A lei piace grosso!

Mi chiamo Nicolò, ho 25 anni, sono di media statura, capelli neri, occhi scuri, un bel fisico modellato da anni di intensa attività sportiva, nuoto soprattutto. Sono stato assunto, da un'azienda che si occupa di sistemi informatici ed io, in qualità di ingegnere informatico, faccio parte di un gruppo di sei persone che si occupano di Cyber sicurezza. Sono l'ultimo arrivato nel gruppo, il resto è composto da Marina, la dirigente più anziana, di 46 anni, che è anche una delle socie fondatrici dell'azienda. Poi c'è Marco, che ha 32 anni e Fabio che ne ha 30. Le altre due donne del gruppo sono Rita, di 29 anni e Laura che di 28. Io e Rita lavoriamo allo stesso progetto e, tra noi, è sorta un'amicizia abbastanza forte; inoltre so che lei è uno spirito libero, una donna che ama lavorare molto, ma soprattutto con precisione e meticolosità e che, al di fuori del lavoro, da quanto ho capito, è una femmina che si gode la vita. Marco e Fabio, sono una coppia gay. Vivono insieme da tre anni e tra di loro c'è molta sintonia; nessuno di noi è infastidito da questa loro scelta. Laura è fidanzata da tre anni e, salvo ripensamenti, la prossima estate si sposerà. Marina è una gran figa. Ho un fisico abbastanza snello, nonostante abbia avuto due gravidanze, capelli rossi, occhi chiari e pelle molto bianca, quasi eburnea. Il seno forse sarà stato oggetto di un piccolo ritocco, ma, in ogni caso, è di una bella terza piena e tonda, mentre, a mio avviso, il suo pezzo forte è il culetto. Alto, a forma di cuore, sormonta delle cosce lunghe e snelle, che lei valorizza sempre indossando gonne al ginocchio, di certo con calze autoreggenti e immancabili scarpe dal tacco, quando è "basso", da 12. Da un anno è divorziata, vive da sola dopo che i suoi figli hanno scelto di passare il resto della loro vita per proprio conto, essendo entrambi maggiorenni. Il nostro gruppo è molto coeso, vige una magnifica armonia ed abbiamo piacere a lavorare assieme. La nostra azienda è posizionata in un palazzo di recente costruzione, una struttura abbastanza moderna, tutta in acciaio ed ampie vetrate molto luminose; noi ci troviamo al quindicesimo piano. In un certo senso è bello vedere il panorama della città sottostante e di giorno, quando andiamo a pranzo alla mensa, posta esattamente dall'altro lato della piazza dove sorge l'edificio, è un po' come scendere tra i comuni mortali. Recentemente è avvenuto un fatto che ha, in qualche modo, cambiato questa routine tra di noi. Rita ed io eravamo impegnati in un progetto per conto di una grande azienda, che ci aveva chiesto delle proiezioni su un probabile investimento e, mentre stavamo intensamente lavorando, d'un tratto Rita, durante una pausa caffè, mi ha fatto una domanda piuttosto intima. «Sabato sono stata in discoteca e, parlando con una ragazza del locale, avendo saputo che lavoravo per questa azienda, mi ha chiesto se ti conoscevo. Quando le ho detto che eravamo colleghi di lavoro, si è messa a ridere e mi ha chiesto se avevo mai visto il tuo tesoro, anzi, lei lo ha definito esattamente "lo splendido gioiello"». Mentre Rita parla, io faccio mente locale, cercando di capire chi è che le ha dato questa particolare informazione: in effetti sono veramente considerato un superdotato. È una cosa che non sbandiero ai quattro venti, perché, più di una volta, sono andato in bianco, allorché la compagna con cui avrei voluto giocare si è resa conto che avevo un membro che, in lunghezza, arriva quasi a venticinque centimetri ed un diametro di quasi nove. Capisco che per tanti può essere fonte di immensa soddisfazione, mentre non sempre è così; fino ad oggi, ho collezionato più situazioni imbarazzanti, di quante ne abbia avute di piacevoli. Paradossalmente tutte dicono che vogliono il membro grosso e duro, lungo, ma quando se lo trovano davanti, molte di loro stringono le gambe e se tutto va bene concludo la serata con un mezzo pompino o una sega. Al momento, da quando circa 8 o 9 anni fa, ho provato a fare sesso con qualcuna, solo due donne son riuscite a farmi scopare: una prostituta cinquantenne ed una ragazza nigeriana, che però ha voluto un supplemento in danaro. «Rita, mi spiegheresti chi ti ha detto questa cosa?» Lei si mette a ridere e mi risponde che va riferito il peccato, ma non il peccatore! «Però, onestamente, mi piacerebbe sapere se quello che ha detto quella ragazza corrisponde al vero!» Taglio corto e torniamo al lavoro; stranamente sembra che tra di noi si sia creata una certa tensione. Finita la giornata di lavoro, mentre mi dirigo al parcheggio per prendere l'auto, vengo raggiunto da lei, che mi chiede un passaggio. «Nicolò! Nicolò! Aspettami per favore! Ho lasciato la mia auto a fare il tagliando ed ho bisogno che tu mi dia un passaggio, per non prendere la metro che, a quest'ora, è così affollata da far paura!»
Sono a conoscenza del fatto che Rita abiti sulla stessa strada che porta a casa mia, quindi per me non è un problema darle un passaggio. Quando siamo in auto, lei, in un certo modo, si scusa con me. «Devi scusarmi se questa mattina sono stata indiscreta. Per me è solo una curiosità che mi arrovella il cervello; se vuoi, posso anche spiegarti per qual motivo sono così curiosa.» La guardo cercando di capire dove vuole andare a parare, poi cerco di minimizzare. «Non è successo niente, non preoccuparti! Ti dico solo che, in un certo senso, mi infastidisce la curiosità della gente, perché, in questo momento, non sto vivendo un bel periodo, sotto il profilo sessuale.» Nel sentire le mie parole, lei mi guarda con un'aria un po' sorpresa. «Come? Nicolò, stai scherzando? Cioè, voglio dire, a detta di quella ragazza, tu saresti per davvero il sogno di ogni femmina ed invece mi dici che nessuna ti filerebbe?» Scuoto il capo veramente sconsolato. «Cosa? Mi stai prendendo per il culo? Per favore, non ti ci mettere anche tu! Il sogno di chi? Lasciamo perdere!» Rita mi guarda, poi mi parla seriamente. «Voglio esser molto chiara con te. Diciamo che ho iniziato a scoprire il sesso con un maschio molto dotato. Quando dico molto dotato, parlo di una persona che lo aveva in lunghezza oltre i venti centimetri e lo spessore era talmente notevole, che le dita delle mie mani non riuscivano a cingerlo. Dopo di lui, ho trovato solo dei maschi che dicevano di averlo grosso, ma, in realtà, erano solo degli sbruffoni, perché erano tutti assolutamente nella norma. Vieni un momento su a casa mia, ceniamo insieme e parliamo un po' di questa faccenda. Se tu sei un superdotato, a me interessa molto!» Sento molta determinazione nelle sue parole e così, anche se un po' controvoglia, accetto di salire in casa sua. Entriamo, fa caldo e lei mi dice che, se voglio far la doccia, il bagno è a mia completa disposizione, mentre lei preparerà una cenetta leggera per noi due. Ho voglia di rilassarmi, così accetto volentieri e, dopo che lei mi ha dato un telo di spugna per asciugarmi, entro in bagno, mi spoglio nudo e mi infilo sotto il getto dell'acqua, che, in un certo senso, lava via tutta la mia stanchezza. Quando esco dal bagno, ho il telo avvolto intorno alla vita, lei si avvicina a me e mi dice che andrà a fare una doccia anche lei. Voltata di spalle, Rita si spoglia completamente ed il mio membro, nel vedere quello splendido corpo nudo, non può fare a meno di irrigidirsi. Resto in cucina, con la scusa di controllare l'acqua in cui sta cuocendo la pasta e, poco dopo, la vedo arrivare con indosso un leggero accappatoio in microfibra, molto corto, e che, a malapena, copre le sue splendide chiappe. Insieme scoliamo la pasta e poi, mentre siamo seduti a mangiare, lei riprende l'argomento; intanto il suo accappatoio, si è sciolto e il suo splendido corpo è proprio esposto davanti a me. Se io vedo i suoi meravigliosi seni, non troppo grandi, forse di una terza scarsa e la sua topina, appena ricoperta da un irrisorio triangolo di peli neri come i suoi splendidi capelli. Lei non può far a meno di notare che il telo che copre il mio basso ventre è esageratamente teso verso l'alto, a causa dell'erezione raggiunta dal mio membro. «Allora è vero che sei un gran bel superdotato!» Bevo un sorso di vino e le rispondo. «Ma no, guarda, lo considero un po' grande, ma tutto sommato nella norma. Se proprio insisti te lo faccio vedere.» Nel sentir le mie parole, lei si asciuga la bocca con un tovagliolo e si avvicina a me, che, lentamente, ho sollevato il telo: ho visto lo stupore dipingersi sul suo volto. «Accidenti! Non sei grande? Nicolò, tu hai un membro portentoso! Questo sì che è un signor cazzo!» È rimasta a fissarlo per un lungo istante, leccandosi le labbra, e poi ha sollevato gli occhi ed ha incrociato i miei. «Senti... Sarebbe troppo se io... insomma, posso toccarlo?» Visto la piega che stava prendendo l'intera vicenda, ho solo stretto le spalle, convinto che si sarebbe verificato un nuovo episodio in cui avrei concluso la serata o facendomi una sega o, al massimo, facendomela fare da lei. Rita ha allungato entrambe le mani e, dopo aver sciolto il telo, lo ha impugnato ed ha continuato a fissarlo con malcelata meraviglia. «Che meraviglia, Nicolò! Il tuo è il più bel cazzo che abbia mai visto in vita mia! Nicolò, nemmeno quello che mi sverginò, lo aveva così grosso e bello come il tuo! E poi guarda che splendide palle che hai! Sono perfettamente proporzionate al tuo membro! Due arance mature! Ti dispiace se…»
Senza nemmeno aspettare la mia risposta, si è inginocchiata tra le mie gambe e, continuando a reggerlo con entrambe le mani, la sua bocca è andata subito a leccare lungo l'asta, facendo ruotare la lingua e iniziando a coprire il mio membro di saliva. Era una sensazione molto piacevole. Rita ha una bella bocca ampia dalle labbra carnose e, sentire il mio membro per più della metà infilato nella sua bocca, già mi stava facendo impazzire di piacere. Vedevo i suoi occhi brillare di gioia, mentre cercava di spingersene in gola il più possibile, cercando di resistere ai conati di vomito, che la mia ingombrante presenza le procurava; nello stesso tempo, vedevo la bava colare dalla sua bocca, che lei provvedeva a raccogliere con le mani, per poi spalmarla sull'intero membro, operazione che serviva a renderlo ancor più viscido e scivoloso, in modo da poterne infilare ancora di più in bocca. Ormai eccitato, le ho fatto una proposta. «Rita, non vorrei sembrarti scontato e nemmeno esagerato, ma, lasciando a te la scelta di interrompere il gioco quando vorrai, che ne dici di metterci sdraiati sopra il letto e, magari, lasciarmi la possibilità di leccare la tua farfallina, così da restituire il piacere che mi stai dando con la bocca.» Rita non mi ha nemmeno lasciato finire la frase, che già mi aveva preso per mano e mi ha trascinato in camera sua, ha abbandonato l'accappatoio e si è distesa nuda sul letto. «Non son sicura fino dove voglio arrivare, ma una cosa è certa: almeno utilizzando mani e bocca, voglio farti di certo sborrare. È un gioiello così bello che la mia figa lo vorrebbe già accogliere tutto dentro, ma, prima, voglio farti un po' sborrare, così da renderlo un po' meno duro, perché, in questo momento, ammetto che mi impensierisce un po'! Niccolò divertiti mentre lo faccio anch'io!» Già l'idea che mi avrebbe fatto sborrare con la bocca, mi piaceva, e così l'ho fatta sdraiare sopra di me, a rovescio, mentre lei si dedicava a gustare il mio membro in tutto il suo splendore, io ho infilato la mia testa tra le sue cosce e mi son trovato la sua ostrica completamente fradicia. Ho preso a leccare quel miele, che colava in maniera abbondante, e me ne son quasi ubriacato. L'ho leccata talmente forte e così intensamente che, poco dopo, ha preso a godere.
«Niccolò sei fantastico! Oddio, mi fai venire! Mamma mia, che bello! Non ricordavo più il momento in cui un maschio mi ha fatto godere così tanto, solo con la lingua! Niccolò, ti voglio dentro! Ti prego fa piano ma, prova a mettermelo dentro!» Ero emozionato dalle sue parole, così mi son sdraiato supino e l'ho trascinata su di me. «Il modo migliore per non farti male è quello di lasciare che sia tu, da sola, ad infilartelo dentro; facendo su e giù in base alle tue esigenze e dando al corpo il tempo di adattarsi alle mie dimensioni; poi, se dovessi sentir dolore, ti fermi e lo lasci evaporare. Rita non voglio farti male, ma sono consapevole che il mio membro non è per tutte!» I suoi occhi hanno brillato ancora di più di gioia e poi, dopo averlo ancora ricoperto di saliva, è salita su di me ed ha infilato la punta nel suo spacco; dopo di che, lentamente e facendo su e giù con una lentezza incredibile, è riuscita a prenderne dentro più della metà. Ero sconvolto dal piacere.» «Rita, sei meravigliosa! Hai una figa così calda che mi fa impazzire! Forse avevi ragione tu, avrei dovuto sborrare prima, perché sento che sono così eccitato che potrei riempirti da un momento all'altro!» Rita ha spalancato la bocca, poi ha emesso un lungo sospiro, ha abbassato lo sguardo e mi ha fissato negli occhi. «Non m'importa se sborri all'istante! Solo fare su e giù, mi ha fatto godere già due volte e non ricordo i tempi in cui mi sentivo così piena! Niccolò puoi sborrare quando vuoi!» Felice nell'udir quelle sue parole, l’ho abbracciata, l'ho distesa di lato, con una gamba appoggiata sul mio corpo. Ho preso a muovermi avanti e indietro lentamente, e lei si è stretta a me; poi mi ha sussurrato di spingerglielo dentro il più possibile «Non ti fermare! Ad ogni colpo sento il mio corpo come se si stesse adeguando alle tue dimensioni e la mia vagina sembra dilatarsi sempre di più! Spingilo tutto dentro, Niccolò!» Ho avuto paura ad assecondare la sua richiesta. Si può dire che era la prima volta che trovavo una femmina in grado di farmi scopare e, quindi, volevo evitare di rovinarla; così ho preso a pomparla con un buon ritmo cadenzato e, d'un tratto, mi son accorto che lei spingeva il suo corpo contro il mio per farsi penetrare il più possibile. Ero giunto al limite e, così, gliel'ho detto.
«Rita, sto per venire! Rita, sei caldissima! Rita, sei fantastica!» Ho sentito la sua gamba stringersi ancora di più contro il mio corpo e la sua bocca cercare la mia; dopo avermi baciato, mi ha chiesto di riempirle Il ventre con la mia crema. «Sborra, Niccolò! Fammi sentire quanta me ne spruzzi dentro! Voglio sentirmi piena di te! Voglio sentire la mia vagina riempita oltre che dal tuo membro che è spettacolare, anche dal tuo ingente quantitativo di sperma!» Ho percepito la contrazione delle sue mucose vaginali e non ho resistito; ho cominciato ad eruttare schizzi di sborra dentro di lei, che ha goduto all'istante nel sentirlo. «Meraviglioso! È fantastico sentire come mi stai riempiendo!» Dopo il terzo/quarto schizzo, lei ha afferrato il mio membro e mi ha fatto capire che lo dovevo tirar fuori, cosa che ho fatto all'istante e, subito dopo, lei si è letteralmente avventata con la bocca sul mio membro, giusto quel tanto che basta per prendersi le ultime due bordate direttamente tra faccia e gola. Ha continuato a mungere il mio membro, fino a spremere l'ultima goccia, poi, con le lacrime agli occhi, mi ha ringraziato. «Sei stato magnifico! Non godevo così intensamente da tanto tempo!» Siamo rimasti sdraiati ed abbracciati a farci coccole, fino a che lei ha di nuovo preso a giocare con il mio membro. «Ma... ne vuoi ancora? Voglio dire…» Lei mi ha guardato con un'aria molto maliziosa, poi si è alzata ed è corsa in bagno; quando è tornata aveva in mano una strana confezione e quando me l'ha messa in mano ho capito che si trattava di gel lubrificante. «Niccolò lo voglio nel culo! Adesso me lo prepari bene con questa crema e poi me lo infili nel culo!» Ammetto di averla guardata veramente sorpreso. Forse non si rendeva conto di quello che mi stava chiedendo. «Rita, ma sei seria? Ti sei resa conto di cosa mi stai chiedendo? Se non sbaglio hai trovato un po' di difficoltà a prenderlo davanti, come pensi di poterlo prendere dietro?» Lei mi ha risposto molto seriamente.
«Sono tre anni che prendo la pillola, prima usavo il mio culetto come anticoncezionale! Una volta ce ne hanno infilati due e la somma di entrambi era più o meno come la dimensione del tuo, quindi, per cortesia, mettimelo nel culo!» Si è posizionata a quattro zampe, appoggiando la faccia contro il materasso e poi, con le mani sulle chiappe ha aperto i glutei ed ho visto il suo buchetto, piuttosto palpitante. Ho preso a spalmare la crema che mi ha dato e subito mi son reso conto che scivolavo agevolmente con due dita dentro il suo culetto, senza esercitare forza; quando ne ho aggiunto un altro, lei si è girata e mi ha chiesto di passare al pezzo forte. Ho lubrificato abbondantemente anche il mio membro e l'ho appoggiato al suo buchetto, che, alla prima pressione, ha preso a dilatarsi e lasciar scivolare il mio membro dentro con una facilità che mi ha quasi impressionato. «Accidenti, hai il culo più aperto della figa?!» Rita ha portato le mani avanti e si è sollevata a quattro zampe; ha cominciato a spingere il suo corpo all'indietro. D'un tratto mi son reso conto che glielo avevo infilato completamente nel culo! «Porca miseria! Rita, ma il tuo culo è veramente sfondato! Ti rendi conto che te l'ho appena messo tutto dentro?» Ha fatto un lungo sospiro e un gemito. «Oh sì! hummhmm… Che bel cazzone che sento dentro! Niccolò, mi stai veramente facendo impazzire! Muoviti, fammi godere!» Ancora un po' incredulo, ho preso a limare quel buco che accoglieva il mio membro con una facilità impressionante! L'ho stantuffata a lungo e lei è venuta diverse volte urlando di piacere; poi, d'un tratto, con il viso sfatto dall'ultimo orgasmo, si è girata verso di me. «Niccolò, vieni! Ti prego riempimi il retto, perché ho bisogno di sentire la tua crema che lubrifica un po' il mio buco decisamente surriscaldato!» Mi son mosso abbastanza velocemente e, poco dopo, le ho irrorato l'intestino con un'altra copiosa sborrata. Quando son venuto, lei ha goduto all'istante. «Niccolò, mi fai venire! Sentire che mi stai riempiendo il culo mi fa impazzire! Oddio, vengo ancora!» Quando mi son sfilato, mi son reso conto che il suo culetto era ridotto ad una autentica voragine! Rita, per niente, impressionata, si è girata e ha preso a pulire il mio membro, leccandolo quasi fosse una divinità da adorare! Sono rimasto davvero sorpreso dalla sua libidine e poi, una volta che lo ha reso bello lucido, mi ha guardato ed io, non so perché, ma ho sentito forte il bisogno di baciarla. In questo caso è stata lei a restare stupita. Quando ci siamo staccati aveva le lacrime agli occhi. «Che gioia! Che piacere che ho provato a scoprire che sei veramente un maschio eccezionale! Non voglio complicare la tua vita, ma, se ti è possibile, tienimi presente anche solo per svuotare le tue palle! Io sono già innamorata pazza di te, ma questo non deve assolutamente condizionare la tua vita!» L'ho tenuta stretta abbracciata a me e poi, dopo averle dato un bacio, l'ho guardata dritto negli occhi. «Dal primo istante che ti ho vista, mi sei stata simpatica e lavorare con te è una cosa che mi piace molto. Ammetto che per te provo un sentimento un po' speciale, rispetto a tutti gli altri e, a partire da questo momento, penso che innamorarmi di te sia il minimo che possa fare, viste le bellissime sensazioni che mi hai regalato. Rita, mi ero ripromesso di sposare la prima che mi avrebbe fatto godere con estrema passione e, ti assicuro, che ho voglia di mantener fede al mio proposito.» Così è cominciata la nostra storia e, dopo un anno di fidanzamento, ci siamo sposati. Ora sto osservando mia moglie, seduta sul letto dell'ospedale, che sta allattando Michele, nostro figlio. Sono così felice che quasi non mi sembra vero!
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