ANGELA E FLAVIO 2 - LA CENA

Alphamaster
3 months ago

Venne la sera dell'incontro e ci preparammo con una certa meticolosità, volevo fare buona impressione sul possibile futuro master. Biancheria e vestito erano decisi, ma scelsi delle scarpe con un po' di tacco che secondo me ci stavano molto bene, ma soprattutto ero fresca di parrucchiere. Orecchini e collana completavano il tutto. Flavio era molto più sportivo, semplice maglietta e pantaloni ben stirati. I contatti con lo scrittore erano stati pochi, giusto la conferma che tutto era a posto e potevamo vederci; arrivammo li alle 19.55, cinque minuti in anticipo con un sacco di subbuglio in testa (e un po' di farfalle nella pancia io). Provavo una grande gratitudine per Flavio, capivo bene che lui stava facendo questa cosa per me.

Al ristorante ci fecero sedere al tavolo, e quasi immediatamente arrivò una persona che fu indirizzata verso di noi: un uomo un po' più anziano di noi con l'aria seria, pochi capelli e quelli che c'erano erano grigio ferro, barba bianca ben curata, fisico massiccio, forse qualche centimetro più alto degli 1.70 di Flavio, sicuramente un bel po' più alto dei miei 1.58. Anche lui era vestito sportivo, maglietta nera e pantaloni color tabacco.

Ci stringemmo la mano, e lui si presentò con il suo nome di battesimo, senza il cognome. "Tutto quello che vi ho detto nei giorni passati su Telegram, tutto quello che vi dirò stasera non è casuale, tutto fa parte del mio modo di valutarvi. Se a fine serata tutti e tre saremo convinti di assumerci i ruoli, lo faremo. Se non saremo convinti, ci saluteremo e non ne parleremo più." disse guardandoci alternativamente negli occhi. Risposi io "Giustamente. Io spero che potremo farlo però. Non sono mai stata così vicina a realizzare questo desiderio, e vorrei proprio poterlo concretizzare".

La serata proseguì con AM che ci faceva diverse domande sulla nostra situazione cercando di capire quanta libertà avessimo a casa, se avessimo figli e cose del genere, quando a un certo punto mi chiese "Hai addosso la biancheria che hai concordato?" Io rimasi piuttosto sorpresa e chiesi "perché?" - Lui posò la forchetta con ancora sopra il cibo e mi guardò fissa: "Non devi mai chiedere il perché di quello che dico o chiedo. Come vi ho detto tutto quello che dico e faccio ha uno scopo, che spesso tu non devi conoscere fino a quando non arriva il momento. Non mi piace, è la seconda volta che mi chiedete questo". Ero congelata, potevo solo rispondere "scusi..." e abbassando gli occhi "si, certo, ho addosso quello che avevamo pattuito." Lo vidi annuire, e poi "Va in bagno, togliti mutandine e reggiseno e lasciali li. Io andrò appena esci e li recupererò, e te li darò indietro a fine serata". Deglutii, la cosa era piuttosto imprevista e mi imbarazzava moltissimo. "Sono in gonna e resterò nuda sotto..." balbettai. Lui si limitò a restare in silenzio per un po', e capii che stavo perdendo il treno: "Va bene, vado" dissi con voce tremante, mentre Flavio aveva l'espressione di chi vorrebbe dire qualcosa ma non sa cosa. Lo guardai fisso, e gli dissi "Va bene così, Flavio!" per poi chiamare la cameriera e chiedere dove stava il bagno, e dopo avute le indicazioni mi alzai e mi avviai con un subbuglio totale nella testa e, devo ammetterlo, la figa dannatamente fradicia all'idea. Stavo eseguendo il primo Comando per un Master!

Nella relativa privacy del bagno – pulito quel tanto che basta, ma purtroppo odoroso di orina abbastanza da essere fastidioso – mi tolsi le mutandine, appoggiandole sul lavabo, ma avevo il problema del reggiseno. Non avevo alternative al togliermi del tutto il vestito nero a tubino che portavo e rimanere nuda. Lo feci e mi tolsi anche l'ultimo indumento, rimanendo del tutto spogliata e mi guardai allo specchio. Ero nuda fuori casa in un bagno di un ristorante, e ero eccitata come una cagna, la mia figa colava umori e avevo una voglia pazzesca di godere. Mi feci un ditalino li, ci misi forse quindici secondi a godere, poi mi rivestii e lasciai la biancheria li, sotto lo specchio. Fu bellissimo, un orgasmo fulminante che mi fece contrarre le dita dei piedi e i polpacci come quando mi masturbavo le prime volte da ragazzina. Quando mi rivestii mi guardai allo specchio, sentivo la stoffa stimolarmi i capezzoli, che infatti si vedevano spingere sotto l'abito. Era fantastico sentirsi così, era fantastico che fosse la volontà di un Master a farmelo fare. Uscendo li sentivo sfregare per il lieve ballare del seno a cui non ero abituata, e questo mi faceva bagnare di nuovo.

Tornata al tavolo passando feci una carezza sul volto del mio compagno facendolo sobbalzare per l'odore di vagina sulle mie dita, e mentre AM si allontanava per recuperare la biancheria gli sussurrai "non sono riuscita a non masturbarmi, sono eccitata come una cagna in calore". Lui diventò tutto rosso, già l'idea che fossi nuda sotto il vestito e ci fossero pochi centimetri di gonna a separare la mia micetta dagli sguardi del mondo lo stava eccitando, ma sapere che mi ero masturbata in bagno lo aveva colpito come una mazzata.

Il Master tornò dal bagno dopo pochi minuti e si sedette, aveva un mezzo sorriso. "Bene, mutandine e reggiseno le ho io, dopo ve le ridarò." guardò me intensamente "quando hai chiesto perché e dopo hai obiettato che saresti rimasta nuda ho pensato di lasciar perdere, sono sincero. Poi però in bagno ho sentito odore di figa eccitata, non è così?" - e ora cosa dovevo fare? Ero molto imbarazzata e l'imbarazzo aumentava la mia voglia. Risposi la verità: "Ho pensato che avrei perso la mia occasione e ho avuto paura" - ero rossa e tenevo lo sguardo basso. "Ma quando mi sono vista completamente nuda allo specchio in una situazione del tutto incongrua mi sono eccitata da morire, mi sono masturbata e sono arrivata all'orgasmo in pochi secondi".

La serata era quasi finita, eravamo al dolce che AM non aveva preso e ne approfittò per parlare. "Va bene, se tutti e due siete ancora convinti ti prendo come apprendista schiava. Ti darò un nome da schiava e ti chiamerò Jenny". Io sorridevo, e un po' a scherzo dissi "sembra un po' un nome d'arte da prostituta". Lui annuì. "Come ti ho detto non faccio mai le cose a caso. Un nome diverso ti aiuterà psicologicamente a essere libera, e aiuterà il tuo compagno" lo indicò col dito "a sentirti meno condivisa con qualcuno, Jenny sarà mia e Angela sarà sua. Se qualcuno vuole tirarsi indietro in modo semplice il momento è adesso. Ovviamente si potrà anche dopo, ma il modo semplice, indolore e senza recriminazioni è ora. Flavio, qualcosa da dire?

"Il mio compagno lo guardò e prendendo fiato disse "All'inizio questa cosa mi pesava molto. La sopportavo per amore, ma sinceramente mi turbava. Adesso credo che sia eccitante, non so perché, ma l'idea che tu la abbia costretta a togliersi l'intimo me lo ha fatto venire duro." sorrise "credo anche che i rapporti che ho avuto con lei da quando ho deciso di lasciarle avere queste esperienze siano stati più appaganti di quanto siano mai stati, e sapere che si è masturbata in bagno.. beh, sono ancora arrapato".

Poi guardò me, e io dissi semplicemente "Io non vedo l'ora. Grazie" – Lui mi corresse, e mi disse "Devi finire sempre le tue frasi con Padrone. Si Padrone, no Padrone, grazie Padrone..." - Io mi corressi subito "Si Padrone. Grazie Padrone" ottenendo un cenno di assenso che mi sembrò una lode sperticata. Lui proseguì "Comunque c'è una cosa che voglio, un ordine permanente. Voglio che lo accettiate come simbolo di sottomissione e per aver sollevato obiezioni prima: non indosserai mai le mutande sotto i vestiti, ne sotto i pantaloni ne sotto le gonne, e per di più userai le gonne quando sarà possibile. Ti concedo le mutandine solo quando saranno indispensabili, tipo per una visita medica o per la palestra e se hai ancora il ciclo. "Io annuii, dicendo "Va bene padrone. Si ho ancora il ciclo, Padrone". Ero al settimo cielo a usare quella parola... 'Padrone', adoravo il mio ruolo.

Ci salutammo e rimanemmo d'accordo che avremmo stabilito un giorno in cui fare la nostra prima sessione di BDSM, e io non vedevo l'ora. Andato via AM tornammo alla nostra auto, e Flavio continuava a chiedere "sei eccitata? Sei bagnata?". Io non potevo far a meno di confermare, e una volta in movimento lui mi mise la mano destra tra le gambe, toccandomi la vulva, penetrandola con due dita e masturbandomi. Io rovesciai gli occhi all'indietro, mugolando di piacere. "Fammi godere Flavio, qui! Qui, in pubblico!" ansimai. Lo fece, sentivo le sue dita penetrarmi, allargarmi le grandi labbra, premere sulle mucose dentro di me fino a quando venni, sentendo colare fiumi di liquidi dentro la gonna e sul sedile. Fu un orgasmo esplosivo, il mio primo in pubblico.

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