Viaggio Perverso

Capitolo 1 - A sorpresa: il primo bocchino

Giovanna Esse
2 days ago

Innanzitutto vorrei tranquillizzarti. Per me scrivere e discorrere con te non è affatto un sacrificio ma una gioia che non avrei mai immaginare potesse fiorire da un rapporto epistolare. Potrei essere qui a scriverti per ore, giorni o mesi e la mia predisposizione non scemerebbe di un millimetro. Poi ci sei tu, musa o dea che ho eletta a custode delle mie nascoste verità.

Di episodi te ne potrei narrare a migliaia ma cercherò di focalizzare la tua attenzione su ciò che è più chiaro nella mia mente. Suddividerò questa parte in quattro filoni che riguardano i mie partner nei vari periodi storici per consentirti di contestualizzarli al meglio. Come ben sai, l'errore alla base di queste morbose attenzioni è stato quello di confidare al porco ciò che quotidianamente subivo a scuola. La sua natura disturbata e morbosa, dovuta anche alle attenzioni che rivolgeva a mia madre (come scoperto successivamente), lo hanno autorizzato e disporre di me come meglio gli piaceva. Fino a quando c'era un debito da pagare, eravamo cosa sua.

Ti racconto quella prima violenza nei dettagli.

Rientro da scuola che erano le 14,00. Fame da lupo, frustrazione per le angherie dei compagni e il piacere di trovarsi nel rifugio che mi isolava dal resto del mondo, la mia casa.

Come ogni giorno trovo ad aspettarmi sull'uscio di casa il "caro zio". entriamo, mi scalda la minestra e si siede a tenermi compagnia mentre mangio. Il tutto molto caldo e molto bello e mi fa rilassare al punto di dire: zio vorrei chiederti una cosa su un fatto che mi è successo a scuola. E giù a raccontare tutto l'antefatto, il gioco dei piselli, la casamatta, il tentativo dei compagni e le vessazioni in classe. Mi ascoltava con grande interesse e sembrava fortemente partecipe delle mie sofferenze.

Sparecchiamo, mettiamo ordine e ad un certo punto, mi chiede di avvicinarmi.

In piedi, di fronte a lui, mi slaccia la cintura, i bottoni e mi abbassa i pantaloni e le mutandine. Ero confuso e non capivo cosa succedeva. La cosa che per prima ho notato, è stata l'espressione del suo viso che si è trasformata quasi in un ghigno e che mi ha messo davvero paura. Pensavo volesse sculacciarmi per punirmi di qualcosa che avevo fatto ma, con mia grande sorpresa,mi prende il pisello con le mani e comincia a sfregarlo.

Miracolo, miracolo, lo sento che si allunga e si indurisce e subito un commento da brividi :

"e bravo il porcello, ora provvediamo a metterti sulla giusta strada" e giù un colpetto alle palline che mi hanno fatto piegare in due. In quella posizione mi ha fatto ruotare e ho immediatamente avvertito un qualcosa che mi faceva allargare le chiappe. Istintivamente ho stretto i glutei facendo partire una violenta manata che mi ha tolto il respiro.

"Se ci provi ancora ti faccio mangiare le tue palline" il suo avvertimento. e senza che potessi reagire mi ha ficcato violentemente un dito nel culo. Mi mancava il respiro e prima che potessi dire qualcosa, me ne sono ritrovati due dentro. Lacrime, implorazioni e disperazione, non sono serviti dal farlo desistere. Per fortuna, il tentativo di introduzione del terzo non è riuscito, ma questo lo ha fatto rabbuiare ancora di più, tanto che, tirate fuori le dita, mi ha acciuffato per i capelli e mi ha trascinato in camera da letto.

Mi ha fatto inginocchiare e si è lentamente spogliato tirando fuori un "mostro" lungo e grosso. Una cosa del genere non mi è mai più capitato di vedere.

Prendendomi di nuovo per i capelli lo ha avvicinato alla mia faccia e mi ha ordinato di aprire la bocca. Puzzava da fare schifo; puzzava di urina a di un qualcosa che allora mi pareva indefinito. Era sborra rinsecchita. Col sapone non amava frequentarsi.

Me lo ha avvicinato alle labbra e ha cominciato a spingere. Le ho serrate e mi è arrivata una sberla da rimbecillirmi. Ho aperto la bocca e ci si è infilato dentro con violenza. Era grosso, grossissimo, lunghissimo (Col senno di poi, bellissimo) e nella mia boccuccia ci entrava con gran fatica la sola cappella.

Ha cominciato a pompare e spingeva sempre di più;grugniva come un maiale e mi diceva "che splendida boccuccia, meglio di tua madre". Non capivo ma ero troppo impegnato a non soffocare. Mi ha scopato furiosamente la bocca sino a quando dei grossi fiotti di sperma m hanno inondato. Stringendomi il naso mi ha obbligato ad ingoiare il tutto, accasciandosi poi sul letto.

Questo è il primo di tre episodi che ti voglio dettagliare sul vecchio.

Prima di chiudere questa prima rilettura, voglio ringraziarti per avermi dato la possibilità di portare fuori qualcosa che tenevo chiuso in me. E poi la gioia che mi dai nel dialogare con te, una splendida donna. Grazie a madre natura che ha potuto riunire in te quanto di più bello esiste: La bellezza, La grazia e, soprattutto, La grande intelligenza.