Il diario di Angelica

Angelica
6 months ago

I diari di Angelica

1.

Lunedì 1° luglio

Mi chiamo Angelica De Marzo e questo è il mio diario più intimo.

Insegno matematica in un importante liceo della mia città.

Ho compiuto da poco cinquant’anni e la mia vita fino a un anno fa è sempre stata tranquilla ma noiosa.

Quello che leggerete nelle prossime pagine è quanto mi è accade ogni giorno e mi auguro che la mia esperienza possa essere d’esempio ed ispirazione per altre donne.

Sono stata sposata per dieci anni con mio coetaneo.

Venivamo entrambi da precedenti esperienze di matrimonio e convivenza e credevamo onestamente di essere fatti l’uno per l’altra.

Così è stato per i primi cinque anni di matrimonio, poi noia, noia e ancora noia. Lui imprenditore di discreto successo, dopo un primo periodo in cui mi scopava almeno una volta al giorno, cominciò a trascurarmi con la scusa del lavoro, delle preoccupazioni, dei figli (quelli nati dal suo precedente matrimonio, noi non ne abbiamo avuti).

Così io ho iniziato a consolarmi masturbandomi tre volte al giorno e lui facendosi fare i servizi aggiuntivi dalla sua segretaria.

Finché non mi sono rotta e l’ho mandato a quel paese.

Sono rimasta sola per qualche mese poi ho conosciuto Umberto.

Scopiamo due volte al giorno e a volte anche tre. Non mi fa mancare mai cazzo e adrenalina. A volte partecipiamo a qualche orgia con amici e amiche fidati, ma non siamo malati di sesso. Viviamo e godiamo come dovrebbe fare chiunque sulla faccia della terra.

A scuola ho la mia scia di spasimanti che farebbero carte false per entrare dentro di me, in uno qualsiasi dei miei buchi, ma rispetto il mio uomo e accetterei solo se fosse lui a chiedermelo.

Lavoro sei ore al giorno e seguo sei classi dove insegno matematica. La maggior parte dei miei studenti sono degli sbarbati pieni di brufoli tutti presi dai social. Le ragazze invece sono delle zoccole in erba. Mi è capitato di vederle in ginocchio nei bagni dei maschi a prendere in bocca uno o più uccelli e non solo quelli degli studenti, ma anche quelli dei bidelli e di alcuni prof.

Io mi faccio i cazzi miei ma sono contenta di non essere la madre di questa massa di decerebrati. Tutti tranne uno. Si chiama Eugenio ma gli amici lo chiamano il Genio.  È al quinto anno e l’anno prossimo non lo vedrò più e un po’ mi dispiace. È diventato da poco maggiorenne e si è comperato con i suoi primi guadagni una Smart usata. In matematica è un portento, risolve tutti i problemi prima degli altri. Credo sia anche un hacker. Umberto che possiede un’azienda di cybersicurezza mi dice che normalmente tipi come Eugenio diventano ricchi prima dei venticinque anni.

A me Eugenio sta simpatico, si vede che è una spanna sopra gli altri. Ho detto a Umberto che dovrebbe farlo lavorare per lui. Mi ha risposto che ci penserà.

2.

Martedì 2 luglio

Ieri sera Umberto è tornato a casa con una sorpresa. Mi aveva avvisato che avremmo avuto un ospite a cena e anche per il dopocena ma non mi aveva detto chi fosse il fortunato o la fortunata. Io non stavo nella pelle. Era qualche tempo che non facevamo qualcosa a tre e l’idea mi aveva già fatto bagnare in mezzo alle gambe. Dopo aver preparato una cena fredda, e dopo una doccia rigenerante mi sono spalmata una crema profumata su tutto il corpo. Ero così eccitata che per calmarmi ho dovuto mettermi dentro un bel giocattolo di gomma e martoriare il mio clitoride fino a portarmi ad un orgasmo da favola. Finito con il mio amichetto ho dovuto rifare la doccia. Ho fatto appena in tempo a mettere un abitino nero che arrivava a malapena a coprire l’inguine e indossare le mie  décolleté nere quando ho sentito la porta di casa aprirsi. Ho atteso un momento prima di fare il mio ingresso in salotto. Quando sono arrivata, li ho trovati girati di spalle ad osservare uno dei quadri di Umberto. Mentre mi avvicinavo a loro ho riconosciuto entrambi e mi è tornato caldo in mezzo alle cosce. Umberto mi aveva portato a casa Eugenio. I due, sentendomi arrivare, si sono girati. Umberto mi aveva già visto in versione zoccola e non si mostrò stupito, ma lo sguardo di Eugenio che era abituato a vedermi in jeans e maglione dolce vita fece trasparire tutta la sua sorpresa che si trasformò qualche istante dopo in eccitazione, almeno a giudicare dal bozzo al basso ventre.

Umberto si recò in bagno a lavarsi le mani, lasciandomi sola con Eugenio. Io mi sentivo come una ragazzina al primo appuntamento. Mi sentivo rossa in viso, le gambe mi tremavano non poco ma mantenni la calma. Dopo Umberto anche Eugenio lavò le mani e ci mettemmo a tavola. La cena si svolse in allegria. Abbiamo anche brindato al nuovo lavoro di Eugenio.

Seguendo il mio consiglio il mio uomo lo aveva assunto come programmatore. Non chiesi dettagli e mi limitai a fare i complimenti al ragazzo.

Finita la cena, ho sparecchiato velocemente e raggiunto i due uomini che nel frattempo si erano seduti in salotto. Umberto aveva servito per sé ed Eugenio un amaro e io ne bevuto un po’ del suo. Siamo rimasti a chiacchierare ancora per qualche minuto poi ad un cenno di Umberto mi sono alzata e mi sono diretta verso la camera da letto. I due uomini si sono alzati anche loro e stando a pochi passi da me mi hanno seguita.

Entrata nella camera mi sono avvicinata al letto e con un semplice gesto mi sono tolta il vestito. Sotto, come detto, ero già nuda. Ero girata di spalle e non vedevo le facce dei due che restavano in silenzio. Fu Umberto a muoversi per primo. Si è avvicinato, mi ha baciato la spalla provocandomi un brivido su tutto il corpo e mi ha bendato. Poi mi ha girato e fatto sedere a bordo del letto. In silenzio i due uomini si sono spogliati e si avvicinati a me. Ho sentito i loro cazzi appoggiarsi ai lati della mia bocca. Sentivo il loro profumo, ma non sapevo quale fosse di Eugenio e quale di Umberto. Ho aperto leggermente la bocca e tirata fuori la punta della lingua ho preso ad assaggiare prima uno e poi l’altro. Sentito il sapore ho riconosciuto quello di Umberto. Prima gli ospiti ho pensato e spostando il viso dalla parte di Eugenio ho spalancato la bocca per accogliere il suo cazzo. Era duro e largo e non lo ho messo tutto dentro, ma mi sono concentrata sulla cappella da dove fuoriusciva già il liquido della sua eccitazione. Lavorata quella massa di carne per qualche minuto, sono passata a quella di Umberto che conosciuta e collaudata ho inserito fino in gola provocandogli uno spasmo di piacere. Alternata la bocca per un paio di volte ho chiesto ai due uomini di sedersi al mio fianco. Mi sono sdraiata  con la schiena sul letto e i due hanno cominciato  a toccarmi le gambe. Avevano entrambi un tocco delicato che mi provocava brividi di eccitazione. Ci hanno messo poco ad arrivare al centro di me e a cominciare ad esplorarmi. Umberto che faceva da guida conoscendo bene il mio corpo suggeriva a Eugenio dove toccare, prendendogli le dita e mettendole dove più provavo piacere. Umberto ha staccato da me la mano e mentre Eugenio continuava a toccarmi provocandomi tremolii di piacere si è alzato e  inginocchiato davanti a me. Ho sentito il suo fiato caldo vicino alla mia figa e ho aperto le gambe per agevolare l’arrivo della sua bocca. Eugenio ha tolto la mano ed io con la mia gli ho preso l’uccello e ho cominciato a segarlo. Presi le misure: era largo abbastanza da non riuscire a stringerlo tra pollice e indice ma non troppo lungo. I colpi di lingua di Umberto mi portarono ad un altro orgasmo. Sentivo la sua lingua ruvida insinuarsi dentro di me, le sue labbra succhiavano e bevevano i miei umori. Ancora bendata chiesi ad Eugenio di mettermi in bocca il suo bel cazzo duro ed il ragazzo eseguì senza indugio. Con la punta della lingua esplorai la sua cappella, la inserii dove tra poco sarebbe uscito il suo dolce seme e raccolsi le gocce di eccitazione che emetteva. Mi occupai di quell’asta turgida e pulsante leccandola tutta fino a raggiungere i testicoli che accarezzai, baciai, e presi in bocca. Eugenio aveva un odore ed un sapore di giovane maschio che mi eccitava. Umberto si staccò dal mio sesso e si pose al mio fianco. Io mi girai verso di lui abbandonando il cazzo di Eugenio. Cercai la sua bocca e morsi le sue labbra, poi infilai nella sua bocca la mia lingua che sapeva del sesso di Eugenio. Con la mano cercai il suo cazzo, sempre duro e bagnato. Mi tolsi la benda e miei occhi si incontrarono con i suoi, pieni di amore e di desiderio. Eugenio, nel frattempo, si era sdraiato dietro di me e il suo uccello si strusciava sul mio culo, sfiorando l’orifizio anale e poi la vulva sempre più fradicia di umori. Umberto si avvicinò a me facendo aderire il suo corpo al mio ed anche il suo cazzo accarezzava la mia figa. Aprii le gambe per favorire l’ingresso del mio uomo  e quando fu entrato lo costrinsi a girarsi a pancia in su per impalarmi meglio. Mi spinsi dentro con tutto il peso del corpo e cominciai a muovermi con il suo cazzo dentro. Lo sentivo tutto fino in fondo. Eugenio si alzò e si mise in ginocchio per agevolare la mia bocca a prendere il suo sesso. Il ragazzo tremava di piacere ad ogni colpo di lingua che infierivo sul suo cazzo. Umberto lo guardò e lui senza dire nulla si staccò dalla mia bocca e si mise dietro di me. Umberto mi prese le braccia e mi spinse ad abbracciarlo. Compresi che con quel gesto Umberto voleva favorire la penetrazione di Eugenio dentro il mio culo. Il ragazzo si bagnò la mano di saliva e cominciò a lubrificare il mio orifizio anale. Ma non era necessario. Ero abituata a prenderlo dietro ogni volta che con Umberto facevamo sesso ed il mio sfintere era allenato a prendere il cazzo senza provocarmi dolore. Eugenio appoggiò la punta del suo uccello sul mio buco e senza alcuna dolcezza lo spinse dentro fino in fondo.

Da come Eugenio mi aveva spinto dentro il suo cazzo compresi che Umberto aveva organizzato tutto nei minimi dettagli, spiegando al ragazzo come doveva penetrarmi dietro per procurarmi piacere.

I due cazzi entravano ed uscivano da me con una sincronia inaspettata e sentirli dentro separati solo da una libra di carne mi provocò un lungo orgasmo. I miei umori si mischiavano a  quelli dei due uomini. Andarono avanti a pompare per molti minuti e molti orgasmi ed infine vennero quasi all’unisono dentro di me. Spossati ma ancora duri restarono dentro di me ed Eugenio appoggiò il suo petto sulla mia schiena. Eravamo una cosa sola e mi sono sentita felice e desiderata.

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