matrimonio

Sono le 5 di mattina e sono sveglia, tra 7 ore mi sposo, ho conosciuto Marco 6 mesi fa in discoteca, colpo di fulmine? Non lo so, ma mi è piaciuto subito, alto, con i capelli nerissimi e ricci con quegli occhialini da intellettuale con la montatura rotonda che timidamente mi ha offerto da bere ed è rimasto con me a parlare per tutta la sera sulla terrazza del locale perché dentro c’era troppo rumore e che mi ha accompagnato a casa con la sua comodissima Maserati 4 porte scendendo ad aprirmi lo sportello quando siamo arrivati e ringraziandomi per la serata con un bacio sulla guancia chiedendomi di potermi rivedere. Sono innamorata? Credo di si, anzi, ne sono convinta, mamma dice che sono matta, ma siamo matti in due, perché mi ha chiesto di sposarlo dopo un mese e mi ha presentato ai suoi come, testuali parole : La donna della mia vita che mi renderà felice. Lo spero, voglio farlo, ci riuscirò.
Mamma e l’estetista arrivano alle 8, la parrucchiera alle 10, sul manichino nella camera dell’hotel il mio abito da sposa, sarà una sorpresa, per lui chiaramente, per mia suocera senz’altro, quando mi ha accompagnato a sceglierlo ne ha scelto lei uno diverso che però non mi piaceva ed il giorno dopo sono andata da sola a cambiarlo, ne ho preso uno più adatto a me, alla mia età, al mio gusto, forse un po’ troppo scollato dice la mamma, ma a me piace, ecco sono pronta, mi tremano le gambe, riuscirò ad andare fino in fondo?
Andiamo in chiesa con la macchina di mamma, all’ingresso della chiesa mi aspetta il patrigno di Marco, mi accompagnerà lui all’altare, come mi sembra lungo quel breve percorso fino all’altare, mamma sta già piangendo, mia suocera sembra voglia fulminarmi con lo sguardo, ma non ci faccio caso, vedo solo Marco che mi aspetta spostando il peso del corpo da un piede all’altro, è nervoso anche lui.
Chiesa archiviata, rinfresco anche, non vedo l’ora di arrivare a Parigi in albergo, sono 6 mesi che non faccio sesso, Marco ha detto che voleva aspettare il matrimonio. Io ho ceduto ma non sono per niente contenta, stanotte, finalmente staremo insieme.
Ora mi chiedo come sia possibile che un uomo di trent’anni, la prima notte di nozze, con una come me che fa le fusa come una gattina sbrighi la faccenda in 10 minuti e dopo si giri dall’altra parte e si metta a dormire? Penso sia stanco e stressato, spero nel giorno dopo, però idem, sarà una lunga settimana, poi passa un sacco di tempo al telefono per lavoro, comincio a pensare che si sia trattato di uno sbaglio, passa più tempo a parlare con la mamma al telefono che a parlare con me, per non parlare del sesso, argomento che non riesco neppure ad affrontare con lui. Per il resto si comporta come quando eravamo fidanzati, sempre gentile, qualche bacetto, andiamo in giro per Parigi, sembra una guida turistica, mamma dice di avere pazienza che quando torneremo a casa si sistemerà tutto.
Invece a casa altri problemi, il primo è l’appartamento, intanto è nello stesso condominio di quello di mia suocera, lei al primo piano e noi all’ultimo, poi l’ha arredato lei in accordo con Marco, anche il letto in ottone non mi piace, infine mia suocera ha le chiavi ed entra quando le pare, non le piace come mi vesto, come cucino (beh in questo non ha tutti i torti) e come gestisco la casa in generale, per non litigare con Marco, con il quale non è cambiato niente, gli ho detto che mi si è rotta la chiave nella serratura e ho dovuto cambiarla, alla sua richiesta di un mazzo di chiavi ho affrontato il discorso di sua madre, forse ha capito perché ha detto che non le avrebbe dato una copia delle chiavi, speriamo, almeno questo.
Mamma mi ha consigliato di parlare dei miei problemi con mio suocero, forse l’unico che mi comprende ed un pomeriggio lo faccio, lui mi risponde che, purtroppo, anche lui, entrato nella famiglia quando Marco era già grande, non ha mai parlato al figlioccio dell’argomento e, tantomeno, ne ha potuto parlare con la moglie che lo ha sempre zittito con un perentorio :”non è tuo figlio” però parlare con lui mi fa bene, ha un tono di voce basso e rassicurante e dei modi gentili, è un sessantenne siciliano piacente, con un po’ di pancetta, lavorava alle poste e lì ha conosciuto la madre di Marco vedova, non so se definirla religiosa o bigotta, dai suoi racconti direi, forse, più bigotta.
Mi è facile sfogarmi ed anche parlare di argomenti più…….intimi, anche lui si apre e mi racconta del suo rapporto con mia suocera che dedica la maggior parte del suo tempo al figlio ed alle opere di beneficenza della parrocchia. Mi è servito sfogarmi e lo ringrazio quando se ne va e poi prendo una decisione, farò la brava mogliettina in casa ma, fuori casa, mi divertirò facendo quello che mi piace di più, però non lo racconterò a mamma, potrebbe dissuadermi.
Abitiamo sul lago di Garda, il condominio è abbastanza in alto e dal mio terrazzo, che copre tutto il nostro appartamento ho una splendida vista del lago, approfitto della posizione elevata per passare tempo sul terrazzo a prendere il sole, il parapetto in muratura fa in modo che neanche dal basso mi possano vedere, del resto è luglio e fa molto caldo.
Sono passati due o tre giorni dall’incontro con mio suocero e mi sono appena messa in costume per andare in terrazza, se mia suocera vedesse il mio costume immagino cosa direbbe, comunque non me ne frega niente e poi, in terrazza lo toglierò, suona il campanello della porta vado ad aprire e trovo mio suocero in pantaloni corti e maglietta, mi dice che ha fatto la granita al limone e me ne ha portato un bicchiere, lo faccio accomodare e lo invito a salire in terrazza, la granita è buonissima, dice che in Sicilia hanno un modo tutto loro di prepararla, davvero rinfrescante, visto che c’è lui non tolgo il costume e mi sdraio sul lettino dicendogli che, se vuole, può togliersi la maglietta e farmi compagnia, ha un petto pelosissimo, come del resto le gambe, chiacchieriamo un po’, mi dice che la suocera è andata in gita per un paio di giorni ad Assisi con la parrocchia, allora gli dico che se vuole può cenare con noi, Marco arriverà verso le 20 e sarà pronto per le 20,30, pasta al forno, no, non l’ho preparata io, ci ha pensato la gastronomia, devo solo passarla nel microonde e, quindi, conoscendo la mia cucina si tranquillizza ed accetta.
È passata solo una mezz’ora che sentiamo delle sirene, allora vado al parapetto a vedere cosa succede, è solo un’ambulanza in strada, in un palazzo più in basso, speriamo non sia niente di grave, mentre sono così con le braccia appoggiate al muretto arriva anche Domenico, si chiama così mio suocero, e si mette al mio fianco
- Speriamo non sia niente di grave
- Si Nicole, speriamo
- Hai visto da qui che spettacolo il lago?
- Vero, bellissimo
Poi si sposta dal mio fianco , e sento che alle mie spalle dice ancora
- Però anche da qui lo spettacolo non è niente male
Giro la testa e rido
- Ah ecco, ma dai
Mi si avvicina, le mani sulle mie spalle, il suo inguine contro il mio sedere, sento la protuberanza del suo pene sul mio sedere
- Domenico
- Sei bellissima. Non mi dire che anche tu non hai voglia
- Si ma non credo ………
- Non ci vede nessuno
Le sue mani lasciano le mie spalle e scendono ai miei fianchi, cosa sto facendo? intanto le sue mani sono arrivate ai laccetti laterali dei miei slip e sciolgono i nodi , non ci vuole molto che senta il suo pene, ormai senza costrizioni, strisciare nel solco delle mie chiappe, spingo indietro il sedere e allargo leggermente le gambe, il suo membro striscia verso il basso e si insinua tra le mie cosce, la punta spinge tra le mie grandi labbra che, con le piccole si schiudono per accoglierlo, finalmente, si infila dentro la mia passerina che già gronda, è bello sentire quel paletto di carne strisciare dentro di me andando avanti e indietro, le sue mani forti sui miei fianchi ne seguono il ritmo, ogni tanto un colpo più profondo degli altri mi fa sollevare sulle punte, sarà vecchio ma ci sa fare, eccome, mentre godo esce da me spruzzandomi il suo sperma sul sedere ed appoggiando il suo petto alla mia schiena, ci stacchiamo dal parapetto e rientriamo verso i lettini senza guardarci, mi sdraio sul lettino avendo recuperato i miei slip, Domenico non dice niente e se ne va, no, così non va bene, ormai il ghiaccio è rotto, vado in bagno, faccio una doccia veloce, poi metto un prendisole, il mio necessaire e i sandalini infradito e prendo l’ascensore, arrivo alla sua porta, mi fermo un attimo indecisa ma poi suono il campanello, mi viene ad aprire in accappatoio, ha fatto anche lui la doccia, entro chiudendo la porta dietro di me, sono solo le 4 del pomeriggio, abbiamo ancora tempo ed è quello che gli dico spingendolo verso la camera da letto, lo spingo sul letto e poi tolgo il prendisole, anche lui è nudo sotto l’accappatoio, vedo il suo cazzo, che prendo in mano e che comincio a segare e a leccare mentre le sue mani, dopo un primo momento, cominciano ad accarezzarmi il seno, le dita stringono i miei capezzoli che sono già gonfi ed induriti, gli salgo sopra portando la mia figa sulla sua faccia, non se lo fa dire e comincia a leccarmi anche lui, sia la figa che il buchino posteriore dove infila anche un dito provocandomi un brivido lungo la schiena, il suo pene adesso è duro, un po’ storto e nodoso, lo voglio ancora dentro di me, stavolta lo cavalco io, mi penetro da sola con le mani sul suo petto, lo sento bene dentro di me, mentre mi muovo su di lui le sue mani stringono le mie cosce e con due dita solleticano il mio clitoride, eh si è proprio bravo, il mio orgasmo arriva prima del suo, quello che io chiamo un orgasmo a singhiozzo, mi sfilo da lui stringendogli con le mani il cazzo alla base dell’asta e lo prendo subito in bocca, voglio bere tutto quello sperma caldo e denso quando esce, non ne lascio neppure una goccia,, mi guarda con un sorriso mentre mi lecco le labbra e
- Certo che sei davvero una maialina, impossibile che Marco riesca a stare al tuo passo, ho paura che non durerà molto tra voi due.
nei mesi successivi la cosa con mio suocero continua, ogni volta che mia suocera si assenta, anche solo per un giorno, scopiamo, ma non mi basta e quindi approfitto di ogni occasione che mi capita, sia in casa che fuori, poi prendo una decisione, devo chiudere con Marco ma voglio farlo in modo eclatante e che sia lui a lasciarmi, organizzo tutto con attenzione, trovo gli attori, stabilisco il giorno, mi preparo con cura, per trovare i ragazzi che volevo frequento un bar sul lungolago per diversi giorni, ho inquadrato un gruppetto di amici che mi lanciano sempre occhiate particolarmente eloquenti e che il pomeriggio sono sempre lì sfaccendati e giocano a biliardo, apprezzano molto le mie minigonne, civetto con loro fino al giorno fissato, poi parto con il mio piano e mi avvicino al biliardo
- Non mi sembrate molto bravi a questo gioco
- Perché bionda tu sai giocare?
- Oh io si, eccome
- Uhh la signorina vuole sfidarci?
- Beh se venite da me oggi vi faccio vedere io
- Tutti e tre?
- Certo, possiamo giocare in quattro, sempre che ce la facciate
- Tu vai avanti che noi ti seguiamo
Arriviamo da me, già in ascensore ho le loro mani addosso, entriamo in casa e li porto nella mia camera, li faccio sedere sul letto e mi spoglio lentamente davanti a loro, quando rimango in intimo gli dico
- E voi rimanete così?
Sono velocissimi a togliere i vestiti e a lasciarli sul pavimento, io intanto tolgo anche la biancheria e mi sdraio sul letto, mi raggiungono subito con i loro cazzi già semi induriti, uso mani e bocca per portarli al punto giusto, poi, con le dovute precauzioni inizia la girandola, mi scopano nella passerina, nel culetto ed in bocca, non credono ancora alla loro fortuna, insomma ci divertiamo parecchio è quasi ora quando ne faccio sdraiare uno sul letto e mi ci calo sopra facendomi penetrare dal suo membro nel culetto, il suo amico, tra le mie gambe si infila nella mia farfallina ed il terzo in piedi sul materasso porge alle mie labbra il suo pene, cominciamo l’ultima sarabanda e, dopo pochi minuti sento la porta della camera aprirsi e dopo qualche secondo richiudersi sbattendo, Marco è rientrato dall’ufficio, noi però andiamo avanti senza fermarci, quando dopo mezz’ora saluto i ragazzi con un bacio in casa non c’è nessuno, Marco deve essere andato dalla mamma. Faccio una bella e lunga doccia calda, mi vesto prendo le valigie che avevo preparato al mattino e scendo in strada dove mi aspetta il taxi per portarmi a Milano da mia madre, ho lasciato in casa anche le mie chiavi, non ci voglio tornare più.
Ultimo atto, davanti al giudice, Marco arriva con la sua mamma, sentenza di separazione consensuale, mentre esco dall’aula passo a fianco alla mia ormai ex suocera che non riesce a trattenersi e tra i denti sibila “puttana”, forse una delle poche volte che le dò ragione.
Generi
Argomenti