Dalla spiaggia... alla moglie
Giugno, quella settimana ero di turno sulla linea del mare, tra una corsa e l’altra avevo alcune ore di pausa e tutti i giorni approfittavo del bel tempo per andare in spiaggia. Quel giorno era quasi deserta, motivo per cui alcuni ragazzi ne avevano approfittato per trasformarla in un grande campo di calcio e divertirsi a giocare. Per evitare di fare il guastafeste e, soprattutto, di prendere qualche pallonata, mi sistemai in disparte, accostato agli scogli e distante dal gruppo di giovani campioni, abbastanza isolato e riparato.
Mi stavo crogiolando al sole tiepido e piacevole quando sentii il rumore soffice della sabbia calpestata. D’istinto aprii gli occhi e nel mio campo visivo apparvero due persone. Si fermarono a pochi passi da me e vidi che mi stavano guardando. Mentre lei toglieva gli asciugamani dalla borsa da mare, lui si avvicinò e gentilmente mi domandò se la loro presenza fosse di disturbo. Al mio diniego insisté con la sua educazione domandando se potevano sistemarsi vicino a me, mi spiegò che volevano evitare di beccarsi delle pallonate dai giovani Ronaldo.
“Ma certo, c’è abbastanza posto per tutti” risposi col mio solito sorriso cordiale.
Ci mettemmo a parlare, mi raccontò di essere lì per le ferie, erano arrivati già da qualche giorno e si sarebbero trattenuti per l’intera settimana. Avevano preso un bungalow in un campeggio lì vicino che metteva a disposizione anche sdraio e ombrelloni, ma loro preferivano la spiaggia libera. La moglie era particolarmente silenziosa, si era sdraiata sul telo dopo aver spalmato abbondante crema protettiva sulla pelle candida come porcelana. Non capivo se era sveglia oppure si fosse addormentata profondamente poiché non muoveva un muscolo. Era molto bella, ogni volta che il marito parlando distoglieva lo sguardo da me, il mio era attratto da quel corpo perfetto. L’uomo pur continuando a discorrere con me di argomenti leggeri e comuni tra sconosciuti, di tanto in tanto allungava una mano per accarezzare la moglie. Una carezza sul braccio, una sull’addome, sulla coscia, spalla, seno. Continuò anche quando, esauriti gli argomenti di cortesia, le si sdraiò di fianco a crogiolarsi al sole già caldo.
Li osservai un po’, erano una bella coppia, un po’ avanti con l’età ma giovanili, estremamente cortesi e dal modo di parlare e da alcuni argomenti affrontati, capii essere persone colte provenienti da ambienti altolocati. Ben evidente l’attenzione che dedicavano alla cura del corpo. La signora si destò dal torpore in cui era immersa dal momento che erano arrivati, rivolse al marito qualche parola a bassa voce e si diresse verso il mare. Indossava un bikini con perizoma, bianco con degli strass che riflettevano luce con il movimento, attirando l’attenzione sul suo sedere sodo e tondo. A ogni passo sembrava invitare la mano ad appoggiarsi sopra e palparlo, cosa che mi sarebbe piaciuto fare. Messi i piedi in acqua si voltò verso la spiaggia, la silhouette in controluce era davvero bella, fisico tonico e armonioso, figura slanciata e una cascata di capelli ricci color oro.Il suo sguardo si soffermò su me mentre chiamava il marito.
“Luca vieni, è fredda ma limpidissima” e aggiunse dopo un attimo di pausa “invita pure… il tuo amico” poi sorrise e tornò a guardare il mare.
Entrò in acqua con passo deciso, quando le onde arrivarono a lambire l’inguine si ritrasse di qualche passo, si voltò per un attimo verso la spiaggia e poi si tuffò. Nuotò a lungo in apnea per riemergere dove l’acqua le arrivava alle spalle. Nel frattempo, in compagnia del marito mi ero avvicinato alla battigia. Lei stava tornando a riva, camminando. Quando il seno uscì dall’acqua era praticamente nudo per l’effetto trasparente dato dal tessuto bagnato. Probabilmente la stavo fissando troppo intensamente, sentii il marito che con tono condiscendente mi domandava se mi piacesse la sua signora.
«Che figura dell’allupato ho fatto, cretino» mi dissi e rivolgendogli la mia faccia più innocente ammisi:
“È una bella donna” distogliendo lo sguardo e cercando di fare l’indifferente.
Lei ci aveva ormai raggiunti, l’acqua le arrivava a metà coscia, il costume bianco come scomparso. Nuda davanti ai miei occhi. Mi avvicinò appoggiando la gamba alla mia, mi cinse la vita con un braccio facendo aderire il suo corpo al mio fianco. Guardando suo marito si voltò verso me sorridendo, per la prima volta mi rivolse la parola e fu per dirmi una cosa che mi sorprese e quasi imbarazzò.
“Anche tu mi piaci molto, sono un paio di giorni che ti vedo e osservo in spiaggia. Ho cercato di attirare la tua attenzione, ma non mi hai mai degnata di uno sguardo. Oggi abbiamo colto l’occasione della partita di calcio per metterci vicino a te e cercare così di conoscereti”.
Confesso che rimasi tra l’allibito e il confuso. Subito guardai il marito, avevo paura di una sua reazione di gelosia, stava invece ascoltando tranquillamente, come se lei mi avesse appena dato la ricetta per fare il pane!
“Adesso che mi sono rinfrescata, sto molto meglio, torniamo a sdraiarci?”
E facendo scivolare il braccio lungo il mio fianco slacciò quell’abbraccio inaspettato e si allontanò verso la spiaggia. Ringraziai l’idea di mettere il boxer ampio, perché tra le gambe sentivo il mio sesso gonfiarsi prepotentemente mentre guardavo quel culo strepitoso che si allontanava, anche se aveva cominciato a crescere già quando mi si era appoggiata addosso, mentre eravamo in acqua. Mi ero appena sdraiato sul telo da spiaggia quando li sentii parlottare tra loro. Pensai che avessero intenzione di rimanere un po’ in disparte, in fondo ero uno sconosciuto e loro una coppia bella e affiatata, anche se non riuscivo a togliere dalla testa lei mentre mi diceva che le piacevo. Qualche minuto dopo un’ombra mi coprì il viso, aprendo gli occhi vidi la sagoma di quel corpo divino in controluce.
“Inizia a fare troppo caldo, ti va di venire da noi in bungalow a prendere qualcosa di fresco da bere?”.
Guardai l’ora, avevo ancora del tempo prima di dover tornare a lavorare, perciò accettai di buon grado.
“Passo a fare una doccia veloce al bar qui vicino, ditemi dove raggiungervi”.
“Ma dai, non fare complimenti inutili, puoi approfittare del bagno del bungalow, abbiamo asciugamani puliti in abbondanza e è molto più comodo che al bar” rispose lui sorridente.
Confesso che questa coppia riusciva a mettermi in imbarazzo ogni volta che mi faceva una proposta, per non sembrare prevenuto o maleducato accettai con toni titubante.
“Probabilmente non sei mai stato in un bungalow, sono ampi e comodi, vieni.” disse lei allungando la mano verso me per farmi alzare.
A questo punto rifiutare sarebbe stato davvero sgarbato. Sentivo l’adrenalina correre dalla punta dei capelli alla punta delle dita dei piedi. Avevo la sensazione di camminare sull’ovatta, un po’ come in un sogno. Nella mia mente si accavallavano emozioni di tutti i tipi, contrastanti tra loro fino a stridere: vergogna, paura, eccitazione, incredulità…Arrivati nella veranda del bungalow lui mi invitò a prendere una bibita fresca mentre lei andava per prima a sciacquare via sabbia e salsedine. Eravamo entrati per posare i bicchieri nel lavello quando lei aprì la porta del bagno. I capelli bagnati che le scendevano sulle spalle lasciavano scivolare gocce d’acqua dolce sulla pelle abbronzata, alcune finivano sull’asciugamano avvolto intorno al corpo e fermato con un intreccio, di cui credo siano capaci solo le donne, sul petto. Altre più irriverenti si inoltravano nel solco del seno scomparendo sotto la spugna bianca. Immaginavo il percorso in mezzo a quei due globi perfetti e sentivo la reazione tra le gambe. Dissero che era il mio turno, mi dettero tutto il necessario e mi chiusero la porta alle spalle. Fu la doccia più veloce della mia vita, ero eccitato e timoroso, mi sentivo imbranato in quella situazione. Uscii con l’asciugamano stretto intorno alla vita. Loro erano lì dove li avevo lasciati, lui seduto sul divanetto e lei appoggiata allo sgabello alto del banco del piano cottura, una gamba appoggiata alla stecca, l’asciugamano aperto come lo spacco di un abito da sera che le scopriva la gamba fino a metà coscia. Rimasi ammaliato da quanto nella semplicità la sua figura apparisse eroticamente eccitante. Quando i loro sguardi si volsero a me, mi riscossi da quella visione.
“Scusate, mi vesto subito” esclamai.
“No” replicò lui deciso fermando il passo che stavo facendo verso il mio borsone.
“Marina tiragli via quell’asciugamano di dosso.”
Ordinò senza distogliere il suo sguardo da me. Sentii una vampata di calore investirmi completamente, stavo andando a fuoco per l’imbarazzo e l’eccitazione. Con un dito allentò il telo doccia e lo fece cadere a terra, rimasi nudo davanti a loro e già in erezione. Quando mi vide già pronto lei inarcò le sopracciglia con espressione di piacere, lui mormorò tra sé: “Bene, bravo”. Poi con tono più alto si rivolse a lei.
“Togli anche il tuo, fa’ vedere bene il tuo corpo al nostro amico”.
Con lo sguardo ammiccante fisso nei miei occhi, slacciò quel morbido abbraccio di cotone, mentre cadeva a terra le sue mani lo seguirono aderendo sulle splendide curve del corpo. Scese lungo i fianchi, risalì dal ventre fino a scivolare sui seni, con le dita strinse per un attimo i capezzoli e proseguì verso il collo e su, alzando i capelli per scoprirlo bene. Li fece ricadere come una cascata d’oro e le mani si appoggiarono sulla vita, scivolarono dietro e si fermarono sulle mele sode di quel culo meraviglioso, si girò di spalle per farmi osservare meglio. Seguì le gambe arrivando al retro delle ginocchia, che piegò scendendo fino ai piedi. Tornando su raddrizzò le gambe e strinse le chiappe con le mani, passo sulle anche, le appoggiò sulle cosce e riprese a scendere verso i piedi… ma questa volta le ginocchia rimasero ben dritte e ferma, sporse il busto in avanti e divaricando le gambe mostrò la perfezione del suo sesso che spuntava curioso e quel fiorellino dietro.
“Inginocchiati dietro lei e leccala.”
Ordinò lui guardandosi lo stesso spettacolo che avevo davanti agli occhi. Lo guardai stupito, la mia espressione era incredula.
“Sì, ti ho detto di leccarla. Tutto quello che vuoi, come vuoi, basta che usi lingua e labbra. Le piace essere leccata, succhiata e morsa, ma anche penetrata”.
Lo sguardo lussurioso del marito fu più eloquente delle parole pronunciate. Immaginavo che sarebbe successo qualcosa sin da quando mi aveva domandato cosa pensassi della moglie, ma mi aspettavo una proposta tipo di assistere alla loro voglia di esibizionismo, il massimo della mia aspirazione era di ricevere un bel pompino. Non pensavo mi avrebbe offerto in quel modo la moglie, una donna elegante e sensuale della quale io sarei stato gelosissimo e possessivo al posto suo. Fu così che cominciò il nostro rapporto a tre. Quel pomeriggio fui il loro giocattolo sessuale, lui dirigeva la situazione, gestiva tutti e tre in modo magistrale. Lei era una dea del sesso, senza limiti né pudori si offrì a me trasmettendo erotismo in ogni suo gesto. Tornai a lavorare che ero stravolto ancora dall’eccitazione e dall’esperienza, mi sembrava di essere un altro. Ci vedemmo altre volte, per un po’ fui il loro bull per intrattenimento a tre, ma anche per le serate in villa dove fui ammesso solo perché garantivano per me, ma questa è un’altra storia.
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