Una domenica in libertà con mia moglie.

teorico
a month ago

Eravamo andati a fare una passeggiata domenicale con la nostra 126 acquistata a rate qualche giorno prima, avevamo voglia di isolarci da tutti, eravamo sposati da due mesi ed ogni giorno avevamo alle calcagna genitori o suoceri che cercavano di avviarci alla vita in comune. Quella domenica, contrariamente al solito che dovevamo pranzare insieme a loro, abbiamo scelto la libertà. Era metà di aprile, la primavera faceva sentire i primi tepori, quindi ci siamo vestiti approssimativamente, Laura, mia moglie era quasi nuda, così poco vestiti che prima di partire vederci così ci siamo eccitati ed abbiamo scopato, poi senza pulirci ci siamo messi in macchina e siamo partiti. La figa ribolliva di sborra, ogni tanto col dito ne prelevavo qualche goccia e la mettevo in bocca a lei ed a me, insomma l’eccitazione invece di diminuire aumentava. L’ho invitata a togliersi anche la minigonna e restare con la figa scoperta, in pratica aveva solo il reggiseno del costume, molto piccolo. Stavamo camminando su una strada neanche troppo trafficata, quindi non correvamo grandi rischi. Indossavo un paio di calzoncini leggeri senza mutande, il cazzo voleva uscire, Laura si è piegata l’ha preso in bocca. L’ho dovuta fermare per evitare di uscire fuori strada. Abbiamo attraversato tre o quattro paesi, ci stava venendo fame. Allora i supermercati non ancora avevano preso piede, esistevano, in modo particolare nei paesi, piccoli negozi di generi alimentari che praticamente vendevano di tutto. Volevamo farci un panino, siamo entrati in uno di questi, c’era il titolare, persona di circa quarant’anni che quando ha visto Laura seminuda, si è messo a nostra disposizione per tutto. Aveva una cassetta di fave fresche esposta sugli scaffali, ci ha invitato a pranzo con fave, formaggio pecorino, prosciutto e pane fresco. Ha chiuso il negozio, ci ha portati al piano di sopra, dove abitava, c’era un piccolo terrazzo con alcuni vasi con piante che facevano ombra e nascondevano alla vista delle case vicine. Insomma un gradevole fuori programma. Ci siamo seduti, io e Laura vicini, Orlando, il titolare del negozio di fronte a noi nell’altro lato del tavolo. Dimenticavo di dire che Laura non aveva rimesso lo slip del bikini quindi doveva muoversi con circospezione. Abbiamo parlato con Orlando che ci chiedeva continuamente notizie su di noi, è arrivato a chiederci come facevamo l’amore. All’inizio eravamo un pochino restii, però vedevamo il suo interesse quindi siamo scesi nel suo terreno con l’intento di eccitarlo. Abbiamo raccontato che prima di uscire avevamo fatto l’amore, che durante il viaggio assaporavamo la sborra rimasta nella figa. Orlando era cotto al punto giusto, ci ha implorato di fare l’amore davanti a lui. Abbiamo cercato di accontentarlo, ci ha portato in camera da letto, ci ha chiesto di spogliarci, figurarsi eravamo quasi nudi, mi sono disteso sul letto, Laura mi è venuta sopra, ha messo il cazzo nella sua figa. Con un occhio vedevo le mosse di Orlando, si toccava il cazzo, era ancora con maglietta e pantaloni, gli ho detto di spogliarsi, ci ha chiesto se poteva leccarci cazzo e figa mentre scopavamo, abbiamo acconsentito. Sentivamo la sua lingua che ci aumentava l’eccitazione fino a farci raggiungere l’orgasmo. Con la lingua ha raccolto tutta la sborra, poi a turno, leccava la figa di Laura e succhiava il mio cazzo. Il suo cazzo ormai durissimo, lo teneva con la mano, con un cenno d’intesa Laura l’ha invitato a mettere il cazzo nella figa. E’ durato poco, molto poco, ha riempito ancora una volta la figa di di Laura. Mi ha guardato come per chiedermi se poteva raccogliere la sua sborra, abbiamo concesso anche questo. Poi ci siamo distesi sul letto tutti insieme ed abbiamo raccontato un po' delle nostre vite, lui la sua, noi la nostra. Ci siamo trovati molto bene, Orlando ci aveva messo su un piedistallo, ci ha chiesto di ritornare tutte le volte che volevamo, quando ci siamo salutati non sapeva più cosa regalarci tra prosciutto, formaggio e tutte le fave che erano avanzate. Una bella giornata trascorsa con una persona educata che ci chiedeva il permesso anche di respirare, non ha preteso nulla, siamo stati noi ad offrirci. Durante il percorso di ritorno abbiamo deciso che sicuramente saremmo ritornati, ebbene non è più successo perché abbiamo generato altre situazioni con altri ragazzi.