Un muratore tromba la mia ragazza

pennabianca
2 months ago

Mi chiamo Paolo, ho 24 anni, sono di media statura, un po’ in sovrappeso, ma non grasso, insomma un ragazzo come tanti. Da sei anni, sono fidanzato con Valeria, una ragazza mia coetanea, mora, capelli a caschetto, con mèche bionde, fisicamente molto arrapante. Scura di carnagione, tette piccole con capezzoli piccoli ed una fica talmente nera e pelosa da farmi girare la testa. Lei in realtà non è una ragazza pudica, cioè, a letto, ci sa fare. È brava a succhiare il cazzo e ingoiare, lo prende in fica con molta disinvoltura, ma non potevo immaginare che mi avrebbe tradito alla prima occasione. Fra di noi il sesso non mi sembrava fosse così scarso, altrimenti avrei fatto diversamene. Di recente abbiamo iniziato dei lavori in casa e, grazie ad un muratore, che, guarda caso, me lo ha consigliato mia suocera, in quanto aveva già fatto dei lavori a casa loro, ho scoperto le corna, che porto da non so quanto tempo. Un giorno, a causa di un imprevisto, sono ritornato a casa un po’ prima del solito e, lungo il tragitto, ho incontrato sua madre che mi ha comunicato che Valeria non era a casa, perché aveva casa sossopra per i lavori e, siccome lei studia, se ne era andata da un’amica. Appena giunto davanti alla mia abitazione, noto però la sua macchina sotto casa. Incuriosito mi son fermato a riflettere e son salito in casa, ma non si sentiva alcun rumore di lavori in corso o cose del genere, e mi assalirono dei dubbi. Così decisi di entrare in casa per vedere se era tutto a posto. Entrai molto silenziosamente e mi accorsi subito di piccoli lamenti, soffocati, che venivano dalla stanza di Valeria. Mi avvicinai alla porta ed i lamenti erano sempre più chiari. Era Valeria che stava godendo, ma con chi, dato che io non c’ero? Forse si stava masturbando? Non aprii la porta, ma mi misi a guardare nel buco della serratura e riuscivo solo a vedere una sedia. Decisi allora di passare dall’altra parte della casa, usando la scala a chiocciola che si affaccia sulla finestra della camera. Vi arrivai, ma la tapparella era abbassata, ovviamente, ma c’era un piccolo spiraglio da cui guardare. Mi misi a spiare e mi si gelò subito il sangue addosso: Valeria stava facendo un pompino ad un signore sulla quarantina che, dal modo in cui era vestito, sembrava proprio il muratore. Lo mangiava e lo succhiava con avidità, lo masturbava e lo leccava di nuovo. Era veramente assatanata e anche l’operaio se ne accorse, al punto che, senza avvisarla, le esplose in faccia.

«Che succhiacazzi! Sei davvero molto esperta! Tieni, sborro!»Lei si arrabbiò, ma non tanto per la sborrata, quanto perché lei non era venuta.«Sei proprio un coglione! Hai pensato solo a te ed io non son venuta; adesso, come si fa? Io ho voglia di cazzo!»Lui con voce ancora rotta dal piacere, le disse come avrebbe rimediato.

«Sei una gran troia, proprio come tua madre! Adesso vedrai come farò a farti godere! Adesso ti lecco un po’, e vedrai che ti porterò al piacere.»E, senza aggiungere altro, le tolse il reggiseno e le strappò le mutandine. Alla visione della sua fica, piena di riccioli neri, lui si eccitò nuovamente, quasi all’istante.«Questo sì che me lo fa venir duro! Guarda che fica pelosa e umida; adesso ti scopo.»L’ha distesa e poi si è messo a leccarla. Lei ha subito iniziato a godere e, poco dopo, è venuta, ma intanto a lui il cazzo era di nuovo tornato duro e, messala a pecorina, prese a penetrarla. Lei godeva come una matta e, per non strillare dalla goduria, teneva una mano sulla bocca. Io, a dir la verità, ero in estasi nel veder Valeria come se la godeva. Da qualche tempo, mentre la scopavo, per eccitarmi di più, fantasticavo proprio sulla possibilità di vederla scopata da un altro, ma le mie erano solo fantasie. Lui l’ha pompata a lungo e bene, con lei che ha goduto almeno tre volte. Era ancora in estasi, quando lui ha rivolto le sue attenzioni al suo meraviglioso culetto, dove io non ero mai riuscito ad entrare.«Adesso vediamo questo culetto, se è stretto o se c’è entrato qualcuno!»Lei ha subito cercato di opporsi, ma lui non ha desistito.«No! Ti prego, il culo no! Non l’ho dato a nessuno; mi farebbe male il tuo coso nel culo: è troppo grosso!»Nel sentire quelle parole, il porco se ne sentì ancor più allettato.«Ma che bello! Un culetto vergine! Appoggia la testa sulla testiera del letto, che ora ti faccio impazzire; hai un po’ di vasellina o del lubrificante?»Lei lo guardo smarrita.«No! No.…ti prego no…non mi è mai servita la vasellina, perché non l’ho mai voluto nel culo!»Il porco allora ha sputato molta saliva sul buco vergine di Valeria e poi ci ha infilato un dito. Lei lo supplicò di far piano, usandole delicatezza.«Così… bravo, fermati un po’… haiiia! Piano!»Il porco, con un mezzo ghigno, ha replicato.

«Lo vedi che ti piace? Ma questo era il dito, ora sentirai la punta del cazzo, quindi, rilassa i muscoli che spingo!»Gli ha appoggiato il cazzo al culo e, senza dire una parola, glielo infilò dentro con tanta forza che la mia Valeria emise uno strillo di dolore.«hhaaiiii! Che male! Che male! Toglilo mi fa troppo male, mi brucia! Mi stai spaccando il culo! Toglilo!»Il tizio se n’è ben guardato a toglierlo ed ha preso a stantuffarla con sempre più regolarità. Valeria ha iniziato a godere come una vacca, incitandolo a sfondarla tutta.«Sì, dai, così! Dai, più forte, sfondami il culo! Dai, penetra la tua vacca! Sì, mi sento la tua vacca sfondata! Che bello! Lo sento tutto dentro l’intestino! Me lo sento in pancia!»L’uomo, udendo quelle parole, si è messo a ridere.

«Lo sapevo che eri una troia! Anche a tua madre è piaciuto subito nel culo! Sei davvero una troia come lei! Cazzo! Non resisto è troppo stretto! Sborro! Te lo sborro tutto questo culo sfasciato!»Con un grugnito da vero porco, è venuto copiosamente nel suo intestino e si è accasciato sopra di lei. Rimasero in quella posizione, lui con il cazzo nel culo di lei, per circa 5 minuti, fino a che si tolse.Mentre si ripulivano, Valeria gli disse:“Domani voglio lo stesso trattamento!”Li ho visti baciarsi appassionatamente. Sconvolto per quello che avevo scoperto, sia per Valeria che per quella zoccola di mia suocera; me ne sono andato e son tornato dopo circa 20 minuti. Quando lei mi vide, mi salutò con un sorrisetto malizioso. Mi buttò le braccia al collo e mi bacio in bocca, la stessa bocca con cui aveva pulito il cazzo del muratore.

«Ciao, caro, come è andata al lavoro?»Le ho detto le solite banalità e lei, con un sorriso da vera troia, mi ha comunicato, usando un doppio senso, quanto fossi cornuto.«Oggi mi son proprio stancata; ho aiutato l’operaio per tutto il giorno. Mi ha fatto fare un culo così!»L’ho guardata ed ho avuto subito un dubbio: ma, allora, quella che avevo visto, non era l’unica scopata di quel giorno! Allora, quante corna avevo già in testa?

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