Una moglie assai zoccola
Mi chiamo Simone, ho 39 anni, sono di media statura, fisico asciutto tenuto in allenamento dal lavoro che svolgo: sono un vigile del fuoco. Sessualmente parlando ho una dotazione che sta assolutamente nella media. Da nove anni sono sposato con Simona, che ha un anno più di me. Lei è un po’ piccola di statura, appena 1,65, ed ha un seno che, anche se non è molto grande, dopo due gravidanze, le è cresciuto fino a raggiungere una seconda misura. Ha un bel culetto tondo e sodo e le cosce, anche se non troppo lunghe, sono lisce e ben tornite. Nel rapporto sessuale, direi che, in principio è timida, ma poi diventa troia; come pure all’inizio del nostro rapporto non amava l’anale, mentre oggi lo accetta e lo gradisce, così come ama molto esser posseduta in doppia, ma, di certo, non con me. Lei si occupa di crescere i nostri due figli e, come casalinga, ha la giornata alquanto impegnata, in modo particolare quando i piccoli non sono a scuola. Prima di conoscere me, lei ha avuto una storia seria, finita per le continue infedeltà del suo fidanzato e, forse, qualche sua stessa avventura, mentre io ho avuto solo un paio di storie e un po’ d’avventure, soprattutto quando lavoravo fuori. Dopo il matrimonio ci siamo trasferiti in un quartiere nuovo, non molto lontano dal mio lavoro. La storia però che voglio raccontarvi, nasce prima del matrimonio. Era il secondo anno che eravamo fidanzati e, un giorno, mi sono accorto che Simona, mentre era seduta, le era salita la gonna e una delle sue cosce era in perfetta bella vista. Lei non ci aveva fatto caso, mentre io mi sono accorto che c’era un signore che la guardava affascinato da quello spettacolo offerto in maniera insolita. Anziché esserne infastidito, mi sono ritrovato ad avere una forte erezione. In quel momento non son riuscito a capire per quale motivo mi eccitava tanto il fatto che lei potesse, in qualche modo, esser oggetto del desiderio di altri maschi; l’unica cosa che scatenava a mille la mia fantasia, era immaginarla mentre faceva sesso con altri uomini. Mi eccitava così tanto questa cosa, che poi la scopavo come una bestia. Un po’ di tempo dopo, eravamo in spiaggia da soli, in una zona un po’ defilata rispetto al grande flusso di bagnanti, per cui le ho chiesto di slacciare il reggiseno e prendere il sole in topless.
«Ma sei scemo! Non vedi che c’è un sacco di gente!»
L’ho guardata e le ho sorriso dicendo che la cosa mi faceva eccitare moltissimo, e poi, dentro di me, riflettevo sul fatto che intanto non aveva detto di no, ma aveva addotto altri motivi, quale quello di un po’ di gente. In buona sostanza ciò significava che se ci fosse stata meno gente, probabilmente se lo sarebbe slacciato. Qualche settimana dopo, eravamo in una spiaggia nudista e, con un po’ di pazienza, son riuscito a farle togliere la parte di sopra del costume. Ho visto alcuni maschi che la fissavano, mentre si accarezzavano il cazzo che si induriva velocemente. Lei, all’inizio, era un po’ infastidita da questa cosa, poi, lentamente, ha cominciato ad accettare il gioco e, ben presto, ha cominciato a togliersi anche la parte di sotto del costume, rivelando la sua vena esibizionista. Ero eccitato da tutto questo e così le ho raccontato le mie fantasie. Lei è rimasta un po’ stupita da questi miei desideri e, per molto tempo, ha ostacolato ogni mia iniziativa tesa in quel senso. Per evitare di assecondare il mio desiderio, lei si giustificava dicendo che, per farlo, sarebbe stato necessario avere una certa tranquillità e libertà, ma, essendo ancora fidanzati, non potevamo avere la serenità per realizzare quelle fantasie. Nei due anni successivi, non sono riuscito a farla andare oltre un po’ di esibizionismo, anche se adesso, apertamente, le parlavo del mio desiderio di vederla posseduta da un altro maschio, e lei continuava a rifiutare di mettere in pratica questa mia fantasia. La svolta è avvenuta quando abbiamo deciso di sposarci. Organizzato tutto l’evento, l’unica cosa che restava da fare era la cena per l’addio al celibato. Lei e tre sue care amiche, sono andate per un weekend in una spa ed hanno passato due giorni in assoluto relax. L’unica nota trasgressiva è stata la cena nel ristorante della spa, dove lei si è alquanto ubriacata, e poiché anche le altre non erano da meno, a fatica sono riuscite ad entrare in camera sua e sono crollate tutte quattro sul suo letto, dove, per effetto dell’alcol, si sono addormentate tutte insieme. Solo all’alba si son rese conto di quanto avevano bevuto ed hanno passato il resto della giornata a cercare di smaltire i postumi della sbornia. Il mio addio al celibato è stato molto diverso. Tre amici mi hanno portato lungo la costa in una città piena di turisti e bagnanti. Il primo giorno, ho fatto amicizia con la barista dello stabilimento balneare dove eravamo sdraiati a prendere il sole e, senza saperlo, i miei amici le avevano raccontato che ero un futuro novello sposo e, previa lauta mancia, l’hanno convinta a far sesso con me. Non mi sembrava vero, quando lei mi ha trascinato nel magazzino del bar e, dopo essersi inginocchiata davanti a me ed avermelo preso in bocca, l’ha succhiato abbondantemente, e poi si è piegata di spalle ed ha voluto che la penetrassi da dietro. È stata una scopata abbastanza veloce e, quando son venuto, lei ha preteso che le riempissi la bocca del mio piacere. Però non sapevo che uno dei miei amici era il cugino dell’ex di Simona, quello che era stato lasciato perché ritenuto di totale infedeltà, e così, mentre io mi scopavo la barista, lui ha inviato le foto a suo cugino, che, naturalmente, non ha fatto altro che rimetterle a Simona, facendole presente che anch’io ero uno infedele. Ignaro di tutto ciò, la sera, dopo cena, i ragazzi hanno deciso di andare a fare un giro lungo la vecchia statale, dove notoriamente stazionano le prostitute e, poiché ero alquanto brillo, loro ne hanno scelta una ed io mi sono ritrovato sul sedile posteriore con la puttana che mi cavalcava. Anche in questa occasione, furono scattare delle foto, che hanno seguito lo stesso percorso delle altre, fino ad arrivare nel cellulare di Simona. Dopo la scopata, siamo andati a bere in un bar vicino all’albergo e lì ho dato fondo alla mia sbronza. Mi ricordo solo che in tre mi hanno adagiato sul letto e, al mattino, quando mi son svegliato, era molto tardi e sono andato in bagno a fare una doccia, per cercare di schiarirmi le idee. Poiché era tardi, la signora addetta alle pulizie, non ha notato il fatto che ero in bagno a farmi la doccia e, quando son tornato in camera nudo, lei è rimasta alquanto sorpresa. Non era giovane, doveva di sicuro avere intorno ai cinquant’anni, ma, fra i due, forse quello meno sorpreso ero. La signora, probabilmente una equadoregna, aveva due tette enormi, erano così grosse che sembravano due palle da bowling. Sono rimasto affascinato da quel seno florido e generoso e, mentre lei continuava a guardarmi senza dir nulla, io ho preso il portafogli e le ho offerto del danaro per poter godere una spagnola tra quelle enormi mammelle. Lei ha rifiutato sdegnata, al che ho insistito facendole presente che la settimana successiva mi sarei sposato con una donna che, al massimo, non raggiungeva la seconda misura. Forse perché intenerita da quanto detto o dall’offerta del danaro, lei ha accettato di farmi provare il piacere di una spagnola. Si è sdraiata sul letto e, scoperto quel seno portentoso, mi ha permesso di salirle sopra, a cavallo, e, mentre muovevo il mio cazzo in mezzo a quelle due splendide bocce di carne bollente, lei, con la punta della lingua, leccava la cappella. Io ho allungato una mano dietro di me e, sollevata la gonna, le ho spostato le mutande e le ho infilato due dita nella fica, portandola all’orgasmo. Ha rapidamente raggiunto il godimento, ma, non soddisfatta, mi ha chiesto di scoparla, cosa che ho fatto all’istante. L’ho pompata velocemente e, quando stavo per sborrare, lei mi ha chiesto di farlo sul seno. È stato bellissimo, svuotare le mie palle in mezzo a quelle due meraviglie della natura. Anche in questo caso, non sapevo che qualcuno era salito in camera a cercarmi e, guarda caso, aveva immortalato anche questa mia performance, con conseguente invio di foto nel cellulare di Simona. Quando siamo tornati, lei non mi ha detto nulla, anche se mi è apparso che il suo atteggiamento verso di me fosse cambiato. La mattina del giorno del nostro matrimonio, mentre mi stavo vestendo, improvvisamente il bip del mio cellulare mi annuncia l’arrivo di un messaggio. Scopro che è di Simona, che utilizzando telegram, mi manda un messaggio che lì per lì mi ha un po’ stupito.
«Amore buongiorno, oggi siamo pronti per diventare marito e moglie, ma io voglio esser assolutamente certa che questo sia anche il tuo desiderio. Ti chiedo quindi di confermare la tua ferma volontà di esser mio marito e di volermi per sempre al tuo fianco.»
Ho interpretato questa sua richiesta come un attimo di indecisione e, quindi, ho provveduto subito a rassicurarla.
«Buongiorno, amor mio, ti assicuro che l’idea di averti come moglie, per il resto della mia vita, mi fa impazzire di gioia. Dal momento in cui ti ho conosciuta, tutto mi è sembrato infinitamente bello e sono impaziente di completare il rito che ci vede oggi impegnati, per finalmente aver il piacere di averti al mio fianco come moglie, come donna, che amo e che rispetto.»
Dopo qualche istante, lei ha rinnovato il suo pensiero.
«Sono consapevole che sia un passo importante, almeno così lo è per me; quindi, vorrei esser certa, senza nessun’ombra di dubbio, che anche per te sia esattamente questo ciò che vuoi.»
Ero emozionato da questa sua incertezza e, quindi, ho cercato di rimarcare ancora di più la mia ferma convinzione di voler essere suo marito.
«Amore mio, ti assicuro, con ogni più assoluta certezza, che voglio solo te nella mia vita, che sei l’unica donna che amo e, qualunque cosa la vita ci riservi, io ti vorrò sempre al mio fianco, perché, da quando sei entrata nella mia vita, non c’è stata più nessun’altra donna capace di regalarmi le emozioni e la gioia che provo nel tenerti fra le mie braccia.
Lei mi ha mandato dei baci, poi un ennesimo messaggio.
«Voglio credere alle tue parole e ribadisco che ti voglio come marito, ma non sono certa che tu mi sia stato sempre fedele.»
Leggo il messaggio e resto alquanto impensierito finché noto l’arrivo di una foto, che una volta aperta, si autodistruggerà nel giro di qualche secondo. Incuriosito apro l’immagine e vedo la barista della spiaggia inginocchiata davanti a me con il mio cazzo in bocca. Resto sbalordito e, immediatamente, ne arriva un’altra, dove si vede la ragazza piegata di spalle, mentre io la scopo da dietro e, infine, la terza dove chiaramente si vede il mio cazzo che le inonda la bocca di sborra.
«Vedo che ti sei divertito durante la tua cena di addio al celibato e così, sapendo che uno dei tuoi più grandi desideri è quello di vedermi scopare con un altro uomo, oggi pareggerò il conto. Ti sei fatto tre troie, vuol dire che a mia volta oggi mi farò chiavare da tre cazzi. Pensaci bene, perché, se non accetti questo, puoi anche non venire in chiesa, perché non ti sposo.»
Subito dopo sono giunte altre immagini, sempre riferite a situazioni da me vissute durante la cena dell’addio al celibato, e, dentro di me, avvertivo un terribile tormento che mi fece decidere a prendere una decisione.
«È vero ho fatto una cazzata, ma non capisco perché tu voglia, proprio oggi, pareggiare il conto. In ogni caso ribadisco la mia ferma volontà di averti come moglie.»
Dopo qualche istante, sul mio cellulare apparve una foto, sempre con il sistema dell’autodistruzione, dove c’era Simona inginocchiata davanti ad un uomo, con il suo cazzo in bocca. Ho avuto una forte erezione che mi ha letteralmente stordito; son corso subito in bagno ed ho preso il cazzo in mano, mentre osservavo le foto successive, dove lei, piegata a 90 gradi e con il vestito alzato dietro, si faceva scopare da un uomo. Sono venuto all’istante. Ho fatto una sborrata così copiosa che ne sono rimasto stupito, ma, nello stesso tempo, anche allibito. La cosa che, in particolare, mi ha lasciato di stucco è stata quando mi sono accorto, prima dell’autodistruzione, che colui che se la stava scopando non era altri che il fotografo! Cazzo! Il fotografo! Questo significava che oggi, ogni volta che lui mi avrebbe inquadrato nell’obiettivo della sua macchina fotografica, dentro di sé, avrà sicuramente mormorato: «Cornuto, sorridi!»
Ero ancora stravolto da quanto stava succedendo, quando mi è giunta una terza foto che riprendeva Simona inginocchiata davanti a lui e si faceva riempire la bocca con la sua sborra. A quel punto il mio cazzo è tornato di nuovo duro, perché immaginavo che quando l’avrei baciata, avrei trovato, nella sua bocca, il sapore della sborra del fotografo. A fatica ho ripreso il controllo di me stesso: se da un lato ero effettivamente inebetito da tutta questa situazione, dall’altro ne ero eccitato al massimo. Quando son giunto dinanzi la chiesa e, poco dopo, è arrivata Simona, mi ha sorriso e subito mi ha dato un bacio sulle labbra, mentre mi guardava con occhi da maliarda. Ho sentito subito l’odore di cazzo sulle sue labbra e, per tutta la cerimonia, ho dovuto faticare tantissimo per nascondere la mia erezione. Era, comunque, un duro compito, perché ogni volta che il fotografo interagiva con me, dentro di me, avvertivo la stessa emozione provata quando ho visto la foto di lui che scopava la mia futura moglie. Fatte le foto di rito e, mentre tutti i parenti si spostavano al ristorante per il ricevimento, io e Simona siamo saliti sull’auto che l’aveva accompagnata in chiesa. Una grossa Mercedes molto elegante, condotta da un autista sicuramente straniero: alto, grosso, imponente ed ho visto Simona che, prima di partire, si è accordata con il fotografo, che mi ha guardato con un sorrisetto beffardo. Una volta partiti, lei si è sporta in avanti e ha detto qualcosa all’orecchio dell’autista, che subito ha deviato dal percorso. Le ho rivolto uno sguardo interrogativo, cercando di capire quali fossero le sue intenzioni, ma lei è stata molto chiara.
«Adesso, cornuto, sarai tu a sederti alla guida di questa auto e, facendo in modo da non dare nell’occhio, ci porti fino al piazzale in cima quella collina, dove spesso andiamo a fare sesso.»
Senza aggiungere altro, l’uomo da davanti è sceso e, dopo avermi aperto lo sportello, mi ha invitato a mettermi al posto di guida, mentre lui è salito dietro con mia moglie. Subito lei si è data da fare ad aprire la patta dei suoi pantaloni e lui li ha abbassati fin giù alle caviglie, mettendo subito in mostra una notevole dotazione che Simona ha, immediatamente, preso in bocca. Ero sconvolto! Ero sposato da neanche due ore e già mia moglie mi cornifica, ancor prima che io abbia avuto modo di consumare il matrimonio con lei. Incurante di quel che potessi pensare, lei ha preso a succhiare quel grosso cazzo che subito è lievitato, mostrando di esser una verga di tutto rispetto. Io ero combattuto fra il guidare con attenzione e guardare nello specchietto retrovisore: mi piaceva da morire vedere Simona fare un pompino a quell’uomo, che gemeva dal piacere. In breve, siamo arrivati in cima alla collina e, una volta parcheggiata l’auto sotto una pianta, Simona mi ha chiesto di scendere ed aprire lo sportello dal suo lato, onde aiutarla a sollevare il vestito così da permetterle di poter scopare con l’autista, senza rovinare il vestito nuziale. Ero come inebetito dalle mille sensazioni, tutte contrastanti, che mi affollavano la mente: obbedivo ai suoi ordini, come un automa. L’uomo si è sdraiato sul sedile, e lei gli è salita sopra, infilandosi quella grossa verga nella fica già fradicia. Ha emesso un lungo gemito di piacere, poi si è girata verso di me e con occhi stravolti dall’ebbrezza, mi ha parlato con un tono di voce mai udito.
«Sei soddisfatto di ciò che vedi? Non era questo ciò che mi chiedevi da tanto tempo? Ora, finalmente, mi vedi far la puttana, proprio come piace a te. Ti assicuro che questo gioco sta cominciando a piacer molto anche a me, di conseguenza, non escludo che questa, che per il momento è solo una vendetta, diventi una consuetudine.»
La guardavo sbalordito e, senza rendermene conto, avevo già preso il cazzo in mano e mi stavo segando, mentre lei urlava dal piacere nel saltellare, su e giù, su quella verga che le donava, man mano, sempre più goduria. Quando, dopo aver raggiunto un ennesimo orgasmo, l’uomo le ha fatto capire che era prossimo all’orgasmo, lei si è tolta da sopra di lui, è scesa dall’auto e si è inginocchiata di lato, obbligandomi ad accostare la mia faccia alla sua.
«Avvicinati, cornuto! Inginocchiati accanto a me, perché adesso voglio che lui sborri in faccia ad entrambi.»
Nel sentire quelle parole, mi sono schizzato in mano e senza rendermene conto mi son inginocchiato accanto a lei ed ho visto che quella grossa mazza, che l’uomo masturbava con irruenza, ha preso a schizzare fiotti di sborra che hanno colpito in pieno la bocca di Simona che, spalancata, l’ha ricevuta tutta dentro, senza perdere neanche una goccia. Poi lei ha afferrato quel membro e, spostatolo di lato, me lo ha infilato in bocca, obbligandomi a succhiarlo e leccarlo, fino all’ultima goccia. È stata una sensazione incredibile, sentire il sapore di quella sborra un po’ acidula, ma, nello stesso tempo, mi son sentito eccitato al massimo per aver visto, finalmente, mia moglie scopata da un altro. Giusto il tempo di ricomporci e siamo giunti al ristorante, dove abbiamo consumato il pranzo nuziale. Durante i vari brindisi ed ovazioni di gioia, ho notato che c’era uno dei commensali, Giuseppe, il suocero di mia cognata, sorella di Simona di due anni più grande e sposata l’anno precedente, che, spesso e volentieri, si avvicinava a mia moglie e, con fare da bellimbusto, le parlava e, più di una volta, le ha anche palpato il culo. Da qualche tempo avevo notato che Grazia, mia cognata, era come succube di Giuseppe e, più di una volta, le due sorelle si sono dilungate a parlare con lui. A circa metà pranzo, ho visto mia cognata e mia moglie, allontanarsi con il pretesto del bagno e, girato lo sguardo fra i commensali, ho notato che anche Giuseppe era sparito. Avrei voluto seguire mia moglie, ma non ci son riuscito perché trattenuto dagli amici che, fra un brindisi e l’altro, cercavano in qualche modo di ubriacarmi. Dopo non so quanto tempo, ho visto ricomparire mia moglie con il trucco sfatto, tant’è che mia cognata glielo ha dovuto ricomporre prima delle foto del taglio della torta. Il resto della cerimonia è scorso via in completa allegria e divertimento, mentre notavo, negli occhi di Giuseppe, uno sguardo ambiguo, quasi beffardo. Finita la cerimonia, io e Simona ci siamo ritrovati nella camera messa a disposizione dall’Hotel e, mentre ci stavamo cambiando, l’ho attirata a me e l’ho baciata con passione. Ho sentito forte il desiderio di sapere perché era sparita insieme a sua sorella.
«Siamo andate in bagno e siamo state seguite da Giuseppe, che da tempo monta mia sorella, sotto gli occhi estasiati di suo marito, che vede nel padre il toro capace di far godere sua moglie. Ero così incuriosita da questa cosa, che quando ce lo siamo visto entrare nel bagno, mia sorella ha subito chiuso la porta dietro di lui e, mentre io la guardavo, lei gli si è inginocchiata davanti e gli ha estratto un cazzo che sembrava quello di un cavallo, da quanto era grosso. Affascinata da quella verga, anch’io mi sono inginocchiata davanti a lui ed insieme lo abbiamo succhiato e leccato contemporaneamente, mentre lui godeva e ci definiva puttane e troie. Ho sentito forte il desiderio di provare quella mazza gigantesca e così, con l’aiuto di mia sorella, che mi ha sollevato il vestito, mi sono appoggiata al lavandino e lui, dopo avermi afferrato da dietro, ha appoggiato quel grosso randello fra le labbra della mia fica e, con un affondo deciso, me lo son ritrovato tutto in corpo. Come reazione a quell’introduzione così ingombrante, ho fatto un salto vero e proprio, mentre venivo sollevata da terra per quella monta così vigorosa. Mi ha scopato a lungo e bene, facendomi godere rapidamente, e quando è stato il suo momento di sborrare, insieme ci siamo inginocchiate di nuovo davanti a lui, per ricevere in bocca la sua copiosa sborrata. È stato qualcosa di incredibilmente bello ed unico, che mi ha, finalmente, fatto capire quanto sono intimamente troia e, poiché tu desideri esser un cornuto, ho deciso che, a partire da oggi, ti regalerò tante di quelle corna di cui potrai andar fiero.»
Avevo le lacrime agli occhi per l’emozione e il cazzo così duro che gliel’ho spinto immediatamente dentro quella sua fica ormai slabbrata ed aperta, ben conscio di chissà quanti altri cazzi avrebbe accolto. Da quel giorno sono passati quasi una decina di anni, durante i quali lei si è fatta montare da innumerevoli maschi e, per due volte, anche da Giuseppe Solo una volta ho avuto il piacere di vederla mentre lui le sfondava la fica il culo. Già il culo, uno dei piaceri a cui non posso accedere perché mia moglie lo riserva solo ai suoi amanti più dotati. Col tempo è rimasta incinta due volte, e i nostri figli assomigliano a lei come due gocce d’acqua, quindi dentro di me, non ho la certezza assoluta di essere il padre di queste creature, ma, il fatto di immaginare che un altro possa averla ingravidata, rendendo permanente le mie corna, mi eccita così tanto che quando ci penso sborro senza toccarmi.
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