La badante di mia nonna

Si chiama Irina, è la badante di mia nonna. Non so dire se è la mia ragazza, la mia amante, o semplicemente una con cui scopo ... la sola, a dire il vero. Lei sa che ho una ragazza, ma non è gelosa, anzi mi chiede spesso di cosa parliamo e cosa facciamo quando usciamo insieme. Mi imbarazza parlarle di lei, non sapendo esattamente definire quello che c’è tra di noi. La mia ragazza non mi permette di fare le cose che faccio con Irina, non è femmina come lei, al suo confronto sembra una ragazzina noiosa e immatura … e in fondo lo è.
Quando torno da scuola, si prende gioco di me, dicendo che sono un ragazzino, anche se ormai sono maggiorenne da diversi mesi. Lo fa per esorcizzare i venti anni anagrafici che ci separano. Quando, però, dopo pranzo la raggiungo in cucina e le sollevo la gonna, non dice più niente. Mi lascia fare, poi mi guarda con i suoi magnifici occhi grigi e dice: «Andiamo in camera tua.»
Occhi di una gatta in calore. La seguo mentre fa strada, ancheggiando per provocarmi, e io già pregusto la visione dei suoi seni nudi, il sedere pallido e senza segni del costume, tondo tondo. Sfila le mutande, si siede sulla sedia della scrivania e mi legge il menù del giorno.
«Oggi ti insegno a rendere felice una donna usando la lingua.»
Da un paio di settimane a questa parte si è messa in testa di fare la porno maestra. E io, che vorrei solo una cosa, solo quella, mi trovo costretto a obbedire per farmela dare.
«Lo faccio per te e per la tua ragazza.»
Mi dice, ma poi, quando affondo la testa tra le sue gambe, è lei quella che mugola di piacere, non io. Con la mia ragazza non faccio queste cose, solo baci e preliminari con le mani. Le sue, lisce e smaltate di rosso carminio, affondano sui miei capelli, usandoli come delle redini. Mi guida, sussurrando indicazioni con il suo accento dell'est, mentre io assaporo il gusto di una vera femmina. Allargo con due dita il ciuffo rosso, scoprendo la fessura tanto agognata, e vi affondo la lingua. È il mio utensile del piacere: la faccio diventare appuntita e turgida, poi scorro, succhio, mordo, assatanato, mendicando il momento in cui mi dirà di stendermi sul letto e poi si siederà sopra di me.
È bella, la badante di mia nonna, quel coglione di suo marito non la merita, e, a giudicare dalla voglia che ha quando sta con me, non se la scopa da mesi. Se fosse mia moglie, o la mia ragazza, non passerei notte senza farla mia. Invece, mi devo accontentare di noleggiarla, due giorni la settimana.
«Bravo Tommy, impari in fretta.»
Ansima e mi sorride, poi scivola sulla sedia allargando ancora di più le gambe e toglie maglia e reggiseno, rimanendo a petto nudo. Ha delle tette da urlo, sode e gonfie, ne strizzo una e lei emette un gridolino di piacere. Subito dopo sento un rantolo provenire fuori dalla mia stanza. Irina si alza di scatto.
«Tua nonna. Devo andare a vedere se tua nonna ha bisogno di aiuto.»
Mi alzo e abbasso i pantaloni.
«Io ho più bisogno di lei.»
Lei mi ignora, mette la testa fuori della porta poi torna dentro.
«Falso allarme, ma facciamo presto.»
Non chiedo di meglio: sono già steso e pronto. Aggiunge: «Però questa è l'ultima volta.»
Sì, certo, come le altre quindici. Sfila la gonna e monta sopra di me, poi si penetra tenendo gli occhi chiusi. Lo sono sempre mentre scopiamo, non ha mai voluto dirmi il motivo. Mi piacerebbe incrociare il suo sguardo felino mentre facciamo l'amore, unire le nostre anime, oltre ai corpi, entrarle anche dentro la mente, carpire i suoi pensieri, rubarli. Invece, mi perdo sul suo corpo semivestito, godendo del suo sesso che struscia sul mio. È fradicia, al punto che quasi non la sento, forse per l’abbondante saliva che ho cosparso mentre la leccavo, anche se io spero sia l'eccitazione che sono riuscito a stimolare. Sono certo che con la mia ragazza non sarebbe così bello, dovrei lasciarla e votarmi completamente a Irina, anche se lei è sposata, anche se è più grande di me e mi considera un divertente passatempo, più che un uomo. Le mie mani accarezzano i seni, il ventre, infine cingono i fianchi per guidare il momento tanto atteso. Da qualche tempo non usiamo più il preservativo. Quando le esplodo dentro, lei si ferma per lasciare che il mio sperma si spanda dentro di lei. Mi piacerebbe essere donna per un attimo e sentire cosa si prova a essere fecondati da un uomo. Sono i secondi più belli della settimana, quelli in cui vengo dentro di lei e poi mi accascio, poco dopo lei si sposta e pulisce le gocce con dei fazzoletti. Mentre si riveste, le chiedo sempre la stessa cosa: «Sei venuta?»
Lei risponde sempre allo stesso modo: «Sì»
Se è vero, è la prima donna che riesco a far venire. Io, però, sono sempre scettico, perché non riesco a vedere, a sentire: l’orgasmo femminile è intangibile e sono costretto a fidarmi. Facendo sesso con Irina mi sono convinto che le donne godono dentro, in modo diverso, invisibile. Non ci sono schizzi o parti che si induriscono e si ammosciano, solo sospiri e mugolii.
Una volta, la mia ragazza ha cercato di spiegarmi, ma non ho capito. Ho fatto, quindi, la stessa domanda a Irina:
«Come si fa a capire quando una donna ha un orgasmo?»
Ha sorriso, poi è uscita senza rispondere.
[Spinoff de "La badante" di Massimo Nilaz]
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