Capitolo 3: Faccio ancora la porca in albergo

Raf 1990
11 August 2023

Ormai ero partita in quarta; ero sempre in cerca di avventure extra, cercavo di continuo cazzi, ovunque mi trovassi. Ed una nuova avventura mi capitò ancora una volta sul lavoro. Sarà un luogo comune, sarà una fantasia erotica di molti uomini, fatto sta che il mio tipo di lavoro offre, ad una donna “aperta”, tante occasioni di infedeltà, di divertirsi. Il luogo, la situazione, la cameriera sexy e porca, attirano gli uomini. Ero consapevole di tutto ciò e mi ritrovai, ben presto, a fare un gran pompino ad un collega….

Un giorno, mentre ero al lavoro in albergo durante la pausa sigaretta in magazzino le mie colleghe, una ad una, tornarono alle loro mansioni ed io mi attardai a fumare da sola.

Improvvisamente arrivò “M”, il “tuttofare” dell’hotel, un uomo sulla quarantina che mi salutò e mi disse che doveva prendere dei cuscini da portare in una camera. Gli dissi di fare con comodo, che non mi disturbava e continuai a fumare guardandolo mentre portava a termine il suo lavoro e cominciando subito a desiderare fare porcate con lui.

Ormai attratta sempre più dal desiderio di tradire, di trasgredire, mi chiedevo come potessi pensare minimamente di succhiare il cazzo ad uno come “M”, oggettivamente brutto, insignificante, trasandato, sudato, ma poi la risposta arrivò. Infatti sapevo che ero attratta proprio da questo tipo di maschi, insignificanti, porconi, pervertiti, che magari altre donne non avrebbero nemmeno il coraggio di baciare. Mentre pensavo queste cose, fui colta da un impulso irrefrenabile di prenderglielo in bocca, di fargli un colossale pompino, di farmi sborrare in bocca, mentre già mi stavo bagnando. Avevo sete di sborra.

Con sguardo invitante, gli chiesi come andasse la stagione e lui mi rispose che era piuttosto stanco e che la moglie, a casa, non lo aiutava molto, perché gli rompeva i coglioni di continuo, quindi, quasi quasi, preferiva stare al lavoro. Ridemmo ambedue ed io, cercando di rincuorarlo, dissi che noi donne siamo tutte un pò rompicoglioni (ovviamente senza pensarlo davvero, anzi).

Lui finì di caricare sul carrello il materiale e si congedò tornando al lavoro. Inutile dire che cominciai a pensare a “M” con una certa insistenza e che, giorno dopo giorno, ogni volta che lo vedevo, aumentava sempre di più in me il desiderio di fargli un pompino, era una vera e propria ossessione, un pensiero fisso del suo cazzo da prendere in bocca.

Se prima, infatti, non lo notavo nemmeno, ora lo cercavo di proposito, cercavo di continuo l’occasione giusta per potermi divertire con lui, ovviamente non trascurando il lavoro. Lo desideravo, ero ossessionata dall’idea di divertirmi con il suo cazzo. Ed un giorno, quasi a fine turno, lo ritrovai mentre fumava nel magazzino e così decisi di provarci.

Mi offrì una sigaretta e, mentre fumavamo, gli chiesi come andasse con la moglie e lo misi al corrente di avere anche io un compagno. Poi, eccitatissima, gli chiesi se sapesse mantenere un segreto. Lui, incuriosito, mi chiese il perché di tale domanda. Nella speranza di farlo eccitare e rischiando grosso, gli raccontai della mia esperienza da gran porca, gli raccontai del pompino con ingoio che avevo sparato al cliente in camera, scendendo fin nei minimi particolari.

“M”, visibilmente eccitato dal mio racconto, rimase esterrefatto e mi sorrise, incredulo mi chiese se non stessi dicendo cavolate, ma gli assicurai che era tutto vero, descrivendo il cliente ed intuendo che aveva capito a chi alludessi. Lui, ormai convinto che non mentissi e di trovarsi di fronte ad una gran troia, mi disse che quello che gli avevo raccontato era una vera e propria bomba, che rischiavo il posto, ma mi promise che sarebbe rimasto un segreto tra di noi, però…

Gli chiesi cosa intendesse con quel “però” e lo stronzo colse la palla al balzo dicendomi, sorridendo maliziosamente, che il suo silenzio aveva però un prezzo. Già avevo capito dove voleva andare a parare ed io, che non cercavo altro, al settimo cielo avendo capito di essere riuscita nel mio intento, con aria da santarellina e fingendo di non capire, gli chiesi quale fosse questo prezzo.

Il porco mi disse che, se volevo contare sul suo silenzio, dovevo riservargli lo stesso servizietto che avevo fatto al cliente! Con finta rabbia ma sorridendo, gli dissi che era uno stronzo, poi aggiunsi che avevo 10 anni più di lui e mi rispose che questa cosa lo eccitava, che amava le MILF maiale. Poi gli feci notare che aveva una compagna e lui, prontamente, mi rinfacciò che anche io avevo un compagno, ma avevo lo stesso fatto la troia con il cliente sconosciuto, neanche bello!! Io scoppiai a ridere e, ammettendo che aveva ragione, gli chiesi, qualora avessi accettato, dove voleva che gli facessi il pompino.

Mi disse di vederci, finito il turno, in una stanzetta nella zona sotterranea dell’hotel dove c’era lo spogliatoio. Io non stavo più nella pelle, eccitata all’inverosimile, attendevo impaziente il momento di raggiungerlo per spompinarlo. Poco dopo scesi e lo trovai seduto sul divano. Mi disse di chiudere a chiave la porta, lo feci e mi avvicinai a lui.

Ovviamente, nonostante la porta chiusa a chiave, c’era il pericolo concreto di essere colti sul fatto, cosa questa che mi eccitava di più. Purtroppo non potemmo denudarci, ma mi dovetti accontentare di abbassargli i jeans ed i boxer e tirargli fuori il cazzo, mentre io rimasi in divisa da cameriera.

Lui a gambe oscenamente larghe, io inginocchiata tra le sue cosce, mi fiondai senza vergogna, né freni sul suo cazzo e, senza l’aiuto delle mani, cominciai a slinguazzarlo, leccarlo e ciucciarlo. Avvertendo l'odore tipico della cappella, cominciai a lavorarmi il cazzo di “M” che prese la mia mano destra e me la strinse. Ancora non era in piena erezione, ma da esperta pompinara, ad occhi chiusi e godendo tantissimo, con pochi colpi della mia abile lingua e tanta saliva, glielo feci venire subito grosso e duro come il marmo, con la mia collana che penzolava avanti e indietro e lui che mi guardava sorridendo.

Continuai il gioco… Una mano era stretta dalla sua, con l’altra mi solleticavo la fica bagnatissima mentre, senza ritegno, indecorosamente gli baciavo e ciucciavo il cazzo, con la lingua lo stuzzicavo sul frenulo, gli leccavo e succhiavo la cappella durissima, poi finalmente lo accolsi dentro la mia calda bocca… all’inizio solo la cappella, poi tutto il cazzo, giù in gola.

Muovevo la lingua e sentivo che lui fremeva. Iniziai a muovere la testa su e giù seguendo il movimento anche con la mano. Sega e pompa in contemporanea, sapendo che così lui impazziva di piacere. Mi fermavo, lo leccavo e poi nuovamente riprendevo a succhiarglielo e lo feci per un’infinità di volte, infoiatissima. Avevo desiderato tantissimo quel cazzo in bocca, ed ora che finalmente lo avevo a disposizione, non intendevo perdermi il divertimento di succhiarlo e ciucciarlo per bene fino al premio finale: la sborra calda.

Ad un certo punto iniziai a sentire dei gemiti e dei fremiti. “M” non ce la faceva più. Iniziò ad incoraggiarmi dicendomi:

“Dai, troia… continua così” e poi ancora:

“Dai… succhia tutto… fino all’ultima goccia!!”.

Sentii il suo cazzo vibrare e diventare sempre più grosso e duro nella mia bocca, fino a quando non notai che alzava il corpo dal divano ed allungava le gambe, come in preda a spasmi. Lanciando un gemito sordo e prolungato, mi prese di sorpresa schizzandomi una grande quantità di sborra calda, perlacea e densa in faccia. Immediatamente, mugolando dal forte piacere, serrai le labbra attorno alla cappella tutta ricoperta di sperma e lo lasciai sborrare dentro la mia bocca, ingoiando tutto. Era così abbondante, che avevo la sensazione di strozzarmi, sentivo la sborra che mi arrivava direttamente in gola, nel naso, sembrava non finire più, una delle più lunghe ed abbondanti sborrate che mi fosse mai capitata sino a quel momento. A differenza di altri uomini, la sborra di “M” aveva un sapore strano, ma mi piaceva, era piacevolmente densa e cremosa.

               Gli lasciai il cazzo pulito e, nonostante il timore di essere sorpresi, rimasi con la faccia appoggiata al suo pube per qualche minuto, poi dopo essermi ripulita volto e bocca, ci salutammo ed andammo via, sapendo che questo era solo il nostro primo incontro……

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