Capitolo 1: Pompino al cliente dell'hotel

Raf 1990
07 August 2023

Prefazione

Sono una donna “matura”, amo definirmi una MILF molto amante del sesso. Non mi basta farlo solo in maniera tradizionale col mio compagno, ma amo l’estremo, la trasgressione, godo nel tradire il mio lui, mi eccita da morire, mi fa godere di più. Ed il fatto che attragga uomini di ogni età, mi lusinga e mi rende estremamente disponibile a fare porcate con i maschi delle più disparate età; ho fatto e faccio sesso con giovani di 20 anni (quindi di molto più giovani di me), di 60/75 anni ed ovviamente con i miei coetanei, anche con maschi neri che mi eccitano da morire. Inoltre devo confessare che ho una vera e propria mania, una passione per il sesso orale incredibile, amo fare i pompini con ingoio profondo, totale. Infatti, a mio avviso, un rapporto non è totale, non è soddisfacente, se non c’è l’orale. Amo farmi leccare le parti intime e starei sempre con un bel cazzo in bocca, ingoierei litri di sperma in qualsiasi momento e da qualsiasi fontana. Insomma, come si sarà capito, amo da morire il cazzo, soprattutto in bocca!

Ho iniziato prestissimo a fare sesso; all’età di 16 anni già mi davo da fare, sparavo tante seghe e numerosi pompini, mi piaceva farmi leccare dai maschi dappertutto. Il mio primo pompino, per la verità da inesperta, lo feci a 13 anni ad un mio lontano cugino di 20 anni; andammo in visita per qualche giorno dai miei zii in campagna e, un pomeriggio in cui rimanemmo soli, nella sua cameretta, ci mettemmo nudi, in ginocchio davanti a lui, succhiai il mio primo cazzo in assoluto, ma ricordo che non ingoiai la sua sborra, la sputai dopo averla raccolta in bocca; mi piacque molto il suo sapore. Iniziai giovanissima pure a dare il culo che mi venne rotto da un bidello del mio liceo quando avevo poco più di 16 anni. Avevo paura di rimanere incinta, per cui lo prendevo solo li; come si dice, “cazzo in culo non fa figli”. La verginità, infatti, strano a credersi, l’ho persa alla maggiore età. Infatti la fica mi fu profanata, per la prima volta, a 18 anni appena compiuti, da un anziano meccanico di 74 anni. E già, una mia caratteristica è proprio il fatto che, da giovane, amavo tanto i maturi, gli uomini anziani che mi facevano godere di più in confronto ai miei coetanei. Forse il pensiero di farlo con un “vecchio”, o la loro maggiore esperienza, mi facevano preferire i maschi più attempati, mi eccitavano molto. Comunque, e posso affermarlo con certezza e senza vergogna, sono non solo estremamente viziosa e porca, ma una vera e propria troia.

Voglio condividere e raccontare le mie avventure più viziose, incredibili, indecorose ed eccitanti, tra le tantissime vissute finora.

Capitolo 1: Pompino al cliente dell’hotel.

Lavoro come cameriera ai piani in un albergo, 54 anni da poco compiuti, mora mediterranea, un fisico di tutto rispetto, con un compagno che amavo e che mi amava. Era piena estate e, nel primo pomeriggio, ero intenta a pulire una camera. La stanza era vuota ed io ero impegnata nel mio lavoro, quando entrò il cliente in tenuta da spiaggia, un uomo oltre la sessantina, grassoccio, pancia prominente, semi calvo, molto peloso e, per la verità, piuttosto insignificante e brutto.

Gli dissi che di li a poco avrei tolto il disturbo e lui rispose educatamente di non preoccuparmi, di fare con calma e che nel frattempo lui avrebbe fatto una doccia. Dopo circa un quarto d'ora, tornò in accappatoio ed io gli dissi di aver terminato e gli augurai il buon pomeriggio.

Con mia grossa sorpresa, mi invitò garbatamente a riprendere fiato ed a fare quattro chiacchiere, perché sarebbe rimasto solo sino al giorno seguente, visto che la moglie era dovuta rientrare per motivi di lavoro. Infastidita da questo suo atteggiamento alquanto sospetto, piuttosto stanca e non vedendo l'ora di smontare e tornare a casa, accettai seccata, sedendomi su una poltroncina, accarezzandomi i lunghi capelli neri come ero solita fare ed un pò in imbarazzo non sapendo in realtà cosa dire, perché era praticamente uno sconosciuto visto solo qualche volta, di sfuggita, nell'hotel.

Lui si sedette di fronte a me e non potei non notare, attraverso l'accappatoio semi aperto, la pancia prominente ed il suo "attrezzo" in posizione "18 e trenta". Fui colta da una sorta di divertita curiosità, mi veniva da ridere, oltre che sentirmi piuttosto imbarazzata e fuori luogo.

Mi stavo annoiando, poi però, mentre parlavamo del più e del meno, capii che lo stavo eccitando. Infatti ora il suo cazzo non era più in posizione di riposo, ma alle ore 12!

Maliziosamente, mi ritrovai a pensare che fosse ben dotato, con un bel cazzo noduloso e scuro, quasi fosse un uomo di colore. Il cliente notò queste mie occhiatine maliziose e cominciò a parlarmi del suo rapporto con la moglie, dicendomi che non era affatto appagato dalla sua vita sessuale e che aveva tanta voglia di fare sesso in maniera extra coniugale. Cominciò sempre più a stuzzicarmi passando alle lusinghe, dicendo che mi aveva notato da subito, dal suo arrivo in albergo, che mi trovava molto carina e sexy e chiedendomi se avessi mai tradito, se avessi mai pensato di farlo, visto che, con il mio lavoro, di certo non mancavano le occasioni, fino ad arrivare a chiedermi, senza alcun pudore, se mi piacesse e se praticassi il sesso orale. A questo punto mi alzai e, con aria offesa ed infastidita, dissi che era meglio se andassi via.

Si scusò in maniera galante per avermi messa in imbarazzo ed essere stato troppo intraprendente e mi esortò a calmarmi e di rimanere ancora un pò, cosa che io feci piuttosto volentieri perché, inutile negarlo, la cosa cominciava ad eccitarmi non poco, oltre al fatto che mi intrigava un casino la situazione trasgressiva e decisamente erotica che si stava creando.

Non so cosa mi stesse accadendo, ma mi sentivo fortemente attratta, non tanto da quell'uomo insignificante, ma dalla situazione che mi portava a sentirmi una grande porca e poi, il pensiero di tradire il mio amato compagno, la trasgressione, fecero il resto e così, sentendomi sempre più eccitata, gli dissi di avere caldo e che intendevo mettermi un pò più a mio agio togliendomi il camice della divisa. Lui, capita l'antifona, felice e consapevole di poter raggiungere il suo laido scopo, mi disse che non c'erano problemi. Così rimasi in pantaloni attillati e canottiera scollata, con le mani incrociate in grembo.

Anche se mi sentivo piuttosto imbarazzata e con l'impulso razionale di uscire immediatamente da quella sordida situazione, mi stavo eccitando sempre più, ed infatti iniziavo a bagnarmi. Lui, visibilmente attratto dalle mie forme, ora ben visibili, si toccava il cazzo con sempre maggior insistenza, fino a scappellarlo completamente. Rimasi letteralmente rapita dalla visione della sua cappella grossa, violacea, dura, non riuscendo a distogliere lo sguardo dal suo cazzo e ormai convinta ad andare fino in fondo e divertirmi un pò.

Sentendomi una gran troia già per il fatto di aver lasciato che la situazione arrivasse a quel punto di non ritorno, mi ritrovai a desiderare fortemente di toccare e, addirittura, prendere in bocca il cazzo del cliente, in una situazione squallida ma eccitante, in una camera d'albergo dove ero impiegata, consapevole di star tradendo il mio compagno, e mi resi conto di aver perso completamente il controllo di me stessa, e che sarebbe bastato il suo più piccolo approccio, e sarei capitolata senza indugi.

Mentre un vortice di pensieri osceni mi riempiva la mente, quasi avesse letto il mio pensiero, il gran porco mise il cartello "non disturbare" e chiuse la porta con la chiave magnetica, poi senza ritegno, lasciò cadere l'accappatoio, rimanendo completamente nudo di fronte a me. Fu in quel momento che capii che ero completamente sottomessa a lui, che desideravo soddisfare il suo lurido piacere e di non potere, ma soprattutto, non volere tornare indietro. Non potevo negarlo a me stessa. Avevo voglia del suo cazzo, volevo la sua sborra, volevo ingoiarla golosamente, mi sentii troia e porca al pensiero di fargli un pompino con ingoio profondo, ritrovandomi con la fica incredibilmente bagnata.

Mi si avvicinò, mi tolse la canottiera ed il reggiseno scoprendo le tette, una terza abbondante ed ancora sode. Si piegò a leccarle, a mordicchiare e succhiare i capezzoli duri ed a palparle in maniera oscena ed indecorosa. Lo sentivo ansimare, eccitato.

Una parte di me tendeva ancora a ribellarsi, provavo vergogna con me stessa, continuavo a pensare al tradimento, al mio compagno, all'oscenità della situazione, sentendomi tremendamente in colpa, ma non avevo più la forza di scappare via, anzi godevo, stavo godendo come una troia, con gli occhi chiusi, mi godevo quel trattamento incredibilmente eccitante, in attesa impaziente di beccarmi finalmente il suo cazzo in bocca. Ero fortemente intenzionata a sparargli un pompino incredibile, volevo mangiarmi quel cazzo letteralmente e ingoiare lo sperma che ne sarebbe fuoriuscito.

Pian piano, il cliente mi denudò completamente, tirandomi via pantaloni e brasiliana. Rimanemmo così ambedue nudi e subito ricominciò a leccarmi tutto il corpo, ficcando due dita in fica e cominciando a sditalinarmi senza ritegno, in maniera violenta e veloce. Con la testa riversa all'indietro, mi mordicchiavo le labbra e mugolavo di piacere accarezzandogli la testa, mentre lui scendeva a leccarmi prima l'ombelico, per poi giungere all'interno delle cosce, fino ad arrivare alla mia fica. Allargandomi le cosce, leccava le labbra, mordicchiava il clitoride, lo succhiava, ficcava la lingua dentro alternandola alle dita, poi risalì e ci baciammo in un intreccio di lingue e saliva incredibile.

Ci mordicchiammo labbra e lingue per un pò, pomiciando con lussuria, poi mi chiese, senza tanti giri di parole, di fargli un pompino!

Senza una parola, non desiderando altro, adagiai un cuscino per terra, mi ci inginocchiai davanti e lui prese a strusciarmi la cappella sul viso, imbrattandolo di filamentoso liquido seminale. Mi arrivò pungente l'odore della sua cappella turgida e dura e, persa completamente la testa, iniziai a leccare i coglioni, l'asta e la grossa cappella con voluttà e passione.

Dallo specchio dell'armadio, vedevo l'incredibile scena: completamente nudi, inginocchiata davanti al cliente mentre, mugolante, gli facevo un pompino con passione incredibile, le mie mani appoggiate alle sue cosce ed il cazzo ben piantato in bocca, con la sua mano dietro la mia nuca a dettarmi il ritmo della pompa. Lui, da gran porco qual era, mi prese la testa all'altezza delle tempie con ambedue le mani e cominciò a pomparmi velocemente in bocca, ficcando il cazzo fino in gola e portandomi a sbavare copiosamente, con rivoli di saliva che mi fuoriuscivano dalla bocca, colandomi sulle tette e poi sui suoi coglioni duri, senza respiro, ma mi piaceva, a parte una forte sensazione di conati, cavolo se mi piaceva.

Eccitata all'inverosimile e pronta a tutto, mugolavo sonoramente mentre, oramai in visibilio, succhiavo e pompavo con gli occhi chiusi ed in maniera indecorosa, il bel cazzo del cliente. Mi doleva la mandibola talmente era grande la foga con cui mi stavo lavorando il grosso cazzo che, nel tentativo di contenere tutto in bocca, mi deformava le guance. Mi dedicavo in particolare alla cappella, passandoci sopra la lingua, stringendola tra le labbra, ciucciandola e ritrovandomi a pensare che amavo quel cappellone umido, duro e grosso, idolo di piacere intenso. Lo veneravo, volevo letteralmente ingoiarlo.

Continuavo a pompare quel cazzo duro guardando dritto negli occhi il cliente, accarezzandogli i grossi coglioni, con sguardo da gran porca e come a sfidarlo, quasi a volergli dire:

"Porco, non era questo che volevi? Tua moglie te li fa così bene i pompini? Guarda come la cameriera te lo succhia, come ti ciuccia la cappella, ti sta piacendo vero, ti faccio impazzire con la mia bocca e la mia lingua vero"?

Lui, come in risposta al mio pompare, godeva tantissimo e mentre mi guardava mugolava, col cazzo che sembrava volesse scoppiare tanto era duro, dicendomi che ero bravissima a succhiarlo e dandomi della troia, pompinara, succhiacazzi. Una pompa fantastica che sarà durata circa 10 minuti; quando capivo che stava per venire, rallentavo, stringevo la testa del cazzo tra due dita, per poi riprendere a pompare, fino a che mi disse che non resisteva più e di volermi venire in bocca.

E così, tirato fuori il grosso cazzo dalla mia bocca, iniziò una sega velocissima a pochi millimetri dalla mia faccia mentre io, fissandolo negli occhi a bocca spalancata pronta ad accogliere il latte di cazzo, attendevo avidamente la sua sborra, accarezzandogli i coglioni, come a volerli mungere. Vedevo la cappella che entrava ed usciva dal prepuzio, ne avvertivo l’odore a bocca spalancata e con la lingua pronta ad accogliere quella enorme ed infinita esplosione di sborra che, improvvisa, mi inondò con fiotti abbondanti, densi, dal colore biancastro che mi colpirono il palato e si adagiarono sulla lingua. Una quantità incredibile di sperma caldo si era accumulato sulla mia lingua, a formare degli archi di poltiglia densa e perlacea. Lo assaporai avvertendo un sapore acidulo e l’odore tipico di mandorle della sborra calda appena uscita dai coglioni, poi sempre guardandolo negli occhi, eccitatissima, ingoiai tutto in un sol colpo, giù dritto nello stomaco.

Soddisfatta e sazia, mentre lui, sudatissimo ansimava ancora, continuai a leccare la cappella ripulendola degli ultimi residui di sborra, guardandolo sempre dritto negli occhi, fino a che il cazzo del cliente rimase pulito e cominciò ad afflosciarsi. Avevo ingoiato tanta sborra calda.

Lui avrebbe anche voluto chiavarmi e farmi il culo, ma, stizzita per avermi fatta cadere in tentazione, gli risposi che per ora bastava così, che non me la sentivo di tradire il mio compagno - come se l'incredibile pompino appena fatto, non fosse già un grande tradimento.

Corsi in bagno, mi sciacquai il viso e la bocca ancora impastati di sperma, mi rivestii e scappai via senza neanche salutarlo; in quel momento lo odiavo, perché lo reputavo la causa dell’osceno pompino appena fatto che mi faceva sentire tremendamente in colpa; lui mi aveva fatta eccitare e fatto tradire il mio lui, il mio compagno. Però, nello stesso tempo, nel mio animo, covava una sorda soddisfazione per la grandissima porcata che avevo appena fatto, e che, sensi di colpa a parte, mi era piaciuta tanto, tantissimo…

Fu la prima volta che avevo tradito il mio compagno, e quell’esperienza mi era rimasta scolpita in mente, e da allora l'ho tradito e lo tradisco sistematicamente, appena un maschio mi piace, me lo faccio senza pensarci sopra troppo.

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