Gli esami non finiscono mai con mia cognata

Timothy Casati
4 months ago

Dovevo tornare nuovamente a Milano per una settimana a presiedere una commissione esaminatrice per nuovi assunti in azienda. Un lavoro che inizialmente mi piaceva, ma che poi, con la ripetizione, sopportavo con difficoltà, ma tant'é. Di buono c'era solo che potevo soggiornare presso casa dei miei suoceri dove, ormai, abitava solo mia cognata, dopo che loro si erano ritirati nella tenuta agricola romagnola posseduta da generazioni dalla famiglia di mio suocero. Eravamo verso la fine di maggio e mia moglie decise che sarebbe venuta con me fino alla tenuta dove si sarebbe trattenuta con la bambina fino al mio ritorno, una settimana più tardi. La famiglia dei miei suoceri era composta, oltre che da loro, da mia moglie Luisa, il figlio maggiore Alberto neurochirurgo in USA e la più piccola Cynthia (sì, scritto così per scelta del padre, già ordinario di lingua latina all'università di Bologna) che, saputo che la sorella sarebbe andata dai genitori nel fine settimana, pensò bene di fare altrettanto, per poi rientrare con me a Milano.

Trascorse il (noioso) fine settimana, con l’unica nota lieta del buon lambrusco di casa e lo gnocco fritto della bravissima Luigina, cuoca, badante, tuttofare. Il venerdì ed il sabato notte avevo molta voglia di fare sesso con Luisa, ma la presenza, in camera nostra, della bambina, la inibiva completamente e mi lasciava , senza scampo, con l’uccello inutilmente duro.

La domenica pomeriggio decidemmo di partire abbastanza presto, viste le previsioni del traffico autostradale poi rivelatesi false perché il percorso verso Milano fu scorrevolissimo. I miei rapporti con Cynthia erano on qualche modo strani: in presenza di altri, lei era sempre affabile con me, mentre nelle rare occasioni in cui era capitato di essere soli, diventava musona e silenziosa. Di lei non sapevo granché: impiegata presso uno studio notarile e, a detta di Luisa, felicemente single. Nè bella né brutta, aveva un fisico nella norma munito di un bel seno ed un bel culo. Qualche volta mi era venuto di pensare che fosse lesbica.

Il viaggio, trascorso quasi in silenzio, si concluse con l’arrivo alla bella casa di Milano ove si accedeva dopo una breve rampa di scale. Mentre salivamo, osservai con attenzione il bel culo che mi precedeva, fasciato da un paio di leggins che mi facevano intuire il tanga sottostante. Evidentemente le due notti “a secco” si facevano sentire.

Solite telefonate di ben arrivati e lei mi dice di non avere quasi niente da mangiare in casa e si decide, quindi, di andare all’ottima pizzeria quasi sotto casa. Ottima pizza ed abbondante bevuta di buonissima birra belga. Rientriamo ed io mi posiziono con il mio portatile all’enorme scrivania presente nell’ampio studio per dare un’occhiata alle robe di lavoro per il giorno dopo. E’ lo stesso su cui tengo, in modo criptato, filmati porno con cui giochiamo con Luisa quando lei ha voglia di fare la porca. Indiciamo il concorso miglior pompino (giudice io) e migliore inculata (giudice lei). Ovviamente i verdetti vengono pronunciati mentre Luisa ha il mio cazzo in culo e lei mi chiede di sborrare

Intanto Cynthia ha preso il suo portatile e mi chiede se, quando ho tempo, posso dare un’occhiata per capire perché fosse così lento. Lo apro e mi accorgo che ha semplicemente bisogno di una profonda pulizia (giga di file temporanei, cockie, ecc). Lei si allontana ed io non resisto alla curiosità di scorrere la cronologia internet prima di avviare il software di pulizia. Rimasi allibito: non c’era giorno in cui non visitasse siti porno ! Avvio la pulizia e comincio ad eccitarmi pensandola mentre si infila un grosso dildo nella fica.

Le dico che il suo pc é a posto e che invece non lo era il mio, perché qualche collega mi aveva fatto uno scherzetto. Mi chiede : e cosa ti ha fatto ? Se non ti scandalizzi, te lo faccio vedere. Figurati se mi scandalizzo io, fu l’allegra risposta. Si siede accanto a me ed osserva, senza fare un piega, un filmato dove si vede una tizia con un grosso cazzo in culo ed un altro in bocca. L?uccelo mi era diventato durissimo ed io non sapevo cosa fare. Avevo paura di scatenare un putiferio andando oltre, ma poi mi dissi che avrebbe potuto benissimo rifiutare di guardare il filmato. Le chiesi se quella visione le producesse qualche effetto, ma non mi rispose. Io dissi che a me lo produceva eccome. Un effetto tangibile: un po’ tremante le presi la mano e me l’appoggiai sul cazzo che premeva sui pantaloni. Non disse niente e la mano rimase lì, immobile, fincé non la mossi tenendola con la mia per accarezzare tutta la patta dei pantaloni. Sempre in silenzio, tolse la mano, si alzò e mi diede la buonanotte. Andò in camera sue e sentii nettamente i giri di chiave di chiusura dall’interno.

Mi dissi che ero un cretino e che avevo messo in moto un bel casino. Dormii poco e male. Lei usciva prestissimo al mattino, ma mi lasciò, come in altre occasion, la colazione pronat. Andai, nervosissimo, al “lavoro” dove gli altri membri della commissione mi chiesero cosa mi fosse successo. La mia tensione era, evidentemente, molto visibile.

Nel primo poneriggio mi squilla lo smartphone e vedo che é lei che mi chiama: al mio tremante pronto, mi chiede se la sera avessi preferito cenare oppure in casa dove avrebbe preparato spaghetti alle vongole che sapeva piacermi molto. Mi sentii rinascere, la ringraziai esageratamente per il pensiero e che comunque avrei gradito fare quel che lei avesse preferito. Carlo, un collega, mi disse : presidente, buone notizia, vero ? Sì Carlo, buonissime.

Tornai a casa piuttosto tardi ed entrando sentii il profumo delle vongole e del pesce in forno. Ancora in leggins e maglietta, mi salutò con il consueto bacio sulla guancia, ma ebbi la sensazione che avesse avvicinato molto il suo corpo al mio. Era anche elegantemente truccata. Ero comunque contento e rasserenato e mi promisi di fare il bravo ed attendere il ritorno per fare una bella scopata con Luisa. Nella peggiore ipotesi, aprire il pc, guradre un porno e segarsi.

Cena splendida, annaffiata da abbondante Franciacorta che ci mise particolarmente di buon umore. Mi chiese del lavoro, io del suo e ci stavamo avviando tranquillamente verso le undici di sera. L’aiutai a sistemare la casa e stavo quasi per andare a letto quando mi chiese come finiva il filmato quardato la sera prima. Rimasi senza fiato, forse arrossii anche, ma mi ripresi rapidamente e le risposi che non lo sapevo neanche io quale fosse il finale e che per scoprirlo, la cosa migliore sarebbe stata guardarlo. Lei annuì ed andò a sedersi nello stesso posto della sera prima, io, non senza difficoltà, avviai il filmato e mi sedetti accanto a lei. Il cazzo mi si era immediatamente irrigidito e stavo pensando di prenderle, come la volta prima, la mano, ma non feci in tempo: aveva provveduto da sola, accarezzando il gonfiore dei pantaloni con studiata lentezza. Le sollevai la maglietta e mi si presentaro davanti due bellissimi seni, con ampia aureola e capezzoli belli rotondi. Comcia a leccarli come un pazzo, mentre mi apriva la patta dei pantaloni e tirava fuori i miei venti centrimetri di cazzo. Fortunata la mia sorellina ! E dicendolo, scostò la mia testa dal suo seno e si chinò per ficcarselo tutto in bocca. Smise di colpo, si alzò e mi disse: ti aspetto di là.

Andai in camera mia, mi spogliai completamente ed entrai nella sua: era stesa sul letto dove con un’espressione da troia dipinta in faccia, si stava accarezzando la fica con entrambe le mani. Ero ultra eccitato, mi stesi accanto a lei e, tolte le mani, leccai la sua fica forsennatamente. Poi mi tirò su e prese nuovamente il mio cazzo in bocca. Cominciavo a chiedermi quanto avrei potuto resistere senza esplodere e la risposta era: poco. Infatti le sborrai in bocca e lei, da consumata pompinara, fece uscire lo sperma da un angolo della bocca inondasi il collo. Mi sorrise con il solito sguardo da troia e mi fece stendere accanto a lei per massaggiarmi in maniera splendida. Le chiesi se facesse spesso dei massaggi e mi rispose che ogni tanto ne faceva ad amici ed amiche. Nell’intermezzo, aggiunse, sempre con la sua voce un po’ roca.

Non impiegò molto a farmi tornare l’uccello in tiro e non attese molto ad infilarlo tutto nella fica. Una scopatrice incredibile ! Sapeva dimenarsi in maniera sconvolgente, non gridava, ma mugolava in modo arrapante, sapeva, con i muscoli vaginali stringere il cazzo come se avevve avuto dentro una mano. Stavo quasi per venire di nuovo, quando mi chiese se Luisa si facesse inculare; alla mia risposta positiva replicò che allora lo voleva anche lei dentro il culo. Non mi parve vero, dopo essersi ben umettata il buchetto, accolse la mia verga dentro un culo, certamente non vergine, ma nonostante ciò le sfuggì un gridolino di dolore quando affondai tutti i venti centimetri dentro. Il dolore passò in fretta e, se mi era sembrata una scopatrice di lusso, ciò non era nulla a quanto andava a fare con il culo. Godeva in maniera parossistica fino a quando mi disse: sborrami in culo, cognatino, riempimelo tutto e fammi uscire la tua sborra dalla bocca. Esplosi all’istante e mi abbandonai su di lei, esausto.

Dormiii benissimo e la settimana trascorse, purtroppo, molto rapidamente con serate favolose dove giocammo spesso al concorso pompini/inculate che a casa facevo con Luisa.

Rientrato in sede dissi che la sede di Milano, per gli esami, era la perfezione assoluta: organizzazione, logistica, tutto era stato perfetto. Il capo supremo mi disse che era contento di questa notizia perché aveva deciso di confermarmi a capo della commissione per le prossime, numerose sessioni di esame.

Bello che gli esami non finiscano mai.

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