Una mamma pronta a tutto

Mi chiamo Antila sono una immigrata del Senegal qui in Italia da molti anni.
Mi sono stabilita qua con mio marito e mio figlio Mohammed. Mio marito fa il carpentiere e io sono casalinga e accudisco mio figlio.
Mio marito e' tifosissimo di calcio e ha tante aspettative sul figlio che possa sfondare nel mondo del pallone.
Amo molto mio marito e la mia famiglia, farei di tutto per farli sentire felici.
Mio figlio frequenta una scuola calcio nel paese dove viviamo, scuola calcio che e' affiliata con molte squadre di serie A.
Il problema pero' era questo, il mister un omone di 50 anni burbero e sempre incazzato, non vede di buon occhio mio figlio e non lo fa mai giocare. Sempre in panchina se non qualche minuto, cosi' facendo di certo non si puo' notare agli atei club.
In famiglia questa situazione e' foriera di malessere e depressione sia di mio marito che di mio figlio che quando torna dalla partita e' sempre piagnucolante e triste.
Ne ho parlato con mio marito che pero' per orgoglio di maschio non ha intenzione di andare a parlare con il mister di questa situazione anche perche' e' risaputo che tutti gli altri genitori che l hanno fatto in situazioni simili, sono stati buttati fuori a calci con urla demoniache.
Un giorno dopo l ennesima panchina di mio figlio mi sono convinta di andarci a parlare. Avevo deciso di far leva, diversamente dalle altre mamme, sulla mia avvenenza.
Sono infatti la tipica donna africana con un culone gigante e una sesta di seno, grandi labbra e capelli riccissimi.
Mi sono messa addosso gli abiti piu attillati che avevo e un tanga che usciva dai jeans aderenti, ho preso il coraggio e sono andata.
Appena giunta al campo ho visto che il mister stava entrando nel suo ufficio. Ho bussato, ha risposto avanti e sono entrata.
Ho subito visto che ha sgranato gli occhi nel guardarmi, ero sulla buona strada.
Ho cominciato, sono la mamma di Muhammed e sono qui per lamentarmi del trattamento che riceve mio figlio,
non lo fa mai giocare. Dicendolo con aria risoluta.
E scoppiato in una risata e mi ha risposto, Signora suo figlio e' una pippa non lo faro' mai giocare!
Sono rimasta impietrita e solo con un filo di voce gli ho risposto ma e' ingiusto.
A quel punto il mister mi ha risposto, "la vita e' piena di ingiustizie ma c e sempre il modo di aggirarle"
Non capisco risposi. "Veda Signora lei e' una bella fica e io ho voglia di un bel bocchino, magari se si impegna qualche minuto faro' giocare suo figlio. "
Volevo solo la serenita' della mia famiglia ho pensato, avra' un cazzetto e lo faccio venire in un minuto ed il problema e' risolto. Sono molto brava infatti a letto, mio marito mi ha insegnato molte cose ed e' particolarmente dotato quindi questo uomo bianco non mi metteva paura.
Daccordo gli dissi.
Il mister senza troppe parole allora si sbottono' la patta e usci' il suo cazzo.
Altro che cazzetto, aveva una biscia enorme con una circonferenza bestiale, stava li e mi guardava con una risatina.
Vieni qua a lavorare e fammi vedere le tette. Mi avvicinai, tirai fuori le tette e iniziai a lavorare di bocca. Quella cosa cominciava a diventare sempre piu' duro e avevo bisogno di tutta la mia saliva per coprirlo. Nel frattempo lo stronzo mi toccava le tette e a sputarci sopra, mettilo in mezzo a questi meloni puttana, mi dice. E io obbedisco facendogli una delle piu classiche spagnole. Il cazzo e' talmente grosso che esce dalle tette nonostante la mia sesta. Dopo oltre dieci minuti di lavoro tra bocca e tette lo stronzo non ha la minima intenzione di venire. Il mio piano e' andato a rotoli e purtroppo con tutto quello strofinare mi stavo eccitando anche io.
Senza troppe parole mi dice qua se vuoi che tuo figlio giochi devi fare altro. Vieni qua che ti ricambio il favore, mi prende mi toglie mutande e pantaloni mi sdraia sulla scrivania, mi apre le gambe e comincia a leccarmi la fica. Con stizza e odio per questo tizio devo pero' dire che ci sa veramente fare, ma penso a mio marito e mio figlio e non voglio dargli la soddisfazione di venire. Ma e' un assatanato me la ciuccia e lecca con intensita', il mio clitoride sara' grande come un piccolo cazzo, lui capisce il punto debole e lo massacra ciucciandolo. Non ce la faccio piu' ed esplodo in un orgasmo spingendogli la faccia sulla mia passera. Ormai e' andata, ero venuta per picchiare e invece le ho prese! Si alza prende quel cazzone tra le mani e me lo infila in fica e comincia a sbattere a piu' non posso. La fica e' fradicia e' ad ogni colpo si sentono rumori come di stracci bagnati e arrivo ad un altro orgasmo. "Godo, godoooo bastardo, lo faccio solo per mio figlio". Lui ride e mi dice si, si, fai bene.
Poi aggiunge "non basta la fica per giocare a calcio ci vuole il culo" e continua a ridere. Si sdraia lui sulla scrivania e vuole che gli vada sopra per una inculata a smorzacandela. Fortunatamente il mio culo e' abituato al cazzo di mio marito ma questo e' decisamente il doppio o il triplo.
Appoggio il buco del mio culone sul mio cazzo e in un sol colpo sono impalata, mai sentita una sensazione cosi appagante, un cazzo che mi riempe completamente. Stringe le mani sulle mie chiappone agevolando il ritmo, godo ancora. Mi incula per altri dieci minuti, ho il buco del culo che mi prende fuoco e alla fine arriva dentro il mio culo e sento le viscere ripiene di sborra caldissima. Una purga praticamente. Stanotte avro' bisogno degli impacchi penso.
Si alza e mi dice brava, tuo figlio si e' guadagnato il campo ma tu devi tornare per il secondo tempo.
Esco fiera di aver salvato la mia famiglia, anche se con una camminata un po' storta.
Spero di riprendermi per il secondo tempo.
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