Scopate gay con i compagni di scuola

Alex
3 months ago
Scopate gay con i compagni di scuola

"Un’altra settimana di lezione. Il solo pensiero di iniziare il lunedì mattina con matematica mi fa venire i crampi allo stomaco.“

Marco si trascinava svogliato verso l’aula della professoressa Rossi. Il corridoio era già vuoto e silenzioso. La campanella era suonata da qualche minuto. La maggior parte degli studenti era scomparsa in classe e le porte erano chiuse.

Marco sobbalzò. Una mano gli si era posata sul culo e gli aveva stretto una chiappa. Si voltò di scatto.

«Alessio.» Marco fece una smorfia e scosse la testa.

«Pensavo ti piacesse.» Disse, sorridendo l’altro ragazzo. I suoi compagni di classe sapevano delle sue preferenze per i maschi. La cosa, naturalmente, non creava problemi a nessuno.

«Mi hai spaventato.»

Alessio sollevò le mani in segno di scusa. «Dovresti muoverti. Siamo in ritardo.»

Marco sbuffò. «Minuto più o minuto meno.»

«Come vuoi.» Alzò le spalle con disinteresse.

Alessio aveva un anno in più di Marco, essendo stato bocciato l’anno precedente. Era un tipo carino con già la barbetta e i capelli biondicci. Non c’era ragazza della scuola che non cedesse al suo fascino.

A nessuna importava d’esser trattata come un oggetto. Perché era così che le riteneva: degli oggetti per il suo piacere. Stefano, che sapeva sempre tutto di tutti, aveva raccontato come Alessio si fosse fatto fare un pompino dalla sua ultima ragazza, e, dopo esserle venuto in bocca, l’avesse mollata sul colpo.

«Disgustoso.»

«Uh? Hai detto qualcosa?» Chiese Alessio, voltandosi.

«No, no, nulla. Dai, entriamo in classe.»

Marco aprì in un colpo la lampo e tirò fuori il suo pisello. Quando il liquido caldo cominciò finalmente a uscire, esalò un sospiro di sollievo, mentre un brivido di piacere gli saliva la schiena.

Non ce la faceva più a tenerla. La professoressa si era rifiutata di farlo andare in bagno per tutte e due le ore di lezione, poiché era arrivato in ritardo. „Stronza.“

La porta del cesso si spalancò di botto. „Alessio“. Per fortuna Marco aveva finito.

«Non ce la facevi proprio più, eh?!» Nel chiederglielo gli tastò nuovamente il culo.

Marco lo fulminò con lo sguardo. «Anche tu mi sembra che non ce la faccia proprio più.»

Alessio sorrise malizioso, interpretando male il senso della frase.

«Già.»

Invece di andare a posizionarsi davanti al pisciatoio, si avvicinò di più a Marco. Gli mise ancora le mani sulle chiappe e cominciò a massaggiarle.

Marco deglutì. Alessio gli si strinse addosso. Marco era sconvolto, ma anche imbarazzato: il suo cazzo si stava gonfiando.

«Direi che ti piaccio.»

Marco sorrise cortesemente. Poi con un violento spintone allontanò da sé il ragazzo.

«Vai a molestare una delle tue puttanelle.»

«La mia fama di torello le ha fatte scappare tutte.»

«Mi spiace intaccare la tua autostima, ma sono bene altre le voci che girano fra le ragazze.»

«E tu lo sai bene quello che si dice fra voi ragazze. Sei la mia ultima puttanella rimasta.» Alessio avvicinò la sua bocca all’orecchio di Marco. «Non hai mai voluto succhiarmelo? Ti ho visto nelle docce, mentre mi fissavi il cazzo.» Sussurrò.

„Altro che etero: un porco.“

«Che centra, adesso, questo?»

«Immagino che devo interpretarlo come un “sì”.»

Alessio gli prese la mano e lentamente la fece scivolare tra le sue gambe. Marco sentì il gonfiore del suo cazzo che premeva contro i jeans. „È enorme. E duro.“ Marco deglutì.

Alessio approfittò della sua esitazione e lo strattonò in una delle cabine del bagno. Marco tentò di scappar fuori, ma Alessio era troppo forte e lo schiacciò sulle ginocchia.

«Succhia.» Ordinò, dopo aver chiuso la porta.

Marco alzò la testa, incrociando gli occhi di Alessio che lo fissavano con un’eccitazione quasi rabbiosa. Marco l’aveva visto una volta veramente arrabbiato. Proprio fuori scuola aveva pestato un ragazzino del primo anno solo per averlo urtato con il manubrio della bici.

Marco inspirò profondamente e avvicinò la mano alla cerniera della sua patta.

«Bravo, vedo che finalmente hai capito.»

Gli aprì la patta e abbassò l‘elastico dei boxer. L’asta eretta del cazzo di Alessio scattò fuori eccitata. Marco avvicinò il viso. Non era il suo primo cazzo, ma si sentiva in ogni caso ancora a disagio con una mazza che gli svettava di fronte agli occhi.

Tirò fuori la lingua e diede un piccolo e rapido tocco alla cappella, per passare subito a leccare le palle.

Erano davvero grosse, proprio come quelle di un torello. Ne prese in bocca una come una caramella. Una succosa caramella. Alessio gli prese la nuca per i capelli e gli strattonò la testa.

«Ciuccialo.»

Marco avvicinò le labbra alla punta rossa, tanto lucida e gonfia da sembra pronta a esplodere. Diede una prima leccata, poi un’altra e un’altra ancora come se stesse assaporando un gelato alla fragola. Ma la sua eccitazione stava crescendo e ora era lui a volere la crema.

Prese in bocca la cappella, facendo scorrere la lingua tutt’intorno. Poi ingoiò tutto, fino alla base. Il cazzo era enorme e pulsava nella sua gola.

Alessio mandò un gemito, prima di ricordarsi d’esser in bagno. Strinse i capelli di Marco e iniziò a dare il ritmo. Marco si adeguò subito e prese a succhiare con foga, come se fosse l’ultimo cazzo della sua vita.

Adolescente arrapato come era, Alessio raggiunse rapidamente il massimo del piacere. Spinse a fondo il suo cazzo nella bocca del compagno e venne abbondantemente.

Marco sentì il liquido cremoso, caldo, scivolargli in gola, mentre il cazzo di Alessio ritornava alle sue originarie misure.

«Puliscimelo bene. Non voglio puzzare di sborra in classe.»

Marco leccò via le ultime gocce bianche e passò meticoloso la lingua tutta attorno al pisello.

Alessio sorrise soddisfatto. Si chiuse la patta.

«Stai qui. Vado prima io.» Poi aggiunse: «Guai a te se lo vai a raccontare in giro. Tanto più che nessuno ti crederà.» Detto questo se ne andò.

Marco richiuse la porta del cesso. E iniziò a segarsi rapidamente. Dopo essere venuto, una lacrima scivolò sulla sua guancia, che con la mano si asciugò con rabbia. „Mi ha trattato come un oggetto, come una delle sue stupide troiette.“

Mentre camminava verso casa, Marco rifletté ancora su quello che era successo nei bagni.

Non riusciva a togliersi dalla mente il sorriso di Alessio: così beffardo, eppure così amichevole. E il suo cazzo: così grosso. Così buono. Tra le suo gambe qualcosa stava già rispondendo a quell’immagine.

Marco scosse la testa, infastidito dalla sua mancanza di dignità. Forse Alessio aveva ragione: era davvero un puttanello.

Prima di tornare a casa sarebbe dovuto passare da un suo compagno che si trovava sulla strada. Stava male e da settimana scorsa non poteva venire a scuola. Marco gli consegnava regolarmente gli appunti della giornata.

Suonò al campanello.

«Ciao, Marco. Vieni. Entra, entra.» Lo accolse la madre del suo amico, aprendo la porta.

«Buongiorno, signora Bianchi.»

«Marco, te l’ho già: dammi del tu. Chiamami Giulia.»

La donna finse un sorriso di offesa e si passò una mano fra i capelli per ravvivare i suoi boccoli dorati. La sua scollatura quasi ombelicale mostrava uno seno ancora florido e giovanile.

Marco si limitò a sorride timidamente. Il solito Stefano la chiamava la Mamma Cougar.

«Alex ti aspetta di sopra. Stava riposando. Si è sentito ancora male.» Theresa gli fece segno verso le scale alla fine del corridoio.

Marco bussò alla porta della stanza.

«Avanti.»

«Ciao.» Salutò Marco, entrando.

Alex era seduto davanti al computer. Non sembrava star così male, in realtà.

«Come stai?»

«Ciao. Molto meglio, grazie.»

«Ti ho portato gli appunti.» Disse Marco, appoggiando con un tonfo lo zaino sulla scrivania. «C‘è poco in verità.» Aggiunse, quando osservò lo sguardo spaventato di Alex.

Marco osservò che aveva la patta aperta e le mutande molto gonfie.

«Scusa, ma… che stavi facendo prima che arrivassi?» E allungò subito il collo per sbirciare sullo schermo del computer.

Ovviamente non c‘era nulla. Almeno non a prima vista: «…sesso amatoriale…» Lesse la piccola icona nella sbarra in basso.

«Bravo, bravo. Sei proprio in convalescenza.»

Alex rise. «C‘è anche la parte per ragazzi omosessuali, sai?» Non era mai imbarazzato a parlare di sesso. Era stato proprio lui a consigliare a Marco alcuni siti di racconti erotici e fumetti porno. «Dai, chiudi la porta.»

Quando Marco si voltò dopo aver chiuso la porta, vide Alex già col cazzo in mano. Era abbastanza impressionante. Non che non l’avesse mai visto: tutti facevano la doccia insieme dopo ginnastica; ma non l‘aveva mai visto nel pieno della sua potenza.

Sembrava proprio il cazzo di un adulto con quella folta peluria scura che lo incoronava. Era addirittura più lungo di quello di Alessio, anche se forse non altrettanto grosso.

«È grande, vero?» Gli chiese con un toccò di orgoglio Alex, vedendolo con lo sguardo fisso sul suo bastone.

Marco arrossì, distogliendo lo sguardo.

Alex accennò a una risata. «Deh, tranquillo. Anche io le guardo le tette delle nostre compagne.»

«Già. Solo che loro poi ti tirano un ceffone.»

Alex ridacchiò e si massaggiò una guancia, probabilmente ricordandosi della ultima sberla.

«Giuro che, se lo tocchi, io non ti prendo a sberle.» Scherzò, alzando le mani e mostrando i palmi.

„Ma che hanno tutti, oggi?“ Si chiese Marco, anche se sapeva che Alex era sempre stato incuriosito dai rapporti uomo-uomo.

«No, grazie.»

«Dai, è ovvio che resterà fra noi.»

L‘esitazione non durò a lungo. Marco non poteva negare di essersi spesso sparato una sega fantasticando su Alex. E poi erano sempre stato molto gentile con lui.

«È veramente grosso.» Osservò Marco, lanciando un’altra sbirciata.

«Toccalo.»

Marco allungò incerto la mano. Le sue dita si strinsero delicatamente attorno a quel palo. Alex trattenne un gemito. Strinse più forte. Era duro. Durissimo.

Cominciò a muovere la mano su e giù. Marco rimase come ipnotizzato dallo sparire e riapparire del glande sotto la pelle.

Alex non gli avrebbe mai chiesto di prenderlo in bocca. Però… però, Marco aveva voglia.

Le sue ginocchia si piegarono e la sua testa si trovò fra le sue gambe. Alex lo fissava incredulo. Le labbra di Marco si serrarono attorno quel gigantesco lampone.

Marco rimase un attimo in attesa. Aspettava una reazione dell’amico. Non successe nulla. Marco iniziò a succhiare.

La saliva cominciò a colargli fuori dalla bocca. Aveva paura a ingoiarlo tutto, ma voleva sentirlo tutto suo. Lentamente iniziò a spingere la testa, finché i peli dell’inguine non arrivarono a stuzzicargli il naso.

Alex ansimava. «Sei bravissimo. Nessuna era mai riuscita a ingoiarlo tutto.»

La porta si aprì di scatto.

„Cazzo.“ Pensò Marco. „Mi son scordato di chiudere a chiave.“ Non osò alzare la testa da dietro la scrivania.

La porta si richiuse subito. Stavolta sentì anche il rumore della chiave che girava nella serratura.

«Allora sei proprio un puttanello.»

Quella non era chiaramente la voce della madre di Alex. Marco alzò la testa e vide di nuovo quel sorriso: beffardo e amichevole. Alex non fiatava. Era evidentemente il più imbarazzato di tutti.

«Tranquillo, Alex.» Lo rassicurò Alessio. «Mi sono fatto pompare il cazzo da `sto troietto proprio stamane.»

Alex esalò un profondo sospiro, come se avesse trattenuto il fiato da quando Alessio era entrato nella stanza.

«Dai, Marco, non lasciare il tuo lavoro a metà.» Incitò Alessio. «Non vorrei che il nostro amico non possa godere come ho goduto io.» Gli occhi di Alessio brillarono.

Per un attimo rimasero tutti e tre immobili in silenzio. Poi il cazzo di Alex riprese a gonfiarsi. Alessio si mise dietro Marco e spinse la testa del ragazzo verso il cazzo di Alex.

Marco cercò di ritrarsi, ma anche il suo membro iniziava a riprendere forma. Mentre Alessio continuava a spingere finalmente Marco aprì la bocca e accolse nuovamente quel gigante al suo interno.

Riprese a succhiare velocemente. Si rese conto che la presenza di Alessio lo eccitava. E anche Alessio pareva apprezzare quella situazione: si sedette sul divano di fianco alla scrivania e mise una mano nei boxer.

Alessio tossicchiò varie volte per attirare l’attenzione. Alla fine Marco capì che lo stava chiamando.

Alessio si stava ancora massaggiando il cavallo e sorrideva. Fece un cenno del capo a Marco, invitandolo ad avvicinarsi.

Marco guardò Alex, sperando di vedere la sua opposizione, ma il ragazzo alzò le spalle, fingendo indifferenza.

Marco sospirò e a testa bassa si avvicinò a Alessio, camminando sulle ginocchia.

Quando fu fra le sue gambe, gli abbassò la cerniera e ammirò nuovamente il cazzo del compagno. Lo prese subito in bocca e succhiò.

Intanto Alex si sedette anche lui sul divano. Si era spogliato del tutto. Era proprio figo. Faceva nuoto quasi a livello professionale. Le sue braccia muscolose e i suoi pettorali scolpiti lo dimostravano.

Marco passò a leccare i suoi capezzoli e quel stupendo petto. Alex ridacchiò leggermente a disagio da quel gesto un po’ troppo intimo.

Quando anche Alessio si fu svestito, Alex tolse il maglione e la maglietta a Marco, mentre l‘altro gli tirò via con forza i pantaloni e le mutande.

Marco ebbe un attimo d‘imbarazzo: di fronte alla statuaria bellezza di Alex e alla corporatura virile di Alessio si sentiva inadeguato.

«Che che bel culo sodo e liscio.» Commentò Alessio accarezzandoli le chiappe come suo solito.

«E non ti depili, vero?» Chiese Alex invidioso. Nuotatore qual era doveva sempre depilarsi tutto.

Marco riprese a succhiare il cazzo di Alex, mentre Alessio giocherellava con le sue chiappe. A un certo punto le sue dita si avvicinarono al suo buchino. Marco si ritrasse. Non voleva arrivare a tanto.

«Continua a succhiare.» Ansimò Alex, afferrandogli la testa e spingendogliela sul suo cazzo umido.

Marco non aveva la forza per contrastare la presa muscolosa di Alex. La cappella premette contro le sue labbra e lui non poté farlo altro che aprirle, ingoiando quel bastone fino alla base.

Alessio gli schiacciò la schiena con facendo pressione con tutto il peso con il braccio. Quando lo ebbe così bloccato, si inumetto un dito e incominciò a stuzzicare il buchetto del ragazzo.

Marco tentò di allontanare il suo culetto, ma i due ragazzi erano troppo forti per lui. Lentamente Alessio infilò il suo indice dentro la carne morbida dell’amico.

«Si vede che sei un passivo. È così soffice e accogliente. Le mie ex erano ancora tutte delle verginelle in culo. Con te sarà più facile.»

Estrasse e spinse nuovamente dentro il dito varie volte. L’anello sensibile dell’ano cedette rapidamente al piacere e Marco fu nuovamente in preda alla foia.

Alessio strinse la base del suo cazzo in mano e lo fece scorrere su e giù nella fessura delle chiappe. Marco spinse indietro il culo. Non ce la faceva più: lo voleva dentro.

«Se lo avessi saputo che eri così voglioso di farti sbattere, ti avrei soddisfatto subito, puttanello.» Alessio rise. «Tienilo fermo.» Disse ad Alex, che spinse giù con forza la testa di Marco sul suo cazzo.

Alessio si posizionò di fronte al buco e iniziò a spingere. L‘ano fece pochissima resistenza.

La cappella fu avvolta dalle calde e soffici pareti dell‘ano. Alessio ansimò. Poi con un colpo secco ficcò il suo bastone fino in fondo. Marco gemette di dolore col cazzo di Alex in gola. Poi, però, mentre Alessio lo sbatteva con violenza, cominciò a mugulare di piacere.

«Ti piace, eh?!» Alessio prese a fotterlo con maggior vigore.

«Facciamo cambio.» Disse dopo un po‘ Alex, bramosa di provare anche lui il culo dell’amico.

Alessio tirò fuori il suo cazzo, mentre Alex si allungava sul divano. «Impalati da solo.»

Marco ormai completamente soggiogato stava per salire sopra, ma Alessio lo fece girare. «Dagli la schiena. Così me lo ciucci.»

Marco tentò di ritrarsi.

«Tranquillo, eri pulito.»

Marco si posizionò su Alex e lentamente si infilò quell’enorme palo nelle viscere. «Ah, è grosso.» Ansò.

«Stai forse dicendo che il mio è piccolo?»

«No, anche il tuo è stupendo. Ti prego, scopami la bocca.»

Alessio scoppiò a ridere. «Sei proprio un succhiacazzi.» E in un attimo glielo ficco in gola.

Marco si sollevò, quasi sfilandosi il cazzo di Alex e poi si lasciò andare. Gemette, quando la cappella gli schiacciò l’intestino. Ripeté il movimento e poi di nuovo. Alex gli afferrò la vita e lo aiutò a prendere il ritmo.

Lo sguardo di Alex era ipnotizzato dal suo cazzo che spariva e riappariva in quel culetto morbido.

«Hai un bastone piantato nel culo e godi come una cagna in calore. Ma non ti vergogni?» Lo schernì Alessio, spingendo il suo cazzo fino a raschiargli la gola.

«Non ce la faccio più.» Disse Alex, mordendosi il labbro inferiore.

«Aspetta.» Gli disse Alessio, fermando Marco. «Girati.»

Il ragazzo si voltò, senza far uscire il cazzo di Alex dal culo. Poi Alessio lo spintonò giù, addosso ad Alex.

«Ora te lo rompiamo davvero questo culetto.»

Marco era troppo eccitato per rifiutare. Stavolta, però, Alessio iniziò penetrarlo con maggiore cautela, facendo attenzione anche al cazzo di Alex. Ora si che l’ano era davvero stretto.

«Ah, ti prego, piano. Fa maleeeeeh.» Gridò Marco, quando Alessio fu completamente dentro.

Alex gli tappò la bocca con la mano. «Fai cito. Vuoi che mia madre ci becchi?»

«Ma soprattutto: vuoi che la Mamma Cougar ti veda con due cazzi nel culo?» Gli sussurrò all’orecchio Alessio. Poi incominciò a muoversi avanti e indietro.

Marco si mordeva la lingua dal dolore, ma lentamente il suo buchino già abituato a un cazzo iniziò a percepire piacere.

Alessio grugnì sommesso. Il suo cazzo fremette nel culo di Marco e con gli ultimi sforzi di bacino gli schizzò dentro.

Alex chiuse gli occhi, mentre il suo volto si contorceva in un orgasmo. Gemette piano quasi istericamente e altri fiotti di sborra calda riempirono Marco. Marco venne sul petto di Alex.

Alessio ritrasse il suo cazzo ormai moscio dal buco pieno di sborra. Mentre Marco con cautela si levò da sopra Alex.

Un filo di liquido caldo gli scivolò sulla coscia. Cercò un fazzoletto e si pulì. Si vestì in fretta, con la sborra ancora dentro di sé.

«Ci vediamo la prossima volta.» Disse Alessio.

Marco prese lo zaino e si volse verso di lui. Gli ti tirò un ceffone che gli fece voltare la testa.

«Non sono un puttanello e tanto meno il tuo troietto. Non ci sarà più una prossima volta» Si girò e se ne andò.

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