro, mi lascio andare all’indietro sul letto alzando le ginocchia e tenendo le mie gambe allargate preparandomi ad accoglierlo, forse mi farà male ma, non importa, lo voglio, la mia figa grondante di umori apre le sue grandi labbra al primo contatto e poi sembra risucchiarlo all’interno, lo sento allargarla, con gentilezza dandogli il tempo di abituarsi all’ospite, finalmente quel palo di carne calda e pulsante è dentro di me, si muove lentamente ma profondamente. la punta sfiora il mio utero provocandomi brividi di leggero dolore e piacere, il mio primo orgasmo ne facilita ulteriormente lo scorrimento che ora è ad un ritmo più sostenuto, continua imperterrito senza lesinarmi, contemporaneamente i suoi baci sulla bocca, sul collo e mi stuzzica l’orecchio con la punta della lingua, poi il suo movimento accellera, il mio corpo comincia a vibrare, e i nostri orgasmi si mischiano mentre le nostre lingue si intrecciano nella mia bocca.
Lo stringo a me, non voglio lasciarlo andare e continuiamo a baciarci ed accarezzarci, poi mi alzo, giusto il tempo di chiudere a chiave la porta della roulotte e recuperare 2 calici di vino e torno sul letto.
Sono le due del mattino quando mi sveglio sentendo il suo corpo muoversi dietro di me, contro la mia schiena, si è svegliato anche lui dopo che ci siamo amati ancora una volta addormentandoci poi insieme sento la sua asta ancora vogliosa strisciare nel solco delle mie natiche, mi piace molto quel movimento che, quando sono con Luca prelude all’inserimento del suo cazzo nel mio culetto, però Amadou è un po’ diverso da mio marito e mi allungo per prendere dal comodino la boccetta del lubrificante, lui capisce al volo e sembra comprenderlo anche il suo cazzo perché mi sembra sentirlo vibrare, appoggio la testa al cuscino e mi sollevo sulle ginocchia alzando il sedere, quasi indicandogli cosa voglio che faccia.
Mentre quel bastone mi allarga il buco del culetto mi contorco come un serpente per agevolarne l’ingresso, è doloroso ma lui fa con pazienza e lentamente, un altro orgasmo esplode quando comincia a muoversi, come è possibile provare quel piacere che non ho mai provato prima, non con Luca, non con nessun altro prima di lui.
Le sue mani forti allargano le mie natiche, massaggiano la mia schiena mentre continua a incularmi provocandomi spasimi di piacere ad ogni affondo, poi il suo sperma caldo e denso mi inonda l’intestino colando anche fuori dal mio buchino insieme ad un altro mio orgasmo, starei così con lui dentro di me per tutta la vita.
Al mattino avrei voluti preparagli la colazione ma quando mi sveglio lui è già andato via e il mio pensiero va alla notte prima, sento già un certo umidore tra le cosce.
Ancora 18 giorni prima che Luca ed i bambini tornino a prendermi, ancora 17 notti con Amadou.
Fu un ausilio non indifferente alla mia cura contro l’esaurimento anche perché Amadou non si limitò alle notti ma anche durante il riposo pomeridiano, durante il quale non si potevano fare lavori rumorosi, mi prestava le sue attenzioni, sembrava instancabile, la notte prima che arrivasse Luca ci salutammo amandoci praticamente tutto il tempo con le uniche interruzioni per riprenderci e chiudere gli occhi per qualche minuto.
A mezzogiorno riabbracciai i miei figli e Luca che mi disse di trovarmi molto più rilassata oltre che abbronzata, vero, mi sentivo molto meglio ma gli dissi che anche durante l’anno avrei avuto bisogno di brevi periodi di riposo ed il camping era il posto giusto, del resto Amadou mi aveva dato il suo numero.
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