Sex 'n' Roll
Mentre scrivo queste righe la mano mi trema ancora. Ripenso alle emozioni che il concerto della mia band preferita mi ha regalato, e allo stesso tempo sento la necessità di calmare l’adrenalina e l’eccitazione passandomi le dita tra le gambe.
I Motley Crue, la mia rock band preferita in assoluto, sono tornati in Italia dopo diversi anni, ed io non vedevo l’ora di tornare ad urlare sotto al palco.
Ho comprato i biglietti praticamente il giorno stesso in cui sono stati messi in vendita, ho rispolverato un mio outfit da groupie anni ‘80, ero pronta da mesi!
Così, il giorno del concerto, insieme al mio ragazzo, alla mia coinquilina Martina e ad un folto gruppo di amiche e amici, abbiamo sgomitato per assicurarci un buon posto dove goderci il live.
La loro musica mi fa sentire libera, così saltavo e ballavo senza freni. Ma c’erano anche momenti in cui, con Christian che mi abbracciava da dietro le spalle, mi lasciavo cullare dalle note mentre mi dissetavo con della birra ghiacciata.
Se devo pensare al momento in cui probabilmente qualcosa dentro di me si è acceso, penso sia stato quando Tommy Lee, il batterista, mi ha guardata ed indicata mentre mi sollevavo la magliettina per mostrargli le mie tettine.
Le sue attenzioni, seppur durate pochi attimi, mi hanno eccitata.
Tommy Lee è uno dei miei sogni erotici da adolescente, quello che guardi nei video e pensi che da lui ti faresti volentieri aprire in due. Il classico tipo di mascolinità tossica che la mente ti suggerisce di evitare, ma che cuore e patata sembrano non riuscire ad ignorare.
Così , mentre Christian mi abbracciava ho iniziato a strusciare il mio sedere contro la patta dei suoi jeans, per poi portare le mani a tastare l’erezione che con il mio movimento stavo causando.
La band suonava, la calca del pubblico ci schiacciava, attorno a me avevo la mia coinquilina e altri amici. Forse mi sentivo tranquilla abbastanza, oppure semplicemente non ci ho pensato. Così, in quella posizione, con lui dietro di me che mi premeva il cazzo contro le chiappette, ho deciso che volevo di più.
Ho portato le mie mani dietro la mia schiena, le ho lasciate scivolare tra me e lui ed ho sbottonato i suoi jeans. Sentivo il mio cuore esplodere per l’adrenalina, ma cercavo di non mostrarmi troppo distratta e continuavo a guardare il concerto e a cantare a squarciagola.
Ho afferrato il cazzo del mio ragazzo e ho iniziato a muovere la mano lentamente, a godermi quella consistenza che aumentava nel mio palmo. Lui mi stringeva a se, per paura di essere visto, io ormai non ci facevo più caso.
Lo masturbavo piano mentre lo stringevo nel pugno, gli sculettavo davanti, strusciando il mio sedere contro il suo sesso. Me lo passavo tra le natiche, cercando di nascondere tutto lo spettacolo sotto la mia mini-gonnellina giropassera in tartan rosso.
Mi sono voltata verso di lui. Gli ho sorriso, mordicchiandomi il labbro inferiore. Lui era eccitato e imbarazzato, io ormai solo eccitatissima. Mi sono guardata intorno poi mi sono chinata leggermente. Gli ho abbassato i boxer per liberarglielo dall’elastico, e gli ho baciato la cappella, lasciando cadere un po’ di saliva per lubrificarlo. Mi sono subito rialzata, dritta davanti a lui, e gli ho intrecciato le braccia attorno al collo. L’ho baciato con passione, come se tutto l’amore e l’eccitazione fossero racchiusi in quella parentesi di sospiri e saliva, finché poi non gli sono saltata in braccio.
“Mettimelo dentro…” gli ho detto mentre lo baciavo e gli addentavo le labbra.
Le mie gambe attorno ai suoi fianchi, le mie braccia attorno al suo collo. Le sue braccia che mi sorreggevano senza troppa difficoltà. Ed eccolo.
Con un dito mi scosta gli slip e con la stessa mano accompagna il suo cazzo dentro di me. Io sgrano gli occhi e trattengo un urlo. Inizio a muovermi seguendo i suoi colpi, entrambi perfettamente sincronizzati e mimetizzati nei movimenti del pubblico, che saltava e ballava su “Girls Girls Girls”.
Martina si è accorta di quello che stavamo facendo. Ha cercato di coprirci un po’, mentre rideva e cantava. E credo che anche altri, si siano accorti che proprio in mezzo a loro c’era una biondina che si stava facendo scopare in piena trance da concerto. Forse qualcuno ci ha anche filmati, mentre io incurante di tutto mi godevo il mio cazzo preferito durante il concerto della mia band preferita.
Confesso che avrei voluto qualcosina di più, da quel momento. Forse, ripensandoci, anche più occhi addosso, in un certo senso. Ma mentre mi godevo l’idillio ecco le mani di Christian stringermi le cosce. Ho subito colto il segnale e mentre guardavo il mio uomo ansimare e strizzare gli occhi ho sentito il suo cazzo pulsare ed esplodere di piacere dentro di me.
La sua sborra mi ha inondata, ho sentito quei getti caldi fiottare dentro di me ed espandersi, fino al mio cuore. L’ho baciato. Ancora. I nostri sospiri affannati rallentavano all’unisono mentre sorridevamo labbra contro labbra, corpo contro corpo.
Mi sono staccata da lui, aiutandolo a ricoprirsi senza troppe scene e mi sono goduta il resto del concerto.
Ho riso, cantato, urlato e forse ho anche pianto. Ho amato quel momento e ho cercato di liberare tutte le mie emozioni al massimo, fino all’ultima nota. Con le braccia in alto cantavo le mie canzoni preferite, mentre sentivo lo sperma di Christian colarmi fuori dalla passerina e inzupparmi le mutandine.
Mentre scrivo queste righe la mano mi trema ancora. Sto rivivendo tutte le emozioni provate. Mi sfioro, sono di nuovo eccitata, bagnata. La mia prima (vera) volta in pubblico. E non poteva esserci prima volta migliore.
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