La puttana del pub

avevo 35 anni, ero rimasta vedova da un anno, con mio marito gestivamo un locale, un pub in zona navigli, abbiamo deciso di ristrutturarlo un anno prima che Simone morisse in un incidente d’auto causato da un colpo di sonno, purtroppo, il suo.
I nostri risparmi se ne sono andati per risarcire i proprietari degli altri 2 veicoli coinvolti che, per fortuna non si sono fatti quasi nulla, ma le auto, soprattutto la prima delle due sono andate quasi distrutte e una delle due era una Mercedes quasi nuova che costava più di 100.000 euro, la nostra assicurazione non ha pagato semplicemente perché io mi sono dimenticata di pagarla entro la scadenza, quindi tutto quello che è successo è colpa mia.
I soldi che avremmo dovuto usare per pagare il rifacimento del locale, quindi, se ne sono andati tra il funerale ed i risarcimenti, a malapena ho i soldi per l’affitto e gli stipendi delle due ragazze che, adesso, lavorano per me, quando sono andata in banca dove abbiamo il conto per chiedere un prestito mi hanno detto che non avevo le garanzie sufficienti, del resto i muri del locale e il piccolo appartamento dove vivevo non sono miei, dove vivevo perchè, adesso, per risparmiare mi sono trasferita direttamente nel locale sistemando una stanza che usavamo come deposito, 40 metri quadrati di solitudine e, da qualche tempo, di disperazione.
Lo studio che si è occupato dei lavori è stato paziente finchè ha potuto però, alla fine ha iniziato a pressarmi per il pagamento. Il locale funziona, per fortuna ma per riuscire a pagare dovrei metterci almeno 5/6 anni e non sono disposti ad aspettare o a dilazionarmi il pagamento neppure con la mia offerta di pagare degli interessi sul debito.
Ho passato giorni ad interpellare banche e finanziarie con esito negativo e, alla fine il vicedirettore della mia banca mi ha dato il nome di una finanziaria che potrebbe aiutarmi e li ho chiamati, ci siamo visti al locale, sono venuti due funzionari, ho compilato un questionario, hanno esaminato le ultime dichiarazioni dei redditi, gli incassi dell’ultimo anno e, dopo tre giorni mi hanno chiamato per dirmi che erano disposti a finanziarmi per l’80% della cifra che avevo richiesto con restituzione del prestito in 5 anni, gli interessi sono un po’ più alti di quelli della banca ma, dopo aver fatto un po’ di conti ed aver sentito lo studio che vantava il credito che, se avessi pagato subito avrebbe accettato una riduzione del debito, grazie all’intervento del mio commercialista, ho accettato il contratto.
Poi è arrivato il COVID, pagavo regolarmente il prestito da un anno quando è successo, ho dovuto chiudere e lasciare a casa le ragazze, discutere con il padrone di casa che, per fortuna ha capito la situazione e, visto che siamo sempre stai puntuali, anche nell’accettare gli aumenti dell’affitto, ha accettato di aspettarmi, non prima, però di aver ottenuto quello che voleva da me, che ero disposta a tutto.
Discutemmo al telefono per due giorni e poi si presentò al locale, non l’aveva più visto dopo i lavori e mi fece i compimenti per lo stile vintage degli arredi e dei complementi, da fuori non di vedeva l’interno, in effetti era una delle caratteristiche del nostro locale che aveva riscosso anche l’approvazione dei tanti clienti.
Lui ha una sessantina d’anni, decisamente sovrappeso e antipatico, almeno a me, un naso aquilino che spunta da una barbetta grigia, occhi distanti e piccoli, alto poco più di me che sono un metro e sessanta; io brunetta, con i capelli corti e ricci ormai costretta alla tinta, ho appena compito 38 anni sono magra ma tonica, Simone diceva che avevo un viso d’angelo ed un corpo da diavolo, merito della mamma e del suo DNA.
Tornando al sig. Galimberti si guardava in giro toccando anche gli arredi e gli oggetti esposti, gli offrii un caffè ma volle solo dell’acqua, dopo di che ci sedemmo in uno dei salottini con un divano Chesterfield ed una poltrona in pelle dello stesso stile per riparlare dell’affitto,
- Allora Marina, posso chiamarla Marina?
- Si, certo
- Dunque Marina io non so quanto tempo andrà avanti questa storia, so solo che il giorno 5 di ogni mese non riceverò il solito bonifico dell’affitto e, quindi, cosa dobbiamo fare?
- Sig, Galimberti, lei si rende conto della situazione, non posso riaprire e se non riapro non lavoro e non guadagno, oltretutto viviamo una totale situazione d’incertezza aspettando gli annunci del Governo che vengono fatti la sera alla televisione.
- Quindi le ripeto la domanda cosa facciamo?
- Quando riapriremo le pagherò degli interessi per tutto il tempo della chiusura e accetterò un lieve aumento dell’affitto alla riapertura
Lui ci pensò un po’ borbottando tra se e guardandosi intorno, poi tornò a guardarmi e disse
- Potrei accettare ma li interessi li voglio durante il periodo di chiusura
- Ma come faccio a calcolarli se non ne conosco la durata?
- Li calcolo io
Mi rispose poi, rimanendo seduto di fronte a me tirò giù la cerniera dei pantaloni e ne estrasse il cazzo dicendo
- E oggi è il 5 del mese
Rimasi interdetta, non mi aspettavo una mossa del genere, mi aspettavo urla e minacce ma non quello, inoltre io, dalla morte di Simone non avevo più avuto alcun tipo di rapporto con nessuno, solo, a volte, di notte nel mio letto mi masturbavo pensando a lui e alle sue mani forti che mi stringevano mentre facevamo l'amore.
- Forza Marina, questa è la soluzione, non le devo certo dire io cosa fare no?
No, non me lo deve dire, mi inginocchio davanti alla sua poltrona e gli prendo il cazzo con tutte e due le mani, per essere un sessantenne è decisamente dotato, mentre lo faccio finisce di slacciarsi i pantaloni e li cala fino a terra, comincio a succhiargli il glande come se stessi assaporando una fragola, con una mano vado su e giù mentre con l’altra gli soppeso lo scroto, con delicatezza gli passo la lingua sul filetto e poi, con il pollice della mano lo massaggio con movimenti rotatori mentre continuo il mio lavoro di lingua sul suo glande, poi con la mano lo stringo un po’ in modo da allargare il buchino in cima dove infilo la punta della lingua, adesso è durissimo
- Adesso basta, spogliati
È passato al tu in un momento, lascio cadere il vestitino leggero xon le spalline che indosso, lui si alza e mi artiglia i seni baciandomi i capezzoli, poi mi fa girare e appoggiare la pancia ad un bracciolo del divano, mi strappa il perizoma e mi infila due dita nella figa bagnata
- Ne avevi voglia anche tu vero?
Poi appoggia la punta del suo attrezzo alla mia fessurina e mi penetra con un unico movimento fluido, mi scappa un sospiro
- Si che ti piace
I suoi colpi sono lenti ma lunghi e profondi, le sua mani sulla mia schiena, poi sento un dito penetrarmi nel culetto e iniziare a muoversi, sto godendo come non vorrei accadesse ma non posso farci niente.
Il suo movimento si fa più rapido, quasi frenetico poi rallenta di colpo con due o tre spinte più profonde, sento il suo sperma caldo inondare la mia vagina, pi esce da me e si siede sul divano, mi prende per i capelli e, lasciandomi nella stessa posizione di prima
- E adesso puliscilo
Intanto con una mano mi stringe un capezzolo fino a farm male strizzandolo, poi si alza, si riallaccia i pantaloni e dopo avermi dato una sberla sul sedere
- Lo sapevo che eri brava, ma adesso devo andare, ci vediamo il mese prossimo e troverò anche il tempo per spaccarti quel culetto
Ed esce lasciandomi così, mi tiro su a fatica e raccolgo il mio vestitino ed il perizoma ormai da buttare da terra e vado in bagno a lavarmi.
Quando esco controllo che la porta del locale sia chiusa a chiave e mi verso una vodka ghiacciata che poi diventano tre.
Ho ricevuto già due raccomandate dalla finanziaria, li ho chiamati dopo la seconda spiegandogli la situazione e dicendogli di aver fatto richiesta di supporto economico dallo Stato tramite il mio commercialista e che, però, non ne conosco ancora i tempi, rimaniamo d’accordo di risentirci.
Dopo 4 giorni mi chiamano per chiedermi delle novità ma non ne ho, poi iniziano le minacce, se non pago i miei assegni, dati in garanzia, vanno in banca e dovrò dichiarare fallimento con quello che ne consegue, li prego, li scongiuro di aspettare ancora un po’, per unica risposta mi riattaccano il telefono.
Tornando nella mia cameretta tiro fuori dall’armadio il portagioie e vado in un compro oro, a parte le fedi vendo tutto il resto. Abbastanza per coprire le rate dei successivi tre mesi.
Passato il periodo e ricevute altra tre visite del sig Galimberti che ha fatto quello che mi aveva promesso sono di nuovo da capo, però non ho più nulla da vendere e dal mio commercialista nessuna novità circa i risarcimenti, chissà quanti sono nella mia stessa situazione.
La finanziaria torna alla carica, questa volta non per raccomandata, direttamente con un funzionario che viene al pub
- Allora signora, abbiamo visto che è riuscita ad onorare le ultime tre scadenze, adesso come va?
- Adesso sono nella situazione di prima purtroppo
- Noi, capirà, non possiamo più perdere tempo e denaro con persone come lei che non onorano i propri debiti
- Vi chiedo solo un po’ di pazienza, risolverò questa situazione, sto aspettando anche il risarcimento dallo Stato
- Se per darci inostri soldi aspetto quello siamo freschi
Poi mi lancia uno sguardo, ero a piedi nudi con indosso solo un paio di short corti, molto corti ed una canotta di cotone che faceva vedere il gonfio dei miei capezzoli
- Lei è una bella donna, vedrà che troverà il modo
E se ne andò Non ebbi notizie per una settimana, poi un pomeriggio mentre passavo la scopa sotto il dehor estivo desolatamente vuoto arrivarono due uomini, non erano eleganti come i soliti funzionari della finanziaria, jeans, stivaletti e polo
- È lei Marina?
- Si sono io
- Siamo della finanziaria
Mah, comunque andai dentro al pub e gli feci cenno di seguirmi, appena entrati, però, uno dei due chiuse la porta alle sue spalle con la chiave che era inserita nella serratura ed io, voltandomi per il rumore
- Ma cosa ……..
- Siamo qui per il pagamento della mensilità
- In questo momento non posso pagare, purtroppo
- Già già, purtroppo
Dice quello più vicino a me e mi prende il viso con una mano sotto il mento e mi spinge poi contro uno dei divanetti, mi riprendo sedendomi
- Sentite, non è il caso…….
- Di fare cosa? – aveva ragione Claudio, è una bella figa, potrebbe fare la puttana per ripagare il debito
E poi chinandosi verso di me e riprendendomi sempre il mento tra le dita di una mano e stringendolo
- Tu che ne dici, potresti fare la puttana?
E mi spinse all’indietro, il compare allora
- Potremmo farle un provino, che dici?
- Perché no?
Dicendo così si chinò per mettermi una mano nella scollatura del vestito e mi tirò in piedi, era molto forte, poi, stavolta con tutte e due le mani lo stracciò, sotto avevo solo il perizoma, feci per urlare ma, lasciandomi andare mi diede una sberla ributtandomi sul divano e l’atro
- Non urlare troia, metti in bocca questo
Si era abbassato a zip e tirato fuori l’uccello me lo ficcò in bocca tenendocelo con una mano e con l’altra prendendomi per i capelli, il socio intanto si stava spogliando e poi si mise a sedere al mio fianco prendendomi per un polso e portandomi ad impugnare il suo cazzo strizzandomi, contemporaneamente, il seno e strappandomi poi il perizoma, dopo un po’ mi fecero ruotare sul divano e, mentre quello continuava a scoparmi in bocca l’altro mi allargò le gambe e mi penetrò con violenza facendomi sobbalzare e mancare il respiro già compromesso dal cazzo del socio che avevo in gola
- Hey è una bella fighetta stretta, non è niente male, e le tette poi, tutte da stropicciare con le mani
Cosa che fece, poi, purtroppo ebbi un orgasmo che mi morì in gola, pochi colpi e poi si scaricò sui miei seni, allora, finalmente riuscii a respirare perché l’altro mi tolse l’uccello dalla bocca per poi prendere il posto del collega dentro la mia figa che già mi doleva. Anche lui non fu per nulla delicato e non ci misie molto a riempirmi la vagina di sperma con un grugnito di soddisfazione.
Ero abbandonata sul divano e con una mano cercavo i pezzi del vestito per coprirmi, uno dei due era passato dietro al banco e aveva preso una bottiglia che poi vidi essere gin e ne bevve direttamente poi disse al compare
- Sai non so se potrebbe fare la puttana, le piace troppo essere scopata
Avevo le lacrime agli occhi ma non volevo dargli la soddisfazione di vedermi piangere, bevevano tutti e due, una bottiglia di quel gin mi costava 80 euro, che pensiero idiota in quel momento, tornarono vicino a me cercando di versarmene in bocca ma, più che altro, me lo versarono addosso.
- Forza in piedi, fatti vedere bene
E cominciarono a palpeggiarmi, poi uno dei due
- Chissà se anche il culo l’ha stretto come la figa?
E si inginocchiò dietro di me allargandomi le natiche ed rifilandomi il mio buchino con la punta della lingua, poi ci infilò un dito facendomi male e poi due e, quindi, tre
- Adesso proviamo,
mi ritrovai in ginocchio sul tappeto davanti al divano, la testa appoggiata ai cuscini della seduta e le gambe allargate e lo sentii entrare, eccome se lo sentii, per me non era una novità, mi era sempre piaciuto con Simone non avevamo alcuna preclusione, il sig. Galimberti, ultimamente ne aveva goduto ma loro, loro furono davvero brutali prima uno e poi l’altro e dopo avermi inondato l’intestino mi lasciarono in quella posizione sul divano, l’ultimo sgarbo, prima di andarsene fu finire di versarmi tutta la bottiglia addosso e mi fece malissimo quando un po’ di gin colò nel mio buco del culo martoriato dai loro cazzi.
Passai tre giorni chiusa in camera senza rispondere a chiunque bussasse alla mia vetrina. Furono mesi complicati, un risarcimento arrivò ma del tutto insufficiente a coprire i mei debiti, giusto i costi fissi e la mia vita, Galimberti era preciso e gli altri tornarono spesso portando anche i loro amici, erano serate dove davano fondo alle mie scorte e mi usavano a loro piacimento, poi, finalmente, tutto finì ma svuotai il locale e lo restituì a Galimberti, non gli pagai gli affitti arretrati, lo stesso feci con la finanziaria, i miei nuovi soci nel nuovo locale che aprimmo a Roma non avevano un passato molto……tranquillo ed io non avevo più nulla di intestato, ufficialmente.
Ora la mia vita è tranquilla, tanto lavoro, guadagno bene e con i miei due soci va tutto alla grande, sia il lavoro che il resto, viviamo una vita in armonia tutti e tre insieme dove il sentimento non ha la priorità rispetto al piacere, in una cosa i due compari della finanziaria avevano avuto ragione, a me piaceva……. Farlo.
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