Tutta colpa del temporale

Claudia
a month ago

Tutto successe a causa di un temporale improvviso. All’epoca dei fatti avevo 44 anni. Al mattino c’era un sole magnifico e ovviamente andai al lavoro senza ombrello. Quel giorno ci sarebbe stata una riunione importante con alti dirigenti ed era stato richiesto un abbigliamento formale. Indossai un completo giacca e gonna con sotto una camicetta. Raramente lo facevo al lavoro, ma indossai intimo sexy. Infine collant velati color carne di quelli che sembra che non ci siano e sandali col tacco medio e fine, allacciati sopra la caviglia.

Circa un’ora prima di uscire si scatenò un temporale fortissimo, ma all’ora di staccare aveva praticamente quasi smesso di piovere, così decisi di incamminarmi verso casa. Dopo pochi passi però improvvisamente si rimise a diluviare. Ormai ero per strada, così mi misi a correre verso casa, ma pioveva troppo, allora mi riparai sotto ad un androne. Dal portone uscì un bellissimo ragazzo tra i venti e la trentina, elegante, con un paio di occhialini da intellettuale e di colore. Nerissimo, di così neri non ne avevo mai visti prima. Mi vide fradicia e in un italiano correttissimo con un leggero accento francese mi chiese se abitassi lì vicino e che eventualmente mi avrebbe accompagnata lui con l’ombrello. Lo trovai all’istante davvero bellissimo e ci fu subito una fortissima, improvvisa e inaspettata attrazione fisica e sessuale verso di lui. Avvertii in quell’istante un piacevole formicolio alle ovaie. Non mi era mai successo prima per uno appena visto da pochi secondi! E percepivo che pure lui fosse molto attratto da me. Mi fissava dritta nelle pupille con uno sguardo penetrante, magnetico, carismatico, quasi ipnotico. Era davvero una situazione surreale. Io gli dissi che abitavo poco lontano e che avrei atteso la fine dell’acquazzone, ma vedendomi fradicia di pioggia, mi chiese se volessi entrare da lui un momento per darmi una asciugata e una riscaldata e per aspettare che si calmasse il tempaccio. Era chiaro che il suo comportamento non era solo per gentilezza, ma che volesse approfittare della situazione sperando in qualcosa. La testa mi diceva di rifiutare ma insensatamente, istintivamente e pericolosamente accettai, seguendolo di scatto come un cagnolino fedele segue il padrone e salimmo nel suo appartamento.

Appena entrati, mi fece andare in bagno a darmi una sistemata veloce e intanto disse che preparava un caffè per scaldarmi. Appena entrata mi chiesi che cavolo stessi facendo lì, mi ripetevo che appena uscita da quel bagno avrei ringraziato e me ne sarei andata. Ma sentivo il mio ventre che invece mi mandava segnali diversi. Uscii dal bagno e percepii un fortissimo odore nell’aria che prima non c’era, tipo incenso. La cosa mi diede un senso immediato di stordimento e forse non era solo semplice incenso. Lui mi disse di accomodarmi sul divano. Mi sedetti sul divano in uno stato quasi confusionale, mentre quel ragazzo nerissimo arrivava coi caffè e si sedeva al mio fianco. Si era tolto la giacca ed era rimasto con addosso una t-shirt attillata che faceva risaltare il suo fisico possente e le sue braccia muscolose e completamente tatuate. A me i tatuaggi vistosi non son mai piaciuti, ma lui lo trovavo davvero molto sexy! Così scattò immediatamente qualcosa in tutti e due, la situazione era troppo eccitante e trasgressiva. Probabilmente pensandoci a posteriori, ero sotto l’effetto di qualcosa.

Senza darmi tempo di avvicinarmi alla tazzina che mi abbracciò e tentò di baciarmi, io provai a spostarlo indietro ma non ci riuscii, era troppo forte. Ci guardavamo fissi negli occhi e l’attrazione era sempre più forte. Al secondo tentativo di baciarmi, cedetti e iniziammo a baciarci con la lingua in modo quasi selvaggio. Seduti vicini su quel divano, lui con una mano iniziò a accarezzarmi una gamba e andò sempre più su alzandomi la gonna. Mi piaceva sentire le sue dita sfregare sul nylon che avvolgeva la mia gamba. Io istintivamente avvicinai la mia mano alla sua patta e sentii che ce l’aveva già abbastanza duro. Lui mi infilò una mano nei collant e spostò il mio perizoma, iniziando a farmi un ditalino magnifico, mentre io mi eccitavo come una matta, bagnandomi. Avevo definitivamente perso il lume della ragione e cancellato mio marito dalla mia memoria. Contemporaneamente gli tirai giù la cerniera dei jeans, passai la mano dentro ai suoi boxer attillati e glielo tirai fuori. Lo guardai ed era bellissimo, praticamente il pene perfetto: lungo, grosso, nerissimo, anche la cappella nerissima. Era il più bel pene che avessi mai visto e decisamente superdotato. Mentre mi infilava prima una e poi due dita in vagina, io iniziai a masturbarlo per farlo diventare definitivamente duro nella mia mano.

Dopo qualche minuto così a masturbarci a vicenda, mentre ci baciavamo con le nostre lingue che roteavano come impazzite, mi venne voglia di baciarglielo e così mi diressi con la bocca verso quel grosso pene e iniziai a fare uno dei pompini più belli della mia vita! Avevo spento il cervello, non mi riconoscevo più. Ma purtroppo la mia mente era offuscata e davvero mi pareva di vivere in una realtà parallela come fossi sotto incantesimo. O molto più semplicemente sotto l’effetto di sostanze che avevo respirato appena uscita dal bagno che dapprima mi avevano stordita e poi, passato il senso di stordimento, mi avevano disinibita. Sapevo di fare cose sbagliate, ma non riuscivo a frenarmi. Dopo pochi minuti di quel mio pompino impegnato, mi accorsi che stava per venire, così di scatto mi staccai, mi alzai in piedi, mi levai la giacca, mi tirai su la gonna, mi abbassai i collant e il perizoma alle ginocchia e rimasi con la camicetta, il reggiseno e i sandali col tacco ai piedi. Mi alzai la gonna ancora un po’ e mi misi sopra di lui che era sempre seduto sul divano. Mi disse che non aveva preservativi o forse non voleva metterlo. Ma io non ci pensai, anzi, stupidamente la cosa mi eccitava ancor di più. In quel momento ero fuori di testa e nonostante fossimo entrambi senza protezione, ero concentrata su altro. Così glielo presi in mano e stringendoglielo gli uscì una piccola goccia bianca di sperma che era rimasto lì dall’orgasmo che era rimasto bloccato poco prima durante il mio rapporto orale. E su quella cappella nerissima risaltava ancor di più aumentando la mia euforia. Incurante di tutto me lo infilai pian piano da sola dentro la vagina ritenendo innocua quella goccia di sperma e entrò facilmente grazie al suo liquido seminale seppur in piccolissima quantità e alla mia lubrificazione esagerata data dai miei umori. Quindi mi trovai praticamente seduta sopra di lui col suo cazzo nero, grosso, lungo e duro come una pietra dentro di me che arrivava tranquillamente a toccarmi l’utero. Iniziammo con dei piccoli movimenti lenti ma profondi e poi sempre più veloci. La sua cappella sbatteva energicamente contro la mia cervice. Diceva frasi in un misto di arabo e francese che non capivo. Dopo qualche minuto, fissando le sue possenti braccia tatuate dalle spalle ai polsi che mi stringevano, inevitabilmente raggiunsi un orgasmo così intenso che era da tempo che non ne provavo uno così! Gli spasmi delle pareti della mia vagina stringevano quell’uccello piantato interamente nel mio apparato genitale, con la cervice che aveva ceduto, dilatandosi sotto i colpi lenti ma decisi e profondi di quella gonfissima e durissima cappella! E proprio mentre completavo il mio orgasmo, sentii il suo pene iniziare a tremare e a pulsare! Le contrazioni della mia vagina avevano fatto arrivare anche lui al punto di non ritorno! Lo guardai e terrorizzata lo pregai di non venirmi dentro cercando di togliermi, ma lui con le sue braccia forzute mi tenne giù con forza. Subito dopo fece un lungo sospiro e avvertii un grandissimo calore nella mia pancia e contemporaneamente e chiaramente le vibrazioni di un gran numero di spruzzi di sperma caldo di uno sconosciuto del quale manco sapevo il nome, inondare senza pietà il mio utero fertile e non protetto! Nonostante lo avessi pregato di non farlo, lui fregandosene mi è venuto dentro! Milioni e milioni di potenti spermatozoi dell’Africa nera stavano nuotando imperterriti dentro il mio ventre per svolgere la loro missione di trovare il mio ovulo indifeso e fecondarmi! Nonostante avessi già passato di qualche anno i quaranta. Le circostanze davvero a volte sono crudeli, ma purtroppo avevo immediatamente perso la testa e la ragione facendo sopra valere il piacere e il desiderio! E me l’ero cercata! Vivendomi quell’avventura passionale e trasgressiva! Ma molto pericolosa! A quel punto lui mi guardò e sorrise e io mi levai da lui. Come mi sfilai, una gran quantità di sperma colò fuori dalla mia vagina! Ero terrorizzata e respiravo a fatica perché avevo paura che mi avesse messa incinta! In tal caso, come avrei potuto spiegare e giustificare alla mia età un figlio nero a mio marito, ai parenti, ai colleghi, agli amici?

Ero sul punto di scoppiare a piangere e con le lacrime agli occhi mi fiondai nuovamente nel suo bagno e mi risistemai al meglio, poi presi di fretta le mie cose e scappai via frettolosamente. Senza più guardarci e senza che nessuno più dicesse una parola. Era uscito il sole e c’era l’arcobaleno, ed io andavo a casa a passo affrettatissimo con le lacrime agli occhi e con ancora dello sperma che mi colava fuori fermandosi dentro ai collant! Non sapevo chi fosse e tuttora non so chi sia, non conoscevo il suo nome e tuttora non lo so, solamente avevo lasciato libero sfogo ad una pericolosa trasgressione che mi aveva colta alla sprovvista, inaspettata e impensabile. Che però poteva avere effetti devastanti per il resto della mia vita! Appena arrivata a casa, fortunatamente mio marito non c’era ancora. Mi fiondai sotto la doccia perché se dentro non potevo ripulirmi, volevo farlo almeno fuori.

Cercai nei giorni successivi di comportarmi nel modo più normale possibile, ma ero terrorizzata. Dentro ero un mix di emozioni e mi maledicevo come donna e come moglie! Mi sentivo una gran troia e la cosa assurda era che per certi brevissimi istanti, mi piaceva sentirmi così! E avevo come la strana sensazione che quel tizio, non so come, mi avesse fatto una sorta di sortilegio! Ma forse semplicemente mi aveva drogata a mia insaputa, anche se non ne avevo la certezza. Attendevo con ansia l’arrivo delle mestruazioni anche perché son sempre stata regolare. Controllai e quel giorno ero nell’ultimo dei miei eventuali giorni fertili. Ero davvero sul filo del rasoio: cinquanta e cinquanta. Ma il giorno che da calendario doveva venirmi il ciclo, non mi arrivò. Possibile che la sfortuna mi avesse davvero fatta rimanere incinta? Ero ormai rassegnata a essere rimasta ingravidata da quel bellissimo ragazzo nero senza nome, mai più rivisto, ma ancora speranzosa di essermela cavata. Chissà se la natura sarebbe stata dalla mia parte o se invece questa volta avrebbe fatto il suo naturale corso stravolgendomi la vita e rendendomi una madre overquaranta di un bimbo nero? Chissà…


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