Dopo la festa

Eddy Lanotte
3 months ago

Il cazzo mi pentrava il buco del culo, prima lievemente, dopo più violentemente. Sentivo un dolore misto a piacere mentre l'uomo dietro di me mi fotteva, mentre il mio pene si drizzava e si induriva. L'altro uomo, davanti a me si masturbava davanti alla mia faccia. Io mi leccavo le labbra, e nel frattempo cresceva la voglia di leccarglielo e di prenderlo in bocca. Mi sentivo una vera troia. Mi avvicinai per fargli un pompino, ma lui mi sbattè sul viso il suo bel cazzone. Era lungo, doppio, era il più bel cazzo che avessi mai visto. Mi sentii piacevolmente umiliato, e la mia parte maschile si annichivila. Ero ancora ubriaco, la festa era finita da un pezzo e io questi due sconosciuti ci eravamo trovati a parlare e fare amicizia, avevamo aspettato che se ne andassero tutti, per poterci dare dentro.

L'uomo dietro di me mi inculava più forte, facendo sbattere le sue palle sul mio culo e la pelle delle mie chiappe si muoveva come l'erba di un prato nella brezza estiva. Quello davanti a me si avvicino di più e disse "fammi una sega, frocetto". 

"Sì" risposi io mettendo la lingua sulle labbra superiori, in espressione arrapata, mi avvicinai a lui con movimenti femminei e gli afferrai il cazzo in mano. Era duro, liscio ma venoso, la livida e grossa cappella completamente scoperta grazie al circoncisione. Cominciai a fare su e giù con la mano. Lui si mise dritto con tutto il corpo e si appoggiò la mano sinistra sul fianco, fieramente. Lui e il suo cazzo erano dritti di fronte a me ed entrambi sembravano dire che io ero sotto il loro controllo, che ero il loro schiavo e loro i miei padroni. Quello dietro di me, nel frattempo mi diede l'ultima botta, gridò di piacere e senza nemmeno avvisarmi mi eiaculò nel culo. Era bellissimo sentire la sua sborra calda appiccicosa, nel buco del mio culo. Sentii che si puliva la cappella sulle mie chiappe imbrattandomele del suo prezioso liquido. Mi voltai un attimo e gli sorrisi come per ringraziarlo: amavo essere trattato come una troia. Io intanto continuavo a masturbare l'altro, ma il mio inculatore, finito il suo compito, si avvicinò alla mia bocca e senza nemmeno che avesse bisogno di parlare, volle farsi pulire i residui di sborra che erano rimasti sul suo cazzo. Obbedii leccandogli la cappella e ingoiando quella delizia, o meglio, ciò che in quel momento, grazie all'eccitazione, mi sembrava una delizia, ma che in momenti di lucidità mi farebbe schifo. Il mio inculatore se ne andò in bagno a farsi una doccia. Nell'ano avvertivo una strana sensazione di vuoto, come se mancasse qualcosa: sì, come se ci mancasse il cazzo. Guardai negli occhi il tizio che stavo masturbando, con sguardo supplichevole, mi morsi le labbra. Lui capì.

"Dai, prendilo in bocca, troia, puttana, dai!"

Non appena lo dissi mi precipitai verso di lui leccandogli l'asta, poi baciandogli le palle. Il mio cazzo diventava sempre più duro al punto di esplodere. Nemmeno mentre venivo inculato si ammosciava, perché l'eccitazione veniva trasferita nella prostata, ma mi faceva indurire il cazzo. Tante volte, dopo essere stato inculato, ho persino sborrato senza nemmeno toccarmelo. 

Adesso gli stavo succhiando le palle, gliele leccavo, e facevo questo per tutte le parti del suo divino cazzo, finché non salì fino alla punta ruotando la lingua sulla sua cappella.

"Che gran puttana che sei".

"Lo so" dissi io con voce dolce, femminile, orgoglioso di me. 

Gli feci un bel pompino con il risucchio.

"Sborrami in bocca" gli dissi.

"No" rispose lui "adesso mi dai il tuo culo".

Senza pensarci due volte, senza obiettare, mi girai col culo verso di lui, che lentamente iniziò a penetrarmi con il suo bellissimo cazzo. Ora era il suo turno, il turno di incularmi e diventava sempre più violento, sembrava quasi volesse punirmi, come se si sentisse potente a fottermi, come se mi dominasse. Lo sentii ansimare, più ansimava più diventava violento, e più diventava violento più ansimava e così via.

Finché non udii un suo grido: "Aaaaaahhhhh" e il mio culo che veniva nuovamente inondato di sborra.

Mi alzai e andai a pulirgli il cazzo come è buona abitudine che faccia una vera troia come me. Mi impiastricciai la bocca di sperma leccandomi le labbra e ingoiando ogni goccia. Sorriso al mio uomo, se ne andò anche lui.

Avevo fatto venire due uomini ed era stato fantastico. Ero fiero di me. 

E pensare che non ci volevo andare a quella festa.

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