La vedova

Mi chiamo Enzo e devo confidarvi una storia di quanto mi e' accaduto in questi anni.
Per parecchio tempo sono stato l'amante di Laura la moglie di un mio amico.
Laura e' una quarantacinquenne napoletana, classica milfona, un troione di prima categoria, sfasciatella, con due zinne da paura cadenti e un culone gigante. Ha la faccia da zoccola, moracchiona con due labbroni rifatti. A letto poi e' una furia, tiene "u diavulu in cuorpo" come ama ripetere lei, se non la scopi almeno mezz'ora diventa nervosa, ti insulta in dialetto (che non capisco) e vuole concludere sempre con l'essere inculata che di regola accompagna con una copiosa pisciata. Non si tratta di squirting...piscia proprio, perche' gode talmente tanto che non la riesce a trattenere.
Fatto sta che quando scendevo per lavoro in Campania, andavo a trovare il mio amico e ogni volta me la scopavo.
Confesso che senza molto ritegno me la scopavo ad ogni occasione fregandomene del mio amico, se lui non e' in casa, se scende per prendere qualcosa in garage, mentre guarda la tv. Insomma appena possibile tiro fuori l uccello e, se posso me la scopo, oppure mi faccio spompinare. Alla fine era diventata una comodita' risparmiavo sulle spese e in piu' chiavavo gratis.
Senza falsa modestia devo ammettere di essere ben fornito la sotto, ma per forza di cose devi esserlo per soddisfare sta maialona. Figuratevi che una volta, anni fa, sono andato a trovarli, la troiona aveva appena partorito, aveva addirittura quei cappucci sulle mammelle perche usciva sempre il latte e mentre il marito era intento in bagno a cambiare il pargolo dal pannolino, Laura mi si e' avvicinata in cucina dicendomi "tira fuori u pesce che tengo voglia". Chiaramente non me lo sono fatto ripetere due volte e ho tirato fuori il mio cazzone e glielo ho messo in bocca. Ciucciava come una forsennata, una idrovora, mentre sentivo il marito nell altra stanza che parlava col figlio "amore di papa', adesso facciamo il bagnetto". Potete capire l eccitazione mista alla paura che mi faceva tremare le gambe, quindi per venire prima l'ho presa per la testa e ho cominciato a scoparle la bocca come fosse la fica, il cazzone le arrivava giu' in gola, ma lei niente era un fuoco.
Alla fine gli ho sborrato tutto in gola e lei ha deglutito tutte quelle proteine, si e' pulita col bavagliolo del figlio e ha continuato le faccende.
Insomma ero un uomo fortunato.
Al mio amico volevo bene davvero ma un puttanone come quello non lo si poteva lasciare andare.
Purtoppo col tempo il lavoro in Campania diminui' e le mie discese furono sempre meno, sino a terminare. Un vero peccato.
Fatto sta che, anni dopo, mi arriva una telefonata da Laura che con voce molto triste mi comunica che il marito era morto, un infarto fulminante e che il funerale si sarebbe svolto due giorni dopo. Con molta tristezza, era pur sempre un amico, le
comunicai che sarei sceso per l'ultimo saluto. Preso un giorno di ferie, l indomani partii, per raggiungere Napoli. La camera ardente era stata allestita presso l abitazione, salite le scale suonai e mi venne ad aprire proprio Laura vestita a lutto. Era sempre lei, forse ancora un po' ingrassata ma sempre una bellissima donna e quel vestito nero la rendeva ancora piu' troia. Mi abbraccio' e in lacrime mi accompagno' a vedere la salma per l ultimo commiato. Era disteso sul letto, completo nero, era lui. Nella stanza vi erano anche i figli, ormai cresciuti e tutti i parenti in silenzio. Saro' un depravato ma i ricordi delle porcate fatte in quella casa e la visione di Laura dopo tutto quel tempo mi spingeva il pensiero a cose del tutto inadeguate al momento. Ma era una sensazione piu' forte di me non sapevo resistere.
E cosi' cominciai a fissare insistentemente Laura al punto che gli sguardi si incrociarono. Mi fulmino' con una occhiata, sveglia com'era, come per dire ma sei matto non la capisci la situazione!
Aveva ragione ma la voglia di scoparmela era troppa e pure il cazzo si era fatto sentire la sotto. Appena Laura si alzo' per andare nelle altre stanze mi alzai anch'io e la raggiunsi.
In cucina la strinsi da dietro e gli confessai " non ce la faccio, troppi ricordi, ti desidero" Avrei voluto dirle ti voglio sfondare quel culo per l ultima volta ma avrei magari sprecato l occasione per il linguaggio troppo rude, quindi optai per una frase piu' romantica. Lei rispose "sei pazzo c e mio marito morto di la con tutti i parenti, ti pare il momento??!!"
"lo capisco che mi desideri anche tu, non ti trattenere, lasciati andare" e cominciai a strizzarle quelle tettone. Capii che era fradicia, la conoscevo bene la mia vacca e infatti mi prese per mano e mi condusse in bagno. Si tiro su la gonna e si impecorino' sul lavandino con la faccia da troiona che rifletteva sullo specchio disse "fai presto pero" Indossava delle calze nere e un tanga nero, il mio cazzo stava gia' esplodendo, senza nemmeno togliermi i pantaloni lo tirai fuoi dalla patta e con l'occhio vidi li a fianco un barattolo di bagno schiuma, lo versai sul mio uccello e cominciai a spalmarglielo nel buco del culo ed ad infilare prima uno, poi due e infine tre dita. Gia' godeva come una cagna e da li a poco sottovoce disse " inculami, sfondami come facevi una volta" Infilai dentro il cazzo e cominciai a pompare, botte da urlo, la impalavo come se non ci fosse stato un domani, non so come non abbiano potuto sentire le altre persone quei colpi.
Nel frattempo si pisciava addosso bagnandosi tutta la gonna, ma insisteva "dai, dai, inculami a sangue sono una troia" E io sempre piu' eccitato da quelle parole sbattevo con piu' vigoria tanto che il buco del culo era slabbrato ed emetteva quei dolcissimi rumori tipici.
"Dai che godo, dai che godo" ripeteva.
Mai inculata fu stata cosi bella e dopo dieci minuti di sferzate sborrai copiosamente nel suo buco del culo, dilatato e rosso come le fiamme, sfinito dalla emozione.
Se la sarebbe ricordata per un bel pezzo st'inculata, ma ne aveva bisogno.
Da li a poco ero nella stanza del mio amico per il saluto di commiato.
Addio amico mio.
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