Il Compagno di mia mamma

Raf 1990
06 August 2023

Anni '80. Avevo 22 anni. Mia madre, dopo aver divorziato, aveva un compagno di 53 anni, dall'aspetto giovanile, simpatico, carino, fisico tutto sommato ancora gradevole se non per un pò di pancetta da cinquantenne.

Nonostante avessi iniziato a fare sesso molto giovane (i primi pompini a 16 anni, rapporti completi, compreso l'anale, a 18/19 anni) e fossi consapevole di essere troia, di amare il cazzo, di avere un debole per gli uomini maturi, non avevo mai avuto pensieri sconci su Agostino, il compagno di mia mamma, forse perchè, a livello inconscio, trovavo grave la cosa, anzi gravissima; se mia madre avesse scoperto una mia porcata col suo compagno, come avrebbe reagito? Chissà il casino...

Ma ben presto i miei pensieri cominciarono ad andare proprio a lui, ad Agostino. La gravità e l'indecenza della cosa mi eccitavano da morire. Lui era carinissimo con me, sempre disponibile, sorridente, gentile e paterno. Ogni volta che lo vedevo o che mi accompagnava da qualche parte, mi eccitavo tantissimo, al punto che poi da sola, mi masturbavo pensandolo nudo, a cazzo dritto a mia disposizione. Curiosa, mi chiedevo se anche lui avesse delle mire "particolari" su di me, anzi lo speravo maliziosamente.

Una volta, rincasando improvvisamente, li colsi nudi a fare l'amore in camera da letto. Loro non si accorsero della mia presenza. Silenziosamente mi misi a spiarli e, quando mia madre iniziò a fargli un pompino, potei vedere il suo cazzo in piena erezione sotto gli esperti colpi di lingua di mia mamma. Un uccello non particolarmente grosso, ma largo e dalla cappella dura e oscenamente eccitante. Dio, come e quanto avrei voluto essere al posto di mia madre a ciucciargli quella meravigliosa cappella! Corsi in camera mia e mi sditalinai selvaggiamente al pensiero di fargli un pompino e di ingoiare tutta la sborra che sarei stata capace di tirargli fuori dai coglioni.

Passavano i giorni e nulla accadeva, ma dopo avergli visto l'attrezzo, guardavo Agostino con occhi diversi, meno innocenti e con più malizia. L'avergli visto il cazzo scatenava le mie fantasie più porche, era diventato un'ossessione per me; addirittura, mentre scopavo col mio fidanzato, pensavo ad Agostino. Ma poi, come si dice, l'occasione fa l'uomo ladro..... E così un pomeriggio d'estate, mia madre gli chiese la cortesia di accompagnarmi ad un colloquio di lavoro fuori città. Messa al corrente che mi avrebbe portata Agostino in macchina, la mia fantasia iniziò a lavorare in maniera incredibile, immaginavo la scena di noi nudi a fare porcate oltre ogni decenza; insomma scopare col compagno di mia madre era una cosa indecorosa e proibita, pericolosissima ma molto eccitante per me, un sogno proibito ma fortemente desiderato.

Nel primo pomeriggio Agostino venne a prendermi. Inutile dire che mi vestii con leggins neri e magliettina bianca, senza mutandine ne reggiseno, insomma decisi di provare a far colpo su di lui. All’epoca, avevo un piercing al naso. Salutai mia madre con un bacio sulla guancia, e montai in macchina. Il mio abbigliamento da troietta non aveva colpito mia mamma, ma notai che aveva invece colpito lui, eccome. Salutandomi, vidi i suoi sguardi desiderosi alle mie tette, una bella terza abbondante, sode e con capezzoli sporgenti e duri da sembrare chiodi. La cosa non mi sfuggì e mi fece avere un sussulto di maliziosa eccitazione.

L'aria era molto afosa e calda e lui era vestito con pantaloncini corti e maglietta. Partimmo e cominciammo a parlare amabilmente come al solito, mi chiese come andasse con il mio fidanzato, se avessi mangiato, di musica e eravamo sereni e tranquilli, anche se nella mia fervida immaginazione da porca desideravo ben altro da lui. Mi resi conto che mi stavo eccitando tantissimo, ma ero scoraggiata dal suo atteggiamento come sempre corretto, educato, che mi faceva temere che lui non pensasse a me in quella maniera, che poi pensandoci bene, sarebbe stata la normalità.

Non so come, non so perchè non riuscii a trattenermi, ma improvvisamente dissi: "lo sai che tempo fa sono rincasata e vi ho beccati mentre facevate l'amore te e mamma"? Agostino si ammutolì, arrossì e cadde nel pallone più totale al punto che non riuscì più a dire una parola. Dopo alcuni minuti di silenzio, rincarai la dose e, con un filo di voce, aggiunsi: "a vedervi mi sono eccitata, lo sai"? Lui, imbarazzatissimo, balbettò qualcosa tipo: "ma sei la figlia della mia compagna, come è possibile, ho 30 anni più di te". Però questa volta lo avevo colpito e affondato perchè notai un evidentemente rigonfiamento alla sua patta; stava infatti avendo un'erezione violenta, improvvisa. Io ero una gran bella fighetta, tette sode e dure, un culo da paura, due belle gambe, con i capelli neri, ma tinti castano chiaro, due labbra da pompinara, insomma ero un bel bocconcino. Il mio aspetto eccitante, unito al mio modo di parlare, avrebbero fatto arrapare un morto, pensai. 

Cominciai a prenderlo in giro, allontanandomi verso lo sportello, gli guardavo la patta dicendogli: "ti sta venendo duro Agostino"..... e ridevo in maniera nervosa, maliziosa, eccitata all'inverosimile e ben decisa a fare porcate con il compagno di mia madre. Lui iniziò a sudare, non rispondeva in evidente imbarazzo, ma nello stesso tempo chiaramente eccitato e attratto dalla situazione scabrosa che si era creata tra di noi. Una cosa era certa: avevo voglia, volevo il suo cazzo più di ogni altra cosa.

Meccanicamente, senza pensare a nulla, appoggiai la mano sulla sua patta rigonfia mentre lo guardavo intento alla guida. Lui sussultò al tocco, forse voleva dirmi di fermarmi, che era una pazzia. Ma non fece in tempo perchè cominciai ad accarezzargli il cazzo sotto i pantaloncini lentamente e delicatamente sentendolo divenire sempre più duro, poi pian piano, slacciai il cordoncino, calai la zip e lo tirai fuori, ormai turgido come un palo di legno. Scappellandoglielo, cominciai a fargli una sega lenta, notando che lui godeva, voleva che smettessi per il fatto che fossi la figlia della sua compagna, ma stava godendo e non riusciva a farmi smettere. Intanto, inesorabile, la mia mano andava su e giù col cazzo bollente in pugno, lo scappellavo tutto. Sempre delicatamente, gli calai i calzoncini e gli slip alle caviglie, poi gli allargai le gambe nel possibile per non intralciare la sua guida, mi calai su di lui e presi a leccargli le palle. Ero infoiata e vogliosa del suo cazzo. Lo volevo tutto in bocca.

Mi fermai e, con tono da troia navigata, gli chiesi: "ti hanno mai fatto una pompa mentre guidi"? Lui, con la voce rotta dall'eccitazione, ripose: "si, tua mamma". Maliziosamente risposi: "ma io credo di essere più brava di lei a succhiare un cazzo come il tuo" e ripresi a leccargli i coglioni, per poi salire sull'asta nodosa fino ad arrivare alla cappella durissima che mi portai tra le labbra cominciando a succhiarla; ne percepivo l'odore e il sapore, me la gustavo ingordamente, avevo voglia del suo cazzo duro. Con le tette dure schiacciate sulla sua coscia destra, cominciai a fargli un pompino incredibile. Reggendo il cazzo alla base, andavo su e giù ritmicamente mugolando dal piacere intenso che mi provocava il succhiare il cazzo del mio "patrigno". Lui era in estasi, godeva come un porco, con una mano sul volante e l’altra sulla mia testa, mentre io con la lingua gli solleticavo la cappella tutta, la leccavo dalla punta al frenulo, fino al prepuzio, poi la riportavo in bocca ingoiando l'intero cazzo ben decisa a farlo venire nella mia bocca. Gli stavo sparando un super pompino, umido e selvaggio. Lo avevo desiderato tantissimo nelle mie fantasie erotiche. Ero come impazzita con la bocca e la lingua sul suo cazzo duro, gonfio, eccitante, con la cappella lucida e turgida da leccare e ciucciare allo sfinimento. Era resistente, non raggiungeva l'orgasmo, ma la mia bravura da pompinara presto ebbe la meglio. Ero impaziente di ingoiare, avevo sete di sborra bollente da mandare giù.

E così feci una pausa, poi guardandolo negli occhi gli dissi: "sborrami in bocca". Lui con un cenno del capo, mi fece capire che era quello che voleva. Ad occhi chiusi ripresi quel pompino indecoroso, notavo dei rallentamenti dell'auto ogni volta che raggiungeva l'apice del piacere mentre io infoiata, col suo cazzo in bocca, sapevo che lo facevo godere da matti. 

Dopo pochi minuti, mi ricompensò. Infatti, mentre andavo su e giù sul cazzo, improvvisamente una brodaglia calda e densa mi inondò la bocca, la sostanza appiccicosa mi colpì la lingua e il palato; stava venendo, con schizzi copiosi e violenti, mi stava sparando in bocca una quantità enorme di sborra. Uh come mi sentii troia con la bocca piena di sborra del mio patrigno da assaporare e poi mandare giù. Agostino si era lasciato scappare un prolungato lamento di piacere mentre veniva nella mia bocca tenera e giovane. Quella cappella che sputava sborra era inebriante, un’esperienza che mi mandò in visibilio. Aiutavo lo sperma ad uscire dall'uretra succhiando la cappella con uno schiocco delle labbra, mi stavo facendo venire in bocca da Agostino senza vergogna ne rimorso per mia madre, la sua compagna. Senza toccarmi, venni anche io.

Con tracce di sperma residuo sul viso, mi alzai e gli dissi: "al primo posto adatto, fermati, voglio che mi scopi, tutta"....

Sebbene fosse appena venuto nella mia bocca, Agostino doveva avere una gran voglia di scoparmi, perchè, come gli avevo chiesto, quasi immediatamente si inoltrò nella vegetazione che fiancheggiava la strada, fermando la macchina in uno spiazzo isolato.

Con la bocca ancora impastata dalla sua sborra ingoiata pochi minuti prima, mi buttai al suo collo e presi a baciarlo. Lui contraccambiò in un bacio profondo, umido, volgare. Ridendo a vicenda, giocavamo con le lingue, ci mordicchiavamo le labbra per poi insistere ancora in un bacio profondo, prolungato, da togliere il fiato. Intanto, ingorda e viziosa, gli ripresi in mano il cazzo mezzo moscio iniziando a segarlo. Lui mi accarezzava il culo e le tette.

"Allora? Mi vuoi scopare"? gli chiesi maliziosamente e guardandolo dritto negli occhi mentre lo sbaciucchiavo e gli segavo l'uccello. Lui non disse nulla, si alzò, mi fece scendere dall'auto, mandò in avanti i sedili anteriori e mi disse di metterci dietro. Prima di rientrare in macchina, mi guardai attorno, mi spogliai e vidi che Agostino rimase a bocca aperta nel vedere le mie forme. Praticamente tirai via i leggins e la maglietta e già ero nuda, non indossando nè la mutandina nè il reggiseno. Subito lui si tolse la maglietta e sfilò il pantaloncino con gli slip dalle caviglie; ora eravamo finalmente completamente nudi.

Mi sedetti a cavalcioni su di lui, sentivo strusciare le mie tette al suo torace villoso mentre lui, tenendomi le mani sulle chiappe, mi baciava sulla bocca, il collo, dietro le orecchie, le tette. Ero bagnatissima, il compagno di mia madre mi eccitava tanto, avevo fantasticato molto su di lui ed ora che le mie fantasie erotiche erano diventate realtà, volevo godermi il suo cazzo per bene. Mi piaceva un sacco fare la porca con lui.

Gli feci capire di essere pronta a scopare, che volevo farlo con lui. Infatti presi a baciarlo pure io, mentre glielo ripresi in mano e, appurato che era di nuovo duro come il marmo, orientai la cappella verso la mia figa e..... mi ci sedetti praticamente sopra facendolo scivolare in profondità dentro di me. Finalmente il mio "papino" mi scopava, finalmente potevo godermi il suo cazzo piantato nella figa.

All'unisono gememmo al contatto profondo e indecoroso dei nostri sessi. Agostino cominciò a scoparmi delicatamente, con le mani sui miei glutei mi penetrava la figa, si trombava senza ritegno la figlia della sua compagna, la sua figliastra, mentre mi succhiava le tette e i capezzoli a turno. Eravamo due porci che maliziosamente si godevano quella situazione proibita e eccitante.

Una marea di liquido vaginale rendeva il suo cazzo umido mentre ritmicamente mi penetrava. Godevo nel vedere e sentire lui godere, stavo impazzendo dal piacere con quel bel cazzo piantato in figa, tanto che cominciai a saltare su di lui in maniera violenta, con gli ammortizzatori della macchina che rumoreggiavano, strillando di piacere. "Oh Dio! Oh Dio! Che cazzo che hai, fottimi, fottimi tutta, ti prego non fermarti, scopami!" e, dopo pochi minuti di tale pompaggio, scossa da brividi, venni, venni in una maniera intensa, profonda, indecorosa col cazzo del mio "papino" ficcato interamente nella vagina.

Sudatissima, mi adagiai su di lui per riprendere fiato, col cazzo ancora ficcato dentro; lui non era venuto e lo potevo sentire ancora duro dentro di me. Mi fece alzare, mi mise a "pecorina" e cominciò a leccarmi la schiena. Mi faceva venire i brividi il contatto della sua lingua sulla mia pelle vellutata, ad occhi chiusi godevo tanto. Poi si sollevò di poco e mi ficcò l'uccello in figa di nuovo. Eravamo indecorosi in quella posizione che io tanto amo; lui dietro che mi montava come una cagna, con colpi forti, profondi, violenti, io con il viso tra le braccia ad accogliere il cazzo del compagno di mia mamma nella vagina godendo come una matta. Con le mani mi allargava il culo mentre, avanti e indietro, avanti e indietro, Agostino mi pompava in maniera esperta, mi faceva la figa inesorabile e instancabile. Potevo sentire il contatto del suo addome con le mie chiappe ogni volta che penetrava interamente in me, mi sentivo sventrare dal suo cazzo in figa. Stavo godendo tantissimo, il suo cazzo che mi scopava mi faceva impazzire, avevo gli occhi riversi come in trance, ma adesso, avendo perso completamente la testa e ogni freno inibitorio, volevo regalargli anche il mio culetto rotto dal bidello qualche anno prima. Ero affamata di cazzo in tutti i buchi.

"Ahh, adesso inculami" lo implorai, "lo voglio tutto in culo, ti prego, sfondami". Si fermò e, con la cappella bagnatissima dai miei e dai suoi umori, mi umettò per bene la rosellina e con un colpo di reni secco, deciso, mi inculò in profondità senza esitare neanche un attimo. "Già lo hai preso in culo, vero? E' largo già, chissà quanti ne hai presi troia" - mi disse ed io risposi: "siii, da anni lo prendo in culo, me lo ha sverginato il bidello della scuola". Agostino, incredulo ma eccitato da tutto ciò, divenne un vero toro da monta, infoiato dalla situazione, inculava la sua figliastra con foga pazzesca in un turbinio di sensazioni che ci rapivano, ci portavano all'estasi. Dal canto mio mi sentivo una gran troia già per il fatto di avergli fatto quel gran pompino con ingoio mentre guidava, ed ora mi stavo dando interamente a lui. Alla vergogna e alla paura iniziale, era subentrata la complicità, ambedue eravamo consapevoli che indietro non si tornava, avevamo fatto il passo proibito, indecoroso, indecente. Lui, uomo di 53 anni, si stava scopando e inculando con violenza la figlia, poco più che ventenne, della sua compagna, dopo avergli sparato in gola un mezzo litro di sborra. Era una situazione talmente assurda e trasgressiva che ci faceva impazzire ancora di più dal piacere, tanto che Agostino mi stava facendo il culo in maniera selvaggia. "Lo sapevo che eri una troietta, lo sapevo" lo sentii dire mentre stantuffava e pompava il mio buco ed io che stavo godendo come una porca.

Era uno spaccaculi coi fiocchi, ci sapeva fare perchè alternava colpi in culo a colpi in figa facendomi impazzire tanto che venni un altro paio di volte strillando e mugolando. Il suo cazzo, come un ariete durissimo, sembrava volesse scoppiare da un momento all'altro e improvvisamente, mentre mi sodomizzava, sentii il mio intestino riempirsi di sborra bollente. "Uhhhhhh", mi sfuggì un urlo di piacere mentre mi assestava gli ultimi colpi risolutori, gli ultimi colpi che lo portarono all'orgasmo finale, intenso e abbondante. Mi aveva riempito il culo di sperma. 

Tirò fuori il cazzo gocciolante dal mio culo, gocce di sborra colarono finendo dalla mia rosellina alla mia figa e poi giù sul sedile; Agostino, esausto si sedette ed io, da vera troia navigata, mi accanii a pulirglielo per bene leccando e ingoiando gli ultimi residui di sborra. Che sapore strano aveva ora la sua cappella.... Un misto di sperma, sudore e umori anali, ma mi piaceva. Ero, almeno per il momento, sazia.

Rimanemmo un pò in quella posizione, io con la guancia sinistra appoggiata al suo addome a pochi millimetri dal suo cazzo a riposo quando lo sentii esclamare: "Dio santo, sono le 16:30, hai il colloquio praticamente adesso e noi siamo qui nudi, distanti ancora chilometri"! Prontamente risposi: "sti cazzi il colloquio, non mi frega nulla, abbiamo chiavato, abbiamo goduto, mi hai sfondata per bene, è questo che conta". "Sai da quanto ti desideravo Agostino, sai da quanto tempo pensavo al tuo cazzo tutto per me"? E ricordo che fu in questo momento che mi confidò che pure lui mi desiderava già da tempo.... Scoppiammo a ridere insieme, lo rimproverai per non averci provato prima, ma lui si giustificò dicendomi che non pensava minimamente che fossi così porca.

La vicinanza della mia bocca al suo cazzo, mi eccitò di nuovo. Ci fu infatti il tempo di un altro pompino che gli sparai con dedizione fino a farlo sborrare, per la terza volta, nella mia bocca; ingoiai ingordamente tutto il suo sperma mandandolo giù nello stomaco dopo averlo assaporato per bene.

Ci accordammo per dire a mia madre che il colloquio lo avevo sostenuto e che mi avrebbero fatto sapere l'esito, ci ricomponemmo alla meno peggio e raggiungemmo la città dove prendemmo un gelato per poi rincasare. Non vivevano insieme lui e mia madre, quindi mi accompagnò a casa ed andò via. Non avevamo parlato per niente del futuro, anche se nei nostri cuori, sapevamo che ci saremmo ricascati ed avremmo trombato ancora ed ancora. Praticamente eravamo amanti.

Infatti, dopo quella prima volta, ci siamo fatti numerosissime scopate io ed Agostino, gli ho fatto decine e decine di pompini con immancabile ingoio profondo; ogni occasione era buona per rimanere soli per ciucciarglielo o per farci una grande chiavata. Quando ci incrociavamo in casa, eravamo bravi a non far capire nulla a mia madre, non facevamo ovviamente trapelare nulla e continuavamo a comportarci come prima, come se nulla fosse mai accaduto, anche perchè altrimenti sarebbe successo il finimondo. Era il nostro sordido segreto.

Una sola cosa strana mi capitava ogni volta che parlavo con mia mamma, mi ritrovavo a pensare divertita ed allo stesso tempo eccitata: "mamma, se sapessi... mi fotto il tuo compagno"!

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