Noelle 10
L'ufficio di Vanessa
All'indirizzo che mi ha scritto Vanessa c'è il suo ufficio qui di Palermo: è una stanza enorme, dove c'è la sua scrivania, schedari, una biblioteca e su una parete un divano con due poltrone, un tavolino e un piccolo bar fornitissimo. La porta è sempre chiusa, la apre con un pulsante sulla scrivania. Dietro la scrivania una porta conduce a un'altra stanza più piccola, con la moquette, completamente insonorizzata, dove è allestita una specie di camera di torture: un tavolo con anelli per i polsi e le caviglie, una croce di Sant'Andrea, un palo verticale, una gogna, un bellissimo letto con baldacchino e lenzuola di seta. E inoltre, appesi sui muri o dentro dei forzieri o semplicemente in giro, gli strumenti che conosco già e altri nuovi: dalle fruste alle manette, dai cazzi finti di ogni dimensione alle pinze per i capezzoli. Da qui poi si passa nel bagno, completo di doccia e vasca, grande e pulitissimo. La "convocazione" avviene con un normalissimo messaggio whatsapp, mi scrive il giorno, l'ora e cosa devo indossare. Anche se non lo scrive, prima di recarmi all'ufficio mi faccio sempre un paio di perette, in modo da essere sicura di essere sempre pulita dentro. Inoltre mi trucco con cura e mi profumo, voglio essere sempre perfetta per lei.
La prima volta è stata una settimana dopo che è venuta al cantiere, quando mi ha presa come sua schiava. Quel giorno sarebbe tornato mio marito, per cena. Al mattino presto mi arriva un messaggio: - alle 10:00, gonna leggera e maglietta, sandali con tacco, truccata. Niente biancheria intima. Non masturbarti, non venire. -
Per l'ansia arrivo sotto al palazzo mezz'ora prima, parcheggio e aspetto, col cuore in gola. Sono eccitatissima, la maglietta è leggera e i capezzoli sono molto evidenti sotto la stoffa. Ne sfioro uno col dito e mi provoco un brivido di piacere. Abbasso la mano e mi sfioro il clitoride sotto la gonna, resto senza fiato. Ha scritto chiaramente di non masturbarmi ma... penso confusamente che basta non dirglielo e continuo a muovere velocemente le dita, incapace di fermarmi: vengo quasi subito e mi abbandono sul sedile, senza potermi muovere, ansimo e basta. Per fortuna ho abbastanza tempo per riprendermi e calmarmi, così quando salgo al suo piano sono assolutamente normale, non può accorgersi che le ho disobbedito. La porta è aperta, entro in anticamera. C'è un bancone con due segretarie e tre porte che danno su altrettanti uffici, uno è quello di Vanessa, la targa è d'ottone, molto elaborata. Dico chi sono e dove devo andare, e una delle ragazze mi annuncia a un citofono interno. Non mi sfugge lo sguardo delle due, diretto e fisso al mio seno, coi capezzoli ancora turgidi e sporgenti. Sento uno scatto metallico che proviene da una delle porte e una segretaria mi fa segno di accomodarmi.
Quando entro, la porta si richiude automaticamente: mi sento persa in quest'ufficio enorme con Vanessa che mi squadra da dietro la scrivania. Balbetto un 《c-ciao》 ma non risponde, mi guarda seria. Mi avvicino, le mani unite e lo sguardo basso, sono in soggezione, non so cosa devo fare. Mi guarda senza dire niente, io sto sudando, non capisco. Non oso alzare lo sguardo, sento il mio respiro agitato, non mi muovo, percepisco che mi sta guardando. Mi sta giudicando. Lo sa. Sa che mi sono masturbata. Sa che le ho disobbedito. Scoppio in lacrime e le chiedo perdono, singhiozzando, giuro che non succederà più! 《Shhhh tranquilla, calmati.... vieni qui, siediti sulle mie ginocchia》 Sono incredula, mi avvicino, mi siedo e lei con la mano mi fa appoggiare la testa sulla sua spalla mentre con l'altra mano mi stuzzica i seni. 《Non preoccuparti Noelle, lo so che con un corpo come il tuo è difficile resistersi. Per questa volta non ti punirò ma non devi più disobbedirmi va bene?》 Annuisco mentre le bacio e le lecco il collo, perdendomi nel suo profumo; intanto lei mi infila una mano sotto la gonna e insinua un dito nella mia fessura. Raccoglie un pò dei miei umori e poi appoggia le dita sulle mie labbra. Avverto allo stesso tempo il mio odore e il mio sapore, e questo mi fa fremere di desiderio! 《Ti prego, fammi quello che vuoi!》 《Tesoro io voglio farti del male, lo sai...》 《Sì.... sì Vanessa, ti supplico fammi male!》Mi prende improvvisamente per i capelli e mi tira indietro la testa, mentre con la mano mi pizzica forte una tetta. Apro la bocca ma non urlo, mi fa alzare in piedi. 《Nuda》 lo dice non come un ordine ma come un dato di fatto. Mi spoglio completamente, tremando, eccitata e impaurita allo stesso tempo. Lei alza una mano e la passa tra i miei peli, sento i brividi che mi partono dai lombi e salgono per tutta la schiena. Continua a frugare, sembra che cerchi qualcosa, io sento piegarsi le ginocchia, quando si ferma, prende un pelo tra due dita e lo strappa via! Mi scappa un urletto ma non mi muovo. Si alza e si avvicina a me, siamo a pochi centimetri, mi sussurra 《Vuoi che ti faccia male?》 《Sì ti prego!》 《Vuoi essere umiliata?》 《Sì!》 《Vuoi godere?》 《Sì ti supplico!》 《In ginocchio!》 Mi lascio letteralmente cadere sulle ginocchia e lei si alza la gonna. Ha un paio di normali mutandine di cotone, le abbasso e gliele sfilo dai piedi, inizio a leccare, in principio con troppa foga, sono impaziente di farla godere, poi mi calmo e metto in pratica quello che ho imparato e sperimentato con Jezabel. Adesso vedo che si sta scaldando, sento il suo respiro che accelera, assaggio il suo sapore che mi cola sulla lingua. Continuo a leccarla e baciarla con devozione mentre le prendo il sedere a piene mani, lo tasto, lo palpeggio, lo massaggio, allargo i glutei, sfioro l'ano, Dio mio sono vicina all'orgasmo senza neanche toccarmi! Mi precede e mi viene in bocca, in silenzio, aggrappandosi ai miei capelli, mentre io continuo a leccarla più piano, godendomi i suoi spasmi.
Mi lascia e torna a sedersi, con le gambe larghe, vedo che ha la figa ancora aperta che gronda. 《Santo cielo Noelle, sei fantastica! Lo sapevo che sei lesbica, è la negretta vero? Te la scopi!》 Non rispondo, il complimento mi ha scaldata ma Jez non c'entra con tutto questo, non deve entrarci, è pura, perché parla di lei? Deve aver notato la mia faccia perché esplode a ridere: 《e così sei innamorata... devo essere gelosa?》 Faccio segno di no con la testa ma mi arriva un ceffone, forte. 《Veramente Vanessa, giuro, non facciamo più niente, da tanto!》 《Si? Bene! E continuerete a non farlo capito?》 《Si Vanessa hai la mia parola!》 Quindi si alza e mi fa alzare, mi prende per mano e mi porta nella stanza sul retro. Appena vedo tutti gli attrezzi mi gelo, istintivamente arretro, ma lei mi blocca con una mano sulla schiena e mi fa entrare, gentile ma decisa. 《Questa è la stanza dei giochi e questi sono i miei giocattoli, ti piacciono? Io e te passeremo molto tempo qua dentro e qui potrò farti soffrire come piace a me》 Le sue parole mi terrorizzano ma il mio corpo reagisce in tutt'altro modo: sento la vagina riempirsi, in attesa, avida, i capezzoli sporgono prepotenti, persino l'ano si apre e pulsa. Appoggio le mani ai fianchi per non cedere alla mia voglia ma hanno vita loro e mi accarezzano le cosce, la vita, salgono verso il collo... mi ferma la mia padrona con una energica scudisciata sui glutei, urlo e perdo l'equilibrio, devo appoggiarmi al tavolo con le mani. Lei ne approfitta e prende a colpirmi più volte, sempre sui glutei, sempre nello stesso punto. Non mi muovo, cerco di sopportare ma è troppo doloroso, brucia da impazzire, le chiedo di fermarsi, le urlo di fermarsi, le piango di fermarsi! Alla fine mi lascio cadere in ginocchio, singhiozzando, e l'ultimo colpo mi raggiunge sulla schiena. Mentre piango fuori tutto il mio patimento la mia signora mi carezza la testa, aspettando che io finisca. 《Alzati e sdraiati sul letto》Non riesco a rispondere ma ubbidisco, mi sdraio pancia sotto e aspetto. Mi lega i polsi e le caviglie ai quattro angoli, mi mette una benda sugli occhi, ansimo per il panico ma anche per l'eccitazione. 《Vuoi soffrire ancora?》 Non riesco a rispondere, sto tremando. Sento fruscio di vestiti, si sta spogliando, l'immagino nuda, la desidero! Mi bacia dolcemente sulle piaghe del sedere, non riesco a trattenere un mugolio, cerco di sollevarlo, di porgerglielo, continua a baciarmi e nello stesso tempo mi appoggia un dito sulla figa, la apro, cerco di prenderlo dentro! Non si fa pregare e mi penetra, lentissima, e allo stesso modo esce, poi entra con due dita, poi con tre e inizia a scoparmi così, lentamente, io muovo il bacino, mi sto contorcendo, cerco di afferrare le sue dita con la vagina, quando mi accorgo che sto per venire mi fermo e tremo, la lascio fare, aspetto di esplodere.... un'altra scudisciata, più forte di prima, mi lascia senza fiato e senza orgasmo. 《Spiacente tesoro, oggi non ti lascio venire, hai già fatto nel parcheggio qui sotto》 Con un filo di voce la supplico ma lei mi libera e mi fa alzare. Mi si avvicina, non posso vederla ma sento il calore del suo corpo, adesso sento il suo corpo nudo a contatto col mio, i seni, le pance, le cosce, Dio mio sento un nodo bollente di desiderio nella pancia! Ci abbracciamo, e appoggia la sua guancia alla mia, mi accorgo che sto tremando. Mi sussurra dolcemente all'orecchio 《Noelle amore mio! È una settimana che ti sogno, è stato penoso dover aspettare. Ti desidero Noelle, desidero sentire il tuo corpo su di me, le tue mani, la tua lingua, le tue labbra! Ti prego Noelle, ti supplico, vuoi farmi godere?》 Sentirla sussurrare, sentirle pronunciare il mio nome, sentire le sue labbra sfiorare il mio orecchio, sentirla supplicare! In questo momento se mi chiedesse di buttarmi nel fuoco lo farei con gioia, non riesco neanche a rispondere, mi limito ad annuire col cuore in tumulto. 《Non toglierti la benda Noelle mia. Adesso mi sdraio sul letto, e quando ti chiamo vieni anche tu. Fammi quello che vuoi, come vuoi, fammi tua. Fammi sentire cosa provi per me. Fammi urlare ti supplico!》 Dio mio, non resisto, cerco di baciarla ma si scioglie dall'abbraccio, sento che si sdraia, mi chiama! Mi avvicino al letto, salgo in ginocchio. Voglio farla godere, più di quanto abbia mai goduto con chiunque altra, ma ho la benda sugli occhi, quindi non posso usare la vista, dovrò farmi guidare dagli altri sensi. Con le mani cerco il suo corpo, tocco la sua pelle, le gambe, il pube, la pancia: è bollente, la sento respirare intensamente, percepisco la sua voglia... le dò un lungo bacio sull'ombelico, e poi le bacio tutta la pancia, facendole appena sentire la punta della lingua: la sua pelle è calda e salata, eccitante. Voglio che sia contenta della sua schiava quindi oso, oso di farmi punire dolorosamente: a tastoni scendo lungo le gambe e arrivo alle caviglie, le spalanco e ne blocco una a un angolo del letto con le manette che prima legavano me. 《Cosa fai Noelle?》 ma lo dice con un filo di voce, non è un rimprovero. Allora fisso anche l'altra 《Noelle ti dovrò punire per questo》 ma so che le piace. La sfioro tra le gambe, è un lago, percorro tutto il suo corpo con le dita, sta tremando, le prendo un braccio, il polso 《Noelle non puoi....》 ma ormai sta respirando forte, lo fisso alla testata 《no...》 le sfioro i seni, le prendo l'altro braccio, il polso 》《Noelle ti frusterò》 ma ormai trema e ansima, le bacio il dorso della mano e blocco anche questo polso. Le sfioro le labbra, mi prendo la libertà di baciarla, delicatamente, ma lei protende la testa e mi infila la lingua in bocca, le sfioro i capezzoli, sono durissimi, allora sfilo la lingua dalle sue labbra, protesta con un mugolio, con le mani le prendo i seni e li stringo insieme, in modo da unire i capezzoli, li bacio, sta ansimando, li lecco, la sento mugolare, li succhio, adesso sta gemendo. Insisto, più forte, scendo anche a leccarle le areole e poi i seni, intanto le massaggio le tette. Percepisco l'odore che proviene dalla sua figa, mi sembra che stia aumentando, insisto con le mani, le labbra e la lingua, inizia a contorcersi dal piacere, sta rantolando... l'orgasmo è improvviso e violento, si inarca con tutti i muscoli rigidi e poi si abbandona sul letto. Subito la bacio ma gira la testa, ha bisogno di fiato. Allora le bacio la guancia, il collo, in mezzo ai seni, con le labbra sento battere il suo cuore, fortissimo, giù lo stomaco. È sudata, sento il sale sulla pelle, continuo a scendere, l'ombelico, lo lecco, mi avvicino al pube: sento che inizia a riprendere fuoco, l'odore del suo sesso sale di tono, devo forzarmi per non andare dritta tra le sue gambe, anche se muoio dalla voglia! Continuo a baciarla piano dove si depila, è liscissima ma anche molto sensibile: mi basta sfiorarla con le labbra per sentirla fremere, e allora continuo in quel punto, le faccio sentire appena la lingua, si agita, scuote il bacino, le appoggio le mani sulle cosce con le dita all'interno, pressiono perché non si possa muovere, si lamenta, mi prega, mi minaccia, mi supplica, ma ancora non scendo sul clitoride, voglio che quando lo farò esploda urlando! Ma il suo odore è troppo forte, troppo invitante, Dio mio voglio sentirla sulla lingua... È esplosa in un urlo, è bastato passarle la lingua sulla fessura, il suo sapore è inebriante. Non mi fermo, continuo a leccarla durante l'orgasmo e anche dopo, senza darle tregua finché viene di nuovo. Allora prendo il suo clitoride tra due dita, è gonfio, lo lecco velocissima e intanto le infilo due dita in vagina. Lei grida di no, di smetterla, non ne può più, ma io continuo a scoparla con le dita e a leccarla, fa fatica a respirare, urla, mi insulta e infine viene ed è devastante! Per un bel pò non riesce a parlare, rimane ferma a recuperare il respiro, intanto mi tolgo la benda. Mi guarda, ansima, non dice niente. Le libero una mano, ha dei brutti segni rossi su un polso, le libero anche l'altra, segnata anche questa. Le prendo i polsi e li bacio entrambi a lungo, le piace perché sorride, poi li lascio e faccio lo stesso con le caviglie.
《Sono stata brava Vanessa?》 Mi risponde alzandosi: 《Sei stata magnifica Noelle! Adesso vieni a sdraiarti sul letto》 Ubbidisco, vorrei sdraiarmi pancia sotto perché i glutei continuano a bruciare, ma intuisco che lei non voglia. Il dolore al sedere è forte ma sopportabile, basta che sto ferma. Intanto lei sta prendendo qualcosa da un baule, capisco cosa è quando si gira: un cazzo finto, grosso, di qualche tipo di plastica, lo fissa al bacino con delle cinghie di cuoio. Mi guarda, ha uno sguardo cattivo, ho paura, non voglio che mi faccia male, sono stata brava, l'ha detto lei che sono stata brava! 《Ti prego Vanessa, non farmi male, mi sono comportata bene!》 《È vero, sei stata fantastica, ma io ti avevo detto di fermarti, e tu non hai ubbidito. E in ogni caso non ho bisogno di un motivo per punirti》 Si avvicina, mi allarga le gambe, 《Vanessa ti prego, il lubrificante》 《no》 e sale sul letto. Si sdraia su di me, 《Ti supplico》 ma lei mi bacia, e mentre mi bacia, con la mano sistema il pene finto, in modo da appoggiare la punta al mio ano. Piango di paura ma allargo le gambe e alzo un poco il bacino per facilitare la penetrazione 《Fai piano ti prego》 Mi bacia ancora, ma non è un bel bacio, è più un premere sulle mie labbra per non farmi... 《MMMMMM!》 mi afferro al materasso e urlo direttamente nella sua bocca, ha spinto con troppa violenza, è di plastica, non lubrificato, è enorme! Non riesce a entrare, dà ancora alcuni colpi fortissimi, mi sento strappare, ma d'improvviso insinua la lingua tra le mie labbra, un calore enorme mi invade, mi aggrappo a quella lingua, al suo sapore. Abbraccio la mia dea, la circondo con le gambe, mi spalanco a lei e spingo anche io, insieme, insieme riusciamo, la sento dentro, è gigante, è dolorosa, è mia! Stacca la bocca dalla mia, ci guardiamo, è cattiva, crudele, meravigliosa... le sussurro un grazie prima che riprenda a spingere e allora tutto il mio mondo diventa dolore!
《Stanotte dormi qui, non sei in grado di muoverti, tanto quel frocio di tuo marito è di nuovo all'estero.》 Poi buttandomi sul letto il mio telefono: 《E chiama la negretta, dille di non preoccuparsi, non la voglio vedere qui intorno, ti mando io qualcuno per sistemarti il culo》
Me lo dice così, con disprezzo, mentre si veste dopo essersi fatta una doccia. Mando un messaggio a Jez, per fortuna Vanessa mi ha lanciato il telefono, io non riesco neanche a muovermi..... e meno che mai riesco a smettere di piangere: piango per il dolore, sì, ma soprattutto perché mi lascio fare tutto questo. La odio! La odio con tutta me stessa! Ma ne ho bisogno, non riesco a farne a meno, e se non fosse così cattiva non ne sarei così attratta. Vanessa esce e io rimango sdraiata su questo letto, piano piano mi calmo ma non si calma il bruciore. Mi porto le dita al culo, le guardo e sono sporche di sangue. Se questa è la nostra prima volta cosa ne sarà di me? Fino a dove riuscirò a spingermi in questo abisso di depravazione? Ho paura, per la mia salute fisica e per quella mentale, non vedo come uscirne. Non voglio uscirne. Pensando a queste cose, esausta, mi addormento.
Mi sveglio e mi assopisco di continuo, fino a che non si apre la porta, a sera: è Maruska! Cerco di coprirmi in fretta ma una fitta al culo mi blocca e mi scappa un gemito. Lei timidamente, con gli occhi bassi per non guardarmi, 《mi manda signora di Roman, devo .... curare si?》 Sono paonazza dalla vergogna, cerco di alzarmi ma il mio culo non vuole. Alla fine mi arrendo, annuisco, poi dico 《Si Maruska per favore..... ho... ho bisogno di aiuto.... dietro...》 lei capisce al volo, si avvicina rapida al letto e apre la borsa che ha con sé. Tira fuori pomate, garze, disinfettante e.... delle salviette... uguali a quelle di... Jez! Vengo assalita all'improvviso da un oceano di nostalgia e vergogna, mi giro sul letto e scoppio a piangere. Piango per tutto il tempo che Maruska fa quello che deve, piango quando saluta, piango quando se ne va. E mi addormento piangendo.
Dormo tutta la notte e la mattina dopo mi sveglio prestissimo. Il culo fa meno male, mi alzo in fretta, voglio uscire prima che arrivino le segretarie. Quando arrivo a casa mi trovo davanti Jezabel, credo mi stesse aspettando. Ci guardiamo, in silenzio. Devo essere rossissima, è evidente che sa benissimo dove sono andata. Non dice niente, si sporge per darmi un bacio, leggero, mi sfiora appena le labbra. Poi alza una mano e mi carezza la guancia, ha gli occhi lucidi. Non le chiedo di aiutarmi, non me la sento, oggi resterò in camera, nuda, a far guarire le ferite all'aria. Domani starò meglio....
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